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Quando due velieri fanno rientro a casa

di Roberta – Ammiraglia 88
www.ammiraglia88.it
www.mondovespucci.com

…Vespucci e Palinuro.

Sabato 17 settembre 2011 l’affascinante veliero della Marina Militare Italiana è rientrato dalla campagna addestrativa, ormeggiando nel porto di Livorno. Mi ero perciò preoccupata di organizzarmi per trascorrere, in concomitanza, qualche giorno di ferie in questa città assieme ad una amica. Non potevo, e non volevo, sottrarmi ad un nuovo appuntamento con la nave a vela più bella del mondo. C’era infatti un avvenimento che mi mancava, per conoscere meglio il Vespucci; un evento a cui, ancora oggi, non ho avuto il piacere di assistere: l’entrata in porto con l’equipaggio a riva (uomini e donne schierati elegantemente ed ordinatamente su pennoni, sartie, scialuppe e non solo). Nonostante tutti i nostri precedenti incontri, il Vespucci non mi si era ancora mostrato in questa sua spettacolare prospettiva.
Il programma del suo rientro era chiaro e, una volta tanto, faceva presagire nel probabile, ricercato e sospirato, evento. Un imprevisto però si è messo in mezzo a rovinare i nostri piani e la precisa organizzazione (del Vespucci e di conseguenza, ovviamente in sintonia, anche mia!).
La bomba, testimone del conflitto mondiale, ritrovata durante alcuni scavi, che si stavano effettuando in città a Livorno, purtroppo è stata resa innocua prima del previsto. Così, il bel Vespucci, purtroppo per me, ha potuto ormeggiare in porto, anticipatamente, già il sabato. A questo punto mi sto convincendo (ma ancora non sono del tutto persuasa!), che al momento dell’arrivo in porto non devo esserci; chissà perché!
Sembra quasi che la bella Regina dei Mari non voglia mostrarsi con il trucco da rifare. Dopo circa tre mesi di navigazione nei mari del mondo posso immaginare che, nonostante la grande, costante ed attenta cura che le viene rivolta ininterrottamente dal suo equipaggio, un po’ di “rimmel” le mancherà! In realtà (non avevo dubbi), avendola incontrata già il pomeriggio del suo rientro, l’ho trovata, come sempre, in ottima forma.
Alle ore 13 infatti io e Renza eravamo già giunte con il treno in stazione centrale a Livorno.
Il tempo di prendere un taxi e … eccoci subito in porto. Volevo rasserenarmi, e assicurarmi tempestivamente, sulla situazione prima ancora di recarci in albergo. Fino all’ultimo minuto avevo sperato in un suo ritardo nell’attraccare. Visto che fino a pochissimi giorni prima tutto il programma era perfetto, perché non sperare ancora un pochino in un suo arrivo in porto magari nel primo pomeriggio, anziché all’alba?
Visto che ammiraglia88 e il Vespucci sembrano avere un feeling particolare, e che il treno sarebbe giunto in stazione così presto … sperare costa nulla!
La realtà però era quella che presagivo.
Già quando ci trovavamo nelle vicinanze del porto si intravedevano gli alti e possenti alberi del Vespucci emergere oltre gli edifici. Appena imboccato il porto ci si è presentata una scena incredibile: oltre ovviamente alle normali imbarcazioni, erano presenti anche 4 navi militari e, non uno, ma ben due velieri. Vespucci e Palinuro erano ormeggiati pure vicini, pertanto nel gratificante quadro navale spiccava un incrocio incredibile di alberi, pennoni e cime. Un vero spettacolo!
Devo dire che la delusione iniziale, per la mancata visione dell’arrivo del Vespucci, è stata in parte, piano, piano, scemata dalla fantastica scena che mi si è presentata. Oltre agli alberi dei due velieri, non erano niente male nemmeno gli alberi carichi di radar e apparecchiature varie delle altre navi militari (le classiche grigie). Sono di tutt’altro genere, ma un certo fascino lo emanano comunque.
Erano, per di più, ormeggiate a pacchetto a due a due (cioè una è ormeggiata al molo e l’altra solo alla nave a fianco, in pratica la seconda non tocca la banchina). Questa è una particolare forma di ormeggio che sapevo esistere, ma che non avevo mai avuto modo di vedere prima. La cosa singolare era che due erano della Turchia, ed erano assicurate tra loro, ma le altre due erano della Germania e della Spagna, quindi non connazionali. In questo caso perciò, per sbarcare, l’equipaggio della seconda  nave deve passare attraverso la prima nave, straniera, che è l’unica fissata al molo. Quanto è affascinante e particolare il mondo marinaresco. In mare non ci sono diversità e divari, di alcun genere, nemmeno riguardo alla differente nazionalità.
Questa prima veloce occhiata al porto, per il momento, mi poteva bastare. Così ci siamo fatte portare in albergo e, dopo aver depositato la valigia, ho trascinato subito la mia amica di nuovo al porto. Per fortuna non ha fatto resistenza, sa quanto sono pazza per il Vespucci e mi ha assecondato (a volte i matti vanno assecondati!).
Credo proprio, inoltre, di essere riuscita a contagiarla un po’ con la Vespuccite, non è la prima volta che mi segue in queste mie trasferte! Così ho ammirato il Vespucci, che quel giorno non era visitabile, e poi abbiamo atteso un po’ per salire sul Palinuro, che invece più tardi sarebbe stato aperto al pubblico. Trovarsi sul molo in mezzo a due bei velieri è veramente una cosa particolare e, mentre eravamo in attesa, non ho voluto perdermi questa occasione.
Il povero Palinuro, “fratello minore” della Regina dei Mari, penso che abbia perso un po’ del suo fascino finché si è trovato lì, al suo fianco. Erano così evidenti la differenza delle dimensioni, degli alberi, della velatura. Ben presto però ha riacquistato il podio.
Il Vespucci già il lunedì pomeriggio è salpato ed ha lasciato il posto d’onore al Palinuro. Ho fatto comunque in tempo a visitarlo la domenica pomeriggio. A bordo era già salito, battendomi sul tempo, Federico, un ragazzo che da anni ha nel cuore il Vespucci. Sembrerebbe che sia stato anche lui contagiato dalla Vespuccite … l’ho così incontrato e salutato con piacere. Anche questa volta ho assaporato con immenso piacere quell’atmosfera di antico, di ordine, di signorilità, che è presente a bordo. Starei a bordo per ore senza annoiarmi, ammirando ogni piccolo particolare, immaginando la vita di bordo, vedendolo scivolare a vele spiegate e … allontanando il momento dell’addio.
Prima di sbarcare dalla Regina dei Mari, questa volta le ho dato però un appuntamento per il giorno successivo. Non dirmi che avevi dubbi in proposito! Avevo infatti saputo che il lunedì sarebbe salpata da Livorno per dirigersi a Gaeta, come avevo supposto, ed essere presente in occasione del raduno nazionale A.N.M.I. (Associazione Nazionale Marinai d’Italia).
Prima della partenza del Vespucci avevo però un appuntamento, proprio nei pressi di questo veliero.
Ho incontrato il papà (marinaio incallito, colpito anche lui dalla Vespuccite), e la famiglia, di una ragazza imbarcata durante la campagna addestrativa 2011. Avevo conosciuto Mimmo solo via e-mail, e al telefono, perciò ora sarebbe stato un piacere, ed anche il momento e il luogo opportuno, riuscire ad incontrarci. E così è stato. Ho avuto la fortuna di conoscere anche la figlia, una ragazza motivata, decisa e felice dell’esperienza fatta a bordo del Vespucci. Un’altra missione compiuta dalla nave scuola Amerigo Vespucci. Grazie al fatto che l’arrivo era avvenuto recentemente, nei pressi della nave ho potuto ammirare da vicino, per la prima volta, l’elegante divisa di tutti questi giovani allievi (uomini e donne). Non solo, perché ho avuto modo di vedere anche la classe della nuova divisa “di servizio”, di cui Massimo, un amico, mi aveva parlato recentemente.
Rinnovo perciò i complimenti per lo stile e la raffinatezza che distingue la Marina Militare Italiana.
La cosa straordinaria di questi giorni di ferie trascorsi a Livorno, è stata soprattutto l’assistere alle manovre compiute dal Vespucci, e dal suo equipaggio, per salpare.
La mia visione è stata ovviamente limitata dal fatto che non ero a bordo. E’ stato molto emozionante partecipare, anche se dal molo, alle operazioni che avevo ammirato solo nelle foto. C’è un grande lavoro manuale, c’è una grande coordinazione; ogni componente dell’equipaggio ha il proprio importante incarico, c’è perfino l’addetto al Jack! Ero a conoscenza del fatto che si devono svolgere una serie di manovre, ma non avevo mai avuto il piacere di “vivere” questo momento (anche se in misura ridotta trovandomi a terra).
Con il sopraggiungere dei rimorchiatori (pronti a muovere nei pressi del Vespucci), l’arrivo e l’imbarco del pilota di porto, l’ancora salpata, il recupero a bordo della parte mobile dello scalandrone (da parte di un forzuto gruppo di braccia che lo issano a ritmo), quasi tutte le cime di ormeggio mollate, la sistemazione e il fissaggio allo scafo dell’altra parte di scalandrone (da parte di un uomo che si cala lungo la murata (il fianco) della nave proprio a picco sul mare), ed innumerevoli laboriose altre attività, sono avvenuti anche gli ultimi preparativi. In questo breve elenco ho tralasciato una miriade di altri interventi, più o meno evidenti ma necessari, per arrivare repentinamente alla scena più eccezionale.
Una volta che il veliero è stato agganciato ai rimorchiatori ha iniziato a muoversi. Quanto era imponente mano, a mano, che si staccava delicatamente dalla banchina; quanto è stato impressionante vederlo “mettere mare tra lui e la banchina” e muovere subito i primi passi in avanti verso il mare aperto; quanto è stato favoloso rendersi conto che dolcemente scivolava in avanti, senza alcun rumore, ma evidenziando tutta la sua forza e temerarietà; quanto mostrava la sua eleganza e signorilità; quanto appariva la sua grandezza, sia fisica che morale.
Mano, a mano, che si allontanava da me, nel vederlo nella sua completezza, ha rivelato ancora di più le sue dimensioni: quanto è enorme!
Se già è magnifico quando lo si vede  solo parzialmente, perché è ormeggiato, non ti dico come appare vedendolo interamente e in movimento. Che emozione forte ed indescrivibile è stato ammirarlo completamente e nell’intenso abbraccio dell’immenso mare.
L’ho seguito con lo sguardo finché mi è stato possibile. Vederlo condurre, quasi per mano, dai due rimorchiatori mi ha quasi commosso. E’ veramente una nave affascinante.
Ma la scena ed i momenti singolari ed indimenticabili non si limitano a questo!
Con me sulla banchina infatti c’erano diverse persone, che contemplavano silenziosamente tutte le complesse manovre. Alle nostre spalle c’era il Palinuro con parte dell’equipaggio intento ad osservare la scena. Regnava il silenzio, nemmeno una mosca volava. Si udivano solo gli ordini ed i fischi del nostromo provenienti da bordo del Vespucci.Quando il Vespucci ha mosso i primi passi, dalla folla dietro di me si è alzato spontaneo un lungo applauso, seguito dai classici saluti fatti con le mani. Sulla nave ho visto alzarsi una successione di mani che rispondevano ai nostri saluti.
Non aggiungo altro! Già per conto mio, poco prima, in quel contesto non capivo più quali pulsanti della macchina fotografica dovevo schiacciare (indaffarata tra foto e filmati), non ti dico in questo momento. Mentre cercavo di districarmi dalla toccante situazione, tutto per immortalare quel fantastico ed unico momento, nel mezzo della concentrazione, della agitazione, dell’emozione, proprio mentre mi sono resa conto che stava muovendo i primi passi, per un attimo un brivido di freddo mi ha colpito all’improvviso … deve essere stato un refolo di vento! Quel vento che poi ha portato un forte acquazzone con grandine.
Ho ammirato il Vespucci mentre maestoso salpava, l’ho visto impaziente di riprendere il mare aperto. Quanto è grande, quanto è maestoso e quanto è impressionante vederlo nel suo complesso. Quanto è affascinante vederlo dirigersi dolcemente, accompagnato quasi per mano da due piccoli rimorchiatori. La velocità aumentava sempre di più, forse voleva fuggire dal temporale o forse semplicemente non vedeva l’ora di farsi accarezzare dallo sciabordio delle onde, libero finalmente di navigare e di farsi sospingere dal vento. L’acquazzone è sfociato fortunatamente solo mentre il Vespucci, in lontananza, aveva raggiunto ormai l’imboccatura del porto. Ho potuto così seguire fino all’ultimo il mio veliero preferito e poi … ringraziare il Palinuro (aperto al pubblico) per avermi accolta a bordo, riparandomi da pioggia e grandine sotto il gran sceicco.
Da quel momento il bel Palinuro ha così riacquistato il suo completo fascino, non dovendo più subire gli spontanei confronti con la Regina dei Mari.
Concludendo, devo dire che, ancora una volta non sono riuscita ad assistere all’arrivo in porto del Vespucci, ma si è fatto perdonare mostrandosi nella sua imponente ed emozionante partenza. Ho potuto fotografare il Vespucci dal Palinuro e il contrario, evento non da poco! Ho conosciuto un marinaio congedato, ma ancora con il cuore in Marina, e la sua bella famiglia, compresa la giovane marinaia che prosegue seguendo la rotta del padre.
In quei giorni di ferie non ci siamo fatte mancare anche una passeggiata sulla inconfondibile, lunghissima e bella, Terrazza Mascagni e una sul lungomare di Livorno, abbiamo visitato l’acquario, e ci siamo recate a Pisa a vedere la torre pendente. Ho così trascorso dei bei giorni di ferie, in buona compagnia e vivendo dei momenti molto emozionanti.Di una cosa ero sicura prima di questa trasferta: la partenza di una nave suscita emozioni, o comunque fa sempre un certo effetto.
Adesso ho la certezza che quando il Vespucci salpa è un evento, è un momento da non perdere; è una di quelle cose che non ti possono lasciare insensibile e che, sono certa, ricorderai per tutta la vita.
Sarà una manifestazione della mia Vespuccite, oppure no? Lascio a te scoprirlo.
Nell’attesa che tu possa recarti in porto al momento opportuno, ti invito a visionare i brevi filmati amatoriali che ho fatto in questa occasione. Certamente non è come essere lì, presenti in quei momenti, ma spero che comunque riusciranno a suscitare anche in te qualche suggestione.

5 commenti

  • Roberta Ammiraglia

    Grazie mille per l’articolo. Bello!
    Nel fine settimana però dovrei riuscire ad andare a vedere in YouTube cosa “fa” il tuo amico di Venezia.
    E’ stato molto felice di ricevere i tuoi saluti. Come ti ho accennatoti aspetta a Venezia.

    ciao ciao

    Roberta

  • Toty Donno

    Abbiamo bisogno di tante cose:
    di salute, di pane, di lavoro,
    di tranquillità e di pace…
    …ma più di tutto di bontà, abbiamo bisogno di gente
    che insegni ad amare il mare.

  • Antonio Campestrina

    Ciao Ezio come stai?
    Sono rientrato dopo un mese e mi domandavo, avrò la fortuna di incontrare Ezio, spero di si se non mi costringi a venire da te!
    W IL VESPUCCI
    …fammi sapere un abbraccione amico mio

  • ezio vinciguerra

    Mink Antonio ciao io sto bene e tu?
    Hai conosciuto Roberta Ammiraglia? E una forza della natura. Promesso che verrò da te e da Roberta e sarei veramente felice se mi venissi a trovare.
    Un abbraccio Ezio

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