Ogni male ha il suo ritorno

di Pancrazio “Ezio” Vinciguerra

Chi crede è portato a dubitare della giustizia vedendo che l’inganno della volpe ha la meglio sull’onestà del leone. (K. Gibran).

È una vergogna, ecco cos’è la tragedia dei due fucilieri di Marina Massimiliano Latorre e Salvatore Girone. E non per il governo Monti, non per il ministro Terzi, inutile chiedere a un governo – tanto più se tecnico – di riempire il vuoto, provocato all’inizio di questa triste vicenda, dal disinteresse del Quirinale, del Parlamento, della Magistratura, delle Forze Armate, e anche del popolo ormai da tempo anch’esso disinteressato alla vita politica.
Eppure, anche dopo l’ultimo dei tanti tentativi, ci siamo trovati davanti all’ennesima farsa italiana, lontana anni luce da semplici ma immediate risposte che avrebbero portato alla soluzione della vicenda stessa. Speriamo di sbagliarci, speriamo che la sovranità e il diritto prevalgano nonostante questa infame calata di braghe.
Caro Di Paola, care Istituzioni tutte,  hai/avete abbandonato la nave nel momento in cui hai/avete consegnato i nostri militari ad una finta giustizia. Chi di voi dice bugie?
Le urla dei parenti dei due fucilieri udite al Parlamento nella seduta del 26 marzo 2013, sono le urla di un Popolo onesto di lavoratori e disoccupati che ogni giorno si trovano a dover combattere la vostra inettitudine, un popolo che vi chiede che se da un lato è disposto a sacrificarsi, obbedendo, dall’altro vi chiede di non calpestarlo più, proprio come sottolineato dal neo deputato grillino Di Battista. Nella speranza di ricevere risposte convincenti, può darsi che gli affari di stato siano salvi, la dignità non lo è. Ogni male ha il suo ritorno.