Attualità,  Storia

Lettera aperta al Presidente Giorgio Napolitano


Signor Presidente, una premessa e una domanda.

Il 25 aprile, festa della Liberazione e il 1° maggio festa del Lavoro, tutti le attività lavorative sospese e tutti gli esercizi commerciali chiusi con severe Ordinanze sindacali; mentre il 2 Giugno festa della Repubblica Italiana, viene considerato giorno feriale e lavorativo. La domanda è:

– questa nostra Repubblica non merita proprio niente?
– Come mai si continua a sostenere il disamore per quello che rappresenta la conquista più importante del nostro popolo?

Nel 1961 abbiamo celebrato i 100 anni dell’unità d’Italia, adesso ci apprestiamo a celebrare i 150 anni, giusto anzi giustissimo, ma, come mai tanta passione per questa celebrazione che comunque è stata realizzata da un Re di Casa Savoia e non per la nostra amata Repubblica?
Che significato ha, avere una Italia unita e repubblicana se poi ci lascia tanto indifferenti?

Con riverente gratitudine. Don Gino Delogu

4 commenti

  • Marco

    Veramente il 2 Giugno non è considerato lavorativo ma festivo (il calendario lo riporta in rosso infatti). Fu Ciampi a riportare questa data come festa ufficiale e non come festività soppressa.

    Marco

  • ezio

    Ciao Marcuzzo, penso che la lettera di Don Gino Delogu (che troverai tra i miei contatti e che prima di prendere i voti stava in Marina) propone all’emerito Presidente, a cui dobbiamo un dogmatico rispetto, tre quesiti fondamentali e soprattutto incoraggi all’Unità che in questo periodo storico, almeno politicamente, si percepisce come traballante.
    Ezio

  • Marino Miccoli

    Sì, ha ragione Marco quando rammenta che fu il Presidente Carlo Azeglio Ciampi a ripristinare la festività del 2 GIUGNO. E fece bene, aggiungo io, perchè quel giorno è da considerarsi il compleanno della nostra Repubblica, che nacque il 2 giugno 1946, il giorno in cui si tenne il Referendum popolare per la scelta della forma dello Stato, ovvero se doveva continuare ad essere un Regno oppure una Repubblica (la Repubblica ottenne 12.717.923 voti, mentre i favorevoli alla Monarchia risultarono 10.719.284).
    Sul fatto che non bisogna rimanere indifferenti ma che occorre rivalutare,ricordando giustamente quegli avvenimenti, sono pienamente d’accordo con Don Gino e ancor prima con il nostro stimato Presidente Giorgio Napolitano, che la nostra Costituzione riconosce come supremo garante del rispetto dei DIRITTI e dei DOVERI di ciascuno di noi.

  • Joseph Gorgone

    Io sono nato a Republica fatta, esattamente 16 gg dopo la proclamazione; oggi vivo in America da circa 38 anni, servito la ns Patria in Marina e poi emigrato per cercare fortuna, oggi godo della doppia cittadinanza. Ebbene vorrei chiedere quanti italiani in Italia mettono la mano destra sul cuore nell’udire l’Inno Nazionale? Quanti Italiani, in Italia sono orgogliosi di esporre al proprio balcone o d’avanti casa la Bandiera Tricolore nelle giornate di Feste Nazionali? In America lo facciamo e lo facciamo con orgoglio e con sentimento di amor Patrio! Ogni qual volta sento l’Inno Nazionale mi viene la pelle d’oca, ogni qual volta recitiamo la Preghiera del Marinaio, l’emozione mi chkiude quasi la gola. Insomma dobbiamo essere noi Italiani a ripsettare la nostra Republica, la nostra Patria; al di la’ delle leggi imposte dallo Stato.Certo, sono d’accordo che bisogna dare risalto assoluto al 2 Giugno; perche’ per la nostra Republica quella e’ la data di nascita e quindi deve essere un giorno di festa collettivo.La maggior responsabilita’ cade su di noi italiani, ovunque ci troviamo. Viva, l’Italia!

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