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Quelle urla mai dimenticate

di Marino Miccoli

…ovvero 70 anni da Capo Matapan.

Scrivo queste brevi righe perché voglio ricordare ciò che 70 anni fa, nella notte tra il 28 e il 29 marzo 1941, accadde a largo di Capo Matapan (Grecia). Fu, purtroppo, soltanto uno dei numerosi quanto nefasti frutti di quella follia iniziata il 10 giugno 1940 con l’entrata in guerra dell’Italia al fianco della Germania e del Giappone.
In quella notte la Regia Marina subì una delle più cruente sconfitte di tutti i tempi; fu una vera e propria strage di Marinai italiani (ne perirono 2503 ripeto: duemilacinquecentotre) causata dal tiro ravvicinato delle corazzate della squadra navale inglese che per la prima volta faceva uso del Radar.
Sui Regi Incrociatori Fiume e Zara della I Divisione e sui quattro Cacciatorpediniere di scorta, Alfieri, Carducci, Oriani e Gioberti che ignari si dirigevano per recare soccorso al Regio Incrociatore Pola precedentemente silurato e immobilizzato da un aereo inglese, si scatenò una tempesta di fuoco. I tragici effetti delle salve da 381 mm. delle corazzate inglesi (sparate tra i 3.500 ed i 2.600 m di distanza, praticamente a bruciapelo) sulle ignare navi italiane, colte alla sprovvista, possiamo cercare di immaginarli, ma credo che la stessa nostra immaginazione, anche la più fervida, rimanga comunque lontana da quella che fu l’atroce realtà dei fatti.
Quei drammatici momenti furono vissuti in prima persona da mio padre Antonio  uno dei pochi sopravvissuti a quell’ecatombe, che all’epoca era imbarcato quale Maresciallo capo-cannoniere telemetrista  a bordo del Regio Incrociatore Fiume. Era di servizio in coffa e a seguito dell’arrivo delle prime bordate precipitò in mare; quando riemerse il Fiume era incendiato; urla di Marinai straziati dalle fiamme, esplosioni, corpi ridotti a brandelli, grida di aiuto, combustibile acceso sulla superficie delle onde, scene apocalittiche rimaste indelebilmente impresse nella sua mente, così come le urla di quei suoi compagni accesi come torce che egli non avrebbe dimenticato mai più.
E nelle ore successive, a decimare i naufraghi sopravvissuti, ci pensarono il freddo e gli squali.
Il 29 marzo 1941 sarà preso prigioniero dagl’inglesi ed internato nel grande campo P.O.W. di Zonderwater (Sud-Africa). Fame, stenti, maltrattamenti fino al 20 maggio 1946, allorquando sarà rimpatriato a Napoli e riprenderà la sua carriera nella neonata Marina Militare.
La bellissima immagine che correda questo mio breve ricordo è una fotografia inedita proprio del Fiume (superbo e temibile incrociatore da10.000 tonnellate di stazza, della classe “Zara”, tra le più moderne e potenti che la Regia Marina potesse vantare in quell’epoca) mentre sfila dinanzi a piazza San Marco, a Venezia. L’ho tratta dall’album di famiglia e con piacere la pubblico sul blog de la Voce del Marinaio affinché tutti i lettori la possano apprezzare; è una fotografia a cui mio padre teneva particolarmente per quanto essa rappresentava per la sua memoria. Oggi la sua pubblicazione accompagna questo mio riverente ricordo e rispettoso omaggio a tutti i Caduti della notte del 28 marzo 1941.
A proposito di quella data …era il giorno del 31° compleanno di mio padre.

 

 

66 commenti

  • Roberto Cannia

    Ciao Marino! Ho letto con molta attenzione questa tua rievocazione storica di quella triste vicenda di guerra, una delle più dolorose sconfitte che la nostra Regia Marina abbia subito. Grazie come sempre per il tuo impegno nel farci ricordare eventi storici assolutamente da non dimenticare. Apprezzo tantissimo la foto del Regio Incrociatore Fiume, e la foto di tuo padre il Maresciallo capo cannoniere telemetrista Antonio Miccoli. Onore ai duemilacinquecentotre caduti e a coloro che sopravvissero a quella battaglia! Un grande saluto Marino.

  • Marino Miccoli

    Roberto, ti reputo tra quelle poche persone che possono giungere a comprendere ciò che accadde in quella che definire BATTAGLIA di Capo Matapan è quanto meno improprio e inadeguato! Nella notte del 28 marzo 1941 è avvenuta una vera e propria strage, un TIRO A SEGNO come giustamente l’ha definito nel suo pregevole scritto il maresciallo Striamo, sulle belle unità ed i valorosi Marinai della I Divisione Navale.
    Ti ringrazio e saluto cordialmente.

  • Ferdinando Talamonti

    Buona sera anche io ho avuto un disperso in famiglia, si tratta di mio zio fratello di mia madre
    Giuseppe Palazzolo militare imbarcato sull’incrociatore Fiume, volevo sapere se qualcuno mi può indicare dove poter visionare l’elenco dei dispersi nella battaglia di Capo Matapan o dove attingere altre informazioni.
    Grazie, Ferdinando

  • Marino Miccoli

    Buongiorno signor Ferdinando Talamonti,
    la ringrazio personalmente per il suo desiderio di conservare la memoria di suo zio GIUSEPPE PALAZZOLO che come mio padre la tragica notte del 28 marzo 1941 era imbarcato sul Regio Incrociatore FIUME.
    L’unico e meritevole sito su cui è stata pubblicata una lista di Marinai italiani dispersi o prigionieri è il seguente:
    http://www.regiamarina.net/matapan.asp?nid=120&lid=2
    Sperando di esseLe stato utile, la saluto cordialmente.
    Con stima.
    Marino Miccoli

  • Marino Miccoli

    Ezio per favore fai da gentile tramite.

    Il signor FERDINANDO TALAMONTI in un suo meritevole commento postato al seguente link:

    https://www.lavocedelmarinaio.com/2011/03/quelle-urla-mai-dimenticate/#comments

    chiede come sapere qualcosa sul suo congiunto PALAZZOLO Giuseppe che era imbarcato assieme a mio padre sul Regio Incrociatore FIUME la drammatica notte di Matapan, il 28 marzo 1941. Il signor Palazzolo era un cannoniere e non escludo che potesse conoscere personalmente mio padre che, come ricorderai, all’epoca era maresciallo capo-cannoniere.

    Poiché il desiderio di avere notizie del proprio congiunto è meritevole di tutta la nostra attenzione, mio caro e stimato maresciallo Vinciguerra, ti chiedo,ove possibile, di girare la presente e-mail con il prezioso link allegato al pregiatissimo signor TALAMONTI a cui vanno i miei sentimenti di stima e considerazione.

    http://www.regiamarina.net/matapan.asp?nid=120&lid=2

    Questo è purtroppo l’unico sito (in questo caso non senza polemica mi domando…dov’è e cosa fa l’archivio della Marina?) che può dare qualche risposta in merito all’ELENCO dei DISPERSI o dei PRIGIONIERI ITALIANI di Capo Matapan.

    Grazie Ezio per quello che potrai fare.

    Marino Miccoli.

  • ezio vinciguerra

    Egregio Signor Talamonti, per doverosa e opportuna informazione, Le invio, di seguito, la mail del Signor Marino Miccoli.
    In attesa di un suo riscontro voglia gradire i più cordiali e sinceri saluti
    Pancrazio “Ezio” Vinciguerra

  • Ferdinando Talamonti

    Illustrissimi Signori vi ringrazio del vostro interessamento e di avermi portato a conoscenza del link Regia marina,
    con il quale sono venuto a conoscenza che a bordo dell’incrociatore Fiume vi era un altro Palazzolo oltre a mio zio.
    Cordiali saluti
    Maestro del Lavoro
    Ferdinando Talamonti

  • Marino Miccoli

    Mio stimato maresciallo Vinciguerra,

    grazie per aver fatto da gentile tramite con il sig. Ferdinando Talamonti al fine di esaudire il suo meritevole quesito.

    A volte ci troviamo a fare ciò che L’Ufficio storico della Marina Militare dovrebbe fare ma non fa!

    Tuttavia con la nostra passione per i Marinai che furono, che sono e che saranno, quello che riusciamo a fare lo facciamo sempre con piacere!

    Saluti marinareschi.

    Marino.

  • ezio vinciguerra

    Gentilissimi Talamonti e Miccoli,
    la solidarietà, specie quella dei marinai di una volta, era e per fortuna ancora è una parte del nostro dna.
    Sono felicissimo che delle vostre mail così come sono felice di aver dimostrato, qualora ce ne fosse ancora bisogno, che il tempo è sempre galantuomo e nessuno è mai profeta in Patria propria. Forse siamo presi da troppe cose lasciatemi sostenere che io penso piano ma con i sentimenti. Intelligenti pauca.
    Pancrazio “Ezio” Vinciguerra

  • franco

    buonasera, mi chiamo Franco ho letto con attenzione i vostri scritti, e sono d’accordo con voi che quella notte persero la vita molti ragazzi.Mio padre Vittorio era sul Zara, in pochi minuti colo’ a picco, lui fu salvato da una nave inglese, ma un suo amico a pochi metri dalle gomene lanciate fu risucchiato dalle eliche. Mi ha sempre raccontato di quella nottte, e io porto il nome di quel suo amico perso in una guerra stupida. Cordiali saluti Franco

  • franco

    Un saluto a tutti sono Franco, ho lasciato un commento sulla notte tragica di Capo Matapan, dove fu coinvolto anche mio padre, imbarcato sul Zara come puntatore scelto. Mi farebbe piacere avere qualche contatto con chi come me ha avuto una persona cara coinvolta in quella strage di ragazzi. Un caro saluto Franco (framerlino@live.it)

  • Iacona Serenella

    Gentile Signore
    desidero sapere l’indirizzo di posta elettronica del Sig.Marino Miccoli per farlo contattare dalla figlia di un capocannoniere, Bramante Nazareno, imbarcato sull’incrociatore Fiume la notte della Battaglia di Capo Matapan. Di questo marinaio la famiglia non ha saputo mai nulla e la figlia ormai ottantenne vive ancora nella speranza di sapere notizie del padre.
    Certa di un suo cortese riscontro, le porgo distinti saluti.
    Serenella Iacona

  • Manuele Belli

    Mio nonno Emanuele Ambrogio era imbarcato sul Fiume,racconto’ a mia moglie pochi giorni prima di morire nel 2003 quella terribile notte.Mai lo fece prima con sua figlia(mia mamma) mai con noi nipoti.
    C’eravamo tutti ma parlava solo con lei come se noi non ci
    fossimo…. E piangeva! Diceva nomi di ragazzi come lui (aveva 20 anni) morti quella notte e di come alcuni impazzirono per il caldo del giorno,il freddo della notte, la sete terribile e i pescecani…..

  • Enzo zanaboni

    Gentili signori,
    Mio zio Enzo Zanabni era imbarcato sul Pola come aviere.
    Cerco notizie sulla sua sorte o persone in grado di rccontarmi la tragedia del Pola.
    Grazie
    Enzo Zanaboni II

  • giacomo

    gentili signori,
    mio padre Lettieri Antonio era imbarcato sul pola e fu fatto prigioniero nella tragica notte di Matapan. Mi ricordo che mio padre mi ha parlato di alcuni campi di prigionia dove fu condotto : Ismailia, sud africa e poi Inghilterra. Qualcuno ha qualche info su questi campi?
    Mio padre è mancato nel 1998, era all’epoca sergente nocchiero.
    Grazie

  • vittorio loris zenere

    chiedo notizie di mio zio, nocchiere putti loris, imbarcato sull’incrociatore FIUME e caduto nella tragica battaglia di capo MATAPAN. da notizie del tempo , (non certe) mi pare che era, pur ferito da scheggia, su una delle poche scialuppe messe in mare, poi nulla’altro.
    se qulcuno ha avuto ricordi da parenti su questo su questo mio zio , sarei molto interessato a condividerle.
    Vi ringrazio

  • Famiglia Giovanni Conti

    Buonasera,
    nostro Padre fu uno dei pochi sopravvissuti dell’Incrociatore Fiume durante la Battaglia di Capo Matapan. Il suo nome era Giovanni Conti – Marò- all’epoca aveva 21 anni.
    Abbiamo di recente aperto un sito in sua memoria.

    Sarebbe bello poter entrare in contatto e scambiare i propri ricordi.

  • giuseppe mammone

    Vorrei avere notizie del Capo Furiere di 3^ classe il marò Francesco Infante di Rose (CS) imbarcato sull’incrociatore Fiume che perse la vita il 28 marzo 1941 nella battaglia di Capo Matapan Grazie
    Giuseppe Mammone

  • Nico Maria Martino

    ricordo che in quella tragica giornata per la Marina Italiana allora molti punti rimasero oscuri specialmente sul ruolo avuto dell’Ammiragliato di stanza a Taranto. Un mio zio Candela Antonino cannoniere sul Fiume fu considerato disperso e, da allora, non abbiamo avuto piu notizie.

  • Alessandro

    Buonasera, mi chiamo Alessandro e abito a Cagliari.
    Anche mio zio scomparve con la nave Fiume..si chiamava Serra Giuseppe…nessuno che abbia notizie in merito? Ringrazio in anticipo.

  • angela

    Ho letto con interesse…mio zio Nuovo Potito (elettricista), era imbarcato sullo Zara, fu dichiarato …mia nonna NON ha mai smesso di sperare che in qualche modo fosse sopravvissuto e potesse dare notizie di se…se qualcuno avesse qualche ricordo su di lui e volesse comunicarmelo mi farebbe piacere, grazie

  • Claudio Chichi

    Grazie Marino, perché la storia non vada dimenticata.

    Mia madre mi raccontava di tre zii marinai di cui uno Luigi Belsito imbarcato sul Pola.
    Mi raccontavano che furono colpiti all’improvviso senza sapere da dove venissero i colpi, perché venivano sparati da navi che usavano il radar.
    Mia nonna Margherita non perdeva mai la speranza di ritrovare vivo il fratello ed andava tutti i giorni a cercare nei bollettini di guerra sue notizie(purtroppo poi dato per disperso).
    Non so perché mi sono spinto proprio in questi giorni a cercare la storia su wiki ed in effetti ho scoperto che proprio nei prossimi giorni il 27-28 marzo sarà la ricorrenza della battaglia di Matapan.
    Zio ti ho solo conosciuto in foto con i tuoi fratelli Tonino e Leonardo.
    Facevi parte di una grande famiglia, Grazie!
    Chi sapesse altre notizie sto su facebook.

    Claudio Chichi

  • sorace marco

    Sono cresciuto con il racconto di mio padre che parlava di un suo cugino primo caduto nel affondamento del Fiume,il cugino aveva il mio nome Marco Sorace,credo comandasse una batteria di cannoni,non so con quale grado da ufficiale o sottufficiale.In un mercatino di antiquariato ho comprato un quadro che riproduce in fotografia il Fiume in navigazione,mi sono emozionato pensando a lui e mio padre (mancato nel 2000) che mi raccontava del cugino in divisa bianca in licenza.Un abbraccio a tutti i familiari dei caduti di quella tragica notte ed un pensiero commosso a quei ragazzi che ebbero le vite spezzate.

  • nicola esposito

    Mio padre Luigi, classe 1914, all’epoca assegnato ai dragamine in esercizio nel porto di Taranto, ebbe modo di narrarmi questa tragedia nella quale ebbe la ventura di non essere coinvolto, in quanto partecipò al soccorso dei marinai sopravvissuti. Mi associo con commozione al dolore e ai ricordi di tutti coloro che furono direttamente colpiti da questa immane sventura, dovuta a scelte politiche folli e a errori militari imperdonabili.

  • Michele Distefano

    Vi ringrazio tutti, mio Padre mi raccontava sempre di suo fratello morto in guerra, si chiamava Di Stefano Gaetano classe 1920, imbarcato sulla nave Zara come Marò, non abbiamo mai saputo la verità sulla sua morte, la nostra Patria gli ha dato una divisa in cambio della sua vita e solo con internet siamo riusciti a capire qualche cosa, questa storia amara ci rende parenti di tutti i caduti in quella maledetta notte.

  • Fabris Dario

    Mio padre mi raccontava che aveva incontrato suo fratello Fabris Antonio classe 1919 inbarcato sul Fiume a Carrara dove lui era militare e fu l ultima volta che lo vide.

  • salvatore

    1 saluto e onore a tutti i marinai .anche mio papà arceri agostino era inbarcato sul pola,
    raccontava sempre la sua storia della battaglia di capo matapam, e quando la raccontava piangeva,a visto morire i suoi compagni che in quella notte chiedevano della loro mamma. all”alba presi prigionieri dagli inglesi li portarono a ismaelia egitto, poi in sudafrica, infine caricati su mercantile direzione inghilterra, e smistati in scozia a lavorere nelle fattorie. dopo 7 anni mia nonna ricevette, 1 telegramma dal vaticano,ancore conservato avvertiva che suo figlio era vivo ed era in istanza scozia. esprimo tutta la mia riconoscenza ammirazione a tutti i caduti in guerra che il nostro signore dio li benedica…..arceri salvatore

  • Carlo Ferraro

    Mio padre Salvatore Ferraro, secondo capo segnalatore, era sulla plancia dello Zara e finì in mare salvandosi. Dopo una notte passata in mare sporco di gasolio e circondato dai compagni, alcuno dei quali annegavano, fu raccolto fagli inglesi e fatto prigioniero a zonderwater, presso Pretoria (Sud Africa) dove restò fino alla metà del 1946. Il suo racconto del naufragio è stato pubblicato sul Notiziario della Marina dell’agosto 2006, anno della sua morte.

  • Sandra Gregoli

    Mio Nonno, Carmelo Russo (Maresciallo) era sulla Zara. Sono cresciuta negli Stati Uniti con mia madre che mi raccontava di lui. Ho molte delle sue lettere. Mia madre avendo perso anche sua madre, e’ emigrata negli USA. Per molti anni sperava che suo padre fosse vivo da qualche parte. Mi commuove leggere questi messaggi.

  • Luigi Crusca

    Mio padre Crusca GIovanni era un marinaio fuochista sullo zara e tra gli ultimi a lanciarsi in mare e salvarsi grazie alle sue capacita natatorie. Dopo unanotte trascorsa su una scialuppa venne catturato dagli inglesi e fatto prigioniero prima ad
    Aessandria in Egitto e poi Zoderwater
    vicino a Dulman in Sudafrica ove rimase fino al 45 e successivamente
    In Inghilterra a Brigton dove lavoro’
    In fabbrica perche doveve restituire il
    Denaro che gli inglesi spesero per mantenerlo poi grazie alla Croce Rossa riusci a tornare a casa (Novara)
    vorrei ricevere notizie su zonderwater
    E mi associo al dolore di coloro che perserero i loro cari in quella mattanza che fu Capo Matapan. Vi ringrazio di
    Aver letto questa mia e- mail.

  • Luigi Crusca

    Vi prego e’ la prima volta che mando una mail a voi perché vorrei ricevere
    Notizie su zonderwater e mio padre aveva solo ventanni e nin è facile
    Vivere per 5 anni in un posto simile

  • ezio

    Carissimo signor Crusca,
    abbiamo ricevuto le sue commoventi mail. In attesa di esaudire in pieno le sue richieste per farne col suo permesso un articolo su suo padre, le segnalo di seguito ciò che abbiamo pubblicato all’argomento (provi col motore di ricerca del blog inserendo le parole chiavi tipo: Zara, Zonderwater, Capo Matapan, ecc. ecc.)
    Un nostro stesso collaboratore ha avuto il padre deportato proprio in quel luogo.
    Un abbraccio a Lei, grande come il mare immenso dell’amore:
    Pancrazio “Ezio”
    20.2.1943, i fulmini di Zonderwater

    Zonderwater 18 gennaio 1945, DICHIARAZIONE DI FEDELTA’

    Capo Matapan, non mangio più sardine perché si sono mangiati il figlio mio

    Calorosi saluti da Massaua

    Virgilio Barucca e il senso della vita

  • Simeoli beniamino

    Mio padre simeoli Gennaro era imbarcato su nave Pola fatto prigioniero dopo affondamendo a capo matapan
    Fu portato in Inghilterra. Proseguì la carriera in marina fino al congedo era cannoniere ” capo cannone”.

  • guido Tonissi

    Mio zio Guido Tonissi era imbarcato sula pola mori nella bataglia di capo matapan.

  • Roberto Arisi

    Sto leggendo con immensa commozione tutto quello che è stato scritto. Come tutti voi ho legami affettivi intrecciati al lontano periodo storico. Si tratta del nocchiere Sassi Ottorino in forza sullo Zara, non ho notizie. Come il motto di allora, la missione di oggi “Tenacemente” nel ricordo.
    Grazie a tutti.
    Arisi Roberto

  • ROCCABELLA ALESSANDRO

    Dosson di Casier (Treviso) 23 luglio 2017. Buon giorno a tutti quelli che hanno scritto parole commoventi sui tragici fatti di Capo Matapan. Siamo nel 2017 e qualcuno, come me, si interessa ancora a quella tragica notte. QUESTA E’ UNA COSA STRAORDINARIA E MERAVIGLIOSA poiche’ il ricordo di chi ha dato la vita …la sua giovane vita ..in guerra… NON DEVE MAI FINIRE. Ogni tanto vado a visitare l’ossario di Nervesa della Battaglia (TV) . Li’ dentro c’e’ un freddo ed un silenzio che Ti avvolge come una coperta gelata. Si leggono i nomi di centinaia di soldatini della prima guerra mondiale. La maggior parte erano ragazzi di 20 – 21 anni . Quei poveri ragazzi morirono per noi, per noi che siamo liberi’ oggi nel 2017, dopo una seconda guerra mondiale che coinvolse, nel nostro caso i nostri cari padri o nonni, nella notte di Capo Matapan. SONO ROCCABELLA ALESSANDRO E SONO IL FIGLIO DI ROCCABELLA GUGLIELMO ..CANNONIERE SULL’INCROCIATORE ZARA. MIO PADRE SI SALVO’ E ANCHE LUI FINI’ A ZONDERWATER. LA FAMIGLIA DI MIO PADRE, VISSE UNA TRAGEDIA NELLA TRAGEDIA. TRATTASI INFATTI DI GENTE CHE ABITAVA A ZARA E CHE DOVETTE ABBANDONARE LA LORO CASA PER VIVERE IL RESTO DELLA LORO VITA NELLA CONDIZIONE DI ‘ PROFUGHI’. MIO PADRE LAVORO’ COME BARMAN DAL 1964 FINO AL 1977 SU DUE NAVI DA CROCIERA CHE OPERAVANO NEL MAR DEI CARAIBI. VENNE A MANCARE POCO DOPO QUELLO CHE DOVEVA ESSERE IL SUO ‘ PENULTIMO ‘ SBARCO. IO SONO NATO NEL 1952 A SENIGALLIA IN PROVINCIA DI ANCONA MA POCO PRIMA DEL NATALE DEL 56 LA FAMIGLIA SI TRASFERI’ A MARGHERA (VE) DOVE GLI AMERICANI AVEVANO FATTO COSTRUIRE DEI VILLAGGI PER I PROFUGHI ‘ GIULIANI-DALMATI’. HO UNA BELLA FOTO DI MIO PADRE PRIGIONIERO A ZONDERWATER CON ALTRI PRIGIONIERI. QUALCUNO MI DICA A QUALE INDIRIZZO MAIL LA POTRO’ INVIARE. E’ UNA FOTO MOLTO CHIARA E FORSE QUALCUNO POTRA’ RICONOSCERE UN PROPRIO CARO. (CI SONO ANCHE I NOMI DEGLI ALTRI PRIGIONIERI). HO ALTRE COSE DA DIRE MA PER IL MOMENTO MI FERMO QUI. MI HA COMMOSSO DAVVERO TANTO LA FRASE CHE HO LETTO PIU’ SOPRA E CHE DICE ” CHE IN QUALCHE MODO SIAMO TUTTI PARENTI ” IN QUESTA VICENDA TERRIBILE. UN ABBRACCIO A TUTTE LE PERSONE COINVOLTE IN QUALCHE MODO ALLA ‘ NOTTE DI CAPO MATAPAN ‘ . GRAZIE PER OGNI COSA DA VOI SCRITTA. TRASCRIVERO’ OGNI PASSAGGIO, OGNI NOTIZIA….E CONSERVERO’ TUTTO ” GELOSAMENTE ”.

  • ezio

    Carissimo signor Alessandro Roccabella, grazie per questa bellissima e preziosissima testimonianza che mi ha commosso e che, allo stesso tempo, ci rende orgogliosi perché siamo consapevoli di essere sulla rotta giusta, la rotta della solidarietà che noi chiamiamo anche “banca della memoria per non dimenticare mai”.
    Riceva un abbraccio grande come il mare e grande come il suo cuore pio e misericordioso di figlio da questo petulante Marinaio.
    Pancrazio “Ezio” Vinciguerra
    eziovinciguerra@gmail.com

  • Daniela Cortese

    Anche io porto nel cuore i racconti di mio padre di quella gelida notte di disperazione e morte. Mio padre… Colui che ora non c’è più e al quale vorrei poter chiedere tante altre cose. Perché ora che sono una donna più matura do un peso diverso alle sue parole, che ancora mi risuonano nella testa. Però sono felice perché con questo “ritrovarsi” stiamo in un certo qual modo riportando in vita i nostri ‘eroi’. Voglio credere che ci stiano guardando, orgogliosi di noi che non li dimenticheremo mai, finché avremo vita.
    Mio padre…. Umberto Cortese – classe 1921 – Capo meccanico – Incrociatore Pola
    RIP

  • Marino Miccoli

    Buongiorno gentile signor Alessandro Roccabella,
    con piacere ho letto e dò riscontro alla lettera che Lei ha inviato a Ezio ed a me.
    Dalle sue belle parole si può comprendere quanto profondi e sentiti siano i suoi sentimenti per il suo compianto padre, il signor Guglielmo.
    Da quanto Lei ci narra, ovvero che suo padre sia stato prigioniero a Zonderwater, che praticasse il pugilato a livello amatoriale e che fosse uno dei pochi sopravvissuti della tragica notte di Capo Matapan, non escludo il fatto che i nostri due genitori si conoscessero personalmente.
    Anzi, poiché anche mio papà Antonio Miccoli (all’epoca capocannoniere stereo-telemetrista imbarcato sul R.I. FIUME) praticava il pugilato a livello amatoriale, presumo che sia molto probabile che i due si siano conosciuti e, forse, pure affrontati in qualche amichevole “match” a Zonderwater.
    Sulla prigionia qui di seguito troverà i link di alcuni miei articoli pubblicati su LA VOCE DEL MARINAIO:

    https://www.lavocedelmarinaio.com/2014/02/salva-ed-esalta-il-re/

    https://www.lavocedelmarinaio.com/2012/01/zonderwater-18-gennaio-1945-dichiarazione-di-fedelta%e2%80%99/

    Pregiatissimo signor Alessandro Roccabella, sull’argomento può scrivermi quando e tutte le volte che vuole, sarò onorato di risponderLe.
    La ringrazio di cuore per le sue apprezzatissime parole e le auguro un’estate serena.
    Cordiali e marinareschi saluti
    Marino Miccoli

  • Cavallotti Claudio

    sono il figlio di un sopravvissuto alla tragedia di Capo Matapan, C°1classe motorista classe 92 Felice Cavallotti, imbarcato sul Pola, cercavo notizie circa l’incrociatore e mi sono imbattuto su questo sito, ho letto con attenzione e grande commozione le lettere. Purtroppo io non posso aggiungere altro, in casa non se ne parlava io ero piccolo sono del 47, quando avrei avuto modo di fare domande, mio padre purtroppo se ne andò con un infarto nel ’56.La sola cosa che sono riuscito a sapere è che non fu fatto prigioniero ma recuperato in mare dopo alcuni giorni dall’affondamento.Se qualcuno può aggiungere qualche informazione ne sarei grato.

  • Cavallotti Claudio

    Non sono esperto al computer, pertanto per essere sicuro di aver inviato il commento, faccio un copia incolla di quello che ho scritto precedentementesono il figlio di un sopravvissuto alla tragedia di Capo Matapan, C°1classe motorista classe 92 Felice Cavallotti, imbarcato sul Pola, cercavo notizie circa l’incrociatore e mi sono imbattuto su questo sito, ho letto con attenzione e grande commozione le lettere. Purtroppo io non posso aggiungere altro, in casa non se ne parlava io ero piccolo sono del 47, quando avrei avuto modo di fare domande, mio padre purtroppo se ne andò con un infarto nel ’56.La sola cosa che sono riuscito a sapere è che non fu fatto prigioniero ma recuperato in mare dopo alcuni giorni dall’affondamento.Se qualcuno può aggiungere qualche informazione ne sarei grato.

    scusandomi se risutasse un doppione.

  • Francesco

    Salve.
    Anche mio padre, classe 1920, era sullo Zara quella notte.
    Sottocapo divisione di tiro. Lui fu uno dei superstiti, ospedalizzati dalla nave Gradisca

  • Nicolangelo

    Salve,
    sono il nipote del Sotto capo cannoniere P.S.del R.Incrociatore Fiume Santopolo Antonio morto in quella fatidica notte.Sarei
    immensamente felice se qualcuno lo ha conosciuto raccontandomi qualche particolare.Grazie

  • Francesco sorrentino

    Mio padre il giono prima sbarco’ a Taranto per una licenza, mancava da casa da molti anni,stava sull’incrociatore Zara come cannoniere’la foto della nave a Venezia ogni figlio ne ha una copia

  • licciardello vincenzo

    io ho avuto mio zio fratello di mio padre era a bordo dello ZARA non abbiamo mai saputo la sua sorte risultato disperso si chiamava Licciardello Lorenzo

  • nutricato antonio

    mio padre mi parlava spesso del fratello maggiore nutricato gino si era inbarcato da poco sul pola, e dopo quella notte non si seppe piu nulla . fu dato per disperso aveva 19 anni, molto bello che vengano ricordate tutte queste persone, che hanno dato la loro vita.

  • leo

    Buongiorno,mio padre Bosso Giuseppe,fuochista incrociatore Zara, prigionia in Sud Africa e in seguito Inghilterra. Morto ormai

  • Mirco Grasso

    Salve a tutti
    Il mio nome è Mirco Grasso e sono il nipote di Orazio Grasso 1910 nostromo dell’incrociatore Pola al momento dell’affondo.
    Mio padre e i miei zii mi raccontano che mio nonno appena affondato l’incrociatore, lasciò a malincuore quest’ultimo è a nuoto insieme a 7 compagni si allontanò nella speranza di non essere risucchiati dalle acque e mettersi in salvo.
    Uno di questi non sapeva nuotare e i compagni decisero di aiutarlo un po’ x volta ma dopo 7 ore di nuoto le forze cominciavano a venir meno e loro malgrado furono costretti ad abbandonare il compagno stremato al suo triste destino… i soccorsi arrivarono dopo 30 minuti circa,provarono a tornare x cercare quel ragazzo ma il tentativo fu vano;
    Mio nonno nel letto di morte ricordava e rimpiangeva quel giorno e quel militare che dovettero abbandonare…
    A causa di una cancrena e dopo aver avuta amputata una gamba mio nonno
    Orazio Grasso si spense in un letto di ospedale della provincia di Catania il 13 luglio del 1989.

  • SALVATORE ROSA

    Buongiorno,
    il padre di mia moglie si chiamava Marino Biagi (classe 1914) e faceva parte dell’equipaggio dell’incrociatore Fiume la notte del 28 marzo 1941. Negli elenchi ufficiali risulta “disperso” (anche se col nome sbagliato “Mariano Biagi” anziché “Marino Biagi”), ma in realtà fu fatto prigioniero dagli inglesi e ritornò a casa, ad Iglesias in Sardegna, negli ultimi mesi del 1945. Sarei lieto di parlare con qualcuno l’ha conosciuto e si ricorda di lui.

  • Eleonora Cantini

    Buongiorno, mi chiamo Eleonora Cantini, mi rivolgo al Sig. Marino Miccoli, mio zio era sulla Fiume come elettricista, si chiamava Cantini Lido, volevo sapere se l’avesse conosciuto, se qualcuno si ricorda di lui, le sono veramente grata. Grazie

  • Filippo Bambino

    buongiorno a tutti ,mi chiamo Filippo Bambino mio padre FRANCESCO, la notte tra il 28 e 29 marzo del 1942
    mio padre si trovava a bordo dell’incrociatore Zara, e’ fu’ fatto prigioniero dagli inglesi. se qualcuno ha altre informazioni. il mio indirizzo email= filippobambino@inwind.it grazie.

  • Raffaella

    Buonasera, lo zio di mio padre GIUSEPPE SERRA (detto PINUCCIO) di Cagliari si trovava sulla nave Fiume. Ci piacerebbe sapere se è sopravvissuto, o avere qualunque altra notizia.
    Grazie.

  • Ezio Vinciguerra

    Buongiorno signora Raffaella,
    per quanto a nostra conoscenza il marinaio Giuseppe Serra, nato a Cagliari il 13 febbraio 1919,
    imbarcato sulla regia nave Fiume, risulta essere fra i dispersi, nel Mar Mediterraneo,
    nella cosiddetta “Battaglia di Capo Matapan”.
    Nel porgerLe sentite condoglianze e nel ringraziarla per la testimonianza d’amore, le consigliamo,
    qualora volesse approfondire:

    – per foto e materiale storico (libri, ecc. ecc.):
    – Ufficio Storico della Marina che ha sede in Roma, presso il comprensorio militare della Caserma “Angelo Paolucci”, sito in Via Taormina n. 4. – Telefono/Fax: 06-3680-7220
    oppure all’indirizzo e-mail: ufficiostorico@marina.difesa.it
    L’Ufficio Storico, come tutti gli istituti dello Stato in possesso d’archivi, non effettua ricerche per conto terzi.
    L’Ufficio Storico, per la consultazione di tutta la documentazione, è aperto al pubblico dal lunedì al venerdì previo appuntamento telefonico ai nr. 06/36807233 oppure 06/36807227 (per l’Archivio Storico) – 06/36807234 (per l’Archivio Fotografico).

    Per le informazioni relative al passato militare di una persona, le richieste vanno inoltrate alla:
    Direzione Generale del Personale Militare
    5° Reparto – 11ª Divisione – 2ªSezione (Ufficiali), tel. 06/517050173
    5° Reparto – 11ª Divisione – 4ªSezione (Sottufficiali e Truppa), tel. 06/517050187
    Gli uffici si trovano in Viale dell’Esercito, 186 – (00143) ROMA
    Un abbraccio grande come il mare della Misericordia.
    Ezio Vinciguerra

  • Giuseppe Vinci

    L’ASSOCIAZIONE NAZIONALE CAPO MATAPAN MARE NOSTRUM CON UNA PROPRIA PAGINA ANCHE SU FACEBOOK STA ALLESTENDO IL SUO 5 RADUNO NAZIONALE OLTRE AI PREPARATIVI PER LA COMMEMORAZIONE DEI CADUTI E SUPERSTITI DI CAPO MATAPAN CHE SI TERRA A NAPOLI IL 28 E 29 MARZO 2020. PER ULTERIORI INFORMAZIONI CONTATTATEMI AL INDIRIZZO MAIL : Cimone1000@yahoo.it oppure visitate la pagina facebook ” Capo Matapan mare Nostrum.

  • TOMMASO BENVENUTO VALENZA

    Mio padre Valenza Giovanni, cannoniere puntatore era invarcato sullo Zara. Fu uno dei pochi sopravvissuti, recuperato e fatto prigioniero dagli inglesi rimase in Sud Africa sino al 1946. Quante volte ho sentito raccontare dalla sua voce rotta dall emozione…

  • Filippo giuditta

    Mio padre, buon anima, era del 1923 e si trovava sul Pola la notte tragica
    Si buttò in acqua e come tanti fu salvato dagli inglesi…. lo raccontava con le lacrime agli occhi
    Quanti poveri ragazzi….. per una guerra infame
    Saluti
    Sono Filippo Giuditta
    Mio si chiama Antonio come mio padre

  • Cristina Comandini

    Buonasera, grazie a tuttibper i vostri preziosi contributi al ricordo e alla ricerca dei nostri cari coinvolti in quella terribile battaglia.
    Mio zio era imbarcato sulla Fiume ed era fuochista, si chiamava Francesco Penco .
    Ho visto sul link della marina che avete gentilmente indicato che fu fatto prigioniero.. qualcuno ha forse delle notizie in più?
    cristina@aventinohotels.com

  • Raffaella

    Buongiorno, anche lo zio di mio padre è scomparso. Si chiamava Giuseppe Serra, detto Pinuccio, era di Cagliari. Qualcuno di voi ha informazioni in merito?Grazie.

  • Chiara

    Vi ringrazio per le vostre testimonianze. Mio nonno, Nicole Nicola, era furiere sul Pola. Sopravvissuto al naufragio fu fatto prigioniero dagli inglesi.
    Ha sempre raccontato pochissimo di quell’esperienza.
    Aveva una bellissima ancora tatuata sull’avambraccio, raccontava che con diversi marinai se l’ erano fatta a bordo, con l’intento di riconoscersi in futuro!

  • Tommaso GALLO

    Sull’incrociatore Fiume c’era mio zio mai conosciuto vista solo una foto che custodisce mio padre… Mio zio era fuochista Gioacchino GALLO…. onore a tutti i caduti

  • Sarno Ennio

    Gentile Sig. Vinciguerra,

    sono Sarno Ennio figlio del capo cannoniere Sarno Francesco imbarcato sull’Incrociatore Pola. Mio padre sopravvisse al combattimento di Capo Matapan e recuperato dagli Inglesi che dapprima lo ricoverarono in un ospedale di Alessandria d’Egitto e poi lo internarono in un campo di prigionia in Sud Africa Zonderwater. Nonostante i Britannici fossero il nemico, mio padre ne ha sempre parlato con rispetto forse perché rispecchiavano il suo modo di essere, rispettoso delle regole e sempre fedele ai suoi principi di moralità e correttezza, tutti valori che ha trasmesso con l’esempio a noi figli. Papà purtroppo è venuto a mancare 36 anni fa, è morto per asbestosi forse proprio per il contatto con l’amianto presente sulle navi e nelle tute antivampa dei cannoni. Dopo la guerra, papà ha continuato il servizio nella Marina Militare congedandosi per raggiunti limiti di età con il grado di I° Capitano C.E.M.M. a Taranto dove ci eravamo trasferiti da Napoli a seguito del suo trasferimento di servizio. Quale unico figlio maschio, alla sua morte ho conservato tutte le sue medaglie, tra cui la medaglia Mauriziana, e la sua sciabola di ordinanza. Anche se non ho intrapreso la carriera militare, ho mantenuto sempre tramite il suo ricordo un legame particolare con la Marina Militare perché, come qualcuno ha scritto sul Vs. blog, serve a mantenere viva la sua presenza.

    Ma vengo al motivo del mio contatto. Interrogando il web con il titolo “battaglia Capo Matapan” mi sono imbattuto nel Vs blog “La voce del marinaio/quelle urla mai dimenticate/# comment”.

    In particolare mi ha interessato lo scritto del sig. Roccabella Alessandro il cui padre, cannoniere sull’incrociatore Zara, venne fatto prigioniero e internato a Zonderwater Sud Africa. In questo suo post il Sig. Roccabella dice di conservare una foto di suo padre nel campo di prigionia insieme a dei suoi compagni di prigionia. Il Sig. Roccabella continua scrivendo di essere disponile a inviare tale foto a chi è interessato perché potrebbe riconoscere un proprio caro.

    Ebbene io sarei interessato a ricevere tale foto perché tra i compagni di prigionia ci potrebbe essere mio padre e la sua foto oggi me lo farebbe sentire ancora più presente. Però non so come contattare il Sig. Roccabella, anche perché il suo scritto è del 2017, ed è per questo che sono a richiedere il suo aiuto per potere mettermi in contatto con il Sig.Roccabella.

    La ringrazio in anticipo per l’attenzione che vorrà dedicarmi e cordialmente la saluto.

    Ennio Sarno – Barletta

  • Andrea Bruno Massari

    Buona sera,
    Ringrazio il Sig. Mario Miccoli, per questo articolo, ed il Sig. Ezio Vinciguerra, per le informazioni di ricerca a Roma.
    Io son un ProNipote di Elio Evangelisti, Capo di II°, Classe 1910, imbarcato sul R.I. Zara.
    Il mio ProZio venne dichiarato “DISPERSO”…
    Nel 1947 venne dichiarata la “MORTE CERTA”, il giorno ed il mese, io non l’ho mai saputo.
    Nel motore di ricerca della Marina Militare, postato nei primi commenti, il mio ProZio non compare…
    La mia ProZia, sua moglie, non mi parlò molto del suo marito, poiché parlarne, significava “riportare” a “galla” una vita non vissuta, e solo desiderata…
    Riguardo la battaglia, riuscì a parlare con i superstiti, e venne a conoscenza di alcuni aspetti particolari:
    1° IL convoglio navale italiano, alla sera, dopo il tramonto, era solito “chiudere le bocche di cannone, con i tappi”…
    …alcuni sostennero, per una questione di onore, e rispetto per il mare, e regole di ingaggio della 1° GM…
    …altri sostennero, per evitare che l’acqua marina, o la salsedine, potessero entrare nelle canne, ed arrecare danno…
    …per tale motivo, “tappi sulle canne dei cannoni”, il convoglio italiano non rispose, o rispose in ritardo al fuoco nemico…
    2° IL convoglio italiano, venne rintracciato dagli inglesi, mostrando i fianchi delle imbarcazioni, mentre gli inglesi procedevano di prua… Da tali posizioni delle imbarcazioni, si può facilmente dedurre, come possano essersi svolti i fatti…
    3° Gli inglesi, fecero fuoco su molti superstiti italiani, che gettatisi, o precipitati, in mare cercarono di avvicinarsi alle imbarcazioni inglesi…
    …dopo la fine del conflitto, alcuni superstiti italiani, ebbero l’opportunità di incontrare gli inglesi, sopravvissuti che, parteciparono alla battaglia di Capo Mathapan..
    …gli inglesi, motivarono quelle azioni, di non salvare tutti i profughi, e di sacrificarli, poiché non avrebbero avuto lo spazio, per salvarli tutti…
    …e per evitare di decidere, chi salvare, e chi non salvare, ricevettero ordine di procedere in tal maniera, decimando i superstiti in mare…
    Ho letto alcuni libri, che narravano di Capo Matapan, ma non ho trovato conferma di ciò…
    4° nel decennio degli anni 1990, la mia ProZia, si fece forza e decise di partecipare ad raduno di reduci di Capo Matapan, vi partecipai anch’io, ma non rammento il luogo…
    .,.i superstiti confermarono tali narrazioni.
    Ma non vollero scambiare contatti, poiché dissero…
    …”il ricordo doloroso di quei momenti” andava gestito con parsimonia, sia per ricordare…
    …i caduti e dispersi…
    ..il dolore degli anni trascorsi dal evento, che han loro, logorato le coscienze…
    Chiesero di rispettare, le loro decisioni…
    E così facemmo.
    Rammento che in quel raduno, vi fossero le guardie del Pantheon, i reduci, mah nessun rappresentante della Marina Militare.
    Mi piacerebbe rimanere in contatto con le persone che hanno scritto, prima di me…
    Andrea Bruno Massari.
    PS: dal motore di ricerca della Marina Militare, non sono riuscito a trovare, nemmeno altro mio ProZio Giorgio Zanaboni Capo di I°, imbarcato sul sottomarino Calvi, autoaffondato in Oceano Atlantico il 15/7/1942, per non venire catturato…
    E nemmeno trovato Bruno Massari, mio nonno, imbarcato nella “guerra Italo-Turca”, combattuta in Libia nel 1911…
    Nuovamente saluto e ringrazio, tutte le persone che hanno scritto…
    Ricorso sovente, i caduti e dispersi, di tutti i conflitti..
    Andrea Bruno Massari.

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