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Ricordo di un giorno di guerra

di Umberto Verde
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… avvenuto a Caronia (Messina) fra la fine di luglio e i primi di agosto 1943.

Avevo dieci anni e mi trovavo in una vigna di proprietà di mio nonno.
I tedeschi erano in ritirata verso San Fratello. Uno di loro, un ragazzo ventenne, forse sbandato o fuggito dai suoi commilitoni, venne a sedersi accanto a me. Era quasi mezzogiorno, aveva fame e gli diedi un pezzo di pane e un grappolo d’uva, che, peraltro, non era del tutto matura. Mentre mangiava mio zio Salvatore gli si avvicinò e lo invitò a scappare perché c’era un gruppo di soldati americani. Il giovane militare non gli credette e disse una frase della quale ricordo l’ultima parola: ” …kameraden”. Da un cespuglio venne fuori un soldato americano e, incurante del fatto che c’ero io bambino, sparò. Il povero sventurato cadde con la testa sfracellata. Gli occhi di un azzurro intenso erano spalancati e sembravano che chiedessero “perché?”. Era disarmato, accanto aveva un piccolo portafogli, dal quale prima aveva estratto una foto, forse della sua mamma, e un pettinino di osso.
Io sono vivo per puro caso perché mi si era sfilato uno zoccolo di legno e, proprio nel momento che l’americano sparava, mi ero abbassato per ricollocarlo nel piede sottraendomi alla traiettoria delle pallottole.
Il cadavere rimase lì dentro una cunetta. Mio zio lo ricoprì con arbusti in attesa che le autorità comunali lo spostassero. Il giorno dopo il corpo dello sventurato soldato fu trovato fuori dalla cunetta: gli erano stati sottratti gli scarponi, il portafogli e il pettinino d’osso.
Lo stesso soldato americano, dopo avere ucciso il tedesco, a 50 metri di distanza sparò ad un carabiniere uccidendolo.

18 commenti

  • Antonio Girardi

    Le atrocità della guerra non hanno alcun rispetto per la vita umana. La paura di morire scatena reazioni inimmaginabili dettate dal sopravvento dello spirito di sopravvivenza che rendono la persona assolutamente priva di qualsiasi difesa e la spingono a commettere azioni indegne e ingiustificabili sotto ogni aspetto. Milioni di morti causati da menti folli che hanno marchiato a vita intere popolazioni/generazioni che ancora oggi, a distanza di anni, ne porta i segni evidenti con questi ricordi di vita vissuta che nessuno delle nuove generazioni potrà mai completamente comprendere per loro fortuna.

  • EZIO VINCIGUERRA

    Ciao Umberto Verde riflettuto su questa tristissima tua testimonianza diretta degli orrori che procura la guerra. Mi dispiace tantissimo per il tuo caro e anche per quel bambino che naturalmente non potrà mai dimenticare.

  • Emanuele Di Benedetto

    cosa dire di + a di un carissimo e affettuoso buon giorno un buon inizio di giornata a voi amici/che marinai fratelli tutti
    il resto è solo tantissima rabbia

  • Simona Bolognesi

    Ciao Simona Bolognesi e ciao Antonio Gorardi sono assolutamente d’accordo con voi. Oggi forse abbiamo la memoria corta, almeno in questa parte di globo terracqueo.

  • EZIO VINCIGUERRA

    ciao Antonella, poetessa del mare, grazie per avere condiviso lo sgomento di questa tristissima ma purtroppo veritiera storia dove a rimetterci sono sempre gli innocenti

  • Giuseppe Orlando

    ….bellissima storia , come tante altre, suscita commozione e riflessione. Ciao Umberto Verde

  • Francesca Gianforte

    io sono la moglie di tuo cuggino gaetano aquila cioe’ cuggina aquisita mio marito e’ tuo padre erano fratelli

  • Umberto Verde

    Ho tanto piacere di averti conosciuta e di apprendere che sei la moglie di mio cugino. Io sono sposato con Romana Faillaci che ti ricorda come parente di Travagliante. Un caro saluto a te e a tutta la tua famiglia.

  • Di Lorenzo Giuseppe

    ciao Ezio, un abbraccio anche a te, e grazie per tenerci sempre informati su cose del passato e del futuro della nostra tanto amata Marina.

  • Francesca Gianforte

    bene sono molto contenta di averti conosciuto tramite giuseppe orlando gran de amico di famiglia cosi’ anche da lontano ci siamo ritrovati io e’ mio marito ti mandiamo un caro abbraccio a te e alla tua famiglia

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