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A proposito di auto blu …

di Marino Miccoli

A proposito di auto blu, sull’uso e sull’abuso delle auto di rappresentanza che ne fanno i politici italiani di turno, ai vari livelli di potere,  desidero condividere una mia personale riflessione con i sempre attenti lettori del blog La voce del Marinaio.

Nell’estate del 217 a.C. quando le legioni romane del Console Gaio Flaminio furono pesantemente sconfitte sulle sponde del lago Trasimeno dall’esercito cartaginese guidato dall’abile stratega Annibale, il pericolo per Roma era grave ed imminente; il suo più acerrimo nemico con un esercito poderoso si avvicinava inesorabilmente alle porte dell’Urbe e fu così che i rappresentanti del Popolo romano decisero la nomina di un “dictator”, ovvero un supremo magistrato munito dell’imperium maximum , cioè della totalità dei poteri civili e militari. Costui durava in carica al massimo 6 mesi e persino i  Consoli erano a lui sottoposti. Il dictator si dimetteva non appena avesse compiuta la missione per cui era stato nominato.
Ebbene, in quel drammatico frangente (nella battaglia del Trasimeno erano periti 20.000 legionari romani) fu eletto a questa massima carica l’anziano Quinto Fabio Massimo il quale era stimato per le sue qualità personali di onestà, prudenza ed esperienza. Ma fate attenzione a questo particolare: al Dictator era negato il diritto di usare il cavallo. Sì, avete compreso bene… all’uomo più potente di Roma non era consentito fare uso del cavallo per i suoi spostamenti. Questo affinché l’andare a piedi gli ricordasse sempre di essere al servizio del Popolo.
Tuttavia, stante l’assoluta gravità dell’incombente e concreto pericolo costituito dalla vicinanza delle truppe cartaginesi, in via del tutto straordinaria, il Senato romano concesse al Dictator Quinto Fabio Massimo di poter cavalcare per raggiungere celermente le residue e demoralizzate legioni al fronte.
La mia considerazione finale è la seguente: quante autovetture di rappresentanza “auto blu” hanno a disposizione e usano i politici e gli alti funzionari pubblici del nostro tempo per i loro spostamenti? Eppure dispongono anch’essi di autobus, treni e metropolitane… ma non ne fanno uso. L’esercito cartaginese non ci minaccia più  …eppure costoro continuano a spostarsi con l’auto di servizio e tanto di autista.
Credo proprio che Quinto Fabio Massimo redivivo scuoterebbe il capo dinanzi a simili usi ed abusi!

11 commenti

  • Roberta Petraglia

    Il trascorrere… le emozioni coprono il sonoro… allo sferragliare metallico degli ingranaggi che scivolano sui binari del tempo… la parte tecnica della vita resta invisibile ed inudibile….

  • ezio vinciguerra

    Sembra una barzelletta? No è la storia con i suoi corsi e ricorsi storici.
    Un abbraccio

  • ezio vinciguerra

    Marino carissimo, ma quanto sale hai in quel grande cocomero? Io dico tantissimo. Complimenti
    …è di un’attualità sconcertante.
    Un abbraccio caloroso in questo gelido inverno (insolito) viterbese.
    Ezio

  • Marino Miccoli

    Grazie dei tuoi complimenti, Ezio, mi giungono graditi più di ogni altro.

    Le mie non sono che brevi e modeste riflessioni che mi piace condividere con te e con i visitatori del blog più marinaro che ci sia.

    In merito al sale nel cocomero, penso che derivi da mio padre che stando per un’intera vita sul mare non poteva che averne lui stesso tanto… allora me ne avrà passato un po’ in zucca!

    Ciao Ezio, ti abbraccio.

    Marino.

  • Francesco Montanariello

    Ezio, una volta si, oggi non più. E’ tutto cambiato. Mi ricordo quando i contadini chiamati giornalieri, andavano in campagna per la loro giornata e portare a casa un po’ di pane, andavano a piedi, uno che abitava vicino casa mia, chiedeva la bicicletta in prestito a mio nonno, quindi questi era già un signore. Oggi, se non gli mandi il mezzo a prenderli, non si muovono. Così era per gli Arsenalotti, partivano in bicicletta, si facevano trenta km in andata e trenta in ritorno, partivano al mattino alle 04,30 e rientravano la sera verso le 18,30, insomma, andavano via col buio e rientravano col buio. Ezio, io ci sto a mandarli a piedi i possessori di auto blu, e se non vogliono andare, farli correre a pedate e cacciarli via, tanto, non perdiamo nulla, anzi ci guadagniamo. Ciao Ezio, ti abbraccio, Ciao Mariella e Ciao all’autore.-

  • ezio vinciguerra

    Ciao Francesco è proprio come sottolinei e non mi resta che condividere il tuo e il nostro pensiero. Come vedi Marino Miccoli autore dell’articolo figlio di un Capo Cannoniere sopravvissuto a Capo Matapan continua la sua missione (ma sarebbe meglio definirla la nostra missione) continuando a ricercare nel passato le nostre radici. Perché gli “illuminati di niente” oggi fanno finta di non vedere? E la mia domanda vale anche nel nostro ambiente dove per via di tre decreti a dir poco scellerati hanno “affondato” la F.A. in particolare mi riferisco:
    D.lgs 231/90 straordinari;
    D.Lgs. 196/95 riordino carriere sott.li;
    D.Lgs 490/97 avanzamento ufficiali.
    Anche nel nostro amato ambiente si è diffuso, purtroppo, questo italico pensiero nel senso che non siamo altro che lo specchio dell’odierna società in cui viviamo.
    Capocannò scusa dello sfogo ma non ne possiamo più.
    Permettimi una citazione: Intelligenti pauca (a buon intenditor…)

  • Bruno Bardelli

    Ciao Ezio, ho letto l’articolo pubblicato anche sulla nostra Rivista Marinai d’Italia riguardo alla cerimonia del varo del nuovo Caio Duilio e del marinaretto di 90 anni. Bellissimo articolo. Complimenti e ciao

  • ezio vinciguerra

    Ciao Bruno Grazie sembrano favole ed invece è proprio così … se arriviamo al 2° raduno di nave Duilio ce lo portiamo in franchigia… Un abbraccio

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