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Tra bit, byte, software e hardware

di Enrico De Vivo

… siamo stati i primi, i battistrada.

Potrei iniziare citando le parole lette e rilette, che in questi lunghi anni hanno accompagnato la mia vita militare, frasi che mettono in risalto l’attaccamento di tutti coloro che indossano la divisa e ancor di più sentono sempre vivo l’amore di Patria. ”Esempio di sereno ardimento, disprezzo del pericolo, di consapevole spirito di assoluta dedizione alla Patria”. Queste parole ancora mi rendono orgoglioso.
Nato a Taranto, abitavo vicino al vecchio Centro Addestramento Reclute, oggi Maricentro e vivevo la quotidianità marittima navale e militare della mia città. Fin da piccolo, durante le passeggiate con i miei, in Villa Peripato, vedevo le navi attraccate alla Banchina Torpediniere, dove su alcune di esse, nei vari anni, mio padre, dipendente civile della Difesa, aveva prestato servizio come cuoco e tutto questo influenzò la mia adolescenza tanto da farmi intraprendere, appena diplomato, la carriera di Sottufficiale di Marina.
Il 25 gennaio 1981, in una serata tipicamente invernale, varcavo per la prima volta, come volontario a ferma sessenale, il cancello delle Scuole C.E.M.M.. Dopo aver mostrato i documenti al Capo Guardia, fui affidato ad un marinaio di leva, che mi scortò lungo il viale che portava al “Corpo A”, ovvero a suo dire “…il palazzaccio dei firmaioli” come venivano apostrofati i volontari.
Ricordo la mastodontica struttura della vecchia piscina e il primo impatto con le ferree regole militari. Quegli anni segnarono l’avvento dell’Informatica e anche la Marina, al passo coi tempi, progettò e sperimentò il primo corso propedeutico per il personale da destinare presso i Centri Meccanografici di Taranto, La Spezia e Roma. Ed ecco nascere i primi Furieri con mansioni di operatori addetti alla Elaborazione Automatica dei Dati, allora Fr/ADP (Automatic Data Processing), poi Fr/Ead e oggi TSC/Ead. Dopo i primi tre giorni di test attitudinali, comuni a tutti, alcuni di noi furono selezionati per sostenere nuovi test specifici per questa nuova categoria, della quale non conoscevamo i possibili risvolti di carriera.
Agli inizi di febbraio, a selezione ultimata, il corso ebbe inizio e finalmente conobbi i miei compagni d’avventura. Tra bit, byte, software e hardware, ordine chiuso, giuramento solenne e guardie, l’anno finì e le nostre strade si separarono per raggiungere le proprie destinazioni.
Sono passati trenta, lunghissimi anni, ed allora, perché non rincontrarsi? Certo alcuni di noi hanno lasciato la Marina per percorrere nuove strade, un nostro collega purtroppo non è più tra noi, ma l’idea era fantastica; è bastato poco, qualche telefonata ai colleghi in servizio, e grazie a una ricerca tenace il progetto è stato portato a termine. All’ultimo minuto qualcuno per causa di forza maggiore non è potuto intervenire, ma la speranza è che ci si possa incontrare ripetendo questa rimpatriata in un prossimo futuro. La serata è stata piacevole e la partecipazione delle mogli ha contribuito ancor di più a ravvivare quelle emozioni che la lontananza e il tempo aveva sopito in noi. E alla fine della serata tutti noi eravamo felici ed emozionati, fuori dal tempo, come se ci fossimo persi di vista solo per pochi giorni. Quel “solino da marinaio” è un ricordo indelebile nella mente e nel cuore di tutti noi. Un particolare ringraziamento va ad Arcangelo Rizzi, per l’entusiastica ricerca dei colleghi non in servizio, a Cesare De Simone, per la realizzazione delle targhe ricordo, a Pierluigi Lanza, per l’organizzazione logistica ed un piccolo grazie anche a me che alcuni anni fa maturai questa idea. Non mi resta che elencarvi gli amici di sempre, coloro che a giusto merito, vorrei fossero considerati come i pionieri dell’Informatica nella Marina.
Arrivederci alla prossima volta “Fratelli del mitico corso 80/B”. Un ultimo pensiero, il più sentito, al nostro collega Claudio Zerbato e al nostro Capo Inquadratore Francescantonio Giudice entrambi non più tra noi. Il loro ricordo ci accompagnerà per sempre.

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