A Luigi Rizzo di Grado di Premuda
di Francesco Garrubba
Diafana
il tempo ha reso una pellicola
in un recitare di fotogrammi
scanditi da una voce
imperiosa pacata
Davide contro Golia:
due piccoli burchielli
senza remi trainati
dalla destrezza e
la potente flotta austriaca
forte nella sua virilità
impavida nella sua strategia
Pensieri si susseguono
ansie contrastanti
Al far del giorno
un rivolo nero riga l’orizzonte
un palpito, una decisione
Stoccata e fuga
Sdraiata sul fianco ferito
la corazzata non reprime vendetta
e, il cannoneggiare amico
leso nell’orgoglio
s’infrange
sull’ultimo ordigno
dell’eroico Rizzo
che trionfante dall’inseguimento
sventola il regio vessillo
La nave ammiraglia riversa
sterile speranza
lo scafo
marinai ancorati resistono
e stridono lamiere
e sirene deliranti
accompagnano l’inno imperiale
per l’ultimo saluto
Il mare avido
ingurgita
la possente corazzata
con lei
l’onore di uomini
di marinai
fratelli di patria e di onore