Marinai,  Storia

Umberto Cagni

di Pancrazio “Ezio” Vinciguerra



Umberto Cagni nacque ad Asti il 24 febbraio 1863. Giovanissimo frequentò la Marina di Napoli e successivamente proseguì gli studi presso la Marina di Genova dove conseguì il grado di Guardiamarina nel 1881.
Dal 1882 al 1885 fece il giro del mondo sulla nave Vittor Pisani. Imbarcato successivamente sulla nave Cristoforo Colombo prese parte ad  una spedizione al Polo Nord, che fallì.
Nel 1897 partì con l’amico Luigi Amedeo di Savoia, duca degli Abruzzi, per l’Alaska alla conquista della vetta del Monte Sant’Elia, che avvenne il 2 agosto dello stesso anno.
Il 12 giugno 1899, l’allora Capitano di Corvetta Umberto Cagni (vice comandante della spedizione ed incaricato alle osservazioni scientifiche), salpò da Christiania (oggi Oslo) sulla baleniera di legno Jason di 350 tonnellate, ribattezzata “Stella Polare”, con lo scopo di raggiungere il Polo Nord per via “di superficie” sempre al fianco di Luigi Amedeo di Savoia. L’equipaggio, composto da otto norvegesi, un centinaio di cani da slitta e dodici italiani raggiunse la baia di Teplitz sulla costa dell’isola Principe Rodolfo.
L’8 settembre 1899, il banco di ghiaccio della baia, spinto dal pack, era salito sulla costa formando una diga di pressione alta 5-6 metri. La Stella Polare era indietreggiata di una trentina di metri, sollevandosi di prua sul ghiaccio, e si era inclinata di 20° a sinistra, con il fianco squarciato. La nave dovette essere abbandonata e venne allestito un campo base di fortuna sulla banchisa. La spedizione disponeva di due robuste tende da campo; con le vele della nave si creò un’ulteriore tenda esterna che copriva quelle da campo, in modo da creare una camera d’aria che isolasse termicamente l’interno e potesse resistere alla forza del vento. Durante una ricognizione del territorio il Duca degli Abruzzi subì l’amputazione di due falangi a causa di congelamenti e rinunciò così al tentativo di raggiungere il Polo Nord.
L’11 marzo 1990 il comando della spedizione fu affidato a Umberto Cagni. La spedizione  era suddivisa in tre gruppi (i primi due gruppi di sostegno al terzo). Dopo alcuni giorni di difficoltà, i primi due gruppi tornarono al campo base annoverando la perdita di tre uomini. Il terzo gruppo, composto dal comandante Cagni, il marinaio Canepa e le guide valdostane Petigax e Fenoillet, il 25 aprile dello stesso anno raggiunse gli 86° e 34′ di latitudine nord, la più alta latitudine mai prima toccata dall’uomo, superando il record appartenuto all’esploratore norvegese Fridtjof Nansen di 21′, a 381 Km dal Polo Nord, fra mille difficoltà dovuti al freddo dell’Artico, alla rudimentale attrezzatura,alla mancanza di viveri e alle amputazioni per congelamento, i nostri eroi decisero di intraprendere la strada del ritorno. Dopo dieci giorni di marcia abbandonarono alla deriva, sui lastroni di ghiaccio, quasi tutto. Con una sola tenda, dodici cani e le provviste strettamente necessarie, il 23 giugno 1900, i quattro superstiti (tra cui Querini, Cavalli, Molinelli)  riuscirono finalmente a raggiungere la baia di Teplitz. Cagni e i suoi compagni d’avventura avevano percorso 1400 chilometri in 104 giorni: un’impresa storica, divenuta leggenda.
L’indomito Cagni nel 1909 si distinse anche per i soccorsi dati a seguito del terribile terremoto che colpi Messina e nel 1911 partecipò alla guerra italo – turca guidando la flotta di incrociatori.  Ricoprì le cariche di senatore del Regno e commissario al Consorzio autonomo del porto di Genova.
Il 22 aprile 1932 moriva a Genova all’età di sessantanove anni e fu sepolto nella sua città natale. Nel 1941 fu dedicato in suo onore un sommergibile della Regia Marina.

Per saperne di più
La conquista del Polo Nord Geografico viene comunemente attribuita allo statunitense Robert Edwin Peary (1856-1920), ingegnere di marina, che, con il suo assistente Matthew A.Henson e i quattro “inuit” (nativi eschimesi) della spedizione, Ootah, Seegloo, Egingway e Ooqueah, partendo dalla Terra di Grant, dopo 740 chilometri raggiunsero il Polo il 6 aprile 1909. Le analisi compiute su alcune annotazioni di Peary, rinvenute nel 1996, hanno portato gli storici a credere che, anche se Peary era in buona fede nel ritenere di aver raggiunto il Polo Nord Geografico, in realtà era solo passato vicino ad esso, per la precisione a circa 20 miglia nautiche (37 chilometri).
Il Polo Nord Geografico fu raggiunto anche dalla spedizione guidata da un altro statunitense, Albert Frederick Cook (1865-1940), il 21 agosto 1908, partendo dalla costa nord-occidentale della Groenlandia: Cook descrisse la sua impresa nel libro “La mia conquista del Polo”, pubblicato nel 1911. La notizia del primato di Cook rispetto a Peary, accolta in un primo tempo con scetticismo, pare oggi certa.

“La Stella Polare e il suo viaggio avventuroso” è il titolo di un libro di Emilio Salgari (1862-1911), cronista d’eccezione, che descrive con il consueto stile avvincente la leggendaria impresa italiana per la conquista del Polo Nord.

Un commento

  • Marino Miccoli

    Grazie a Ezio per questo ricordo di un uomo di Mare fatto di una tempra eccezionale e dotato di un coraggio non comune.Senza dubbio un’impresa memorabile quella della missione organizzata per raggiungere il Polo Nord, capitanata da Umberto Cagni, il quale stoicamente perseguì il suo scopo al prezzo di indicibili sacrifici.
    Non a caso il grande Gabriele D’Annunzio gli dedicò, nelle sue LAUDI (1903), al libro IV, Merope, LA CANZONE DI UMBERTO CAGNI. Lo descrisse così:
    “[…] EROE DI DUE DESERTI,
    DEI PIU’ VASTI GELI E DELLE PIU’ VASTE SABBIE,
    IN QUALI EROICHE IMMENSITA’ L’ITALIA AMASTI!”

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