Attualità

I venti del Mediterraneo


In relazione alla sua posizione geografica, alla forma delle coste ed alla natura delle terre che lo circondano – in gran parte montuose o desertiche – il Mediterraneo presenta in molte sue zone dei venti caratteristici, dotati ciascuno di una propria particolare fisionomia e normalmente associati a determinate condizioni di tempo. Tali venti, per i più notevoli dei quali viene data appresso una breve descrizione, il cui quadro d’insieme è riportato a pagina 244, sono di solito chiamati con nomi di antica origine, che, in certi casi, furono anche assunti tradizionalmente, in Italia, per designare alcune direzioni della rosa dei venti. E’ questo il caso, per esempio, del Grecale e del Libeccio, i cui nomi, ancor oggi usati per le direzioni intercardinali di NE e di SW, furono introdotti dai naviganti delle antiche repubbliche marinare italiane (pù probabilmente di Amalfi) per indicare, con riferimento ad una zona centrata a Sud dello Ionio, i venti provenienti dalla direzione della Grecia e della Libia.

Vendavales – Sono venti forti invernali che spirano da SW sull’estremità occidentale del Mediterraneo e, in particolare, nello Stretto di Gibilterra. Si verificano da settembre a marzo, accompagnati da cattivo tempo; spesso si spingono fino oltre Malaga e a volte su tutto il Mediterraneo occidentale.

Levanter – Nello Stretto di Gibilterra l’andamento delle coste è tale che il vento vi spira in genere da E o da W. Il vento da E, generalmente umido per la sua provenienza dal mare, è chiamato Levanter; esso tende a dare cielo coperto sull’intero Stretto, con nuvolosità che inizia all’imboccatura E e va poi diradandosi al di là dell’imboccatura W; quando è forte, inoltre, provoca nella Baia di Gibilterra vortici pericolosi. D’inverno, è spesso accompagnato da forti piogge sulla parte più orientale dello Stretto, con rovesci e cattiva visibilità; d’estate, invece, determina in genere solo abbondante rugiada e foschie, localizzate nella zona predetta, e a volte pioviggini, o pioggia forte che può essere associata a temporali. Talvolta, mentre ad E dello Stretto e in quest’ultimo soffia un forte Levanter, ad W si ha un forte Vendaval (da SW): nella zona d’incontro dei due venti (in genere nei pressi di Tarifa) si ha allora tempo pessimo, con groppi violenti, mare agitato, piogge torrenziali e trombe marine. Il Levanter solo in qualche caso è così secco da non dar luogo a nubi; piú spesso, invece, determina sulla Baia di Gibilterra la formazione di una caratteristica nube a bandiera, detta levant, distesa a ponente della Rocca. Tale nube, che normalmente si produce con vento forza 3 ÷ 4, si innalza se quest’ultimo aumenta d’intensità e si dissipa se esso raggiunge o supera forza 7, per poi riapparire quando la forza del vento torna a decrescere. Il Levanter è spesso preannunciato, anche con 24 ore di anticipo, da abbondante rugiada o dalla formazione di foschia a terra, specie su Gibilterra e su Apes Hill; a volte è preceduto da mare morto da E. Viceversa, la sua cessazione può essere anticipata da una diminuzione dell’umidità e dal diradarsi delle nubi alla sommità dei rilievi.

Scirocco – È il vento meridionale che soffia dai deserti situati a S e ad E del Mediterra-neo. Lungo le coste meridionali ed orientali di questo mare è molto caldo, secco e polveroso; ma poi si umidifica, e, a partire all’incirca dalla latitudine di Malta, si presenta come un vento più o meno di SE, caldo, umido, snervante, di solito debole o moderato. Quando è forte, conserva la sua secchezza per distanze molto maggiori e proviene più da SW che da SE. Un vento del genere viene osservato ogni tanto anche sull’Europa occidentale, su cui passa portando polvere in sospensione fin verso la Danimarca. Lo Scirocco forte a volte si spinge a settentrione pure lungo le coste orientali del Tirreno e dell’Adriatico; in tal caso esso diviene molto umido per il lungo tragitto sul mare e porta nelle predette zone un tempo chiuso, con atmosfera pesante e piogge forti continue. Quando è caldo e secco, lo Scirocco viene localmente chiamato con vari nomi particolari: Leveche, nella Spagna meridionale – Chili, in Tunisia – Ghibli, in Libia – Khamsin, in Egitto e a Malta – Simun, in Siria ed Israele – Maledetto Levante, in Sardegna – Jaloque, alle Baleari.

Leveche – È, come si è detto, lo Scirocco della Spagna meridionale, sulla quale spira a ondate da SE ÷ SSW, caldo, secco, soffocante; spesso trasporta polvere e sabbia. A volte, specie a primavera avanzata e all’inizio dell’estate, raggiunge notevole violenza tra Capo de Gata e Capo della Nao, preannunciato da una striscia di nubi scure all’orizzonte, verso Sud.

Llevante – Il Llevante è un vento da NNE ÷ ENE a lungo percorso marino, che interessa le coste orientali della Spagna e che quando raggiunge una notevole intensità (Llevantades), dà luogo alle burrasche di maggior rilievo che si verificano su tali coste. Queste burrasche sono più forti e più frequenti in primavera ed autunno. D’estate, il Llevante è umido, produce foschia lungo la costa e nubi sulle alture, ed è spesso preceduto da venti da SSW e dall’avvicinarsi di un banco di cumulonembi da NE; all’arrivo dei cumulonembi, il vento ruota improvvisamente da SSW a NE e possono aversi piogge localizzate di breve durata. Nella stagione fredda, il Llevante proviene spesso da lontano ed allora è più persistente e reca temperature inferiori alle normali, con possibilità di nevicate sui monti catalani e piogge molto forti sulle coste. Altre volte, invece, si produce in zone più vicine; in tali casi insorge repentino e violento, accompagnato da nubi basse, da pioggia forte e da un rapido abbassamento della temperatura. Nel periodo di tempo relativamente buono tra fine dicembre e l’inizio di febbraio, il Llevante è simile a quello estivo; in genere è debole e solo eccezionalmente risulta forte.

Mistral – È un vento freddo da terra, più frequente d’inverno e in primavera, che soffia attraverso la costa meridionale francese e le adiacenti coste spagnole e italiane. In Francia, interessa tutta la fascia compresa fra Nizza e Perpignano; in Spagna, a volte si osserva fino alla valle dell’Ebro; in Italia, fino a Genova, ma non lungo tutta la riviera, essendo questa in buona parte protetta dalle montagne. La sua direzione di provenienza è, in genere, compresa tra NW e N, ma localmente può risultare sensibilmente diversa a causa delle influenze orografiche; a Perpignano, per esempio, il Mistral spira quasi da W. Fra Nizza e Perpignano, questo vento può essere forte lungo tutta la costa, oppure forte in una località e debole in altre; le zone costiere ove di solito è più forte sono quelle presso Marsiglia e Perpignano; fra queste due zone, come pure fra Marsiglia e Nizza, la sua violenza diminuisce sensibilmente. L’intensità del Mistral raggiunge forza 9 e più, con raffiche fino a 90 ÷ 100 nodi; in prossimità della costa, inoltre, essa presenta spesso una variazione diurna associata al regime delle brezze, con un minimo nel pomeriggio, quando vi è la tendenza all’instaurarsi della brezza di mare. Il Mistral raggiunge a Marsiglia una frequenza annua di 110 giorni circa; a Nizza è invece raro. La sua durata può variare da alcune ore ad una dozzina di giorni. Essendo un vento generalmente secco – a volte lo è tanto che il freddo diviene addirittura pungente – il Mistral è per lo più accompagnato da cielo sereno; se però convoglia dei fronti freddi, possono aversi precipitazioni a carattere temporalesco o neve. Certe volte il Mistral proviene da regioni settentrionali assai lontane ed allora si spinge nel Mediterraneo molto più a S dell’ordinario, giungendo fino a Malta o addirittura a Tripoli; molto prima di raggiungere tali località esso perde però la sua secchezza caratteristica. Altre volte, invece, si origina nella valle del Rodano ed in tal caso interessa solo una ridotta porzione di costa ai due lati della valle stessa e si spinge sul mare solo per poche miglia. Il Mistral è noto con nomi diversi a seconda delle località: Mistraou, Magistral, Maistre, Cers o Narbones (vento da WNW nella valle dell’Aude), Cierro (valle dell’Ebro), Noruest e Mestrel. A Nizza viene a volte chiamato Mistral un vento secco e freddo proveniente da SW.

Marin – Il Marin è un vento da SE che interessa il Golfo del Leone, ove raggiunge anche forza 8. Sotto molti aspetti, assomiglia allo Scirocco delle coste tirreniche orientali e dell’Adriatico settentrionale, e in genere è accompagnato da elevata umidità, cattiva visibilità e, spesso, da piogge molto persistenti. Verso i margini più settentrionali del suddetto Golfo, questi venti risultano molte volte fortemente attenuati, e talora deboli da terra, mentre il mare seguita ad essere agitato ed il cielo, visto dalla costa, appare tempestoso verso S. Ciò si verifica, in particolare, quando i monti costieri sono coperti di neve.

Libeccio – È un vento da W ÷ SW del Mediterraneo nord-occidentale, che peraltro non ha alcuna relazione con i già visti vendavales. Interessa principalmente la Corsica settentrionale, ove costituisce il vento predominante, ed il Golfo Ligure. Il Libeccio forte solleva alte onde al largo della parte nord-occidentale della predetta isola. Le coste orientali di quest’ultima rimangono invece a ridosso, ma, fra Capo Corso e Bastia, allo sbocco della valli, si osservano spesso violenti groppi, denominati raggiature, che si verificano anche quando sull’opposto versante del promontorio spirano venti occidentali non molto forti. Tali venti determinano pure la formazione di caratteristiche nubi stazionarie, dette balle de coton, che incappucciano i monti del promontorio stesso. Le burrasche da Libeccio – che sulla Corsica, specie d’inverno, sono spesso seguite da burrasche di Tramontana da NE – producono mare agitato anche sulle coste orientali liguri e su quelle dell’alta Toscana, e nella stagione fredda portano in tali zone cielo coperto e tempo piovoso. Il Libeccio di solito non penetra nella parte più settentrionale del Golfo di Genova. A volte spira anche sull’Adriatico centro-settentrionale, ove però è poco persistente e solo di rado forte; in genere è più sensibile sulla costa orientale e alle foci del Po, sulle quali dà spesso luogo a forti groppi, detti furiani.

Tramontana – Con tale nome vengono indicati, nel Mediterraneo, venti freddi settentrionali, in genere provenienti da NNW ÷ NE, che a volte sono localmente contraddistinti da altri nomi caratteristici, come il Mistral. Venti di questo tipo sono spesso osservati: alle Baleari, ove costituiscono una continuazione del Mistral; sulla Corsica, ove si presentano anche con forza di burrasca da NE dopo una burrasca da Libeccio; sulle coste della penisola italiana e sul Tirreno; su Malta, ove in genere proviene da N e raramente è forte; a Cipro, ove è così chiamato un vento forte settentrionale, secco, che d’inverno raggiunge spesso forza di burrasca. Alle Baleari e in Corsica la Tramontana porta spesso pioggia o neve; sull’Italia e sul Tirreno, invece, è sovente accompagnata da bel tempo, con cielo sereno ed aria limpida.

Bora – È un vento violento da NE, a raffiche, spesso molto freddo e secco, che scende dai pendii della riva orientale dell’Adriatico, da Trieste all’Albania. Si distingue in due tipi: Bora scura e Bora chiara. La prima è associata a pioggia violenta o neve, e talvolta a nebbia; la seconda a banchi di nubi cumuliformi sui rilievi e a cielo sereno, o quasi, sul mare. Quest’ultima può durare anche parecchi giorni, rinforzando al mattino e attenuandosi la notte. La Bora, d’inverno, dura in media 3 giorni e può raggiungere la velocità di oltre 70 nodi, mentre d’estate dura in media un giorno e raggiunge velocità massime sui 45 nodi. È più frequente al N; a Trieste si verifica, in media, circa 40 giorni l’anno (in massima parte da ottobre a marzo), con una frequenza massima in gennaio. Anche la sua forza è in genere più elevata al N. Essa diminuisce gradualmente sia verso S che verso il largo, ma lungo le coste varia molto da luogo a luogo, in relazione alla orografia: in genere è maggiore nelle vallate e dove i monti si affacciano sul mare con un pendio più ripido, mentre è minore nelle zone in cui fra i monti e il mare si estendono ampie zone pianeggianti.

Vardarac (Vardarat) – È un vento nord-occidentale dell’Egeo che assomiglia alla Bora e che interessa in particolar modo il Golfo di Salonicco, ove dà luogo a frequenti burrasche. Proviene impetuoso dalla Valle del Vardar (d’onde il nome); spesso si spinge fino oltre l’Isola di Dolo, ove assume una direzione da NE; talvolta raggiunge anche le Isole del Dodecaneso.

Grecale – È un vento forte invernale da NE del Mediterraneo centro-meridionale, che a Malta è detto Gregale e proviene dalla Grecia, donde il nome. Denominazioni simili sono state attribuite a venti forti da NE in altre zone del Mediterraneo: Grégal, in certe parti della costa meridionale francese; Greco o Grecale, nel Tirreno; Gregolia, nel Levante. Nel Mediterraneo centro-meridionale il Grecale si presenta in vari tipi. Il più frequente è simile alla Bora chiara; altre volte, invece, è simile alla Bora scura, ed in tal caso è associato al fronte freddo di una depressione diretta verso SE attraverso lo Ionio e la Grecia, con possibili forti rovesci di pioggia o di grandine, ed un notevole abbassamento di temperatura; altre volte, ancora, è associato a depressioni dirette verso E lungo le coste libiche e in tal caso può portare pioggia contenente polvere o sabbia del Nord Africa.

Meltemi (Etesii) – Sono venti nordici estivi dell’Egeo, a carattere monsonico, dovuti alla vasta depressione che nella stagione calda si forma sull’Asia; provenendo da N, e quindi da terra, essi sono relativamente secchi e, come tali, in genere sono accompagnati da cielo sereno o quasi. A volte si estendono verso S fino alle coste egiziane e spesso spirano anche sull’Adriatico meridionale e sullo Ionio. Il loro instaurarsi è in genere preannunciato da un breve periodo, intorno alla fine di maggio, di deboli venti settentrionali, detti prodromi, ed avviene definitivamente un paio di settimane dopo la cessazione di questi ultimi; essi assumono allora una spiccata persistenza e raggiungono la forza di venti moderati, con una frequenza media che, da metà luglio a fine agosto, può anche superare l’80% specie in pieno Egeo e nell’Egeo sud-orientale. Lungo le coste, invece, sono meno persistenti, sia in direzione che forza, per effetto delle brezze di terra e di mare, le quali in certe località – come a Smirne – giungono a mascherarli anche completamente.

Khamsin – È lo Scirocco dell’Egitto. Proviene da direzioni comprese fra E e S, ed è molto caldo, secchissimo, carico di polvere. Dura da 1 a 3 giorni e si verifica prevalentemente tra febbraio e giugno, con frequenza più spiccata in marzo-aprile. Generalmente si mette come vento da E, con cielo sereno, e poi ruota verso S rinforzando fino a moderato e talvolta fino a forza di burrasca, con tempeste di polvere o di sabbia, mentre il cielo si copre di nubi alte e l’aria diviene torbida, opprimente, secchissima. In seguito, il vento ruota verso NW e con ciò la temperatura diminuisce, l’umidità cresce e la polvere scompare, mentre alle nubi alte si sostituiscono dei cumuli che possono dar luogo a deboli rovesci di pioggia. Il Khamsin si verifica in media 27 giorni l’anno. Il suo nome, che in arabo significa “50”, indica il numero di giorni successivi al lunedì della Pasqua copta durante i quali è più frequente; lo stesso nome è però anche usato per indicare, indipendentemente dal vento che spira, un qualsiasi periodo di tempo secco e molto caldo.

6 commenti

  • ezio

    Giannico Giuseppe 11 maggio 2010 alle ore 21.24

    Carissimo Ezio,
    sono stato lieto e contento di questo sicuramente ti premetto che a Taranto quando avrai modo di venire fammelo sapere in più per qualsiasi cosa può servirti qui contaci .Comunque presto servizio alla stazione navale mar grande sono la prima persona che è stata destinata li nel 4 gennaio 2004 dopo 15 anni pieni di imbarco continuativo ,tra cui gli ultimi 8 di gloriosissimo VITTORIO VENETO DOVE HO DIMOSTRATO ,con i direttori e comandanti collaboravo è ho avuto dei risultai sempre eccellenti ,i comandanti ora ammiragli che mi conoscono bene sul VITTORIO VENETO sono: Giuseppe De Giorgi detto il maresciallo dell aria,Giovanni Gumiero,Francesco Maria De Biase facevamo coppia a ping pong siamo arrivati 2″ al torneo, FAVRE,ho avuto bei rapporti con tutti fino all ultimo marinaio

    :-)) Grazie Giusppe … contaci

  • ezio

    Vincenzo Memoli12 maggio 2010 alle ore 5.15

    GRAZIE EZIO.AL PASSATO CI PENSO.E RICCO DI TANTISSIMI BEI RICORDI.IN MODO PARTICOLARE QUELLI TRASCORSI IN MARINA A SERVIRE LA PATRIA.SONO FIERO DI ESSERE STATO SUI DRAGAMINE CLASSE 500 .ABBIAMO DRAGATO L ADRIATICO E NE SONO FIERO.INDOSSARE IL DISTINTIVO DEL DRAGAGGIO MI HA SEMPRE INORGOGLITO.I PERICOLI CHE ABBIAMO SUPERATI E STATO MOTIVO IN PIU PER PENSARE A QUEI MOMENTI A VOLTE TRAVAGLIATI. GRAZIE ANCORA

  • Giovanni Caruso

    Ezio, non ti ho mai detto che sono cresciuto sulla barca di mio padre, pescando polipi, calamari, sauri, spatole, buddaci, viriole, seppie, cipolle, murene, cefali, rondini di mare, auguglie etc etc. Mio nonno era un grande pescatore, come lo era suo padre e il padre di mio nonno.
    Mi vergogno a dirlo ma credo che sarò il responsabile della fine di un arte tramandata di generazione in generazione (a meno che non torno in sicilia).
    Ma l’arte è messa da parte, e ricordi più belli sono legati al mare, o ai suoi venti.
    Ricordo che con lo scirocco raramente si andava a pesca. “Mare imprevedibile” diceva mio padre. Col Grecale il mare si incazzava, e mio cugino con il winserf ci andava a nozze. Il vento di terra o maestrale appiattiva il mare e così via.
    Ricordo le maree e i detti di mio nonno. “Scinnenti pisci nenti” (scendente pesci niente), oppure “muntanti pisci tanti (montante pesci tanti)..
    Che meraviglia!. Il nodo a otto 8 sull’amo per le palature degli scazzupuli, le ope legate ai ganci per pescare i polpi. La lampara a gas con le reti infuocate. Il londro fluorescente per i totani, il pesciolino con la corona per le seppie. Potrei scrivere un romanzo. Sai che quasi quasi …. ehehehe

  • Luisa e Lillo

    Grazie Ezio , molto interessante e sicuramente per me sempre emozionante approfondire la conoscenza delle numerose imprese ….della M.M Grazie di cuore.
    approfitto dell’invito fatto dal signor Giannico ,se dovesse venire a Taranto …sei obbligato di passare dalla recluta …siamo a circa 50 km da Taranto .
    Saluti affettuosi
    Luisa e Lillo

  • ezio

    Ciao Giovanni,
    tu hai il dono di stupirmi: sempre!
    Confermo quello che ti confidai qualche giorno fa … ho trovato un tesoro.
    Ti abbraccio e ti stringo forte forte al cuore Ezio.
    P.s. Hai visto quanti link ho caricato… anche la televisione adesso ne parla.

  • ceselia antonella

    cari amici è una prova la mia, visto che non sono riuscita a trovare niente !!! vorrei avere notizie sull’incidente avuto dalla nave DRAGAMINE nel GOLFO DEL LEONE nel 1972. 154° SQUADRIGLIA, in seguito al quale i militari vennero soccorsi e sbarcati all’isola di LA MADDALENA in SARDEGNA, dove furono accolti con immenso affetto da tutta la cittadinanza. Vi ringrazio anticipatamente sperando di ricevere qualche notizia. GRAZIE.

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