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Il mondo della sciarpa azzurra

di Guglielmo Evangelista (*)

… e non solo.

Una delle più appariscenti accessori  dell’uniforme degli ufficiali italiani è la sciarpa azzurra che viene portata a tracolla in un certo numero di occasioni: in genere si indossa con le divise prescritte per le cerimonie più solenni fino ad essere, molto meno solennemente, il semplice  distintivo dell’ufficiale di guardia.
Anche se ormai abbiamo alle spalle più di settant’anni di repubblica, essa è in sostanza  una delle poche sopravvivenze dei simboli monarchici, sia per il colore – che ritroviamo anche nella maglia dei calciatori della Nazionale di calcio – che per la sua originaria funzione distintiva, circoscritta agli ufficiali.
Infatti l’azzurro, che fu il tradizionale colore dinastico dei Savoia, sembra essere stato adottato dopo che il conte Amedeo VI, nel 1366, avrebbe fatto inalberare sull’ammiraglia delle sue 17 galere in partenza per una delle tante crociate minori,  uno stendardo azzurro in onore della Madonna e questo colore è sempre stato associato a Maria e, da tempi remoti, ha dei molteplici significati mistici.
Da allora esso figura in svariate composizioni araldiche e contornava anche lo stemma che si trovava al centro della bandiera italiana prima del 1946.

Più tardi, alla fine del XVI secolo, risulta che il duca Emanuele Filiberto abbia disposto per tutte le sue truppe l’adozione di una fascia azzurra che, nel secolo successivo, divenne il principale segno distintivo degli ufficiali sabaudi: se da una parte simboleggiava la loro fedeltà ed ”appartenenza” al sovrano, dall’altra,  più che rappresentare un atto di devozione,  aveva una funzione pratica di particolare importanza.
Infatti in quei tempi non esistevano vere e proprie uniformi e distinguere amici e nemici fra i vari schieramenti era spesso problematico: su un campo di battaglia o durante un abbordaggio, fra il fumo degli spari e le disordinate mischie corpo a corpo la sciarpa azzurra permetteva al soldato di individuare a prima vista un ufficiale e di seguirlo.
Ne erano quindi esclusi i sottufficiali che in genere stavano dietro le linee con il compito di….pungolare i pigri e i paurosi e  che a questo scopo, come i sergenti inglesi, erano dotati di picche (e infatti hanno mantenuto la sciabola, niente è occasionale nelle uniformi)
Ad ogni modo, per secoli, le varianti della sciarpa furono numerose con frange, forme e colori aggiuntivi diversi a seconda dei corpi e dei gradi, fino ad arrivare a una curiosa foggia con fondo oro punteggiato di  azzurro.

Fu solo con la Circolare ministeriale del 9 ottobre 1850 n.178 che essa assunse l’aspetto attuale venendo stabilito che fosse un distintivo comune per tutti gli ufficiali indipendentemente dal grado; la  larghezza al tempo prevista era di sette centimetri, poi portata a 8,5.
Quella che è forse la connotazione più importante della sciarpa, della quale va tenuto sempre conto, è che non fa parte dell’uniforme, ma è un semplice distintivo di servizio destinato ad essere indssato solo da chi assume certi incarichi o si trova in certe circostanze, fino al normalissimo servizio di guardia giornaliero.
Per questo i  Regolamenti di disciplina e delle uniformi, pur parlandone spesso, non ne descrivono mai la foggia, rimandandola ad altre normative separate.
Non diversamente si parla delle decorazioni metalliche, precisando quando vanno portate, ma sulle cui caratteristiche non ci si sofferma mai.
Questo concetto è stato più volte ribadito e fu perfino confermato in una vecchia discussione parlamentare di molto tempo fa che può essere interessante rispolverare.
Nel 1885 a Napoli, durante una parata non meglio identificata, si notò che gli ufficiali non portavano la sciarpa, non essendo stata  diramata alcuna disposizione in merito quando venne prescritta l’uniforme da portare.
Apriti cielo! In una città dove ancora prosperavano i conservatori filo borbonici e i repubblicani filo garibaldini la cosa fu presa come un affronto a Casa Savoia e in Italia, anche quando non esistevano Internet e la televisione, le polemiche prosperano feroci e immediate.
La questione arrivò fino il Parlamento dove dovette intervenire il generale Ricotti, allora Ministro della Guerra, e venne concluso che la sciarpa non era un simbolo la cui mancanza rende irregolare un’uniforme né di legittimità monarchica (e tantomeno lo sarebbe oggi…) ma era un accessorio da portare solo quando previsto.
La circostanza non era una di quelle e di conseguenza ogni censura venne a cadere.  

La sciarpa si porta dalla spalla destra al fianco sinistro (un tempo si diceva “ad armacollo”), ma questo non toglie che essa possa essere indossata anche all’incontrario quando deve indicare un servizio particolare: veniva portata un tempo in questo modo dagli ufficiali distaccati presso uno stato maggiore o può servire per distinguere altri incarichi come nel caso di due ufficiali di guardia ad enti diversi conviventi nello stesso luogo.
Il Giornale della Marina del 1935 elencava i vari casi, fra i quali citava gli ufficiali inferiori addetti allo Stato Maggiore in servizio di guardia a bordo.
Gli ufficiali dei corazzieri, quando nelle cerimonie indossano la loro particolare uniforme di sapore storico, la portano sotto forma di fascia stretta ai fianchi.
E’ comunque vietato l’uso della sciarpa azzurra con uniformi che non siano quelle  ordinarie o da cerimonia e derivate.
E’ anche il caso di ricordare che i fiocchi finali hanno lo scopo di controbilanciare parte del peso della sciabola.

La sciarpa, naturalmente, è indossata anche dai Corpi Militari della Croce Rossa e dell’Ordine di Malta che adottano le stesse uniformi dell’esercito, ma non viene indossata dalle infermiere appartenenti al Corpo Volontario della C.R.I.  che pur hanno il rango di ufficiale, forse perché come abbiamo detto prima i regolamenti vietano il suo uso con uniformi che non siano quella ordinaria e la loro è molto particolare, da indossare anche negli ospedali.
Nata  nelle Forze Armate e solo per le Forze Armate, l’uso della sciarpa è andato gradualmente estendendosi anche a tutti gli altri Corpi ad ordinamento militare ed è stata mantenuta  da essi a anche dopo la smilitarizzazione benché ormai si tratti di quadri direttivi e non propriamente di ufficiali nel senso stretto della parola.
Una sciarpa azzurra è portata in occasione di cerimonie ufficiali dai Presidenti delle provincie e una sciarpa tricolore dai Sindaci e dai Commissari di Polizia quando sono in servizio di ordine pubblico.
Recentemente, con l’adozione dei nuovi distintivi di qualifica per la Polizia di Stato e la Polizia Penitenziaria,  per i funzionari è stata mantenuta  la  sciarpa tradizionale, ma su di essa è stato applicato l’emblema del corpo.
Portavano la sciabola durante il fascismo anche gli ufficiali della Milizia Volontaria di Sicurezza Nazionale  ed oggi il suo uso   si è esteso, a parere di chi scrive con una certa forzatura,  anche agli ufficiali della Polizia Municipale: per ora l’unica eccezione è quella dei Vigili del Fuoco.
Chissà se arriveremo a vederla anche sulle divise degli istituti di vigilanza privati: l’effetto estetico è  irresistibile…

Pur partendo da un’iniziativa dei Savoia, anche all’estero la sciarpa non è sconosciuta benché le forme, i colori, le occasioni per indossarla e il grado di chi la indossa  ne fanno  un accessorio solo visivamente simile al nostro.
Era ovvio, in primo luogo che, con l’esempio piemontese e poi quello italiano, la sciarpa non potesse non essere imitata dagli stati che componevano l’Italia prima del 1861 o che in qualche modo anche oggi fanno parte dell’area italiana, anche se ovviamente ciascuno adotta i colori dinastici o nazionali: metà bianca e metà rossa nel Ducato di Parma, rossa listata di bianco nel Granducato di Toscana e non manca perfino nel Principato di Monaco che fino al 1849 era completamente circondato dal Regno di Sardegna: qui la sciarpa un tempo era addirittura in  blu sabaudo: sopravvive ancora oggi ma è bianca listata di rosso.
Gli ufficiali della Gendarmeria e degli altri corpi armati della Repubblica di San Marino la portano da sempre bianca e azzurra mentre è stata abbastanza recentemente introdotta, a righe alternativamente  bianche e gialle, nelle nuove uniformi adottate dalla Gendarmeria della Città del Vaticano.
Potremmo continuare anche prendendo in considerazione le sciarpe che decorano le uniformi di numerosi stati esteri, ma in questi casi la differenza è sensibile sia per le fogge differenti (ad esempio in Spagna se ne vedono di diversi tipi e colori),  sia per il fatto che in genere non prevedono le nostre frange,  sia infine per l’uso che spesso ne fa solo una specie di decorazione o di accessorio della grande uniforme.

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