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    Tommaso Lamberti (Montecorvino Pugliano (SA), 4.3.1908 – Taranto, 18.4.1939)

    a cura Antonio Pisanelli (*)


    (Montecorvino Pugliano (SA), 4.3.1908 – Taranto, 18.4.1939)

    Nacque a Montecorvino Pugliano (SA) il 4 marzo 1908, figlio di Vincenzo e Olimpia Sica. Arruolatosi volontario nella Regia Marina nel marzo 1927 in forza al CREM di Napoli, al termine del Corso ordinario per timonieri, frequentato presso la Scuola sottufficiali di Taranto, venne nominato nel dicembre successivo comune di 1ª classe e nel dicembre 1928 sottocapo timoniere imbarcato sull’esploratore Ancona.
    Posto in congedo per fine ferma nel 1931, il 14 luglio 1935, per esigenze eccezionali legate alla guerra d’Etiopia, venne richiamato in servizio attivo e trasferito nella categoria segnalatori. Promosso secondo capo segnalatore il 1° giugno 1936 fu trattenuto in servizio, imbarcandosi sulla torpediniera Airone, con la quale, il 7 aprile 1939 partecipò alle operazioni militari legate all’occupazione dell’Albania.
    Nel corso delle operazioni anfibie per lo sbarco delle truppe a Santi Quaranta, si espose sulla plancia per meglio individuare e notificare al proprio comandante le postazioni nemiche a terra, sulle quali fu diretto il fuoco delle artiglierie di bordo.
    Rimasto ferito gravemente decedette undici giorni dopo presso l’Ospedale dipartimentale di Taranto. Fu insignito della medaglia d’oro al valor militare alla memoria con la seguente motivazione:
    «Durante l’operazione di sbarco a Santi Quaranta rimaneva con sereno coraggio e sprezzo del pericolo, al posto di combattimento sulla plancia della torpediniera “Airone “, battuto da violento fuoco avversario, per individuare la postazione delle mitragliatrici nemiche. Caduto senza un lamento gravemente ferito, tentava di allontanarsi da solo dalla plancia per non distogliere i compagni dal proprio compito. in seguito, durante il dolorosissimo decorso del male, manteneva grande serenità e forza d’animo ammirevoli, affermando di essere contento di avere compiuto il suo dovere anche a costo di tanti patimenti. Poche ore prima della morte perfettamente conscio della sua fine, affermava a voce, e per iscritto, di essere fiero di dare la sua vita per la Patria e per la Marina. — Santi Quaranta, 7 aprile 1939 .»  – Regio Decreto 22 maggio 1939.

    (*) per conoscere le altre sue ricerche digita sul motore di ricerca del blog il suo nome e cognome.

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    Costantino Capursi (Manfredonia, 3.3.1941 – Manfredonia, 2.4.2024)

    di Giovanni Capursi

    (Manfredonia, 3.3.1941 – Manfredonia, 2.4.2024)

    … riceviamo e con orgoglio e commozione pubblichiamo.

    Buongiorno,
    è possibile pubblicare la foto del mio papà, da poco deceduto, imbarcato come nocchiere di bordo su nave Garibaldi negli inizi anni 60.
    Si chiamava Costantino Capursi era nato a Manfredonia il 03 marzo 1941 ed è deceduto a Manfredonia il 02 aprile 2024.

    Ho anche questa cartolina postale di mio nonno Giuseppe Capursi fatta nel 1932 a Pola.

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    L’affondamento del motoveliero goletta Amabile Carolina

    di Orazio Ferrara

    Ai primi di gennaio del ’43 spesso si poteva notare, ancorata nel porto di Pantelleria, una bellissima goletta a due alberi con bompresso dal singolare nome di “Amabile Carolina”. Questa goletta del Compartimento di Trapani era stata requisita  con Regio Decreto per le esigenze delle Forze Armate e inscritta  nel ruolo del naviglio ausiliario dello Stato, categoria navi onerarie, a decorrere dalle ore 15:00 del 21 dicembre 1942. Compito principale da quel momento era trasportare munizionamento e carburante alle nostre truppe, che stavano combattendo in Tunisia con un eroismo degno di miglior sorte.
    Generalmente la goletta con il materiale bellico partiva Trapani, facendo sosta a Pantelleria, poi dirigeva alla volta del porto tunisino di Sfax, il più vicino alla linea del fronte. Non poche volte però il carico era prelevato nella stessa isola di Pantelleria.

    L’Amabile Carolina era un motoveliero goletta, a due alberi e bompresso, con motore Diesel a 4 tempi della ditta Motoren Werke Mannheim installato nel 1939. La goletta era stata costruita nel 1907 dal cantiere “Francesco Terrizzano” d’Imperia. Da questo cantiere erano stati varati, in quel periodo, alcuni dei più belli navigli della marineria dell’epoca velica.
    L’Amabile Carolina aveva una lunghezza di 26,70 metri, una larghezza di 6,91 metri e un pescaggio di 2,50 metri. La sua stazza lorda era di 88,80 tonnellate, mentre quella netta di 61,56. Era iscritta al Compartimento Marittimo di Trapani con matricola n° 515  ed era di proprietà dell’armatore trapanese Giuseppe Russo.
    Sul far della sera del 22 gennaio 1943 ci fu movimento nel porto di Pantelleria, infatti si stavano caricando numerosi fusti di benzina e di nafta sull’Amabile Carolina, destinati al fronte tunisino. Terminato di sistemare a bordo il prezioso carico, la goletta alle ore 23:00 circa prese il largo. La destinazione, come di consueto, era il porto di Sfax.
    La notte passò tranquilla e verso le ore 09:00 del 23 gennaio l’Amabile Carolina si trovava ormai a poche miglia da Hammamet (quindi si era seguita la rotta più breve tra Pantelleria e la Tunisia), a quel punto la goletta virò con rotta verso sud. Era intenzione del capitano di navigare sotto costa fino a Sfax, in modo da usufruire della protezione delle batterie costiere italo-tedesche. Ma il destino beffardo aveva deciso altrimenti.

    Quel giorno in quelle stesse acque era in agguato il sommergibile britannico Unruffled (Imperturbabile) in sigla P 46, al comando del tenente John Samuel Stevens. L’HMS Unruffled, che aveva la sua base nella vicina isola di Malta, era armato con 4 tubi lanciasiluri interni di prua da 533 mm e con un cannone da 76 mm.
    Dal diario di bordo del sommergibile apprendiamo i particolari dell’attacco all’unità italiana.
    Alle ore 09.15  il comandante Stevens avvistò gli alberi di un naviglio nemico in avvicinamento da est, per cui diede ordine al suo equipaggio di prepararsi al combattimento.
    Ore 09:54 il sommergibile emerse, a circa 2.000 metri dalla goletta, per aprire subitaneamente il fuoco col suo cannone da 76. Furono sparati una trentina di colpi, di cui una decina centrati, ma con danni non gravi. L’equipaggio italiano abbandonò immediatamente la nave per l’estrema pericolosità del carico trasportato e raggiunse a salvamento la vicina spiaggia, salvo due marinai morti all’inizio sotto i primi colpi inglesi. Intanto dalla costa una batteria italiana aveva assistito all’attacco e aprì decisamente il fuoco contro l’Unruffled.


    Alle ore 10:22 il sommergibile britannico fu costretto ad immergersi in quanto i colpi della batteria erano caduti pericolosamente vicini. Ma il testardo comandante Stevens diede ordine di riemergere qualche minuto dopo (ore 10:26), sua intenzione era di abbordare addirittura l’Amabile Carolina ed impadronirsene. Ciò non fu possibile perché la batteria italiana aveva riaperto il fuoco. Fu giocoforza immergersi nuovamente.
    Alle ore 10:48 l’Unruffled, immerso, lanciò un siluro da circa 900 metri, che centrò in pieno la goletta. Fu questione di pochi istanti e la stessa si disintegrò letteralmente tra grandi bagliori di fiamme e una spessa nuvolaglia di fumo nero. Intanto Stevens annotava laconicamente “She was probably carrying petrol” (Probabilmente trasportava benzina).

    Quel che rimane dell’Amabile Carolina giace nei fondali marini presso la costa tunisina tra Hammamet e Enfida in posizione 36° 12’ N, 10° 37’ E.

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    Pino Aiuto (Trapani, 18.4.1942 – Palermo, 4.9.2019)

    di Antonella Aiuto

    (Trapani, 18.4.1942 – Palermo, 4.9.2019)

    …riceviamo e, con immenso orgoglio e tanta commozione, pubblichiamo.

    Grazie tanto signor Ezio,
    sono la moglie di Pino, seguo sempre i suoi post essendo innamorata della Marina Militare. Purtroppo il mio amato Pino non c’è più, ma vi sono grata a tutti voi che lo ricordate sempre.
    Signor Ezio, le ho inviato alcune foto di mio marito…quelle che mi trovo qui.
    Pino è in gruppo il primo a destra della foto.

    Con la divisa blu assieme al suo superiore, Capitano Borrega.


    Scelga lei quale più idonea per la pubblicazione.
    Pino era nato a Trapani il 18 aprile 942 ed è deceduto, dopo lunga malattia, a Palermo il 4 settembre 2019.
    Grado Maresciallo Capo di Prima classe scelto, ma forse questo non interessa…
    Ringraziandola anticipatamente, voglia gradire un mio caro saluto.
    Antonella.

    P.s. Signor Ezio ho letto e riletto il post sull’ammiraglio Gino Birindelli (*), mi sono commossa e mi complimento per averlo ricordato. Ho avuto l’onore di conoscerlo essendo stato mio marito, per breve tempo, suo segretario.
    Mio marito pino custodiva una ricca raccolta su di lui per quello che è accaduto a Cagliari su nave, mi sembra, Garibaldi, e per come ha accolto i signori politici. ecc.ecc. Che R.i.p.e non venga dimenticato.
    Grazie di cuore. Un caro saluto Antonella e buon lavoro.

    (*) https://www.lavocedelmarinaio.com/2022/01/gino-birindelli-pescia-19-1-1911-roma-2-8-2008/

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    Giorgio Scalia (Roma, 18.4.1917 – Mare, 10.1.1941)

    a cura Antonio Pisanelli (*)

    (Roma, 18.4.1917 – Mare, 10.1.1941)

    Giorgio Scalia nacque a Roma il 18 aprile 1917, figlio del commerciante Giovanni e Giulia Paris. Appassionato di nuoto (200 e 400 metri stile libero) fu tesserato dalla Società Sportiva Lazio. Con lo stile dorso conseguì ottimi risultati tra cui la vittoria agli Agonali del GUF Romano e contribuì alla vittoria societaria nella Coppa Federale. Nell’agosto del 1936 fu convocato per i raduno della Nazionale Italiana Nuoto a Sanremo e successivamente disputò il campionato di pallanuoto. Conseguita la licenza liceale, entrò all’Accademia Navale di Livorno. Gli impegni miliari lo costrinsero a diradare gli allenamenti in piscina, ma riuscì lo stesso a fregiarsi del titolo di Littore nel 1937 sui 100 metri dorso.
    Nel 1939, al termine dei regolari corsi, conseguì la nomina a Guardiamarina e nel gennaio 1940 fu promosso Sottotenente di Vascello. Con la dichiarazione di guerra fu assegnato su navi con compiti di pattugliamento e scorta nel Canale di Sicilia imbarcato sulla regia nave Vega.
    Il 10 gennaio 1941 l’unità navale, in navigazione insieme alla regia nave Circe, avvistò delle unità nemiche al largo di Pantelleria. La nave dopo aver combattuto strenuamente ebbe la peggio colpita in più punti. Immobilizzata in fiamme, continuò a sparare sino a che non affondò. Scalia, direttore del tiro, con la nave oramai perduta, si portò a prua e continuò il fuoco con l’unico cannone ancora funzionante, per poi affondare insieme alla nave, dopo aver ceduto il proprio salvagente a un altro marinaio.


    Giorgio Scalia fu insignito con la Medaglia d’Oro al Valor Militare con la seguente motivazione:
    «Direttore del tiro di torpediniera, impegnata in audacissimo attacco contro soverchianti forze navali avversarie, dirigeva con magnifico ardimento e perizia il tiro delle artiglierie e, sfidando l’intensa azione di fuoco del nemico, che concentrava tutti i suoi calibri sull’unità, riusciva a colpire ed infliggere sicure perdite alle navi nemiche. Colpita gravemente la sua unità, si portava presso il pezzo prodiero, l’unico rimasto efficiente, e con esso proseguiva con superbo slancio il tiro, fermamente deciso, nell’impossibilità di salvare la nave, a vendicarne la perdita, arrecando all’avversario i danni maggiori. Sopraffatto dalla schiacciante superiorità dei mezzi nemici, che smantellavano anche l’ultimo baluardo della resistenza, preferiva, ligio alle più belle tradizioni marinare, condividere la sorte della nave, da lui difesa fino al limite di ogni possibilità umana. Donato con generoso impulso il suo salvagente a persona dell’equipaggio, che ne era priva, rimaneva con eroica determinazione al posto di combattimento e immolava la sua giovinezza sull’unità, che gloriosamente si inabissava, consegnando ai fasti della Patria l’epica gesta». — Mar Mediterraneo 10 gennaio 1941.
    Una strada di Roma porta il suo nome.

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    Giovanni Battista Scapin (Padova, 18.4.1876 – La Spezia, 21.12.1935)

    a cura Antonio Pisanelli (*)

    (Padova, 18.4.1876 – La Spezia, 21.12.1935)

    Giovanni Battista Scapin, talvolta nominato Gio Batta Scapin o Tista Scapin

    Nacque a Padova il 18 aprile 1876. Fu ammesso all’Accademia Navale di Livorno nel 1891, conseguendo la nomina a Guardiamarina nel 1896. Nominato Tenente di Vascello, trascorse gli anni 1903-1904 in Cina, imbarcato sulle regie navi Vettor Pisani e San Marco. Rimpatriato, fu Aiutante di Bandiera del comandante della piazza di Taranto, e successivamente del Comandante in capo del Dipartimento Militare Marittimo di Spezia. Prese parte alla Guerra italo-turca al comando della nave ausiliaria Volta. Nel corso della Prima Guerra Mondiale fu al comando di torpediniere impegnate nel basso Adriatico. Successivamente alla nomina a Capitano di Corvetta, avvenuta nell’agosto del 1915, fu al comando della regia nave Atlante, impegnata nel mar Tirreno contro l’attività di rifornimento dei sommergibili nemici. Nell’ottobre 1915 fu trasferito sulla regia navePiemonte in qualità di Comandante in seconda. Assunse successivamente il comando della regia naveGranatiere, della regia nave Montebello e della 11ª Squadriglia Torpediniere costiere. Per le attività svolte con la Squadriglia nel corso del 1917, in particolare durante il ripiegamento della linea dell’Isonzo, gli fu conferita la Medaglia d’argento al Valor Militare. Promosso Capitano di Fregata nel novembre 1917, assunse servizio presso il Dipartimento Militare Marittimo di Venezia e, nel maggio 1918, fu nominato comandante della Flottiglia MAS dell’Alto Adriatico, con la quale condusse numerose missioni di guerra, tra cui il forzamento della base austroungarica di Pola il 14 maggio 1918, che gli valse la seconda Medaglia d’Argento al Valor Militare, e l’avvicinamento del mezzo d’assalto “mignatta” con la quale fu affondata la corazzata austriaca Viribus Unitis (Impresa di Pola) la notte del 1º novembre 1918. Per tale ultima azione fu decorato della croce di cavaliere dell’Ordine militare di Savoia. Ricevette una terza Medaglia d’Argento al Valor Militare per altre incursioni lungo la costa nemica compiute tra il maggio e l’ottobre 1918.
    Al termine della guerra, nel periodo 2 dicembre 1920 – 12 marzo 1923 fu comandante dell’Aeronautica dell’Alto Tirreno e, promosso Capitano di Vascello nel 1923, fu capo di Stato Magiore del Comando in Capo dell’Alto Adriatico a Venezia dal 6 agosto 1924 al 21 ottobre 1925. Quindi fu comandante delle regie navi Ancona (1927-28) e Taranto (dal 15 marzo 1928 al 1º ottobre 1929).
    Fu tra i primi primi alti ufficiali della Regia Marina ad iscriversi al Partito Nazionale Fascista (1º novembre 1924).
    Nominato Contrammiraglio, ricoprì per quattro anni l’incarico di Capo di Gabinetto del Ministero della Marina, con Giuseppe Sirianni Sottosegretario alla Marina. Ammiraglio di Divisione nel 1934, fu posto al comando della 5ª Divisione navale, con insegna sulla regia nave Alberico da Barbiano. Promosso Ammiraglio di Squadra nel settembre 1935, assunse nello stesso mese la carica di Comandante in Capo del Dipartimento Militare Marittimo di La Spezia.
    E’ deceduto a La Spezia il 21 dicembre 1935.

    Onorificenze e riconoscimenti
    – Cavaliere dell’Ordine militare di Savoia – nastrino per uniforme ordinaria Cavaliere dell’Ordine militare di Savoia — 13 gennaio 1919.
    – Medaglia d’Argento al Valor Militare – nastrino per uniforme ordinaria Medaglia d’Argento al Valor Militare con la seguentte motivazione: «Al comando di una squadriglia di torpediniere costiere, in numerose ed importanti missioni di guerra dava ottima prova di spirito di iniziativa, perizia e ardimento, e durante il ripiegamento dalle linee dell’Isonzo disimpegnava molto lodevolmente con la sua squadriglia i servizi di scorta dei convogli, malgrado le condizioni straordinariamente avverse del mare, cooperando alla salvezza del materiale.» — Alto Adriatico, 1917.
    – Medaglia d’Argento al Valor Militare – nastrino per uniforme ordinaria Medaglia d’Argento al Valor Militare con la seguente motivazione: «Al comando di una sezione di MAS partecipava con mirabile ardimento e fervido entusiasmo all’impresa per il forzamento della piazzaforte nemica di Pola.» — Pola, notte del 14 maggio 1918.
    – Medaglia d’Argento al Valor Militare – nastrino per uniforme ordinaria Medaglia d’Argento al Valor Militare con la seguente motivazione: «Comandante di flottiglia motoscafi antisommergibili, volle personalmente prendere la direzione di una importante missione sulla costa nemica che già due volte era stata tentata con insuccesso, e dopo aver compiuto lo sbarco nella notte sul 13 agosto rinnovò sette volte la spedizione per riprendere gli informatori. Al comando di un reparto motoscafi antisommergibili tentò inoltre il forzamento di un ben difeso porto nemico sotto l’intenso fuoco delle batterie e i ripetuti attacchi degli idrovolanti, dimostrando in ogni contingenza sereno ardimento, grande spirito di sacrificio e le più spiccate doti militari e marinaresche.» — Alto Adriatico, maggio-ottobre 1918
    – Commendatore dell’Ordine dei S.S. Maurizio e Lazzaro – nastrino per uniforme ordinaria Commendatore dell’Ordine dei S.S. Maurizio e Lazzaro.
    – Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine della Corona d’Italia – nastrino per uniforme ordinaria Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine della Corona d’Italia.
    – Medaglia Mauriziana per merito militare di 10 lustri – nastrino per uniforme ordinaria Medaglia Mauriziana per merito militare di 10 lustri.
    – Medaglia commemorativa della campagna in Cina – nastrino per uniforme ordinaria Medaglia commemorativa della campagna in Cina.
    – Medaglia commemorativa delle Campagne d’Africa – nastrino per uniforme ordinaria Medaglia commemorativa delle Campagne d’Africa.
    – Medaglia commemorativa della guerra italo-turca – nastrino per uniforme ordinaria Medaglia commemorativa della guerra italo-turca.
    – Croce al merito di guerra – 2 concessioni – nastrino per uniforme ordinaria Croce al merito di guerra – 2 concessioni.
    – Medaglia commemorativa della guerra italo-austriaca 1915 – 18 – nastrino per uniforme ordinaria.
    – Medaglia commemorativa dell’Unità d’Italia – nastrino per uniforme ordinaria Medaglia commemorativa dell’Unità d’Italia.
    – Medaglia interalleata della vittoria (Italia) – nastrino per uniforme ordinaria Medaglia interalleata della vittoria (Italia).

    (*) per conoscere le altre sue ricerche storiche digita sul motore di ricerca del blog il suo nome e cognome.