Attualità,  Racconti,  Sociale e Solidarietà

28 aprile in memoria delle vittime dell’amianto

di Pancrazio “Ezio” Vinciguerra

Forse non tutti sanno che il 28 aprile si celebra la “Giornata mondiale in memoria delle vittime dell’amianto”, un killer silenzioso che per decine di anni ha funestato l’Italia e i cui effetti mortali durano ancora oggi. Il ricordo va però accompagnato alla ricerca delle cause e delle responsabilità umane che stanno dietro la tragedia.

Riceviamo e pubblichiamo
“Con riferimento alla Sua nota del 12 dicembre 2011, prot. n. 082, con la quale si richiedono a questa Direzione notizie e chiarimenti in merito all’oggetto, si fa presente quanto segue.
In relazione alla prima questione sollevata, si conferma l’inapplicabilità dell’art. 13 comma 7, della legge n. 257/1992 al personale militare della Marina affetto da una patologia professionale asbesto correlata, in quanto non compreso nell’ambito della tutela antinfortunistica di cui al Testo Unico per l’assicurazione obbligatoria contro gli infortuni e le malattie professionali, approvato con D.P.R.
n.l124/1965, come peraltro confermato dall’art. 12-bis della legge n. 38 del 2009.”
Buon 25 e 28 aprile! Salute…,
Tore Garau

Monumento-alle-vittime-dellamianto-www.lavocedelmarinaio.com_

Ulteriori informazioni
http://www.afea.it/inail-1000-pratiche-bloccate-sit-in-afea-a-la-spezia/

38 commenti

  • Simona Bolognesi

    Terrificante è la risposta “burocratica” ad una tragedia umana (anche civile).
    Forse un primo passo potrebbe essere proprio “burocratico”: un “(…) complessivo riordino della materia” (come cita l’ultima riga dell’art 12bis di cui sopra). Fornirebbe un’appiglio per il futuro e una “giustificazione legale” per il riconoscimento dei danni del passato.
    Basta avere voglia di leggere , scrivere e “rompere le scatole” a chi ci governa.

  • Franco Polimeno

    …credo che siamo, ancor oggi, un po’ tutti delle vittime. Che ne pensi Ezio Pancrazio Vinciguerra

  • EZIO VINCIGUERRA

    Ezio Pancrazio Vinciguerra Ciao Franco Polimeno e ciao a tutti. Ecco cosa ne penso/iamo:

    In Italia si stimano in 1.300.000 gli esposti all’amianto con più di 4.000 morti ogni anno e migliaia di malati: una vera ecatombe che, a detta degli esperti, avrà il suo picco massimo attorno al 2015 – 2020.
    Ogni 5 minuti, una persona nel mondo muore a causa dell’amianto, per un totale di circa 100.000 decessi anno. La catastrofe sanitaria e ambientale che l’utilizzo di questo minerale ha prodotto e ancora produce è un bollettino di guerra. Ancora oggi l’amianto, il killer silenzioso, rappresenta una vera emergenza, umana, ambientale e sanitaria.
    L’amianto è stato utilizzato nei luoghi di lavoro, nelle scuole, negli edifici pubblici, sui tetti e nei capannoni industriali, nelle nostre case ed in circa tremila prodotti di uso corrente, con effetti devastanti sulla popolazione e sui cittadini, 32 milioni di tonnelate di amianto sono ancora presenti sul territorio italiano. Non esiste nessuna soglia o limite di tolleranza all’amianto, perché anche poche fibre possono produrre il mesotelioma (il tipico tumore derivante dall’amianto). La nostra battaglia, che persegue l’obiettivo del rischio zero per chi viene a contatto con l’amianto e più in generale con tutte le sostanze cancerogene, è una battaglia per l’attuazione piena della Costituzione della Repubblica Italiana che all’art. 32 dice:
    “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività”. Migliaia di vittime aspettano giustizia e ancora oggi non è completamente operativo il Fondo Vittime dell’Amianto che avrebbe dovuto risarcire tutti coloro che hanno contratto patologie asbesto correlate mentre esclude gran parte della popolazione esposta e ammalata.
    La diagnosi non lascia dubbi: mesotelioma bifasico.
    Una carriera iniziata a fine anni “70 e trascorsa su navi coibentate con la terribile fibra killer, Nave Vittorio Veneto, Espero, Duran De La Pen, Garibaldi, giusto per citarne alcune ma la lista è lunga e riguarda tutto il naviglio. Navi militari dalle quali sono state rimossi grandi quantitativi del pericoloso cancerogeno. Tra il 1995 e il 2000 sono state 700 le tonnellate di amianto bonificato da navi e sommergibili della flotta italiana, ma ancora nel 2009 le mappature amianto indicavano la presenza del minerale cancerogeno sulla gran parte del naviglio, segno che le esposizioni sono continuate anche nell’ultimo decennio. Come si legge negli atti parlamentari sono oltre 30.000 i militari e il personale dello Stato di Arsenali e Stabilimenti di Munizionamento esposti all’amianto.
    Alla Spezia a fine 1999 la flotta navale era costituita da 136 unità con 3000 militari imbarcati in un Arsenale che tra lavoratori diretti della Difesa ed appalto impiegava quasi 4000 operai e tecnici. 120 le tonnellate di amianto rimosso dal naviglio militare sino alla fine del 2000, solo per citare alcuni esempi le bonifiche hanno interessato navi di base alla Spezia, Nave Audace, 24 tonnellate, Nave Alpino, Nave Grecale, MOC 1204, 11 tonnellate da ognuna.
    La Spezia e Taranto le città maggiormente interessate dall’incidenza di patologie causate dall’amianto in Marina militare.
    I 200 casi di patologie amianto correlate nel solo Arsenale di Taranto, di cui almeno 70 tra mesotelioma e tumori ai polmoni e alla laringe, evidenziano una situazione paragonabile e non dissimile di quanto accaduto a La Spezia dove l’incidenza per soli mesoteliomi nel periodo 1996-2000 è di 87 casi di cui 57 in Cantieristica navale e Difesa, o Genova con 168 mesotelioma, con un totale per la Liguria di 281 casi dei quali oltre il 50% riguardano le attività navali e la Marina Militare.
    Dati che andrebbero analizzati a livello nazionale e per esposizione professionale. Uno spaccato nazionale che per esposizione all’amianto in Marina Militare e insorgenze di patologie amianto correlate coinvolge tutta l’Italia dalla Liguria alla Puglia, dal Friuli Venezia Giulia alla Campania, ma anche Sicilia e Sardegna. I dati ufficiali del Terzo Rapporto del Registro Nazionale Mesotelioma del 2010 indicano nel periodo 1993-2004 per tutto il territorio nazionale 844 casi di mesotelioma in militari e lavoratori di cantieristica navale e della Difesa. Le esposizioni subite dai lavoratori Marina Militare, anche in periodi relativamente recenti, sono state significative e prevedibilmente ben superiori alle 100 fibre/litro. Motori, tubi, guarnizioni, pannelli, cucine, quadri e cavi elettrici; l’amianto ha contaminato tutti i locali e gli apparati di navi e sommergibili.
    Dalle navi ex americane cedute all’Italia negli anni “60, Caorle, Grado, Etna, Bafile a quelle costruite nei cantieri navali nazionali nel periodo 1970-1990, da Nave Veneto allo Stromboli, Lupo, Intrepido, Mimbelli, Orsa, Sagittario, Audace, Ardito, Grecale, Alpino e l’elenco continua sino alla più recente Nave Garibaldi.
    Nel solo Arsenale di Brindisi i dati Contramianto indicano che sono state distribuite ed utilizzate per coibentare navi e sommergibili ben 2 tonnellate di amianto di cui 200 kg di crocidolite, il pericolosissimo amianto blu già fuorilegge dal 1987, ma la situazione riguarda con ben maggiori quantitativi gli Arsenali principali di La Spezia e Taranto.
    La polvere di amianto è nei polmoni le fibre cancerogene si annidano per poi esplodere e causare il male brutto il cancro di amianto il mesotelioma che ha portato via centinaia di vite e di sogni di marinai ignari che hanno navigato sulle navi militari come ha distrutto l’esistenza degli operai dei cantieri navali e degli Arsenali della Marina Militare ammalati e morti dello stesso male. Vittime del dovere così vengono considerati oggi militari e personale operaio della Difesa che si sono ammalati o sono morti a causa dell’amianto.
    A questi lavoratori e alle loro famiglie Contramianto e altri rischi Onlus ritiene giusto che vengano date delle risposte. E ora che svanisca la polvere e finalmente si faccia chiarezza su l’intera vicenda amianto e Marina Militare; lo dobbiamo a tutti coloro che hanno patito e patiscono ancora oggi senza alcuna colpa gli effetti sulla salute dell’amianto killer”.
    (Fonte – http://www.genovaogginotizie.it/cronaca/2011/4/26/news-19024/la-spezia-amianto-marina-militare-un-killer-bordo.html)

  • Antonio Cimmino

    Mio padre ex saldatore elettrico del cantierei navale, dopo 30 anni ha contratto ed è deceduto per mesotelioma pleurico. Si attende un picco alto di tale patologia tra gli ex lavoratori del cantiere tra l’indifferenza generale. Bene hai fatto Ezio a ricordare questa Giornata della memoria forse la più sconosciuta. Non si tratta di ricordare solo quelli che sono stati uccisi dall’amianto ma anche coloro che sono già stati condannati a morte ed attendo, spesso ignari, l’esecuzione della sentenza!

  • Marulli Claudio

    bravo Ezio forse nessuno sapeva di questo Killer,anche nelle nostre navi militari è o era nascosto!!

  • Antonio Rinaldi

    bravo ezio ma queste notizie e questa targa mi sa che quelli della commissione di verifica non la conoscono come vedi nella foto quei tubi e tutto amianto e poi dobbiamo dimostrare se realmente abbiamo stato a contatto con il killer

  • Danilo Chighine

    La verità è anche un altra ….come appartenente al direttivo A.F.eV.a. Sardegna mi rendo conto con il passare del tempo che tanti colleghi si ricordano di questo problema solo in occasione di queste giornate lasciando a pochi l’onore di lottare per avere riconosciuti quei famosi benefici per cui il comparto difesa è stato escluso tempo fà ….ma siamo in Italia e come sempre aspettiamo la manna dal cielo lasciando a pochi il pensiero di portare avanti questo problema durante tutto l’arco dell’anno…..vorrei solo ricordarvi che siamo tutti MORTI CHE CAMMINANO con una percentuale di vita molto bassa, sarebbe il caso che si partecipasse di più, primo per essere informati, secondo perchè le varie associazioni che lottano in maniera del tutto gratuita hanno bisogno di supporto. GRAZIE

  • Franco Polimeno

    Personalmente ho trascorso 1/3 della carriera a bordo delle citate unità (Impavido, Rizzo, Sterope, Margottini, Intrepido), che di amianto ne erano veramente piene. Non dimentichiamo poi che, in particolare i locali operativi, dove si trascorreva la maggior parte della giornata, le parati erano tappezzate da quella famosa e tanto malefica lanuggine di vetro.

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *