Velieri

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    28 maggio, spiaggia San Nicolò del Montenegro

    a cura Sergio Pagni

    PER GRAZIA RICEVUTA

    Ex voto di proprietà del Museo storico navale di Venezia proveniente dalla chiesa della Madonna del Carmine di Torre del Greco, presso Napoli.
    Il quadretto ad olio, che misura cm. 51 x 64, reca in corsivo questa scritta:
    Voto fatto nella spiaggia San Nicolò Montenegro da N. Muro e R. Loffredo”.
    Le sigle V.F.G.A. stanno per:
    votum fecit gratiam accepit” (fece un voto e ottenne la grazia).

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    12-13.5.1881, il bark del Capitano Bernardo Pagano

    a cura Sergio Pagni

    PER GRAZIA RICEVUTA

    Questo ex voto è custodito nel Santuario di Nostra Signora di Monte Allegro, presso Rapallo.
    Sul retro del quadro si legge:
    Il bark marittimo ritrovandosi alla mezzanotte del 12-13 maggio 1881 nelle vicinanze di Capo Clear. Il passeggero Giovanni Cassano, improvvisamente brandiva una spada, lasciava esanime il capitano Bernardo Pagano, feriva il pilota inglese e l’armatore, il quale votava in ringraziamento a Maria del Monte Allegro.”
    De Pelo Carlo Andrea.
    Il quadro è firmato dal pittore veneziano Antonio Luzza.

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    13.4.1852, il Capitano Giacomo Razeto e il brigantino Annetta

    a cura Sergio Pagni

    PER GRAZIA RICEVUTA

    Questo ex voto è conservato al museo civico marinaro Gio Bono Ferrari di Camogli (*).
    Sul quadro si legge: “Brigantino Annetta”. Capitano Giacomo Razeto. Grazia ricevuta da Emanuele, figlio del capitano, mentre è caduto di sopra l’albero fino sul ponte, il 13 aprile 1852”.
    Il quadro, dipinto da Domenico Gavarone, è datato maggio 1852.

    (*) Si consiglia vivamente la visita al museo.

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    Quando Francesco Caracciolo e Giovanni Bausan umiliarono Horatio Nelson

    di Antonio Cimmino e Carlo Di Nitto

    Un mese prima dell’instaurazione della Repubblica napoletana, all’arrivo dei francesi in città il 21 dicembre 1798, il re Ferdinando IV con tutta la famiglia e i suoi ministri, scappò da Napoli a Palermo imbarcandosi sul Vanguard, vascello al comando di Orazio Nelson. Il monarca del Regno delle Due Sicilie preferì la nave inglese al Sannita, il vascello napoletano comandato dall’ammiraglio Francesco Caracciolo. La consistente flotta borbonica, su subdolo suggerimento inglese, fu fatta incendiare nel porto di Napoli e nell’arsenale di Castellammare di Stabia, per non farla cadere nelle mani dei francesi.

    La traversata fu caratterizzata da una violenta tempesta che si protrasse fino all’imbocco della rada di Palermo. Nelson non riusciva a governare la nave per entrare in porto. Caracciolo, invece, con perfetta padronanza della situazione attraccò con un’ardita manovra a Palermo. Egli mandò Giovanni Bausan di Gaeta, comandante della corvetta Aurora che si trovava in rada, in aiuto della nave inglese in difficoltà. Il Bausan con una piccola imbarcazione sfidando i marosi, si portò sul Vanguard e, assunto il comando, lo pilotò fino al molo. Il re, che aveva preferito il grande ammiraglio inglese, suggeritogli anche dal ministro John Acton, elogiò pubblicamente il suo ammiraglio davanti ad un Nelson furibondo. Caracciolo si congedò dalla Marina e tornò a Napoli ove fu convinto ad aderire alla Repubblica assumendo il comando della sua piccolissima flotta composta di qualche fregata e barche cannoniere. Anche Bausan seguì il suo ammiraglio nella sfortunata avventura repubblicana.


    La perizia marinaresca del Caracciolo che aveva umiliato il baldanzoso Nelson considerato il miglior ammiraglio del Mediterraneo, generò un odio profondo dell’inglese nei confronti del napoletano.
    Quando la Repubblica fu sconfitta nel mese di giugno del 1799, il Caracciolo fu processato per tradimento e condannato a morte. A presiedere la corte marziale fu proprio Nelson che non volle ascoltare la richiesta del Caracciolo di essere fucilato. Egli per oltraggiarlo lo fece impiccare al pennone dell’albero di trinchetto della corvetta Minerva, la nave che era stata comandata proprio dal Caracciolo. Al marinaio che, piangendo indugiava a mettergli il cappio intorno al collo Caracciolo lo esortò dicendogli “Sbrigati: è ben grazioso che, mentre io debbo morire, tu debbi piangere”.

    Dopo l’impiccagione il corpo, per ulteriore sfregio, venne gettato in mare. Solo dopo alcuni giorni il cadavere, gonfio d’acqua, riemerse sotto il vascello Foudroyant, la nave ammiraglia di Nelson ove era ospite Ferdinando IV, da poco arrivata dalla Sicilia. Alla spettrale scena assistette anche Emma Hamilton l’amante di Nelson e l’ambasciatore inglese William Hamilton.


    Dello stesso argomento sul blog
    https://www.lavocedelmarinaio.com/2016/06/il-processo-allammiraglio-francesco-caracciolo/

    A proposito di Giovanni Bausan
    di Carlo Di Nitto

    Il gaetano Giovanni Bausan avrebbe poi avuto occasione, in altre e diverse circostanze, di umiliare i superbi inglesi con la sua perizia marinaresca. Di seguito il quadro, conservato nella Reggia di Caserta; raffigurante il re Gioacchino Murat che, sul ponte della fregata Cerere, si congratula con il Bausan e i suoi marinai, vittoriosi sui “figli di Albione, dopo la seconda battaglia del “Canale di Procida” del 26 giugno 1809. Il dipinto è opera del pittore Guillame – Desirè Descamps.

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    5.4.1877, il bastimento Bartolomeo Marciani

    a cura Sergio Pagni

    PER GRAZIA RICEVUTA

    Ex voto custodito al Civico museo marinaro Gio Bono Ferrari di Camogli (*).
    Sul quadro si legge:
    Orribile uragano sofferto dalla nave denominata Bartolomeo Marciani, capitano Antonio Brignati. Trovandosi al 36’55 di latitudine e al 72’ 48 di longitudine Greenwich il 5 aprile 1877, il vento furioso le portò via tutte le vele che erano spiegate e di più anche mezza vela di maestra, che era data a volta, e sbandò il bastimento come qui sopra si vede. Tutto l’equipaggio non vedeva più altro scampo che in Dio e Maria Santissima del Boschetto, dai quali invocavano grazia ed aiuto. Infatti l’ottennero. Cessò il maltempo e, a poco a poco, riuscirono a raddrizzarsi e proseguire il loro viaggio a salvamento. Perciò il suddetto capitano dona il presente al Santuario in omaggio e ringraziamento di tanta grazia ricevuta”.

    (*) se ne consiglia vivamente la visita.