La regia nave Marco Polo nella guerra italo-turca e la morte di Riccardo Grazioli Lante della Rovere
di Antonio Cimmino
Nel 1911 la regia nave Marco Polo era inquadrata nell’Ispettorato Silurante, squadra formata dalla nave appoggio sommergibili Lombardia, l’incrociatore torpediniere Minerva, la corazzata Saint Bon, l’incrociatore corazzato Vettor Pisani, la 3° squadriglia cacciatorpediniere, la 1° sezione della 4° squadriglia cacciatorpediniere e altre siluranti dislocate nel Mar Adriatico.
Dopo alcuni interventi davanti alle coste albanesi. La nave (al comando del Capitano di vascello Maffeo Scarpis), il 12 ottobre 1911, scortò a Tripoli – unitamente alla corazzata Saint Bon e le unità della 2° Divisione della II Squadra – un convoglio di 19 piroscafo con a bordo il Corpo di spedizione del Regio Esercito al comando del Generale Carlo Caneva.
Il Marco Polo, assieme alle unità della Divisione Navi Scuola della II Squadra Navale, fu destinato a proteggere lo sbarco di uomini e mezzi del corpo di spedizione in Tripolitania e di occupare le località costiere, nonché di mantenere le comunicazioni.
Il 17 ottobre la nave, insieme all’incrociatore corazzato Varese, fu inviata a bombardare la zona di Homs, nonché fornì una batteria da 72 mm, completa di marinai da sbarco, da sistemare sulle alture allo scopo di proteggere i soldati che, verso ovest, si accingevano ad occupare il Margheb. La batteria ed il contingente da sbarco era comandata dal sottotenente di vascello Corrado Corradini Bartoli, successivamente decorato con Medaglia d’Argento al Valor Militare con la seguente motivazione:
”Dopo aver tenuto lodevolissimo contegno nelle operazioni della forza da sbarco a Tripoli, il 23 ottobre 1911, ad Homs, dirigendo un reparto di artiglieria da sbarco, dimostrò calma e coraggio sotto il violento fuoco dei turco-arabi, mantenendo la sua serenità anche dopo essere stato ferito alla testa da un proiettile nemico”.
Nel frattempo il contingente dei bersaglieri, spingendosi troppo in territorio nemico, stava per soccombere. Il comandate del Marco Polo inviò a terra il sottotenente di vascello Grazioli Lante per avere la posizione delle truppe nemiche onde poter cannoneggiarle e permettere lo sganciamento dei soldati italiani. Con coraggio il sottendente, procuratosi un cavallo, si avventurò verso il Margheb e, tornato alla neve, fornì le coordinate necessarie per il cannoneggiamento di sgancio.
Grazioli Lante tornò una seconda volta a terra il 28 ottobre per comandare la batteria dopo che il collega Corradini era stato ferito, lasciando un suo sottufficiale al comando dei pezzi.
Nell’azione di difesa delle postazioni terrestri fu validamente collaborato dal 2° Capo cannoniere Emilio Signanini, anch’egli decorato con Medaglia d’Argento al Valor Militare con la seguente motivazione:
”Destinato alla batteria da sbarco coadiuvava in modo lodevolissimo il proprio ufficiale. Caduto il Comandante della batteria ne assunse per qualche tempo il comando dirigendo il fuoco con calma e bravura sotto il fuoco nemico”.
Altri due cannonieri furono decorati con Medaglia d’Argento al Valor Militare.
Il 2° Capo Meloni Michele (23 ottobre) con la seguente motivazione:
”Destinato alla batteria da sbarco coadiuvava con calma e coraggio l’ufficiale che la comandava sotto il violento fuoco nemico, rimanendo gravemente ferito al petto”.
Il Sottocapo Orazietti Giulio (28 ottobre) con la seguente motivazione:
”…quantunque ferito ed invitato a ritirarsi, rimase fermo al suo posto di puntatore continuando il suo tiro sotto il fuoco del nemico”.
Durante i ripetuti attacchi dei turchi, fu ucciso anche il Tenente Luigi De Martini che, in trincea, comandava un plotone di bersaglieri. Grazioli Lante assunse anche il comando dei soldati.
Circondante da preponderanti truppe nemiche ingrossate da centinaia di indigeni, inviò questo messaggio al comando dei bersaglieri:
“Colonnello Maggiotto, Tenente De Martini ucciso sulla mia trincea. Ho preso la direzione del suo plotone. La pregherei, se possibile inviarmi qualche uomo sulle ali e possibilmente un ufficiale. Ho sospeso il fuoco per risparmiare munizioni. Grazioli”.
Alla testa dei marinai e bersaglieri si battè valorosamente ma fu colpito mortalmente da tre pallottole in testa. Gli fu conferita la Medaglia d’Oro al Valor Militare con la seguente motivazione:
“Il 23 ottobre ad Homs, dopo aver compiuto arditamente una missione a terra sul terreno battuto dal fuoco nemico, sbarcato una seconda volta per raccogliere notizie, affidò ad altri l’incarico avuto di portarle a bordo e di propria iniziativa accorse a sostituire il comandante della batteria da sbarco rimasto ferito. Rianimò ed infuse nuovo ardimento negli uomini esausti per le perdite subite, le fatiche ed il digiuno; provvide a raccogliere il materiale gravemente danneggiato e, malgrado l’oscurità della notte e il non interrotto fuoco nemico, attraverso gravi difficoltà del terreno, ricondusse la batteria al completo nei trinceramenti. Il 28 ottobre, pure ad Homs, esempio ai suoi di eroica fermezza, comandò la batteria da sbarco della sua nave esponendosi arditamente al fuoco nemico per dirigere il tiro, finché cadde mortalmente ferito”.
In una copia della Rivista Marittima dell’epoca, così viene descritta la morte del giovane ufficiale:
“Riccardo Grazioli non ha tempo di compiangere: ha visto morire il suo amico, ma pensa soltanto alla necessità del dovere. Scrive in fretta e manda come può un biglietto al colonnello Maggiotto avvertendolo della perdita di De Martino, e intanto assume prontamente il comando anche del plotone dei bersaglieri. E con una tranquillità di spirito incredibile attende alla batteria e al plotone insieme, alternando ordini e monti a quello e a questo, intento allo svolgersi dell’azione e sollecito a secondarla o combatterla come meglio convenga. Ma a lui pure, fiore purissimo dell’eroismo italiano, è prefissa una sorte non diversa da quella del suo nuovo commilitone. Egli si leva un momento sopra il muretto che maschera la batteria per guardare col binocolo l’effetto del tiro di questa, poi volge il capo per ordinare alcunché al plotone dei bersaglieri …. Una pallottola gli fora la tempia, lo fa stramazzare, folgorato, sulla terrazza.”
18 commenti
Iacono Francesco
fu la amrina ad aprire la strada all’esercito per iniziare l’infiltrazione nelle coste libiche precedenti la conquista a danno dei turchi della Libia
Sergio Pagni
R.N. Marco Polo ariete corazzato
EZIO VINCIGUERRA
Ciao Sergio Pagni grazie per la segnalazione di questa bellissima foto e grazie anche a Iacono Francesco giovane ma tenace conoscitore della nostra storia. Un abbraccio a voi.
EZIO VINCIGUERRA
Noi, marinai di una volta, non dimentichiamo.
Ci dispiace per voi e vi perdoniamo e sapete il perché?
Perché noi abbiamo vissuto, viviamo e continueremo a fare proseliti e siamo MARINAI PER SEMPRE E PER VOCAZIONE.
Carlo Luigi Crea
Buonasera Ezio
Iacono Francesco
un grande marinaio e fortunatamente hanno intitolato a lui il grande disstaccamento di marina di Roma, posto che ha ospitato il sottoscritto e tanti altri marinai durante il tempo passato a servire il paese.
Marinaio Leccese
http://www.iltempo.it/…/quella-marcia-su-roma-che…
Iacono Francesco
che strana coincidenza! 28 ottobre anniversario dell’inaugurazione del maridist Lante e della Marcia su Roma, coincidenza o no?
Roberto Tento
Buon pomeriggio Ezio Pancrazio Vinciguerra..
Marco Ximenes
Sono stato accasermato alla Lante dal 1970 al 1971. Mi ricordo “franchi in riga” con qualche patema d’animo e, in particolare, un 2 Capo Aiutante sopranominato “doppio Rum”. Comunque un bel periodo romano.
Nicolas Rotunno
ciauuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuu
EZIO VINCIGUERRA
Buonasera a tutti carissimi e scusate il ritardo nella risposta… siamo tantissimi e, soprattutto, siamo un bel gruppo di marinai per sempre.
Filippo Bassanelli
Capo Carico Cannoniere dal 72 al 76 poi x la seconda volta stesso incarico 78 al 1980.Un saluto a tutti.
Giovanni D'Angeli
grande capo bassanelli
Andrea Tirondola
Mi permetto una piccola correzione: il personaggio citato, STV Corrado Corradini Bartoli, è in realtà Corradino Corradini.
Il primo era un capitano di porto, mai stato su quella spiaggia,il cui nome è stato per chissà quale motivo inserito negli archivi al posto di Corradino Corradini.
Quest’ultimo si merità poi quattro medaglia di bronzo al v.m.: una nella Grande Guerra (Durazzo 1918), una in Africa Settentrionale nel 1941, una nel Dodecaneso nell’ottobre 1943 e infine una nel 1944 da comandante interinale del San MArco. Prima dell’armistizio ebbe il comando della cannoniera Caboto dislocata a Rodi.
Antonio Cimmino
Caro Ezio, carissimo dott. Andrea Tirondola, la motivazione della M.A.V.M. conferita al STV CORRADINI BARTOLI Corrado nato il 12.8.1874 l’ho presa dal volume:
– “Le Medaglie d’Argento al Valor Militare I° Tomo dal 1793 al 1939” edito dall’US.M.M. edizione 1999 pagina 201.
La MAVM gli fu concessa con R.D. 3 aprile 1913.
Antonio Cimmino
Caro Ezio
non credo siano la la stessa persona perchè il Cap di Corvetta (r.n.)CORRADINI Corrado era nato a Piacenza il 30.9.1887 e fu insignito di diverse onorificenze tra cui una MBVM (2° Concessione) a Tripoli il 24.12.1941 (determinazione 29,12,1942 – R.D. 25.1.1943) in servizio a Marilibia. Fonte: Le Medaglie di bronzo al valor militare, II tomo, II guerra mondiale decorati lettere A-L, edito da USMM edizione 2002.
ciao
Antonio
Pier
salve , io sono in possesso di quasi 100 foto originali fatte da un marinaio di quella nave .
ho gli originali e trattano la guerra italo turca ma anche viaggi nel mondo fino a Pechino …
a breve creerò un album su Facebook , chi vuole seguire questo .. cerchi su Facebook il gruppo – Collezione storica ” Quadri – Venturi ”
a presto e grazie per l’articolo che ho subito copiato per il mio archivio