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    8.7.2013, Regina del mare

    segnalata da Seby Battiato

    …beati gli ultimi perché di loro è il Regno dei Cieli.

    Regina del mare,
    che dalle stelle ti volgi quaggiù,
    dona un tuo sguardo di luce.

    Forse nella tempesta c’è ancora una barca,
    ma la luce del faro non disperde la nebbia,
    non entra nel cuore di vite e uragani.

    Su questa spiaggia adesso cattiva,
    nelle notti di reti strappate, t’invoco:
    sii porto a chi piange nel vento.

    E in questo mare di sorriso e tremore
    dona il tuo amore a chi naviga senza senso.

    Stella del mare, guida noi poveri marinai
    nella nostra rotta della vita.

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    8.7.1917, entra in servizio il regio sommergibile H 6

    di Carlo Di Nitto

    Il regio sommergibile “H. 6”, classe “H.” o tipo “Holland canadese”, dislocava 360/474 tonnellate (emersione/immersione). Era stato impostato il 23 novembre 1916 presso i Cantieri “Electric Boat Company” di Montreal (Canada). Fu varato il 23 aprile 1917 e contestualmente consegnato alla Regia Marina Italiana. Come tutti I sommergibili della classe “H.”, si rivelò un eccellente battello.
    L’8 luglio 1917 entrò in servizio attivo e, dopo il completamento, partì dal porto canadese di Halifax per l’Italia. Purtroppo, dopo aver superato l’Atlantico, il 6 ottobre 1917 durante l’attraversamento dello Stretto di Gibilterra (effettuato in gruppo con i battelli gemelli “H. 7” e “H. 8”), venne attaccato e colpito dalla nave statunitense “USS Nahma”, che l’aveva scambiato per un sommergibile tedesco; alcuni colpi caddero a bordo provocando la morte di due marinai ed il ferimento di altri cinque componenti l’equipaggio, mentre la torretta subì danni abbastanza rilevanti. Riuscì comunque a raggiungere l’Italia dove fu sottoposto a di lavori di ripristino nell’Arsenale di La Spezia. Rimesso in sesto, il 18 marzo 1918, raggiunse Taranto dove iniziò ad operare in missioni esplorative e offensive lungo le coste meridionali dell’Adriatico, senza però ottenere risultati di rilievo.

    Al termine del conflitto, fu destinato a Brindisi con compiti addestrativi. Successivamente venne destinato a Taranto assegnato alla Flottiglia Scuola Comando.
    All’inizio del Secondo Conflitto Mondiale era in forza nella base di La Spezia e partecipò a diverse missioni di guerra lungo la costa francese con compiti di ascolto idrofonico e di ricerca e caccia di sommergibili nemici. Svolse anche missioni addestrative per la scuola idrofonisti di La Spezia.
    Alla proclamazione dell’armistizio, si trovava in Corsica, nel porto di Bonifacio ma i tedeschi ne impedirono la partenza. Il 14 settembre fu catturato a sorpresa da elementi germanici. Gli stessi, la sera del 18 settembre, lo affondarono a cannonate a poco meno di un miglio a ponente dal fanale della Madonnetta del porto di Bonifacio.
    ONORE AI CADUTI! 

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    Marinaio

    di Mattia Bravo (*)

    La risacca culla la chiglia in un lento e ripetuto rollio, la pioggia fine bagna le vele chiuse sui boma da giorni immemori, il sapore della brezza viva del mare è un ricordo lontano, amarezza del presente, speranza per il futuro.
    La ruota del timone cigola sinistra, vittima di un presente immobile, oscuro… costante  ricerca di un futuro … navigato…
    La sera cala inesorabile, le tenebre avvolgono Il mesto rollio ripetuto con monotonia sconcertante.
    Il marinaio sottocoperta alla luce fioca della lampada segue inerme il rollio, con il cuore gonfio di malinconia, avulso dalla realtà ormai dimenticata, di fronte allo sguardo solo nebbia di passioni vissute, emozioni desiderate, lacrime dimenticate.
    Il cuore batte stancamente privo di emozioni, il respiro affaticato assume il sapore della noia e della stanchezza… nulla appare più avvincente per la sua mente.
    La notte prosegue, lunga profonda, buia, fredda e umida…
    La mente si è arresa? La passione è morta? L’emozione, luce lontana nel cuore si è spenta?
    La brezza mattutina si affaccia sussurrando fresca tra le sartie, la pioggia ha lasciato la scena, il tiepido sole sorge timido dall’orizzonte illuminando la fredda notte, riscaldando l’aria umida.
    La barba ispida e provata punge l’uomo imprigionato, deluso ma desideroso di emozioni forti, annoiato ma desideroso di vita, affranto dall’inutilità dell’essere.
    Il caldo sussurro del cuore timidamente risorge, il battito scuote il petto dalla noia, il calore del sole riscalda il desiderio, la nebbia scompare, la mente vaga lontana, la memoria delle emozioni rinasce in un arcobaleno di desiderio.
    Il calore pervade la mente, il corpo ribelle risorge in un turbinio di energia, il leggero sudore della fronte come rugiada del mattino rinfresca la mente.
    Le mani ancora forti, tenaci, riscoprono il desiderio delle caviglie di quella ruota ormai dimenticata.
    L’ansia del mare aperto si confonde con la brezza che sussurra alle vele maestre, voglia di libertà, voglia di spazi infiniti, indefiniti e mai uguali…
    E’ giunta l’ora, il momento è scoccato, gli ormeggi uno dopo l’altro come ricordi di un passato inerme liberano le bitte, la salda mano governa il timone verso la rotta dell’anima, libera, leggera, nutrita d’affetti infiniti e non sempre colti, ma  profondamente presenti…
    Solco d’amore, strada maestra del cuore,
    unica via di vita, unica rotta d’esistenza.

    Grazie e un abbraccio grande come il mare a tutti i Marinai!

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    Nicola Conte (Tripoli, 15.4.1920 – Roma, 15.4.1974)

    a cura Antonio Pisanelli (*)

    (Tripoli, 15.4.1920 – Roma, 15.4.1974)

    Nacque a Tripoli, nell’allora Africa Settentrionale Italiana, il 15 aprile 1920.
    Nel 1938 diviene allievo della Regia Accademia Navale di Livorno, uscendone con il grado di guardiamarina nel 1941. Fu dapprima imbarcato sulla nave da battaglia Littorio e poi sulla Vittorio Veneto dove conseguì la promozione a sottotenente di vascello.
    Nel maggio 1942 passò, dietro sua domanda, alla Xª Flottiglia MAS e, ottenuto il brevetto da sommozzatore, operò nell’ambito del Reparto d’assalto subacqueo. All’atto dell’armistizio dell’8 settembre 1943 rifiutò la richiesta del suo comandante, capitano di fregata Junio Valerio Borghese, di collaborare con la Marina della Repubblica Sociale Italiana. Raggiunta Roma entrò a far parte attiva del Fronte militare di resistenza della Regia Marina, e dopo la liberazione della Capitale, il 4 giugno 1944 raggiunse il Centro Marina di Roma, venendo destinato al ricostituito Gruppo mezzi d’assalto. Fu protagonista nelle acque di Genova, assieme al sottocapo Evelino Marcolini, dell’impresa che nella notte del 19 aprile 1945 portò al danneggiamento della portaerei Aquila, operazione che gli valse la concessione della medaglia d’oro al valor militare a vivente e la promozione a tenente di vascello per merito di guerra.
    Dopo la fine del conflitto, dall’ottobre 1945 al dicembre 1947, prestò servizio al Centro Subacqueo di Taranto, partecipando attivamente alle operazioni di sminamento e bonifica delle coste e dei porti dell’Adriatico. Collocato in aspettativa per infermità contratta in servizio, nel 1951 fu posto in congedo assoluto ed iscritto nel Ruolo d’Onore nel grado di capitano di corvetta. Promosso capitano di fregata nel 1962, divenne capitano di vascello nel 1967.
    Si spense a Roma il 15 aprile 1976 nel giorno del suo 56º compleanno.

    Onorificenze
    Medaglia d’oro al valor militare – nastrino per uniforme ordinaria Medaglia d’oro al valor militare con la seguente motivazione:
    «Operatore volontario dei mezzi d’assalto, sorpreso dall’armistizio in territorio occupato, ricongiuntosi ai compagni d’arme per rinnovare le gesta che già tanta gloria avevano dato alla Regia Marina, otteneva di partecipare ad ardita operazione di forzamento di porto nazionale nella zona occupata, benché a conoscenza che il materiale da impiegare fosse ormai poco efficiente e conscio di affrontare in caso di cattura l’estremo sacrificio. Con abilità somma, sorretta da mirabile freddezza, indomita decisione e temerario coraggio, superava le ostruzioni attentamente vigilate, attaccava con successo l’obiettivo, riuscendo poi a rientrare incolume sull’unità che lo aveva trasportato nelle acque foranee del porto. Con questa azione che sollevava l’ammirazione dei compagni d’arme della Regia Marina e delle Nazioni Unite e risparmiava ulteriori gravi offese ad uno dei maggiori centri marittimi nazionali, già tanto provato, recava – in un momento particolarmente difficile – nuova gloria alla Marina ed alla Patria. Esempio mirabile di elette virtù di soldato. Acque di Genova, notte sul 19 aprile 1945— 31 maggio 1946.

    Croce al merito di guerra (4 concessioni) – nastrino per uniforme ordinaria Croce al merito di guerra (4 concessioni)

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    Vincenzo Tancorre (Gioia del Colle (BA), 7.7.1923 – Mare, 2.2.1942)

    di Pasquale Mastrangelo

    (Gioia del Colle (BA), 7.7.1923 – Mare, 2.2.1942)

    Pasquale Mastrangelo per www.lavocedelmarinaio.comCarissimo Ezio,
    come promesso giorni fa, ti allego una scheda riepilogativa relativa al Meccanico Navale Tancorre Vincenzo (mio compaesano), perito a seguito dell’affondamento della regia nave Giovanni delle Bande Nere.
    Ti allego altresì un file contenente la foto da Allievo della Scuola Meccanici di Venezia, copia di una lettera inviata ad un suo amico nell’imminenza della fine del Corso da Allievo (prima di imbarcare) e della cartolina che è l’ultimo suo scritto prima dell’affondamento, praticamente sei giorni prima!
    Nel rileggere la lettera scritta al suo amico sono rimasto molto colpito dalle parole che un giovane di 19 anni sentiva di scrivere. Parole dettate dal senso di appartenenza, dallo spirito di corpo, dall’amore per le istituzioni ed il senso di Patria. Abbiamo tanto da imparare da queste frasi, soprattutto tanti giovani di questa epoca che si divertono a distruggere auto, vetrine e colpire nel cuore le Istituzioni.

    Lettera di Tancorre Vincenzo Marinaio (p.g.c. a www.lavocedelmarinaio.com)
    So’ per certo che saprai come tuo solito valorizzare questa grande testimonianza secondo i tuoi canoni e so’ di mettere “il tutto” nelle migliori mani possibili.
    Ho anche suggerito ad Aldo Capobianco cognato del TANCORRE (*) la tua amicizia su facebook. A lui puoi tranquillamente rivolgerti per eventuali altre informazioni al riguardo.
    Ti rinnovo i sentimenti di amicizia e stima e ti ringrazio per il privilegio di esserti amico.
    Pasquale Mastrangelo.

    Tancorre Vincenzo, nato a Gioia del Colle (Bari) il 7.7.1923. Frequentò la scuola per meccanici di Venezia. Perì a seguito dell’affondamento della regia nave Giovanni delle Bande Nere il 1° gennaio 1942. Fu dichiarato disperso il giorno successivo.

    (*)  https://www.facebook.com/aldo.capobianco.54


    Regia nave Dalle Bande Nere - www.lavocedelmarinaio.com
    Nota della redazione
    Giovanni Dalle Bande Nere
     era un incrociatore Leggero varato a Castellammare di Stabia il 27.4.1930. Partecipò alla Guerra dei Convogli e alla Seconda Battaglia della Sirte.
    Il mattino del 1° aprile 1942 lasciò Messina diretto a La Spezia scortato dal cacciatorpediniere Aviere e dalla torpediniera Libra.
    Alle ore 09.00, a undici miglia da Stromboli, le navi vennero intercettate dal sommergibile britannico Urge.
    Un siluro spezzò in due lo scafo e l’unità affondò rapidamente, trascinando con se 381 Marinai su 507 uomini dell’equipaggio. Fra di essi c’era anche Nicola Verdoliva nato a Castellammare di Stabia il 5.12.1916 che risultò disperso in mare. Di Lui non abbiamo nessuna foto a corredo di questo articolo ma siamo certi, ovunque si trovi con i suoi Frà che non fecero più ritorno all’ormeggio, che adesso riposano in pace fra i flutti dell’Altissimo.

    nave Giovanni dalle bande nere-www.lavocedelmarinaio.com_