Le parabole e ritratti di Toty Donno
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La bella ‘mbriana
di Toty Donno (*)
Oggi desidero condividere con voi uno dei miti più noti della cultura napoletana: quello della bella ‘mbriana che, secondo una romantica leggenda, era una principessa che aveva smarrito la ragione a causa di un amore infelice vagando, così, come un’ombra attraverso i vicoli della città. Il re, suo padre, per proteggerla ricompensava con doni anonimi quelle case in cui la figlia veniva accolta. Pertanto nacque la leggenda della fortuna legata a questa misteriosa presenza femminile che, nell’immaginario napoletano, rappresenta lo spirito della casa amante dell’ordine, potente e, al contempo, anche molto capricciosa: ella infatti porta benessere e salute nell’abitazione in cui è accolta ma si dimostra oltremodo vendicativa verso coloro che offendono la casa da lei protetta. Per questa motivazione non ci si deve mai lamentare di una casa troppo piccola o troppo buia ed eventuali progetti di trasloco non vanno mai discussi in casa o a voce alta.
E’ difficile descriverne l’aspetto in quanto la creatura appare solo per pochi istanti accanto ad una tenda mossa dal vento o nel riflesso della finestra; tuttavia viene descritta come una giovane donna dal viso dolce, solare e sereno come si può intuire dalla stessa etimologia latina del nome ‘mbriana, ovvero Meridiana: l’ora più luminosa del giorno.
Una testimonianza dell’affetto verso questa figura risiede nell’ampissima diffusione del cognome Imbriani a Napoli derivante, appunto, da ‘mbriana.
Un tempo si aveva l’abitudine di mettere a tavola un posto in più per lei con una sedia libera affinché ella potesse entrare e sedersi per riposare. La bella ‘mbriana, secondo la tradizione popolare, può anche manifestarsi come un geco che, nelle serate estive, caccia gli insetti vicino alle lampade; perciò i napoletani lo considerano un animale portafortuna e si guardano molto bene dal cacciarlo o disturbarlo.(*) per conoscere gli altri suoi articoli digita sul motore di ricerca del blog il suo nome e cognome.
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I sogni dei marinai di una volta
di Toty Donno
I sogni dei marinai di una volta sono fatti di tanta fatica. Forse, se cerchiamo di prendere delle scorciatoie, perdiamo di vista la ragione per cui abbiamo cominciato a sognare e alla fine scopriamo che il sogno non ci appartiene più. Se ascoltiamo la saggezza del cuore il tempo infallibile ci farà incontrare il nostro destino, quello trascorso a bordo di questa vita e che ci fa riflettere e ricordare che:
“Quando stai per rinunciare, quando senti che la vita è stata troppo dura con te, ricordati chi sei: un marinaio di una volta. Ricorda il tuo sogno“.
A domani, buona ninna. -
Ho imparato dall’amore
di Toty Donno
Dopo un po’ impari la sottile differenza fra tenere una mano ed incatenare un’anima e impari che l’amore non é appoggiarsi a qualcuno e la compagnia non é sicurezza.
Inizi ad imparare che i baci non sono contratti e i doni non sono promesse, e cominci ad accettare le tue sconfitte a testa alta e con gli occhi aperti; con la grazia di un adulto, non col dolore di un bambino. Impari a costruire le tue strade oggi perché il terreno del domani é troppo incerto per fare piani. Dopo un po’ impari che il sole scotta se ne prendi troppo. Perciò pianti il tuo giardino e decori la tua anima, invece di aspettare che qualcuno ti porti fiori.
E impari che puoi davvero sopportare, che sei davvero forte e che vali davvero. - Attualità, C'era una volta un arsenale che costruiva navi, Curiosità, Fotografi di mare, Il mare nelle canzoni, Le parabole e ritratti di Toty Donno, Le vignette, Marinai, Marinai di una volta, Naviglio, Per Grazia Ricevuta, Pittori di mare, Poesie, Racconti, Recensioni, Sociale e Solidarietà, Storia, Un mare di amici, Velieri
Banca della Memoria
a cura Marinai di Spirito Santo
Buongiorno ai naviganti,
diamo un futuro alla memoria, nella consapevolezza che la memoria è conoscenza e che la conoscenza è libertà. Solo nella conoscenza l’uomo può trovare le ragioni e le condizioni per qualsiasi scelta della sua vita se vuole che possa essere veramente libera, senza condizionamenti. - Attualità, Le parabole e ritratti di Toty Donno, Marinai, Per Grazia Ricevuta, Poesie, Recensioni, Un mare di amici
Grazie Mamma
di Toty Donno (*)
PER GRAZIA RICEVUTA
Mamma, non basterebbero inchiostro e carta per esprimerti tutta la felicità e la gratitudine, per quello che rappresenti e fai per noi. Dolce Mamma che preghi continuamente per noi peccatori…
Tu che sei beata per aver accolto la Parola del Figlio tuo regalaci queste beatitudini perché anche in noi risplenda la volontà di Dio.
Tu che sei stata rivestita dal Padre di Spirito Santo fa’ che anche noi possiamo essere rivestiti dello stesso splendore per vivere questa nostra esistenza da Figli di Dio.
Fa’ che i nostri occhi possano vedere le meraviglie di Dio.
Dona sapienza ai genitori affinché possano aiutare a crescere i figli non solo in età, ma anche in sapienza e grazia, e possano aiutarli ad occuparsi della volontà di Dio.
Grazie, Mamma, per le carezze che fai ai bambini, per la forza e la consolazione che doni ai malati, per il sostegno che dai a chi è triste e sfiduciato.
Ave Mamma, in te riponiamo tutta la nostra speranza, o Madre di Dio e Madre nostra: custodiscici sotto il tuo Manto. Amen.(Grazie Mamma – Dipinto Olio su tela di Toty Donno)
Grazie mamma (Toty Donno)
Grazie mamma
perché mi hai dato
la tenerezza delle tue carezze,
il bacio della buona notte,
il tuo sorriso premuroso,
la dolce tua mano che mi dà sicurezza.
Hai asciugato in segreto le mie lacrime,
hai incoraggiato i miei passi,
hai corretto i miei errori,
hai protetto il mio cammino,
hai educato il mio spirito,
con saggezza e con amore mi hai introdotto alla vita.
E mentre vegliavi con cura su di me,
trovavi il tempo per i mille lavori di casa.
Tu non hai mai pensato di chiedere un grazie.
Grazie mamma,
invisibile ma sempre presente.(*) Per saperne di più sull’autore digita il suo nome e cognome sul motore di ricerca del blog.
- Attualità, Emigrante di poppa, Le parabole e ritratti di Toty Donno, Marinai, Pittori di mare, Recensioni, Storia, Un mare di amici
San Giovanni Paolo Secondo (18.5.1920 – 2.4.2005), l’ultima scintilla mandata dal Cielo
di Pancrazio “Ezio” Vinciguerra
ritratto (olio su tela) di Toty Donno (diritti riservati dell’autore)PER GRAZIA RICEVUTA
Questo articolo è dedicato ai padri Micheliti, in particolare ai “padri spirituali” del Pontificio Santuario Maria SS. “ad Rupes” di Castel Sant’Elia (VT) che quotidianamente con fede, speranza e carità, con la preghiera e la perseveranza offrono ai pellegrini di entrare in “dialogo con Dio”, nel silenzio, personalmente e tramite la Sua Parola.
Di San Giovanni Paolo II si è parlato tanto, non solo nel suo per il suo pontificato e quindi per i tempi eccezionalmente brevi della beatificazione chiesta dai credenti fin dal giorno del suo solenne ed indimenticabile funerale avvenuto il 2 aprile 2005 ma per il suo cammino in questa Gerusalemme terrena.
Papa Benedetto XVI il 1° maggio 2011 (altra data non a caso) ne celebrò la sua Beatificazione e l’attuale papa Francesco il 27 aprile 2014 lo ha canonizzato.
Ma quelle di cui sopra non sono che date volute direttamente dal nostro Signore Dio Padre. In realtà dal giorno della sua nascita, dal giorno della sua dipartita, il sensus fidei di Dio donato al popolo cristiano aveva acclamato santo Giovanni Paolo II.
Questo papa venuto da lontano, nemico del comunismo, sportivo, amante del teatro e dell’arte, pellegrino per il mondo come nessun suo predecessore, il grande Pontefice.
La sua grandezza umana, spirituale e storica si può di seguito riassumere dalla sua nascita, dal suo sposalizio con Dio e soprattutto da quegli oltre 26 anni di pontificato (16 ottobre 1978 – 2 aprile 2005) che gli hanno permesso di imprimere nella storia una impronta decisiva ed indelebile fin dalle sue prime parole pronunciate nell’omelia di insediamento al suo pontificato (22 ottobre 1978):“Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo! Alla sua salvatrice potestà aprite i confini degli stati, i sistemi economici come quelli politici, i vasti campi di cultura, di civiltà, di sviluppo. Non abbiate paura!”.
Questo che lui chiedeva, lo ha fatto per primo: ha aperto a Cristo la società, la cultura, i sistemi economici, invertendo con quella forza spirituale che gli veniva da Dio una tendenza che fino ad allora sembrava irreversibile ed incontrovertibile.
La sua testimonianza mista di sofferenza e gioia, quel suo indimenticabile abbracciare la Croce, il suo amore e coraggio ci ha ridato la forza di credere in Cristo, Redentore dell’uomo.Si consiglia la lettura del seguente link:
https://www.lavocedelmarinaio.com/2011/04/giovanni-paolo-ii/ -
Ho imparato l’amore
di Toty Donno
Dopo un po’ impari la sottile differenza fra tenere una mano ed incatenare un’anima e impari che l’amore non é appoggiarsi a qualcuno e la compagnia non é sicurezza.
Inizi ad imparare che i baci non sono contratti e i doni non sono promesse, e cominci ad accettare le tue sconfitte a testa alta e con gli occhi aperti; con la grazia di un adulto, non col dolore di un bambino. Impari a costruire le tue strade oggi perché il terreno del domani é troppo incerto per fare piani. Dopo un po’ impari che il sole scotta se ne prendi troppo. Perciò pianti il tuo giardino e decori la tua anima, invece di aspettare che qualcuno ti porti fiori.
E impari che puoi davvero sopportare, che sei davvero forte e che vali davvero.