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19.1.1911, a Pescia nasceva Gino Birindelli

di Pancrazio “Ezio” Vinciguerra



Banca della memoria - www.lavocedelmarinaio.com

Quest’articolo è dedicato a colui che verrà ricordato dagli equipaggi per aver difeso, in ogni occasione, il personale della Marina Militare. Racconteremo ai posteri di quando, nel 1970, in qualità di Comandante in Capo della Squadra, in occasione della visita a bordo di Nave Garibaldi dei parlamentari dell’allora Commissione Difesa, dopo averli ricevuti con i dovuti onori li suddividesti per le varie navi (alla fonda nel porto di Cagliari) impartendo l’ordine ai Comandanti di tenerli prevalentemente nei locali macchine e caldaie.

Oggi carissimo Ammiraglio di una volta e signore dei mari ,a così breve distanza dalla tua ultima missione, le “pagine ufficiali” si sono già dimenticate di te…forse da toscanaccio come eri dicevi le verità in faccia e non eri gradito. Non hanno avuto mai il coraggio di dedicarti una nave (ai tuoi amici tutti lo hanno fatto) ma solo una misera targhetta in un luogo nascosto ai più…

Del resto Qualcuno disse: “Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua” (Matteo 13,54-58)




La signora Birindelli attorniata da marinai di carta - www.lavocedelmarinaio.com

Questi “…signori” dopo quattro ore di navigazione con mare forza 2/3 furono riportati su nave Garibaldi per la conferenza stampa di rito. All’arrivo dell’Ammiraglio Birindelli si inalberarono tutti per il trattamento ricevuto. L’Ammiraglio, di rimando, rispose: “queste sono le migliori condizioni in cui voi Parlamentari fate vivere i Militari in particolare i Marinai.” Da quel momento ci furono una serie di adeguamenti economici e, soprattutto, il riconoscimento di un lavoro particolare a cui bisognava e bisogna riconoscere un trattamento diverso dai pubblici dipendenti (…intelligenti pauca!).



GINO BIRINDELLI
Gino Birindelli (www.lavocedelmarinaio.com)Nasce a Pescia (Pistoia) il 19 gennaio 1911. Nel 1925, appena quattordicenne, lascia il Collegio degli Scolopi di Firenze ed entra nella Regia Accademia Navale di Livorno, da cui esce con il grado di Guardiamarina del Corpo di Stato Maggiore nel 1930. Inizia così una lunga e brillante carriera che lo porta ad essere imbarcato su varie unità di superficie e sommergibili della Regia Marina, tra cui si ricordano l’incrociatore “Ancona”, la corazzata “Andrea Doria”, i cacciatorpedinieri “Quintino Sella”, “Confienza”, “Monzambano” e “Giovanni Nicotera” e i sommergibili “Santarosa”, “Naiade”, “Foca” e “Domenico Millelire”. Promosso Sottotenente di Vascello nel 1931 e Tenente di Vascello nel 1935 assunse successivamente, nel 1939, il comando dei sommergibili “Dessié” prima e “Rubino” poi. L’intensa attività conseguente ai propri impegni marinari non gli impedisce di dedicarsi comunque allo studio: nel 1937, infatti, si laurea in Ingegneria Civile presso l’Università di Pisa. Nel settembre 1939 viene destinato a La Spezia alla Squadriglia MAS per iniziare l’addestramento sui mezzi d’assalto insieme ad altri famosi personaggi quali Teseo Tesei, Elios Toschi e Luigi Durand de la Penne, tanto per citarne alcuni. Inizia così a manifestarsi quella tempra eccezionale di uomo e combattente che lo ha contraddistinto per l’intero arco della sua vita fino a fargli assumere i contorni dell’eroe. L’intensa attività portata avanti alla Bocca del Serchio, luogo deputato a tale tipo di operazioni, gli causa anche problemi fisici: l’ossiggeno dei respiratori gli brucia infatti un polmone nel corso degli allenamenti, ragion per cui viene ricoverato nell’ospedale di Massa, da dove peraltro scappa per rientrare subito a Bocca del Serchio, riuscendo a convincere il Comandante, Ajmone di Savoia, a mantenerlo in servizio. Prende parte attivamente alla prima spedizione dei Mezzi d’Assalto contro la base inglese di Alessandria (Operazione G.A.B1) nella quale viene decorato di Medaglia d’Argento al Valor Militare “sul campo” per il comportamento dimostrato a bordo del sommergibile “Iride” sottoposto ad attacco aereo nel Golfo di Bomba.
Nell’occasione si tuffava per cinque volte consecutive per portare in salvo un marinaio di leva dell’equipaggio del sommergibile intrappolato nel battello in fase di affondamento. Rientrato in Patria prende parte alla prima e alla seconda spedizione dei Mezzi d’Assalto contro la base inglese di Gibilterra (Operazioni B.G. 1 e B.G. 2); nel corso della seconda spedizione, a causa dell’avaria al proprio mezzo, è costretto ad affondarlo, venendo successivamente catturato e fatto prigioniero dagli inglesi. Per questa azione viene decorato Medaglia d’Oro al Valor Militare. Nei venti mesi successivi rimane prigioniero negli ospedali inglesi ed americani finché, alla fine del 1943, dopo l’armistizio, il Governo Italiano di Badoglio lo fa rimpatriare.
Birindelli Gino Ammiraglio e Signore dei mari - www.lavocedelmarinaio.comNel 1944 viene promosso Capitano di Fregata ed assume l’incarico di Sottocapo di Stato Maggiore dell’Ispettorato Generale MAS, partecipando alla Guerra di Liberazione con mezzi di superficie lungo le coste albanesi ed jugoslave. Le proprie condizioni di salute, però, lo costringono nuovamente ad un lungo ricovero in ospedale. Al termine delle ostilità assume il Comando del Battaglione San Marco e, successivamente, gli viene assegnato l’incarico di Comandante in Seconda della corazzata “Italia”, durante il periodo di internamento ai Laghi Amari in Egitto. Successivamente viene assegnato al Centro Subacquei, gruppo composto per la massima parte da sommozzatori già facenti parte dei mezzi d’assalto, con l’incarico di procedere allo sminamento dell’Alto Adriatico. Proseguendo in carriera frequenta l’Istituto di Guerra Marittima e successivamente assume il Comando prima della 3^ Squadriglia Corvette poi della 3^ Squadriglia Torpediniere. Promosso Capitano di Vascello nel 1952 assume incarichi prestigiosi, tra i quali si ricordano il Comando del Centro Subacquei ed Incursori del Varignano a La Spezia ed il Comando dell’incrociatore Raimondo Montecuccoli con il quale, dal settembre 1956 al marzo 1957, effettua una crociera di circumnavigazione del globo che lo porta a toccare 34 porti di quattro continenti. Viene promosso Contrammiraglio nel 1959, nel cui grado viene prima destinato presso il Centro Alti Studi Militari, assumendo poi nel tempo gli incarichi di Capo di Stato Maggiore Aggiunto del Comando della Squadra Navale e di rappresentante del Comando delle Forze Alleate del Mediterraneo presso il Comando delle Forze Aeree Terrestri del Sud Europa, venendo infine destinato presso lo Stato Maggiore della Difesa. Nel 1962 viene promosso Ammiraglio di Divisione, nel cui grado comanda la 1^ Divisione Navale, nel 1966, promosso Ammiraglio di Squadra, viene chiamato a ricoprire i prestigiosi incarichi di Direttore Generale del Personale della Marina, di Comandante in Capo della Squadra Navale ed infine di Comandante Navale Alleato del Sud Europa, prima a Malta e poi a Napoli. Viene eletto Deputato al Parlamento nella VI Legislatura, dal 1972 al 1976, ed il 15 dicembre 1973 si congeda dalla Marina, circondato dall’affetto e dall’ammirazione di tanta gente, ma soprattutto di coloro, in Marina, per i quali si è sempre battuto. Gli vengono attribuiti riconoscimenti prestigiosi tra i quali, recentemente, l’intitolazione alla sua persona di un padiglione al Museo di Eden Camp, in Inghilterra, ove è posto un esemplare di “Siluro a lenta corsa”, quel maiale con il quale aveva tanto combattuto e tanto si era distinto proprio contro gli inglesi nella Seconda Guerra Mondiale. E’ Morto al policlinico militare del Celio, a Roma, il 2 agosto 2008.
I funerali si sono svolti, presso la caserma Grazioli Lante, il 5 agosto 2008.

Lungo fiume Gino Birindelli a Pescia - www.lavocedelmarinaio.com

ONORIFICENZE

Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al “Merito della Repubblica Italiana”;
Medaglia d’Oro al Valor Militare;
Medaglia d’Argento al Valor Militare;
Croce al merito di Guerra;
Campagna di Guerra 1940-44 e 1945;
Medaglia Commemorativa per i volontari della seconda guerra mondiale;
Nastrino di Guerra 1940/43 con numero uno stelletta;
Nastrino di Guerra 1943/45 con numero due stellette;
Ufficiale dell’Ordine della “Corona d’Italia”;
Medaglia Mauriziana al “Merito di dieci lustri di carriera militare”;
Medaglia d’Oro per “Lunga Navigazione nella Marina Militare” (20 anni);
Croce d’Oro con stelletta per “Anzianità di servizio” (40 anni);
Commandeur dell’Ordine di Dannebrog conferitagli da S.M. il Re di Danimarca;
Distintivo per il personale dei Reparti d’Assalto;
Distintivo d’Onore per il personale già destinato presso COMSUBIN;
Distintivo d’onore di ferito in Guerra.

IL SUO TESTAMENTO SPIRITUALE
Il giorno dei funerali di Gino Birindelli - www.lavocedelmarinaio.comPrima e più che da un volo in altri cieli. L’immortalità dell’anima è costituita dalla risonanza che, a somiglianza delle onde create dalla pietra gettata nell’acqua ferma del lago, “l’elevato sentire” genera e che, a differenza di quelle, dura sempre. A me che fui il primo diretto comandante di quel pugno di uomini, e che presi parte alle tante discussioni, non risulta difficile indicarne i punti salienti:
- Lo scopo della vita è creare, fare, dare. L’azione è gioia dello spirito.

– Non chiedere mai alcunché ad alcuno se non a te stesso. Chiedi al tuo Dio solo e sempre la forza di “non chiedere”, ma ringrazialo continuamente per ciò che sei stato capace di fare.

- La forza più grande dell’uomo è la volontà, quella che permette di “strappare le stelle dal cielo”, di porre “il cielo come solo limite alle proprie capacità ed aspirazioni”, quella che spinge l’handicappato a cimentarsi nell’agone sportivo, a rendersi autosufficiente con il lavoro.

– Assisiti senza fine chi si impegna con perseverante sacrificio all’elevazione materiale e spirituale propria ed altrui. Ogni atto di solidarietà che proponi sia, prima di tutto ed in buona misura, a tuo carico.

– Una più grande Famiglia donataci da Dio. Questa è la patria e ad essa – come tale – si devono dedizione e devozione assolute.

– La Civiltà è il rispetto si se stessi, degli altri, delle altrui opinioni. La Cultura ha lo scopo precipuo di incrementare il grado di Civiltà degli individui.

– La Libertà e la Pace sono – solo e sempre – il prodotto dell’impegno duro, indefesso, doloroso degli uomini di buona volontà. La costruzione umana su cui si poggia la Pace ha, come chiave di volta, la Giustizia; quella su cui poggia la Libertà ha il Coraggio.

– Il coraggio vero, quello che conta, è il Coraggio Morale. Esso deriva dall’onestà, dal senso del dovere, dall’impegno con se stesso a tutelare i diritti umani di tutti.

– La forza dell’Amore è immensa ed immensamente benefica se ogni suo atto è ispirato e strettamente legato al rispetto della Legge degli uomini onde esso non degeneri in mollezza o, addirittura, in acquiescenza alla sua violazione. Tutto ciò che, nell’empito di Amore, viene dato a qualcuno in termini di tolleranza o perdono è, infatti, sottratto surrettiziamente e definitivamente alla cogenza della norma su cui si basa l’ordinata convivenza della società civile.

– “In medio stat virtus” è saggia norma di vita ma la realizzazione della “medianità virtuosa” si deve ottenere solo e sempre attraverso la pratica del precetto si-si/no-no, del confronto con l’opposto, della competizione, mai con il compromesso. La competizione leale consente infatti di evitare lo scontro crudele; impedisce che la Pace degradi nel nirvana.

Solo là dove ogni atto è ispirato a vivo senso di responsabilità ci può essere ordine e democrazia.

Ma quando sarà dedicata una nave a Gino Birindelli?
di Pancrazio “Ezio” Vinciguerra

Mi sono sempre chiesto e chiedo anche a Voi che leggete: perché a Gino Birindelli non è stata mai dedicata una nave della flotta della nostra Marina Militare?
Chissà se risponderete e, soprattutto, se risponderanno i responsabili dello Stato Maggiore Marina a questo quesito…
A molti di noi marinai piacerebbe leggere il nome “Birindelli” sul fianco della nave, Lui è fra i Marinai leggendari che non può e non deve essere sottaciuto per le sue eroiche imprese, per l’intensa attività svolta, per la volontà, per la dedizione e l’attaccamento alla Patria (anche dopo la sua collocazione a riposo) e non per ultimo per la ricostruzione della Marina stessa dopo la Seconda Guerra Mondiale.
Fregata-FREMMMolti altri eroi Marinai (pluridecorati e non) sono stati onorati con la titolazione della nave per esempio Luigi Rizzo con una fregata rimasta storica per essere stata la prima ad imbarcare un nucleo elicotteri e quindi dando la nascita all’aviazione di marina e gli stessi Durand de la Penne, Mimbelli, Martellotta, Rossetti e Paolucci hanno avuto titolato unità navali che riportano rispettivamente i loro nomi. Nave Birindelli perché no?

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A proposito di Gino Birindelli
di Claudio53 e Pancrazio “Ezio” Vinciguerra

…riceviamo e pubblichiamo. Se avete cose da aggiungere noi, per adesso, siamo qui.

Nulla da dire sull’Ufficiale di Marina e sull’Eroe ma dobbiamo evidenziare che sicuramente era un uomo con un carattere difficile, toscanaccio ed irruento, sulla cui carriera finale – nonostante i meriti di Guerra – ha influito il caso sollevato dal governo maltese quando lo dichiarò “persona non gradita” a seguito della sua nomina a COMNAVSOUTH (il Comando fu successivamente spostato da Malta a Napoli).
Se si tiene conto che erano gli anni 70 periodo delle stragi, del terrorismo ovvero anni drammatici, appare evidente che all’epoca il personaggio fosse scomodo, non tanto per i militari quanto per i politici (anche del suo stesso partito, il M.S.I., che lasciò dopo circa due anni dopo aver ricoperto la carica di Presidente). Peraltro la sua appartenenza alla P2 (da lui stesso confermata) complicò notevolmente le cose.
Per quanto riguarda l’episodio del febbraio 1970 con cui denunciò lo stato di malessere della Marina ritengo utile, senza togliere nulla alla sua meritoria azione, ricordare che gli aumenti furono opera “diplomatica” dell’Ammiraglio Spigai, Capo di Stato Maggiore della Marina, a cui le esternazioni di Birindelli furono sicuramente utili. Visto che ho citato Spigai evidenzio anche che fu lui ad iniziare a parlare e scrivere della necessità di una legge navale, poi continuò Rosselli Lorenzini ma fu l’abilità dall’Ammiraglio Gino De Giorgi a dare i risultati sperati con la pubblicazione anche del famoso “Libro Bianco”.
Comunque i tempi sono cambiati e forse dare il suo nome ad una futura nave non sarebbe cosa impossibile.
Distinti saluti
Claudio53

Buongiorno Claudio53, grazie per questa sua disamina come dire pacata e allo stesso tempo molto esaustiva.

Col suo consenso la pubblicherei a forma di articolo per spronare tutti i Marinai a quell’unità, tanto evocata quanto vituperata, che può sensibilizzare gli attuali vertici della Marina, in particolare dell’ammiraglio De Giorgi figlio, in vista di quelle prospettive e orientamenti di massima della nostra amata Forza Armata. Se buon sangue non mente (ma è un banale modo di dire) l’attuale Capo di adesso e speriamo il prossimo (profondo conoscitore dei meandri dai tempi di Ulisse) possono raddrizzare la rotta lievemente sotto l’allineamento.
Concordo con Lei che i tempi erano altri (’70 e 80) e qualche volta il politico di turno nazionale è stato anche lungimirante.
Nelle “scelte” che per noi Marinai e Militi sono tradotti in “ordini” (giuste o sbagliate dei politici e anche degli alti consiglieri al comando) siamo esecutori e parzialmente responsabili mentre i mandanti risponderanno alla loro coscienza (Dio) e anche ai posteri (Cesare).
Per questo reitero e ribadisco quell’unità (oggi forse più allargata…).
“Soli si perde”
Questa è la storia di quattro persone chiamate Ognuno, Qualcuno, Chiunque e Nessuno (proprio come le FF.AA.).
C’era un importante lavoro da fare e OGNUNO era sicuro che QUALCUNO l’avrebbe fatto!
CHIUNQUE avrebbe potuto farlo ma NESSUNO lo fece.
Qualcuno si arrabbiò perché era compito di OGNUNO.
OGNUNO pensò che CHIUNQUE poteva farlo.
Andò a finire che OGNUNO incolpò QUALCUNO quando NESSUNO fece ciò che CHIUNQUE avrebbe potuto fare.
Ergo, il tiro al piccione agli ammiragli, alle carriere, ai 2 marò, ai combattenti visibili ed invisibili, ecc. ecc. che hanno eseguito ma non sono mai stati giustiziati (colpevoli o innocenti) da qualcuno preposto alla giustizia ma dai media, da noi …non proprio come la Sua divina storia che fu invece lapidato dai cattivi “Consigliori” che non erano neanche al Potere.
LA FORZA E’ NEL GRUPPO (che non è un opuscolo di testo del compianto ammiraglio Mario Lucidi o edito per gli istituti di formazione) E UN POPOLO CHE NON ARROSSISCE ALLA VERGOGNA E’ DESTINATO A SOCCOMBERE.
Mi perdoni se inconsapevolmente lo abbia turbato ma è il mio modus vivendi.
P.s. Non mi risulta che ci sia stata una “Norimberga italiana” e neanche processi che abbiano stabilito almeno la verità processuale in chi, consapevolmente o inconsapevolmente, ha sbagliato dal 9 settembre 1943 ad oggi (eccezion fatta per Bettino Craxi).
Sono certo che comprenderà lo sfogo di questo suo subalterno che ancora oggi si ostina a credere in Patria e Onore e che è convinto che bisognerebbe invece Giurare, con le medesime modalità, per l’Europa prima (ma non c’è ancora un esercito europeo) e forse, ancor prima e di più per la NATO … a tutti coloro che decidono di intraprendere questa navigazione.
Un abbraccio grande come il mare e il cuore dei Marinai dentro…
Ezio

Buongiorno sig. Ezio, puoi pubblicare tutto quello che vuoi nella forma da te ritenuta più utile. Non vorrei passare per estremo difensore della categoria degli Ammiragli ma i coloro che hanno caratteri difficili o le mele marce (o le pecore nere) si trovano a tutti i livelli.
La stragrande maggioranza dei marinai è sempre stata corretta e disciplinata, senza che questo vuol dire subire passivamente.
Claudio53

115 commenti

  • Raffaele Aldo Lo Cicero

    Correvano gli anni ’70 e un giovane sergente era abbagliato da questa figura straordinaria che ha lasciato il segno nel cuore di ogni marinaio. La “greca” sul braccio non poteva trovare sede migliore, gradi eroicamente guadagnati e Suo fu il merito dell’attenzione della politica con le conseguenti migliorie amministrative.
    Ho avuto il piacere è l’onore di reggere lo striscione di ringraziamento a bordo di Nave Indomito mentre defilavamo per il saluto.
    Che Dio l’abbia in gloria caro Ammiraglio.

  • Pietro Bassi

    La memoria costudisce i Suoi valori nella storia della Marina militare italiana. Io lo ricorderò con orgoglio.

  • Giovanni Sorrentino

    lo sarebbe anche ora. anche io ero in servizio il giorno del suo proclama contro la politica di allora. avro trasmesso migliaia di telegrammi di partecipazione

  • Pasquale Pellicoro

    ….Uomini come lui rimarranno sempre nei cuori di noi marinai. Un esempio di vita, di lealtà, di onesta, coraggio e sacrifici un eccellente educatore di tutti noi marinai che abbiamo servito la Marina quando lui era ancora in vita ed operativo. Ricordo quel fatto della Commissione Difesa. Un uomo che difendeva la Marina, i Marinai. E’ strano, molto strano che la nostra Marina non gli ha ancora intitolato una nave. Forse i nostri eroi non sono benvoluti nel nostro paese, dimenticati, viceversa il loro valore è riconosciuto ed ammirato dai nemici che un giorno hanno combattuto lealmente, nei loro testi di storia sono citati anche i nomi dei nostri eroi che cavallerescamente si sono battuti. Loro non hanno dichiarato la guerra ma hanno obbedito.ONORE E RISPETTO PER NON DIMENBTICARE.

  • Angelo Aprile

    Ezio grazie per il bellissimo articolo, ci hai ricordato la figura di un grande marinaio in primis, Ammiraglio che amava i suoi Equipaggi. Ero su Nave Bafile alla boa nel golfo di Cagliari. Il Comandante in 2^ C.F. MARIO TONNI ci fece cenno della coraggiosa conferenza stampa del Comandante in Capo della Squadra Navale. ..

  • PASQUALE PELLICORO

    ONORE E RISPETTO AD UN GRANDE UOMO, UN GRANDE EROE DIFENSORE DELLA MARINA E DI NOI MARINAI …MI AUGURO CHE LA MARINA INTITOLI UNA NAVE A SUO NOME

  • Antonio Manigrasso

    ……..carissimo Amico quello che tu rendi noto lo provai da sottocapo sulla vecchia ma gloriosa Garibaldi ………era una figura che dava lustro alla Marina di allora…….!

  • Piero Vatteroni

    È come dici tu Vincenzo. L’odio viscerale verso gli ideali di destra ( non fascisti) ha sempre dominato e domina il nostro Paese. L’Ammiraglio oltre che un grandissimo uomo di mare era un fine intellettuale moderato di destra che al fine di cercare di salvare e difendere la Patria dalla deriva cattocomunista palesava i suoi sentimenti in ogni occasione. Ricordo lo scontro con il Presidente laburista di Malta Dom Mintoff che sfrattò la NATO dall’isola. Le giusta protesta per gli scarsi riconoscimenti verso i Suoi Marinai che determinò un aumento degli emolumenti. La sua decisione di iscriversi al Movimento Sociale Italiano. Ricordo lo scambio epistolare che ho avuto l’onore di seguire tra ‘Ammiraglio e Papa Giovanni Paolo secondo. Per questo è stato inviso dai nostri squallidi politicanti. Soprassiedo a commentare l’atteggiamento prono verso i governanti dei nostri Vertici militari dell’ultimo ventennio che non hanno minimamente pensato di dedicare un dovuto riconoscimento. Mi ricordo anche l’aneddoto durante un giuramento degli allievi in Accademia Navale ai tempi di Mariani CaSMM che nonostante fosse una medaglia d’oro al valore militare venne relegato in una delle ultime file della zona Autorità. Accortosi di questo protesto’, lasciò il luogo della cerimonia e palesò per scritto la sua amarezza per aver constatato la pavidità degli Ammiragli in servizio verso nuove disposizioni di cerimoniale che riducevano il ruolo delle persone insignite di medaglia d’oro. Ammiragli che con “ lacrime da coccodrillo “ si sono palesati ed hanno sgomitato per essere presenti ai funerali solenni ! . Ha oltretutto lasciato un testamento che a breve posterò che andrebbe fatto conoscere ai nostri giovani.

  • Francesco Lo Tempio

    L’ Ammiraglio Birindelli è e sarà sempre vivo nel cuore e nella memoria di tutti i marinai di ogni tempo.Tutto il resto sarebbe stata aria fritta.

  • Salvatore Accogli

    Grande personalità Civile e Militare. Ho avuto l’onore di conoscerlo in occasione di una assemblea ad Augusta a Comflotscuol a favore del personale imbarcato per l’assegnazione degli assegni d’imbarco e poi l’ho seguito al passaggio al M.S.I. insieme ad Almirante. Grandi personaggi del M.S.I.

  • Augusto Porcella

    Concordo pienamente con le osservazioni che mi hanno preceduto. Aggiungo solo che a mia memoria, a riprova della scarsa considerazione nei confronti delle MOVM durante il periodo bellico, che a nessuno di questi eroi fu mai consentito di raggiungere il grado apicale nella FA. Mi sbaglio?

  • Giancarlo Gambacciani

    Concordo con i commenti di cui sopra. Da parte mia, piccola cosa, aggiungo che conservo con affetto la foto di quando l’ Ammiraglio salì a bordo del Doria, a Napoli, subito dopo la sua ferma presa di posizione per il personale. Comandavo il picchetto.

  • Attilio De Gregorio

    Vere e belle parole le tue Piero resto in attesa di leggere il suo lascito morale e tributo,con umiltà ed ammirazione, gli ONORI che tutti dobbiamo a questo straordinario Eroe

  • Pippo Matraxia

    Ho avuto modo e onore di conoscerLo in quel di Livorno al Circolo Ufficiali MM ove
    era stato invitato a tenere una conferenza.
    Gli chiesi, uscendo dal tema, di parlarci anche, con grande plauso dei partecipanti, del Suo memorabile gesto quando era Comandante in Capo della Sq. navale!

  • Elio Tommasi

    E un dovere e un onore per l’Italia avere un ammiraglia con il nome Birindelli ! Giovani e non andate a leggere chi era l’ammiraglio Birindelli, se il 20%do noi la pensasse come lui, avremmo un’Italia più giusta.

  • Giulio Meloni

    Ho avuto l’onore di conoscerlo personalmente. ONORE E GLORIA ALL’EROE DELLA DECIMA. R.I.P. AMMIRAGLIO

  • Alfio Bellumori

    Ho avuto il privilegio di averlo avuto comandante sul montecuccoli durante il giro del mondo 56/57/ Grande uomo e comandante. R.I.P . AMMIRAGLIO. ONORI!!!!!

  • Giorgio

    Indegnamente, porto il soprannome del grande ammiraglio Birindelli, ho avuto l’onore di conoscerlo personalmente nel mio quartiere dove a piedi percorremmo l’intero corso, insieme ad Almirante. L’avevo visto a Taranto nel 1970, ero sergente elicotterista imbarcato sulla Bergamini. All’epoca qualcuno mi racconto che una volta , incrociando una nave inglese fece schierare il picchetto per il saluto, come da regole militari, ma gli inglesi non risposero al saluto. Mi dissero che l’ammiraglio lì fece tornare indietro per fargli fare il picchetto ed il saluto, minacciandoli di bombardarli se non lo facevano.

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