Fiamme in caldaia
Le esercitazioni per spegnere gli incendi a bordo delle unità ha sempre fatto parte della nostra cultura e cioè quella della prevenzione. La costante preparazione degli uomini e la maniacale manutenzione delle attrezzature, in moltissimi casi, ha fatto la differenza.
Quello che voglio raccontavi è stato il mio “battesimo del fuoco” anche se altri episodi hanno movimentato il mio imbarco e la mia vita da marinaio.
Durante una delle tante esercitazioni svolte nel 1978 o giù di li, l’unità si mise alla fonda in un porto siculo e ora che i ricordi si fanno più vivi mi viene in mente che molti di essi sono legati a quel posto … a volte i casi della vita. Ma torniamo a noi!
Ero di turno nella Centrale di propulsione (CP) della motrice di poppa, durante un giro di controllo notai del fumo e una strana luce provenire dal frontale caldaia, scesi di corsa la scaletta e rimasi attonito da ciò che vedevo. Il capo guardia in caldaia (non riporto il nome per correttezza) con in mano una bottiglia di acqua tentava di spegnere le fiamme che uscivano dalla sentina e lambivano il quadro comando delle caldaie. Per un attimo fui rapito da quella scena ma l’emergenza si impadronì di me e corsi a dare l’allarme. L’incendio fu spento dopo diverse ore e furono impiegati tutti i dispositivi antincendio in dotazione.
Cosa era successo per provocare un tale incendio?
Voglio premettere che nave Veneto, prima dei grandi lavori, bruciava nafta pesante e questa doveva essere prima riscaldata e successivamente pompata nei bruciatori delle caldaie. L’acquaiolo di servizio (chi è del mestiere sa di chi parlo) stava travasando nafta dalle casse centrali a quelle di servizio di poppa ma preso dai molteplici impegni si dimenticò il travaso e così la nafta fuoriuscii dai tubi. Per quel troppo pieno la nafta invase la sentina del locale caldaia dove passano i tubi e dove passa vapore e altri liquidi bollenti che, in buona sostanza la fanno da padrone, surriscaldarono la nafta portandola al punto di autoaccensione. Vi lascio immaginare il locale caldaie invaso dalle fiamme, mentre sui ponti era un brulicare di uomini che attivano tutte le contromisure per estinguere l’incendio.
Per fortuna e grazie alla preparazione tutto, o quasi, andò bene.
14 commenti
EZIO VINCIGUERRA
Bellissima ed intensissima testimonianza del marinaio Carlo Mignogna.
Adriana Tommaselli
terrificante!
Ornella Aimone
Chissà che spavento! Per fortuna non è la nave della foto…che è affondata. Un errore umano che poteva costare la vita di tutto l’equipaggio…
EZIO VINCIGUERRA
La nave della foto e la Haven, l’articolo si riferisce invece ad un fatto realmente accaduto ma, per fortuna, finito bene…
carlo
in effetti Ornella, un grande spavento. Caro Ezio si possiamo dire che tutto é finito bene
Carlo
un caloroso augurio a tutti i Papà e a tutti gli amici amiche che si chiamano Giuseppe Giuseppina e derivati
EZIO VINCIGUERRA
Ma lo hai letto il tuo articolo Nonno?
Carlo
ciao Ezio si letto
Giuseppe Piacquaddio
Grazie Carlo auguri pure a te
Carlo
vero Ezio per fortuna, ma l’addestramento ha dato i suoi frutti
Carlo
si Adriana terrificante incendio, ne potrei raccontare molti di simili e per fortuna pochi di molto brutti.
Carlo
Ezio caro fratello, ripensando a quei momenti divento triste anche se ormai è oltre un anno che sono fuori, mi manca quel mare, mi mancano le notti passate a poppetta in silenzio ad ascoltalo
EZIO VINCIGUERRA
Ciao Carlo …a chi lo dici, ho provato le tue stese sensazioni. Un abbraccio
Carlo
piango, perché non posso più cavalcare le sue onde e perdermi nella sua immensità