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Ti amo Italia, mamma umiliata

Ti amo Italia, “mamma” umiliata, dissacrata, offesa, abusata, da chi ha dimenticato di essere tuo figlio”. Chiedi:
“Dove sono i miei sogni? I miei figli? I fratelli e ti chiedi ancora: chi è Caino e chi Abele? Ricordo che la spiga voleva silenzio per maturare e l’uomo raccoglieva splendide spighe mature. L’uomo siede alla mensa serale e vede una stella che brilla ancora, da secoli, è la Fede, … speranza e impara ancora ad apprendere il silenzio.
La luna adesso manda solo brandelli di luce, pallidi come la morte. Non canta l’allodola felice che annuncia il nuovo giorno che invece tristemente annuncia l’addio di chi ha preferito la morte, l’Eternità che consente di sognare ancora che l’uomo non sarà per sempre coperto da una polvere di ricordi felici”.

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