Ma gli ammiragli con le palle esistono ancora?
…Oggi vi racconto un altro episodio che mi ha fatto ritornare in mente il marinaio Bardelli parlando della via buia che conduce da Messina alla Zona Falcata o Marisicilia o come diceva il popolo “alla Marina” (Marina Militare o Arsenale).
Regnava in quei tempi in Sicilia, anni 60/70, l’Ammiraglio De Ferrante, signore di altri tempi, burbero ed apparentemente scostante ma che in fondo era un uomo buono e comprensivo che voleva sapere tutto dei suoi uomini e pretendeva di essere messo al corrente di tutto.
Per comprenderci meglio l’ammiraglio Ferrante aveva fatto mettere un enorme cartello nella Centrale Operativa di Messina con il quale si ordinava all’ufficiale di guardia di avvertirlo in caso di arrivo nel porto di qualsiasi nave militare.
L’Ammiraglio si trovava quasi sempre in banchina con il suo Aiutante di Bandiera e l’autista pronto a ricevere le unità che ormeggiavano in porto. Ad ogni comandante, fosse pure di un piccolo rimorchiatore, chiedeva se vi erano stati problemi e poi se ne tornava nel suo alloggio.
Il vezzo dell’ammiraglio, quando si recava in franchigia con la sua Signora, e che causava patemi e strizze a noi giovani ufficiali, era che al loro rientro alla base, transitando nella famigerata, oscura e pericolosa via di San Ranieri (con la sua macchina perché quando andava in franchigia usava la sua e mai quella di servizio), caricava a bordo tutti i marinai che rientravano a piedi e parlava con loro facendosi raccontare i loro problemi. Per esempio come stavano, dove erano destinati, come mangiavano, ecc. ecc..
In quel periodo noi eravamo in porto su nave Po per lavori di piccola manutenzione ormeggiati al Molo Rosso, in arsenale. Io ero il Comandante in seconda e sostituivo il Comandante che si era recato in licenza.
Una mattina, rientrato a bordo da casa per la consueta assemblea mattinale all’equipaggio, l’Ufficiale d’ispezione mi riferisce che l’ammiraglio mi vuole subito nel suo ufficio. Non accadeva spesso che ti chiamasse direttamente l’ammiraglio, magari ti capitava che ti chiamassero i suoi vice. Pensai dentro di me: “se ti chiama l’ammiraglio sono ca… amari”. Raccomandai l’anima mia a Dio e mi avviai di corsa verso l’ammiragliato.
L’Aiutante di Bandiera mi introdusse nel suo ufficio, roba del tempo della Regia Marina, tutto in legno. pareti piene di Crest, quadri di battaglie navali, scrivania immensa e dietro lui, l’ammiraglio De ferrante che mi guardava, mi sembra sogghignando come fa il gatto col topo…
Rimasi sull’attenti, ad una distanza infinita da lui. “Comandi…” e sono rimasto immobile in attesa non sapevo neanche di che….
Lui iniziò a parlare, partendo da lontano, chiedendomi se conoscevo il Sgt. Mn “D” …di Catania. Gli risposi di si e per fortuna mi ricordai che lo avevo mandato in permesso per sostenere gli esami per diventare Capitano di Macchina abilitato.
Mi disse che la sera prima lo aveva raccolto con la sua macchina e la moglie, nella famigerata via di San Ranieri, ed il ragazzo gli aveva raccontato la triste istoria che si era recato per sostenere gli esami in questa città del nord ma che non aveva potuto superare gli esami.
– “Per caso il tuo Comando non ti ha messo nelle condizioni di poter studiare?” gli esclamo.
– “No.. no… é che là, dove sono andato, un tizio mi ha chiesto 200.000 lire se volevo superare gli esami!” rispose il Sergente.
L’ammiraglio volle subito una descrizione di come era fatto il Tizio e scatenò un casino con tanto di inchieste, trasferimenti. Io al termine del suo racconto ero barcollante causa una imminente enterocolite acuta, anche perché non riuscivo a capire cosa ci “azzeccassi” in questa storia.
La morale fu che alla fine anch’io avevo la mia dose di colpa perché questa cosa avrei dovuto raccontarla io a lui e non lui a me. Volevo timidamente far presente che il Sergente lo aveva raccolto alle 22.00 circa, che ero a casa e che non avevo fatto in tempo neanche a salire a bordo che sono subito corso da lui. Scelsi di stare zitto e mi era andata pure bene. Ricordo ancorala sua “filippica” sul dovere degli ufficiali di seguire e curare i marinai dipendenti, di conoscere e sapere tutto di loro per prevenirne le necessita.
Quando uscii dall’ammiragliato pesavo qualche chilogrammo in meno.
Chiamai il Sergente, che non aveva neanche capito che aveva parlato con l’ammiraglio e ancora oggi, a distanza di decenni mi sorge spontanea la domanda: “quelli erano uomini con le palle, ne esistono ancora?”.
45 commenti
Salvo Di Luciano
grazie Ezio
Massimo Scalvenzi
Molto bene. Comincio col dire che il nostro amico, sig. Bardelli, è stato mio amico d’infanzia, abitavamo nella stessa zona a Milano e, proprio settimana scorsa ci siamo trovati a pranzo con parecchi dei vecchi amici, dopo circa 40 anni, che non ci si vedeva o sentiva. Oltre a ricordare, tempi spassosi e intensi; ho saputo della sua piacevole dipendenza marinara. E’ stato un attimo, ed eccoci qua.
Per ora non voglio affaticarti a leggere ancora. Sappi che mi piacerebbe estendere ad altri quello che abbiamo fatto sulla voce del marinaio. Conosco altri marinai e altri figli di marinai.
EZIO VINCIGUERRA
Carissimo Massimo,
quando desideri puoi raccontare le tue storie o pubblicare le tue immagini sul gruppo, sono certo che conoscerai e condividerai questa tua e nostra passione con i tantissimi amici che seguono il gruppo facebook e il blog.
Grazie per avermi reso partecipe di questo tuo e nostro hobby.
Con molte Buone probabilità a settembre organizzeremo una giornata del mare per gli amici della Lombardia in provincia di Piacenza a Corteolona. Per quell’occasione se desideri potrai unirti a noi magari esponendo i tuoi modellini, insomma si parla di mare con ammiragli, artisti, simpatizzanti ecc. ecc.
Che cosa aggiungere:
Un abbraccio 40 volte grande come il Po e come il nostro mare a te e ai tuoi cari
Aldo Giacomini
Salve Ezio prima di tutto diamoci del tu che penso si usi così il lei o il signore sarà per i comandanti o relativi ufficiali che incontrerò a Caserta il 15. Ho fatto parte dell’equipaggio dell’Alpino (ero radarista), perché non ci racconti di te su Nave Alpino anche perchè la memoria come a tanti comincia a dare i numeri.UN saluto a te e famiglia da Aldo Giacomini
EZIO VINCIGUERRA
Ciao Aldo, grazie per i complimenti e speriamo di incontrarci per il prossimo raduno dei Nasi Blu il 15 c.m. a Caserta e il prossimo settembre ad Ancona per il 3° raduno degli equipaggi di Nave Alpino.
Ho parlato tantissimo della nostra nave basta che digiti sul motore di ricerca del Blog Nave Alpino…e poi di qui non si passa.
Un abbraccio Marinaio d’altri tempi
Bruno V. Bardelli
Era lo stesso Ammiraglio che al rientro da Ustica dopo aver prestato soccorso ad un ferito ……(siamo andati anche sul giornale locale) è salito a bordo del PO e il Comandante Tamberi mi ha presentato come un artefice del soccorso. Lui mi ha detto testuali parole” Complimenti marinaio……qualunque cosa hai bisogno quella è la mia casa…..” Indicandomi una bella villa bianca proprio di fronte dove era attraccato il PO. Io sempre sull’attenti!!. La sera successiva ero di “guardia” e per cenami avevano dato : 1 uovo, una fetta di salame , e un panino. Sulle navi in porto non si cucinava e i pasti venivano forniti , con le gamelle, da Maridist (Comar). Incazzato nero dico agli altri ….”Ora vado dall’Ammiraglio ….” Ho suonato il campanello e mi ha aperto la moglie che ha chiamato il marito ……. io con la voce e le gambe che mi tremavano( e mi tremano ancora ora…. se ci penso) gli ho detto ” Sig. Ammiraglio…..questa è la cena di un ragazzo di 20 anni……..” lui osservò il contenuto del piatto e mi disse ” Torna a bordo……” mi disse. Lo salutai e me ne andai. Il giorno successivo mi diedero 5 giorni di CPS ……..ma da quel giorno la quantità e la qualità del cibo cambiò …. e come cambiò……. Una bravissima persona…….. e sono fiducioso che uomini con gli attributi ce ne sono tutt’ora……..per esempio l’Ammiraglio di Genova che non ha voluto lasciare i suoi uomini……..sotto le macerie….
Piero Giunchiglia
…questo “fatto” non lo ricordavo…in ogni modo hai fatto bene…i pasti provenivano da Maridist…quelli se ne fottevano…..!!!!!!!!
Peppe Cicala
Hai scoperto il clone di Birindelli?
Ciro Laccetto
Po essere ! Ho vissuto gran parte della mia vita in Marina con Ammiragli e c’era anche qualcuno che di palle ne aveva tre !
Peppe Cicala
:))))))))))))))) Bello Ciro…beato te che ha conosciuto gente con tre palle…
Ciro Laccetto
Lo posso gridare Peppe Cicala e posso anche fare i nomi !
EZIO VINCIGUERRA
Carissimi amici, ma sarebbe meglio chiamarci frà…
c’è chi celebra in tono minore perchè non ci sono soldi (almeno così dicono da 20 anni a questa parte) e c’è chi come noi non celebra e festeggia perchè non c’è niente da festeggiare fin quando i due fratelli “prigionieri in tempo di pace” non faranno rientro. Un concetto che forse oggi è desueto per qualcuno (non certo per i marinai di una volta come noi che sono cresciuti a Patria e Onore) che ormai considera questo un mestiere e non una vocazione… ci sono evidenti discrasie e contrasti tra il modo di pensare dei Signori dei mari di una volta e quelli di oggi.
EZIO VINCIGUERRA
… Ciao Peppe Cicala figurati che dopo tante “insistenze” sono riusciti a dedicare solo una palazzina al Birindelli e perché no una nave?
Peppe Cicala
🙂 Grande Ciro, abbiamo il dono del discernimento, solo tu puoi decidere quale sia la cosa migliore… Qualunque sia la tua decisione, una sola parola: Grazie.
Ciro Laccetto
E de che!
Peppe Cicala
🙂 Eccome none FRà….Ezio ritita fuori quel tuo bellissimo artico sui FRA’.
EZIO VINCIGUERRA
https://www.lavocedelmarinaio.com/2011/05/nave-birindelli-perche-no/
https://www.lavocedelmarinaio.com/2010/03/gino-birindelli/
Ciro Laccetto
Ho conosciuto l’Amm. Birindelli quando era CINCNAV ! Forse il cognome è troppo lungo Frà ? Ci staranno pensando ? Possiamo sempre suggerirlo !
Peppe Cicala
🙂 Dubito che i nostri capoccia chiamino una nave importante Birindelli, figuraiamoci hanno litigato sul nome della portaerei…c’erano un sacco di progetti e volevano la botte piena e la moglie ubriaca… Però sarebbe bello avere Nave Amm. Birindelli. Mi farebbe sentire orgoglioso…
Ciro Laccetto
Ricordo bene cosa successe a Cagliari e ringraziamo Lui per l’Indennità Operativa che stavamo con le pezze al culo !
Peppe Cicala
🙂 Lo nomino spesso in servizio per testare le reazioni di superiori e non…
Ciro Laccetto
Nel mio piccolo cercherò di suggerire…
Domenico Donato
CONDIVIDO
Roberto Tento
mi piace
Ciro Laccetto
Ciro Laccettoha pubblicato qualcosa sullaMinistero Difesa Marina Militare Italiana
pochi secondi fa nei pressi di Roma.
Intitolare una Unità Navale alla M.O. Gino BRINDELLI ? Perché no !
Bruno Capogrosso
andiamo via, lasciamoli cuocere nel loro brodo
carmelo pagano
buonasera a tutti questa sera leggendo questa storia dell’amico amm giunchiglia mi ha fatto rivivere i ricordi degli anni 76/77 che in quel periodo ero destinato a messina a maridist a di storie dell’amm de ferrante ne ho visto e sentite tantissime, e comunque posso affermare che l’amm de ferrante era giusto per chi lavorava e faceva bene il suo dovere, ma era pericoloso ed inflessibile per chi era lavativo e era in disordine nella divisa o era in ritardo all’assemblea, non guardava in faccia a nessuno neanche ai comandanti, ed era sempre pronto ad aiutare le persone quando questi avevano problemi
bruno Vincenzo
Grazie 1000 Ezio.
MOrgese Claudio
Nell’Italia dove ci sono le Via Lumumba e viale Togliatti mi sembra molto difficile.
Ciro Laccetto
Ma per una nostra Unità Navale non dovrebbero esserci problemi !
Andy Holyred
sarebbe il minimo.
Franco Schinardi
State facendo una cosa bellissima! Birindelli lo merita
Bruno Caleffi
SI Franco, Ciro, Ezio, Peppe, grande Ammiraglio, grande uomo. Nel 65 si imbarco’ sul Cavezzale, ero di guardia, mi chiese che lavoro facevo, ed altre cose. Sbarco’ al Varignano, lo salutai Militarmente, mi diede la mano. Avevo visto le “lasagne” ma non conoscevo la storia. Informato, mi mancarono le gambe. AMMIRAGLIO R.I.P. lo meriti.
Bruno Caleffi
Ma cari fra’ di mare, qualcuno si ricorda di un certo Straulino? grande, ha regalato alla Marina Militare tante medaglie, a La Spezia, insegnava vela, grande esempio. Scusate, sono miei ricordi.
Franco Schinardi
Straulino ? Grande marinaio, ad Anzio regatavo con il soling che lui aveva usato alle Olimpiadi Americane.
Peppe Cicala
Altro che “Fucilate gli Ammiragli”…chi lo ha letto?
Lionello Papa
l’ultimo con le palle è morto da un pezzo. ora pensano solo ai loro portafogli e a tutti i benefit che PRETENDONO (mandorle tostate incluse)
Peppe Cicala
🙂 Miiiiiiiiiiiiiiii le mandorle tostate piacciono un sacco al mio criceto…è il brut che non gradisce..
Massimiliano Atzei
il mio comandante al q.g.m….1991..
Silverio Coppa
Buona Festa della MARINA
Michele Fiorentino
Non esistono più questi grandi uomini purtroppo.
Peppe Cicala
Se fosse vivo sarebbe andato a liberare i nostri primi prigionieri in tempo di pace in India…
Giuseppe Esposito
….sono sicuro che avremmo assistito a qualcosa di diverso….
Marcello Pilloni
vero! verissimo!! sembra proprio che la gente con le palle non esista piu’
Giovanni Russo
Non ce ne sono più uomini come lui, soprattutto tra i nostri politicanti che, personalmente, mi riempiono di vergogna!!!!!!