Storia

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    Guglielmo Roccabella (19.12.1916 – 22.11.1977)

    di Alesandro Roccabella
    roccabella_ale@yahoo.it

    …mio padre, profugo Giuliano, prigioniero a Zonderwater, e la fame di amore che ci ha accompagnato tutta la vita (19.12.1916 – 22.11.1977).

    Dosson di Casier (Treviso) 23 luglio 2017.
    Buon giorno a tutti quelli che hanno scritto parole commoventi sui tragici fatti di Capo Matapan.
    Siamo nel 2017 e qualcuno, come me, si interessa ancora a quella tragica notte.
    Questa è una cosa straordinaria e meravigliosa poiché il ricordo di chi ha dato la vita, la sua giovane vita in guerra, non deve mai finire.
    Ogni tanto vado a visitare l’ossario di Nervesa della Battaglia (TV). Li dentro c’é un freddo ed un silenzio che ti avvolge come una coperta gelata. Si leggono i nomi di centinaia di soldatini della prima guerra mondiale. La maggior parte erano ragazzi di 20 – 21 anni. Quei poveri ragazzi morirono per noi, per noi che siamo liberi, oggi nel 2017, dopo una seconda guerra mondiale che coinvolse, nel nostro caso, i nostri cari padri o nonni, nella notte di Capo Matapan.
    Sono Roccabella Alessandro e sono il figlio di Roccabella Guglielmo, cannoniere sul regio incrociatore Zara. Mio padre si salvò e anche lui finì a Zonderwater. La famiglia di mio padre visse una tragedia nella tragedia. Si trattava di gente che abitava a Zara e che dovette abbandonare la loro casa per vivere il resto della loro vita nella condizione di profughi. Mio padre lavorò come barman, dal 1964 fino al 1977, su due navi da crociera che operavano nel Mar dei Caraibi. Venne a mancare poco dopo quello che doveva essere il suo “penultimo sbarco”.
    Io sono nato nel 1952 a Senigallia, in provincia di Ancona, ma poco prima del Natale del ’56 la famiglia si trasferì a Marghera (VE) dove gli americani avevano fatto costruire dei villaggi per i profughi Giuliani-Dalmati.
    Ho una bella foto di mio padre prigioniero a Zonderwater con altri commilitoni anch’essi prigionieri.
    Qualcuno mi dica a quale indirizzo mail la potrò inviare.
    E’ una foto molto chiara e forse qualcuno potrà riconoscere un proprio caro (ci sono anche i nomi degli altri prigionieri).
    Ho altre cose da dire ma per adesso mi fermo qui.
    Mi ha commosso davvero tanto la frase che ho letto più sopra che dice: “che in qualche modo siamo tutti parenti” in questa vicenda terribile.
    Un abbraccio a tutte le persone coinvolte in qualche modo alla “notte di Capo Matapan”.
    Grazie per ogni cosa da voi scritta. Trascriverò ogni passaggio, ogni notizia e conserverò tutto gelosamente
    Alessandro Roccabella
    (Mail ricevuta in data 23.7.2017 in risposta all’articolo seguente di Marino Miccoli
    https://www.lavocedelmarinaio.com/2011/03/quelle-urla-mai-dimenticate/

    Carissimo signor Alessandro Roccabella,
    grazie per questa bellissima e preziosissima testimonianza che mi ha commosso e che, allo stesso tempo, ci rende orgogliosi perché siamo consapevoli di essere sulla rotta giusta, la rotta della solidarietà che noi chiamiamo anche “banca della memoria per non dimenticare mai”.
    Marino Miccoli che ha redatto l’articolo (e che legge per conoscenza) è stato anche lui testimone, come Lei, come me, come tanti lettori, di quell’amore che ci tramandiamo da padre in figlio.
    Nell’attesa di un suo gradito riscontro e dell’invio della/e foto di suo padre che intende pubblicare e, se desidera anche di una sua personale testimonianza, invii pure il materiale a questa mail.
    La prego di specificare la data e il luogo della dipartita (e se desidera la data e il luogo di nascita) del suo caro estinto che annualmente ricorderemo nel nostro piccolo diario di bordo, certi di far contenti tanti figli e tanti lettori che si sono ritrovati in questa commovente sua testimonianza.
    Riceva un abbraccio grande come il mare e grande come il suo cuore pio e misericordioso di figlio da questo petulante Marinaio e non si faccia scrupoli a mettere in indirizzo anche Marino Miccoli che è stato il primo a raccontare e testimoniare la “migliore gioventù” dei prigionieri italiani di Zonderwater.
    Pancrazio “Ezio” Vinciguerra

    Carissimo e simpaticissimo marinaio Sig. Pancrazio ”Ezio” Vinciguerra
    cc. Gent.mo Sig. Marino Miccoli,
    La tempestiva risposta appena ricevuta, rende l’idea a noi, e a tutti, della fame di notizie che tutti ancora abbiamo circa la vicenda di Capo Matapan, fame che ci ha accompagnato per tutta la vita.
    Mio padre, quand’ero piccolino,  mi raccontava di aver fatto pugilato e di aver giocato a pallone li a Zonderwater, al campo di concentramento. Ed io ricordo con quale fierezza ascoltavo e mi riempivo il petto per avere un papà con un passato così glorioso (marinaio, calciatore, pugile).
    Per tanto tempo ho avuto tra le mani il ritaglio del volto di mio padre, ritaglio che faceva parte di una fotografia ritraente una squadra di calcio, ovviamente scattata a Zonderwater block.  
    Ora, dopo tanto, ho trovato la foto della squadra di calcio ma non trovo più il tassello più importante, ovvero il ritaglio a quadratino che ritrae il volto di mio padre. Specifico che mio  padre, chiamandosi Guglielmo, veniva chiamato da tutti, Villy  (all’italiana)  ovvero Willy (da William ) all’inglese.
    Ora mi viene in mente che in qualche cassetto, ben conservato e al sicuro, detengo un cimelio di quelli da far tremare le gambe. Un cimelio di Zonderwater, un oggetto che per anni trovavo spesso in cantina a Marghera senza sapere di che cosa si trattasse. Poi un giorno….
    Ma aspetto di trovarlo, di fotografarlo e poi ve lo invierò con tanta soddisfazione per il contributo che potrò dare a tutti. Tutto quello che scrivo e le foto che manderò potranno tranquillamente essere rese pubbliche nell’ambito di questa nostra ricerca straordinaria.
    Per questa sera voglio chiudere inviandoVi la foto di cinque prigionieri di Zonderwater Block.
    Il primo a sinistra mio padre ROCCABELLA GUGLIELMO (nato il 19 dicembre 1916 a Spalato MATRICOLA 190583 – ci ha lasciato il 22 novembre 1977) che strano per me avere 4 anni più del mio carissimo eroe:
    – secondo da sinistra: MARINI DANILO  MATRICOLA 178831 …  DA ZARA
    – terzo da sinistra:  RAPANA’ AMLETO   la matricola non c’e’ …  da Lecce
    – quarto da sinistra : MARIOT ANTONIO  no matricola … da Treviso
    – ultimo a destra  MATTEI VENTURA  (ripeto: MATTEI ) … da Roma.

    Grazie di cuore per questo incontro che è come il riaccendersi di mille pensieri, di voglia di saperne di più, una voglia, una storia che ci ha accompagnato per tutta la vita e che ancora ci accompagnerà
    BUONA NOTTE.
    A presto Alessandro

    Digita sul motore di ricerca del blog “Capo Matapan” e “Zonderwar”

    Dello stesso argomento sul blog:
    https://www.lavocedelmarinaio.com/2013/06/calorosi-saluti-da-massaua/
    https://www.lavocedelmarinaio.com/2012/06/virgilio-barucca-e-il-senso-della-vita-marino-miccoli/
    https://www.lavocedelmarinaio.com/2012/03/il-marinaio-giuseppe-palazzolo/
    https://www.lavocedelmarinaio.com/2010/04/28-marzo-1941-matapan/
    https://www.lavocedelmarinaio.com/2016/02/20-2-1943-i-fulmini-di-zonderwater/
    https://www.lavocedelmarinaio.com/2016/01/zonderwater-18-gennaio-1945-dichiarazione-di-fedelta/
    https://www.lavocedelmarinaio.com/2015/03/capo-matapan-non-mangio-piu-sardine-perche-si-sono-mangiati-il-figlio-mio/

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    Vittorio Cuniberti (Torino, 7.6.1854 – Roma, 19.12.1913)

    di Antonio Cimmino

    banca-della-memoria-www-lavocedelmarinaio-com(Torino, 7.6.1854 – Roma 19.12.1913)

    …il primo progettista delle navi monocalibro.

    antonio-cimmino-per-www-lavocedelmarinaio-com_1Nacque a Torino il 7 giugno 1854 e morì a Roma il 19 dicembre 1913, Colonnello del Genio Navale rappresentò, unitamente a Benedetto Brin, il più geniale ingegnere navale di nave da guerra del suo tempo.
    Ideò la corazzata monocalibro rispetto alle altre navi da battaglia che possedevano molti cannoni di calibri diversi. Il suo concetto fu realizzato dagli inglesi che costruirono la Dreadnought, una delle più famose navi da guerra della storia. L’Italia non aveva soldi né voglia di costruire tale nave innovativa.
    L’Inghilterra, dunque, costruì tale tipo di nave dopo che i suoi ingegneri ebbero letto sulla famosa rivista Jane’s Fighting Ships l’articolo di Cuniberti da titolo “ An ideal Battleship for The British Navy”.
    L’ammiragliato britannico, quindi, decise la costruzione della corazzata Dreadnought ( il nome significa “senza paura” in omaggio ad un vascello del 1704 armato con 60 cannoni) con tre torri binate diametrali e due altre a murata, tutte dello stesso calibro (305 mm), 27 pezzi da 76/50 mm e 5 tubi lanciasiluri da 457 mm. Con le sue 18.190 tonnellate di dislocamento e la velocità di 21,8 nodi consentita dalle motrici a turbina, queste corazzate caratterizzarono una nuova classe di navi. I grossi cannoni monocalibro, inoltre, possedevano celerità di tiro, rapidità di manovra ed una facilità di puntamento mediante l’installazione di un’ unica centrale di tiro rispetto alle modalità di puntamento di ogni singolo pezzo di diverso calibro.

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    Le corazzate preconizzate da Cuniberti che, dopo la Dreadnaugt, successivamente furono costruite in Italia e nel mondo, resero sorpassate tutti gli altri tipi di navi da battaglia.
    Introdusse la combustione a nafta nelle caldaie in luogo del carbone. Per tale motivo nel 1893 fu invitato personalmente dall’imperatore Guglielmo II quale consulente per le modifiche all’apparato motore di alcune nevai tedesche. Perfezionò, inoltre, il siluro e migliorò la difesa subacquea delle corazzate.

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    A cavallo del secolo XX ricoprì diversi incarichi di prestigio: nel 1898, membro ordinario del comitato per i disegni delle navi; nel 1898-99, vicedirettore delle costruzioni navali presso l’Arsenale di Taranto; nel 1899, sottodirettore delle costruzioni navali presso i Cantieri navali di Castellammare di Stabia (gli è dedicato un viale all’interno di Maricorderia); nel 1905-08, direttore delle costruzioni navali presso il II Dipartimento marittimo di Napoli. Progettò nel 1901 la classe delle corazzate Regina Elena, nonché corazzate per la marina russa della classe Gangut di 23.000 tonnellate e 23 nodi di velocità.

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    Il suo progetto fu scelto dallo zar tra ben 70 presentati da progettisti di tutto il mondo. Le quattro corazzate progettate dal Cuniberti costituirono il cardine della flotta russa fino alla seconda guerra mondiale. Dopo il 1908 e fino alla sua morte, continuò a dedicarsi alle costruzioni navali. Fu membro del comitato per l’esame dei disegni delle navi presso il ministero della Marina, poi capo dell’ufficio tecnico e infine vicepresidente; nel 1910-13, giudice supplente del Tribunale supremo di guerra e marina.

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    In Italia la prima dreadnougth fu costruita nel cantiere navale di Castellammare di Stabia e le fu dato il nome di Dante Alighieri.
    Unica nave della classe, costruita su progetto dell’Ispettore Generale del Genio Navale Edoardo Masdea fu la prima corazzata al mondo ad avere torri trinate per cannoni e la prima in Italia ad avere 4 eliche e cannoni monocalibro.

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    Cosimo Zaccaria (Monopoli, 30.8.1923 – Kassel, 19.12.1944)

    di Pancrazio “Ezio” Vinciguerra

    banca-della-memoria-www-lavocedelmarinaio-com(Monopoli, 30.8.1923 – Kassel, 19.12.1944)

    …Marinaio Italianiste Militar Interniete

    Nasce a Monopoli (BA) il 30 agosto 1923.
    Fu u militare italiano internato (Italianiste Militar Interniete – IMI) nello Stalag IIIB, poi trasferito nello Stalag IX A. Era uno di quei tanti militari che parteciparono alla “Resistenza senza Armi”…quelli che non si arresero!

    cosimo-zaccaria-www-lavocedelmarinaio-com

    Deceduto a Kassel il 19 dicembre 1944 per bombardamento.
    E’ sepolto nel cimitero locale in posizione: Tomba n° 180.

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    Riesumato e traslato nel Cimitero Militare d’Onore di Francoforte sul Meno la sua posizione tombale è: Riquadro D – Fila 4 – Tomba 7.
    Cosimo Zaccaria è un Eroe dimenticato di Stato.

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