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26.10.1954, Trieste è italiana “Diario di una giornata”

di Dario e Alvio Burresi
tratta dal sito http://www.triesteitaliana.it/

… INDIMENTICABILE.

Tra vecchie carte in soffitta ho trovato questo diario di mio padre Alvino Burresi (deceduto parecchi anni fa) riguardante l’arrivo delle truppe italiane a Trieste nel 1954.
Io ricordo ancora la ressa e la difficoltà di mia madre nel farsi strada tra la calca, tendendo per mano mia sorella e me, fino ad arrivare fortunosamente al Lloyd Triestino. Mi ricordo che, nonostante mi trovassi in un ottimo posto di osservazione, riuscii a vedere ben poco a causa delle lacrime di com­mozione che mi riempivano gli occhi. Ricordo che mi sarebbe piaciuto riuscire a catturare anch’io una penna di Bersagliere, anche se in cuor mio speravo, da grande, di fare l’Alpino.
(Dario Burresi)

1954-2004 Trieste è italiana

Una donna festeggia il ritorno di Trieste all'Italia (www.triesteitaliana.it)Peggior aiuto di così il tempo non poteva dare ai soldati italiani. Pioggia e bora, bora e pioggia tutto insieme, forse nell’intento di trattenere i Triestini nelle loro case. Quasi temevo che ci fosse poca gente in città, ma ben presto fui tranquillizzato: le case si svuotavano, le automobili sfrecciavano verso il centro e famiglie intere, uomini, donne, ragazzi, bimbi e vecchi scendevano la collina (il Colle di San Vito) riparandosi alla meglio con i più svariati mezzi di fortuna nelle zone battute, ed aprendo ogni tanto qualche ombrello nei punti di bonaccia.
La marina era nera di gente, potemmo avvicinarci alle piazza (Piazza Unità d’Italia) alla distanza di 300 metri al massimo. Più in là era impossibile penetrare, tanto la calca era fitta.
Finimmo coi separarci; mia moglie Alda con i ragazzi, girando per vie interne riuscì a raggiungere il Palazzo dei Lloyd Triestino e ad entrarvi. lo, avvolto nel mio impermeabile da caccia, mi arrampicai sulle sartie di un peschereccio di altomare per vedere almeno da lontano l’arrivo delle navi.
Sui tetti delle case vicine, alle finestre, agli abbaini ed in qualunque luogo si potesse scorgere il mare c’era gente che guardava ed agitava bandiere, nastri, drappi e fazzoletti bianchi rossi e verdi. Una folla immensa sotto la bora e la pioggia violenta.
Dall’alto dell’albero dei peschereccio, aggrappato alle sartie, mi godevo lo spettacolo, con i calzoni, le scarpe ed ogni parte non ricoperta dall’impermeabile, ridotti a stracci fradici. Quanti ombrelli sfilavano davanti a me portati in mare da qualche refolo capriccioso che sconvolgeva le zone di calma.
Bagni di folla per Trieste torna a far parte dell'Italia - www.lavocedelmarinaio.comEra un urlo continuo: “Giungono! Arrivano! Ecco le navi! Ecco i Bersaglieri!” E via, un correre da una parte all’altra per vedere i nuovi arrivati …. che spesso non erano affatto arrivati!
Finalmente apparvero davvero le navi. Fra gli spruzzi delle onde apparve un caccia, poi l’incrociatore e poi ancora gli altri due caccia. La gente sembrava impazzita; era tutto un gridare, un agitarsi forsennato. Undici anni di attesa, undici anni di ansia sfociavano in un immenso grido, in uno slancio incredibile ed inimmaginabile per chi non lo abbia vissuto, verso le navi della Patria che giungevano in porto.
Intanto da terra giungevano i Bersaglieri. Oltre un’ora avevano impiegato con gli autocarri per fare sì e no un chilometro o poco più. Non c’erano più cordoni, non c’era più limite a trattenere l’entusiasmo. Gli autocarri erano zeppi di Triestini. Erano entrati dappertutto; ed i poveri soldati pigiati dentro, mezzo soffocati dal grande abbraccio di tutto un popolo! Come riuscissero a guidare gli autisti è una cosa che non potrò mai spiegare. Sul cofano, sui parafanghi, sull’imperiale, ovunque ci fosse il più piccolo appiglio c’era arrampicato un giovane o una ragazza.
Ogni tanto appariva qualche cappello da Bersagliere ed una mano toglieva le penne per donarle ai molti, ai troppi richiedenti. Quanti Bersaglieri ho visto senza la minima traccia di penne sul cappello. Qualcuno di rimise il cappello, altri la giubba. Di bottoni sulle giubbe ne rimasero pochini perché ogni cittadino pretendeva un ricordo dal primo soldato che riusciva ad avvicinare.
foto storica dei confini di Trieste (www.triesteitaliana.it)E gli autisti continuavano a guidare, un metro alla volta. Ora però mi viene il dubbio che i motori non fossero neppure in moto, perché avanzavano fra la folla più folta, forse spinti dalla folla stessa, senza la minima possibilità per il guidatore di vedere la strada …. che dico la strada, ma neppure l’aria davanti a lui. Se non sconquassarono le balestre i camion con tutta quella gente arrampicata in ogni dove, si deve certamente attribuire al fatto che le dovevano avere rinforzate.
Insomma, malgrado le difficoltà di guida, non avvenne nessun incidente e tutto filò liscio liscio, così come lo poteva permettere l’entusiasmo dei cittadini che sovverti l’ordine di ogni ben studiata cerimonia.
Anche l’assalto alle navi ebbe luogo a tempo debito, non appena accostarono, ed i marinai non poterono far altro che aiutare i molti giovani d’ambo i sessi che s’erano lanciati all’arrembaggio. In pochi momenti a bordo si vedevano più borghesi che marinai e nulla riusciva a trattenere gli assaltatori, neppure le onde, il vento e la pioggia che sulla riva facevano il diavolo a quattro.
(Alvio Burresi)

1954 Alza Bandiera Trieste torna ad essere una citta d'Italia - www.lavocedelmarinaio.com

16 commenti

  • Iacono Francesco

    secondo me non c’è una data per dire che Trieste è italiana, 1954 l’ultima, 1918 la prima, questa città è stata sempre italiana!

  • EZIO VINCIGUERRA

    Ciao Iacono Francesco carissimo la storia, purtroppo, ci da questo responso. Altre nobili città ex italiane non hanno avuto il destino della città di Trieste. Sembra sia passato tanto tempo ma ti assicuro che fra i tantissimi amici (anche in comune) ce ne sono alcuni che soffrono ancora per la perdita dei parenti. Ho scritto tanto su questo argomento facendomi anche dei nemici perché hanno confuso la dignità dell’uomo con quella politica che invece ha proprio calpestato la dignità dell’uomo (mi riferisco alle foibe, agli irredentisti, ecc. ecc. ).
    Prego per loro e speriamo di non commettere gli stessi errori che sarebbe più opportuno chiamare peccati.
    P.s. mi manca quel profumo di Sicilia come agli istriani manca il profumo della salsedine di quelle parti.

  • Marino Miccoli

    “TRIESTE CITTA’ ITALIANISSIMA!” e il Tricolore nel 1954 è tornato a sventolare, nonostante Tito e le sue milizie popolari che volevano farne una provincia della Jugoslavia.

  • Marinaio Leccese

    secondo me non c’è una data per dire che Trieste è italiana, 1954 l’ultima, 1918 la prima, questa città è stata sempre italiana!

  • FRancesco Ruggieri

    da fiume (jugoslavja ) optammo x l’italia e venni a trieste con il trattato di osimo tito e degasperi avevo 14 anni trieste c’erano le truppe americani e titini x venire in italia ci fecero i passaporti caro ezio gorizia era diviso a meta (nova gorica) io italiano nato a martina franca o dovuto fare il profugo giuliano esperienze a voloska ho visto le foibe le ho visitate le ho percorse ne ho visto cose orrende e mi fermo .ciao ezio.

  • Iacono Francesco

    brutte storie al confine orientale alla fine della guerra, noi uscivamo perdenti e tutti si sono approfittati di noi… Fiume Pola Zara per nominare i capoluoghi di provincia in istria e Dalmazia sono andati persi…

  • FRancesco Ruggieri

    iacono io nel 46 al 52 ero profugo a voloska (FIUME) sotto i partigiani di tito o dvuto fare le scuole croate serbe col berrettino con la stella rossa e a scuola col pugno chiuso gridare tito, tito. tutto era dello stato non c’era proprità privata , io sonodel 38 ne ho passate . ciao .

  • Bruno Caleffi

    Vero Francesco, ho avuto colleghi che hanno vissuto tutto questo, ed hanno lasciato tutto per tornare in Patria. Anche se avrebbe potuto fare molto di piu’. Ma continuiamo a vedere anche oggi, queste mancanze, queste assenze queste vigliaccate.Sera

  • FRancesco Ruggieri

    bruno ti ringraziodella tua comprensione dopo la marina ho fatto il tranviere conducente a.t.m. di milano io che ero veramente profugo giuliano solo xchè ero nato a martina franca italiano non mi anno dato il biennio che anno dato ai fiumani ,pola ,zara ragusa oggi (dubrovnik) cose strane in italia. comunque dio mi ha aiutato ad avere una moglie il 30 09 ,2014 abbiamo festeggiato il 55 anni di matrimonio ciao e scusami .

  • Iacono Francesco

    brutti momenti, per fortuna sei riuscito a tornare in Italia e rifarti una vita qui… complimenti per il tuo coraggio!

  • Iacono Francesco

    sono contento ma da uan storia triste molti esuli sono riusciti a guadagnarsi con sacrifici una nuova vita in italia o all’estero

  • EZIO VINCIGUERRA

    Buonasera a tutti e a Francesco Ruggieri in particolare …scusate il ritardo nella risposta ma siete tantissimi, spero di essere compreso e perdonato. Noi non dimentichiamo e la storia, la nostra, ci aiuta a comprendere le sofferenze ma anche le gioia …quella di non ripetere gli errori fati (speriamo) 🙂

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