Poesie

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    24.4.2013, in ricordo di Tiziana Merli

    a cura Pancrazio “Ezio” Vinciguerra e gli amici della mensa di Palazzo

    Ciao Tiziana “Titti” Merli

    Ciao Titti hai lasciato una scia indelebile a Palazzo Marina. Adesso sorridi anche agli angioletti che si mettono in fila per il rancio…

    La morte non è niente. Sono solamente passato dall’altra parte: è come fossi nascosto nella stanza accanto. Io sono sempre io e tu sei sempre tu. Quello che eravamo prima l’uno per l’altro lo siamo ancora. Chiamami con il nome che mi hai sempre dato, che ti è familiare; parlami nello stesso modo affettuoso che hai sempre usato. Non cambiare tono di voce, non assumere un’aria solenne o triste. Continua a ridere di quello che ci faceva ridere, di quelle piccole cose che tanto ci piacevano
    quando eravamo insieme. Prega, sorridi, pensami!
    Il mio nome sia sempre la parola familiare di prima: pronuncialo senza la minima traccia d’ombra o di tristezza. La nostra vita conserva tutto il significato che ha sempre avuto: è la stessa di prima, c’è una continuità che non si spezza.
    Perché dovrei essere fuori dai tuoi pensieri e dalla tua mente, solo perché sono fuori dalla tua vista?
    Non sono lontano, sono dall’altra parte, proprio dietro l’angolo. Rassicurati, va tutto bene. Ritroverai il mio cuore, ne ritroverai la tenerezza purificata. Asciuga le tue lacrime e non piangere, se mi ami:
    il tuo sorriso è la mia pace.
    Sant’Agostino

    Scopri la vita (Tiziana Merli)
    Prendi un sorriso,
    regalalo a chi non l’ha mai avuto.
    Prendi un raggio di sole,
    fallo volare là dove regna la notte.
    Scopri una sorgente,
    fa bagnare chi vive nel fango.
    Prendi una lacrima,
    posala sul volto di chi non ha pianto.
    Prendi il coraggio,
    mettilo nell’animo di chi non sa lottare.
    Scopri la vita,
    raccontala a chi non sa capirla…

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    Tutti i giorni Dio concede

    di Pancrazio “Ezio” Vinciguerra (2010)

    Tutti i giorni Dio ci concede
    (Pancrazio “Ezio” Vinciguerra – 2010)
    – insieme con il sole –
    un momento in cui è possibile
    cambiare tutto ciò
    che ci rende infelici.
    Tutti i giorni
    noi cerchiamo di fingere
    che non ci accorgiamo
    di questo momento,
    che esso non esiste,
    che oggi è uguale a ieri
    e sarà uguale a domani.
    Ma chi presta attenzione
    scopre l’istante magico.
    Esso può essere nascosto
    nel momento in cui
    la mattina infiliamo
    la chiave nella porta,
    nel silenzio dopo la cena,
    nelle mille e una cosa
    che ci sembrano uguali.
    Questo momento esiste,
    un momento in cui
    tutta la forza delle stelle
    ci passa accanto,
    e ci permette di fare miracoli.

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    Preghiera per i marittimi defunti

    tratta dal libro di R. Cisternino e G. Porcaro
    ” La marina mercantile napoletana “

    Benedici, o Signore,
    nel canto eterno del mare
    i valorosi Marinai del nostro golfo
    e tutti i figli dei golfi del mondo
    già giunti all’ultima sponda.

    Essi conobbero l’urlo della tempesta
    e lo strazio del naufragio;
    la sfida dei venti e l’insulto della guerra;
    la nostalgia della casa
    ed il forzato distacco dai propri affetti;
    la rinuncia alle gioie familiari
    ed il solitario dolore dei propri lutti.

    Navigarono non da vanità spinti
    o da bramosia di gloria
    ma solo da obbedienza al proprio dovere
    ed al proprio onore.

    Benedicili o Signore!

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    NON GIUDICATE IL MARE

    di Gianni Befiore

    Sono arrivato al mondo musicale con un background differente da tutti gli altri miei colleghi: 15 anni di vita sul mare sono quelli che mi hanno formato umanamente.  Ho iniziato sulla motonave Victoria a 18 anni; a 21 anni ero Ufficiale capoguardia responsabile della navigazione di 400 passeggeri e 300 persone di equipaggio.  Ho effettuato 150 crociere nei Caraibi, fino al 1966 quando sono stato assunto dalla Società Italia di Navigazione, traguardo molto ambizioso che soltanto pochi riuscivano a raggiungere in quel settore.  Ad assumermi fu il Comandante Franchini, ex Primo Ufficiale sull’Andrea Doria al momento del naufragio.  Il primo imbarco è stato sulla Raffaello, uno dei gioielli della Marineria Italiana.  I miei viaggi per gli Stati Uniti sono stati intercalati da viaggi per l’America Latina: Venezuela, Colombia, Perù e Cile con le motonavi Verdi, Rossini e Donizetti; per Brasile, Uruguay e Argentina con la motonave Augustus.  A completare il quadro, le crociere in Nord Europa fino a Leningrado, oggi San Pietroburgo.
    L’esperienza maturata in quel periodo mi permette di poter dare un “giudizio” su quello che è accaduto in questi giorni sulle coste della Calabria dove hanno perso la vita, come al solito, degli innocenti.  E, come al solito, non si focalizza mai il problema vero perché non si tolgono mai il vizio di dimenticare in questi casi il loro colore politico, anzi fanno proprio il contrario  e arrivano a strumentalizzare i morti.
    La prima cosa da considerare sono le condizioni atmosferiche che in questo caso erano proibitive poiché c’era una bassa pressione sulla Sardegna, abbastanza ampia, che influenzava il mare sulla costa est della Sicilia come su quella della Calabria, con vento costante da sud, in quanto il centro della perturbazione era fermo o si muoveva troppo lentamente.
    L’altro fattore da considerare è l’orario notturno, anche questo proibitivo.  E poi le persone da salvare, che erano bambini, donne e persone non assuefatte ai pericoli del mare.  Il quadro era tale per cui non si poteva pensare a un eventuale trasbordo, soprattutto per le condizioni del mare: si sarebbe fatto un danno superiore.  Restava l’alternativa del rimorchio, anche questo però non praticabile sia per la vicinanza alla costa sia impossibile da realizzare perché i 4 scafisti non avrebbero potuto coadiuvare un’operazione del genere.

    Tutti coloro che non hanno un’esperienza marinara devono esimersi dal parlare e giudicare perché è un mondo completamente differente che bisogna aver conosciuto, e da questo è venuto lo spunto della canzone che allego – che è più che una canzone – “Non giudicate il mare”.
    A proposito: la verità sull’Andrea Doria è uscita 60 anni dopo grazie agli Americani – in particolare alla Guardia Costiera – che sul libro “Anatomia di una collisione” hanno  elencato i fatti, e le colpevolezze da parte degli Svedesi, come realmente erano avvenuti.