Le vignette

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    Se non c’è trasparenza non è scienza

    di Pancrazio”Ezio” Viciguerra
    Vignetta di Sci Oh

    …ovvero se stiamo male ci sarà un perché?

    C’era una volta una donna bellissima. Fisico slanciato, ricca e di buon cuore. Il suo nome era Italia. Un giorno la signora Italia cominciò a sentirsi male, e non capiva per quale motivo. Fortunatamente bussarono alla sua porta di casa, e guarda caso si presentò un dottore, prima ancora che lei lo chiamasse.
    Il dottore disse di sapere bene cosa gli era successo e gli suggerì una bella cura, fatta di dieta, ossigeno e una fiala dal nome strano. La povera Italia colta allo stremo delle forze decise di accettare il suggerimento. Dopo qualche giorno si accorse che stava sempre più male, così richiamò il dottore, suggerendo che forse era il digiuno che la debilitasse, ma il dottore, dall’alto delle sue referenze, disse che doveva continuare a digiunare e che avrebbe dovuto farsi somministrare un’altra dose della medicina, perché senza quella medicina sarebbe morta di sicuro. La signora Italia impaurita nel frattempo continuò la cura, fino a quando cadde inerme senza forze.
    Giunta in cielo lo spirito di Italia si rivolse a Dio e disse:
    – “Signore perché mi ha abbandonato? Io ero malata e Tu mi hai lasciato morire”.
    Dio allora rispose:
    – “Carissima Italia, ti ho creata libera di scegliere, e tu hai scelto. Il diavolo ti ha offerto il veleno e ti ha ingannata, ma nulla è stato fatto contro il tuo volere, unica legge imprescindibile e sovrana che regola il vostro mondo.”

    MORALE: Nulla e nessuno può impedirci di fare le nostre scelte. Se stiamo male è solo perché non abbiamo il coraggio di scegliere la via che porta alla felicità.

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    La branda calda


    Una singolare branda calda
    di Enzo Arena

    Era sera tardi, quasi notte, in una Torino quasi deserta e tre sommergibilisti, con zaino a seguito, si aggiravano in cerca della foresteria Sottufficiali dell’Esercito.
    Che ci facevano a Torino tre Sommergibilisti?
    Perché questa “gente di mare un po’ particolare” cercava una caserma dell’Esercito?
    A Torino c’è la Fiat, la Fiat costruiva centrali di lancio per siluri ed i Sommergibili lanciano i siluri.
    Ecco il legame, ecco cosa ci facevano a Torino tre sommergibilisti.
    Il mattino dopo iniziava il corso sulla nuova centrale di lancio e noi tre eravamo stati mandati a frequentare quel corso.
    C’è collaborazione tra le forze armate e poiché a Torino non ci sono caserme della Marina, i nostri comandi avevano chiesto collaborazione all’Esercito che, come sempre, si era reso disponibile ad ospitarci.
    Qualcosa però non aveva funzionato.
    “Buona sera”, ci accolse il maresciallo quando aprì il portone e subito dopo, tra il meravigliato ed il preoccupato aggiunse: “Ma siete in tre?”
    “Certamente che siamo in tre, perché…qual è il problema?”
    “Il problema è che oggi è Domenica, è quasi notte e io aspettavo solo due militari di Marina. Due mi avevano detto…non tre”
    “C’è una sola stanzetta con due lettini. Uno di voi purtroppo deve andare a cercarsi un albergo.”
    Il Maresciallo, poverino, era più preoccupato e dispiaciuto di noi. Forse pensava che avremmo dovuto tirare a sorte per spartirci due posti letto oppure pensava che il meno anziano in grado sarebbe andato a cercarsi l’albergo.
    Ci guardammo in faccia e tutti e tre, senza parlarci, avevamo pensato subito la stessa cosa.
    “Non si preoccupi Maresciallo, ci dia la chiave della stanza e vada pure a dormire che ora decidiamo noi il da farsi”… ed il maresciallo, tranquillizzato se ne andò a dormire.
    Non esiste tra i Sommergibilisti la paura del disagio, non esiste tra i Sommergibilisti l’anzianità di grado, non esiste neanche lontanamente il pensiero che uno possa essere separato dal gruppo.
    Avevamo pensato tutti e tre la stessa cosa e, appena il Maresciallo si allontanò, sparirono subito i comodini che separavano i due letti. Furono uniti i due lettini in modo che diventasse un unico letto matrimoniale, fu cambiata la disposizione di lenzuola e coperte e dopo 10 minuti sembrava un’altra stanza.
    In tre in un letto matrimoniale non si dorme bene ma si dorme comunque meglio di quando si è in navigazione a bordo di un sommergibile.
    Era anche quella una branda calda ma un po’ particolare.
    Mancava il Nostromo o il Capo Silurista che ti venisse a svegliare per montare di guardia. Invece di un cuscino in due avevamo due cuscini in tre e al mattino appena svegli avremmo anche potuto lavarci la faccia.
    Al mattino, dopo aver rimesso tutto a posto, andammo a salutare il Maresciallo che non ci domandò come avevamo trascorso la notte.
    Eravamo insonnoliti alla prima lezione sulla centrale di lancio dei siluri, avevamo commentato tra noi che…”questa ci mancava” e dicevamo che non avremmo dovuta raccontarla ai colleghi per via dello sfottò conseguente ma sapevamo dentro di noi che l’avremmo raccontata e che ci saremmo fatti un sacco di risate.

    Ad un recente raduno, un caro amico e collega che non vedevo da trent’anni , nell’abbracciarmi mi disse davanti a mia moglie:
    “Ti ricordi quando abbiamo dormito nello stesso letto?”
    “Branda calda?” disse mia moglie che di “brande calde” aveva sentito parlare.
    “No!” Rispondemmo in coro con una fragorosa risata: “Letto a due piazze… ma c’era un altro in mezzo”.