Attualità

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    26.4.2013, in ricordo di Giuseppe Aldo Di Cuonzo

    di Pietro Serarcangeli (*)
    https://www.facebook.com/pietro.serarcangeli?fref=nf

    Il giorno 26 aprile 2013 il Maresciallo motorista Giuseppe Aldo Di Cuonzo, dopo una tremenda malattia dovuta all’esposizione all’amianto, salpava per la sua ultima missione lasciando nel dolore e nella disperazione la Famiglia, la signora Maria e le adorate figlie.
    Giuseppe Aldo era una persona apprezzata e benvoluta da tutti. Lo avevo conosciuto durante la mia permanenza all’Officina Pronto Intervento di La Spezia e avevo potuto notarne le doti di altruismo che aveva per gli amici. Sempre pronto a dare una mano non disdegnava mai di farsi avanti, all’occorrenza.
    Ciao Giuseppe, riposa in pace nel tranquillo mare tra le braccia di Nostro Signore.

    Si consiglia la lettura del seguente link:
    https://www.lavocedelmarinaio.com/2015/08/pratica-amianto-le-daremo-tutta-lassistenza-possibile/

     

     

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    25 aprile e 1° maggio – lettera al signor Presidente della Repubblica Italiana

    di Don Gino Delogu

    Signor Presidente della Repubblica Italiana, una premessa e una domanda.

    Il 25 aprile, festa della Liberazione e il 1° maggio festa del Lavoro, tutti le attività lavorative sospese e tutti gli esercizi commerciali chiusi con severe Ordinanze sindacali; mentre il 2 Giugno festa della Repubblica Italiana, viene considerato giorno feriale e lavorativo. La domanda è:

    – questa nostra Repubblica non merita proprio niente?

    – Come mai si continua a sostenere il disamore per quello che rappresenta la conquista più importante del nostro popolo?

    Nel 1961 abbiamo celebrato i 100 anni dell’unità d’Italia, adesso ci apprestiamo a celebrare i 150 anni, giusto anzi giustissimo, ma, come mai tanta passione per questa celebrazione che comunque è stata realizzata da un Re di Casa Savoia e non per la nostra amata Repubblica?
    Che significato ha, avere una Italia unita e repubblicana se poi ci lascia tanto indifferenti?

    Con riverente gratitudineDon Gino Delogu

    PER GRAZIA RICEVUTA
    Ciao Don Gino,
 molti di noi, come me, ti conoscevano come uomo di mare e di Dio.

    Mi sento di affermare, a nome di tutta la grande famiglia dei marinai che occuperai, per sempre, un posto speciale nei nostri cuori. Hai vissuto intensamente e fuori dal comune questa vita straordinaria che Lui ci ha donato e adesso, in questo giorno particolare e in questo anno misericordioso straordinario, Lui ti ha voluto nel suo Regno per continuare la navigazione nella Gerusalemme divina in supporto di chi prima di noi è salpato per l’ultima missione…


    Don-Gino-Delogu-e-gli-inseparabili-amici-marinai
    Riporto le parole che Riccardo scrisse quando diventasti Diacono

    Articolo

    Trovare me stesso.
    Sapere chi sono.
    Non è un fine, non è la meta.
    Non esiste il traguardo di aver raggiunto la consapevolezza di se stessi.
    Essere coscienti di sé è un continuo divenire.
    Una continua scoperta.
    Una sorprendente avventura che dura tutta una vita.
    Ogni giorno io cambio, perché lo stesso universo dentro e fuori di me che muta.
    Perché il mutamento è l’unico punto fermo dell’esistenza.
    Dunque scelgo di guardare davanti a me con gli occhi di un bambino.
    Scelgo di riflettere su quello che vedo con lo sguardo dell’esperienza.
    E poi decido di agire, sentendo e valutando la pesantezza o la leggerezza di tale scelta, prima che venga compiuta.
    E poi vivo.
    Vivo le mie scelte in piena responsabilità.
    Ed è questo che mi fa sentire libero.
    Libero di vivere appieno ogni secondo che il Creatore mi ha donato.
    Libero di cambiare.
    Libero di scoprire un nuovo me stesso in ogni istante che vivo.
    Libero di sorprendere me stesso e ancora e ancora…
    (Lirica di Riccardo Fioravanti)

    Don Gino Delogu - www.lavocedelmarinaio.com

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    25 aprile per quelli come noi
 è festa

    di Pancrazio “Ezio” Vinciguerra



    Ciao a Voi che non perdete mai la speranza.
    So che è molto difficile, in questi tristi momenti, dove brutte notizie, sconforto e scoramento si mischiano a mille altri pensieri ma tutti i nodi, tutti i peccati, vengono al pettine, è solo questione di tempo.
    La verità è sempre ed è solo una.

    Ora che abbiamo toccato l’apice o il baratro della nostra italica/europea storia, mi sento di affermare, senza presunzione alcuna che:
    quelli come noi, che indietro non lasciano incompiute persone e cose; quelli come noi, che quotidianamente ci sacrifichiamo e caparbiamente ed ostinatamente lottiamo per il bene di quella continuità terrena che si chiama ”vita; quelli come noi che hanno deciso di dire basta alle ingiustizie e soprusi proprio come quelli che quotidianamente stiamo subendo; sappiamo benissimo che non si può abbassare la guardia e neanche che i riflettori mediatici si spengano finché si esaudisca il nostro unico desiderio comune e cioè quello di vedere tornare la vituperata democrazia”.


    Se ci sarà da festeggiare la democrazia, senza alcuna demagogia di parte, solo allora si festeggerà.