Marinai di una volta

  • Marinai,  Marinai di una volta,  Naviglio,  Recensioni,  Storia

    18.10.1946, radiazione regia nave Cicogna

    di Sergio Cavacece (*)

    Nel 1941 si decise di costruire delle nuove unità che avrebbero dovuto sostituire le numerose navi adibite ed adattate alla scorta dei convogli diretti in Libia, e che risultarono inidonee per le missioni alle quali erano state destinate. Dopo avere ovviato a questa situazione utilizzando vecchi battelli risalenti alla prima guerra mondiale, quali le vecchie torpediniere e i cacciatorpediniere di squadra, si iniziò la produzione di circa sessanta Corvette, il cui compito sarebbe stato quello di scortare i convogli e dare la caccia ai sommergibili nemici. Queste nuove unità, equipaggiate con ecogoniometro e dotate di un buon armamento, risultarono essere tra le migliori realizzate per conto della Regia Marina. Oltre ai motori diesel per la normale navigazione, erano dotate di due motori elettrici per la navigazione silenziosa nel momento in cui si sarebbe data la caccia alle unità subacquee nemiche. La peculiarità dei motori elettrici, consentiva la quasi totale assenza di vibrazioni e rumori, consentendo così alle unità di avvicinarsi al nemico senza essere scoperti.


    A Messina venne destinata la regia corvetta Cicogna (C15) classe Gabbiano, impostata nel cantiere di Sestri Ponente nel 1942, varata il 12 ottobre dello stesso anno ed entrata in servizio l’11 gennaio del 1943.
    E’ probabile che il 14 marzo 1943 l’unità, agli ordini del Tenente di Vascello Augusto Migliorini, abbia affondato al largo di S.Vito Lo Capo (TP), dopo avere effettuato un nutrito lancio di cariche di profondità, l’HMS Thunderbolt (N25) (ex HMS Thetis).
    Il 24 luglio del 1943 venne colpita ed affondata nel porto di Messina nel corso di uno dei tanti bombardamenti effettuati sulla città peloritana.

    Recuperata dopo il conflitto, venne definitivamente radiata il 18 ottobre del 1946.
    Attualmente sei dei suoi uomini componenti dell’equipaggio riposano nel Sacrario Militare di Cristo Re a Messina.

    (*) Sergio Cavacece è deceduto il 24.11.2019. Per conoscere gli altri suoi articoli digita, sul motore di ricerca del blog, il suo nome e cognome.

  • C'era una volta un arsenale che costruiva navi,  Marinai,  Marinai di una volta,  Naviglio,  Recensioni,  Storia

    18.10.1923, varo della regia nave Pantera

    a cura Antonio Cimmino

    …c’era una volta un arsenale che costruiva navi, e adesso?

    18-10-1923-varo-regia-nave-pantera-www-lavocedelmarinaio-com
    Regio esploratore, e poi cacciatorpediniere, fu varato a Sestri Levante il 18 ottobre 1923. Auto affondato il 4 agosto 1941 al largo delle coste arabe dopo ripetuti attacchi di aerei e cacciatorpedinere inglese.
    Il motto della nave era “Cerco la preda”…

    regio-esploratore-pantera-www-lavocedelmarinaio-com

  • Marinai,  Marinai di una volta,  Storia

    18.10.1912, Tripoli è italiana

    a cura Antonio Cimmino e Carlo Di Nitto (per la ricerca fotografica)

    banca-della-memoria-www-lavocedelmarinaio-com

    guerra-italo-turca-29-9-1911-18-10-1912-www-lav-ocedelmarinaio-comIl 29.9.1911 l’ambasciatore italiano a Costantinopoli, marchese Camillo Garroni Carbonara, presenta la dichiarazione di guerra al governo ottomano. Le operazioni della Marina, attinenti all’occupazione della Cirenaica e Tripolitania, ebbero inizio alle ore 17.00.
    Nelle prime ore del pomeriggio due torpediniere ottomane, Tocat e Antalia, cercano, in successione, di uscire da Prevesa, subito intercettate dai cacciatorpediniere Alpino, Carabiniere, Espero della 3a Squadriglia (comandante, capitano di fregata Italo Ricci) in pattugliamento lungo le coste albanesi. La torpediniera Tocat apre per prima il fuoco ma colpita dal tiro dei cacciatorpediniere, inverte la rotta e dirige per il rientro inseguita dal Carabiniere che continua il fuoco colpendola ripetutamente; l’unità turca si porta ad incagliare sulla spiaggia a N di Punta Mitica in preda alle fiamme e viene abbandonata dall’equipaggio. L’altra unità nemica, l’Antalia, colpita più volte, inverte la rotta, rientra in porto priva di governo e anch’essa incaglia andando perduta.Il cacciatorpediniere Alpino (comandante, capitano di fregata Giuseppe Bertetti) in pattugliamento lungo la costa albanese, ferma nel tardo pomeriggio e ispeziona il piroscafo di bandiera britannica Newa con equipaggio greco; sono trovati armi, munizioni, granaglie oltre a militari turchi (cinque ufficiali e 172 soldati). Preso sotto scorta dallo stesso Alpino, il piroscafo sarà portato a Taranto.

    medaglie-celebrative-guerra-italo-turca-p-g-c-carlo-di-nitto-a-www-lavocedelmarinaio-com

    In esecuzione del piano per la presa di Tripoli, i cacciatorpediniere Lanciere (comandante, capitano di fregata Nicola Tangari) e Garibaldino (comandante, capitano di corvetta Roberto Andrioli Stagno) protetti dall’incrociatore torpediniere Coatit (comandante, capitano di fregata Giuseppe Mortola) eseguono una ricognizione ravvicinata della spiaggia di Argub a E della città dove è previsto lo sbarco delle truppe del Corpo di Spedizione.

    la-guerra-italo-turca-f-p-g-c-carlo-di-nitto-a-www-lavocedelmarinaio-com

    Le unità della 2a Divisione Navale del contrammiraglio Thaon di Revel (Garibaldi, Varese, Ferruccio, Marco Polo, Coatit e Minerva) evacuano i cittadini italiani da Tripoli.
    La guerra si concluse il 18.10.1912.
    (fonte U.S.M.M.)

  • Marinai,  Marinai di una volta,  Naviglio,  Recensioni

    Giuseppe De Cillis (15.1.1948 – 18.10.2018)

    (15.1.1948 – 18.10.2018)

    Addio Giuseppe,
    sei salpato per l’ultima missione nel silenzio che contraddistingue i veri guerrieri, senza clamore alcuno, ma circondato dall’affetto dei tuoi familiari e dei tuoi fratelli di mare.
    Eri orgoglioso di aver fatto parte dell’equipaggio di nave Alpino e anche di partecipare ai raduni per abbracciare quei tuoi fratelli di mare che stimavi e amavi come il prossimo Suo…

    Ci sentiamo di dire, a nome di tutta la grande famiglia dei marinai, che occuperai per sempre un posto speciale nei nostri cuori di noi “Alpini”.
    Un abbraccio grande, profondo e trasparente, a te e ai tuoi cari, come quel mare che ci portiamo dentro e che nessuno mai potrà inquinarci.

    Adesso che sei salpato per l’ultima missione, risposa in pace, nel grande mare di Nostro Signore.

  • Marinai,  Marinai di una volta,  Naviglio,  Racconti,  Recensioni,  Storia

    Vito Berardi (Mola di Bari, 18.10.1919 – Mare 6.4.1941)

    di Nicola Aversa (*)

    (Mola di Bari, 18.10.1919 – Mare 6.4.1941)

    Il marinaio Berardi Vito nasce a Mola di Bari il 18 ottobre 1919.
    E’ stato imbarcato sul sommergibile “Marcello”, insieme al Caduto concittadino Molese Sottocapo Salvai Andrea, deceduti il 6 aprile 1941 con l’affondamento sommergibile Marcello.

    Attività operativa regio sommergibile Marcello
    In previsione dell’imminente entrata in guerra, il 5 giugno 1940 l’unità, al comando del capitano di corvetta Luigi Donini, prese il mare per portarsi in agguato offensivo nel tratto di mare prospiciente Capo Palos, ma fu costretta al rientro per una perdita di cloruro di metile dall’impianto di condizionamento, che aveva intossicato gran parte dell’equipaggio.
    Dopo le riparazioni l’unità riprese il mare. Fino all’ottobre 1940, effettuò tre missioni offensive in Mediterraneo, senza conseguire risultati di rilievo.
    Il 31 ottobre 1940 il Marcello, al comando del capitano di corvetta Carlo Alberto Teppati, salpò da Napoli e il 5 novembre attraversò lo Stretto di Gibilterra senza inconvenienti. Postosi in agguato al largo dell’Irlanda, il 17 gennaio 1941 avvistò un convoglio e si portò all’attacco; individuato dalla scorta avversaria, fu sottoposto ad un intenso bombardamento con lancio di numerose bombe la cui esplosione provocò una lesione alla cassa di assetto AV.

    Costretto ad interrompere la missione, nella navigazione di rientro attaccò con il cannone ed affondò il piroscafo belga Portugal da 1.550 tsl (20 gennaio 1941).
    Durante l’azione, un’ondata di eccezionale violenza trascinò in mare quattro uomini addetti al cannone, tre dei quali vennero tratti in salvo, un artigliere morì annegato.
    Rientrato a Bordeaux, il Marcello salpò il 6 febbraio 1941 per una nuova missione, ma non diede più notizie. 


    Nel dopoguerra gli inglesi hanno segnalato tre azioni antisommergibile, tutte avvenute il 21 febbraio 1941, che avrebbero potuto essere state la fine del Marcello:
    La prima ad opera del cacciatorpediniere Hurricane in posizione 56°19’ N e 7°59’ O;
    La seconda effettuata dal cacciatorpediniere Montgomery nel punto 59°00’ N e 17°00’ O;
    La terza condotta dalla corvetta Perwinkle in posizione 59°18’ N e 14°32’ O.
    Nessuna delle tre azioni coincide però con la zona d’agguato del Marcello dal 19 febbraio, cioè fra i paralleli 57° e 58° N.
    Altra possibilità è che autore dell’affondamento sia stato un idrovolante Short Sunderland della RAF, ma tale ipotesi è anch’essa poco probabile.
    Scomparvero con il sommergibile il comandante Carlo Alberto Teppani e 57 fra ufficiali, sottufficiali e marinai.
    Non vi furono superstiti fra gli uomini d’equipaggio.


    (*) digita sul motore di ricerca del blog il nome e cognome dell’autore per conoscere gli altri suoi articoli.

  • Marinai,  Marinai di una volta,  Naviglio,  Recensioni,  Storia

    18.10.1909, disarmo della regia nave Vesuvio

    di Carlo Di Nitto

    Il regio ariete torpediniere (incrociatore) Vesuvio, classe “Etna”, dislocava 3797 tonnellate a pieno carico. Fu varato il 21/03/1886 presso i Cantieri Navali Orlando di Livorno. Classificato in un primo momento come “nave da battaglia di 4a classe”, era dotato inizialmente di velatura aurica su due alberi. Nel tempo venne sottoposto a rimodernamenti e modifiche che ne variarono aspetto ed armamento.
    Entrò in servizio il 16/03/1888 e svolse inizialmente attività di squadra e compiti di rappresentanza, alternando frequentemente il servizio attivo con periodi passati in disponibilità e riserva.
    Nel 1897 fu destinato a Creta per tutelare gli interessi nazionali nelle acque del levante. In quel contesto, vennero utilizzati suoi reparti di marinai in operazioni di sbarco.
    Nel 1900 fu destinato alla Forza Navale Oceanica in Estremo Oriente e partecipò a numerose operazioni e missioni in Cina durante la famosa rivolta dei “Boxers”. Vi rimase per circa due anni contribuendo al mantenimento dell’ordine ed alla protezione delle concessioni europee.
    Tornato in Italia, nel periodo 1903 – 1905 fu sottoposto a grandi lavori allo scafo e all’apparato motore.
    Nel 1906 fu nuovamente destinato in Estremo Oriente. Stazionario a Shangai vi rimase fino al 1908.
    Il 10 gennaio 1909 lasciò Hong Kong per rimpatriare. Nel viaggio di ritorno effettuò una lunga crociera nell’Oceano Indiano e nel Mar Rosso toccando i principali porti.
    L’8 giugno 1909 giunse a Venezia e tre giorni dopo fu messo in disponibilità.
    Il 18 ottobre successivo fu posto in disarmo.
    Venne radiato l’11/05/1911 a La Spezia. Lo scafo fu rimorchiato prima a Brindisi (1912) e poi a Taranto (nel 1915), dove fu trasformato in deposito munizioni galleggiante. Qualche tempo dopo fu avviato alla definitiva demolizione.

  • Marinai,  Marinai di una volta,  Naviglio,  Recensioni,  Storia

    18.10.1946, radiazione del regio sommergibile Macallè

    di Ricardo Preve

    Il regio sommergibile Macallè,  classe “600 – serie Adua”, fu impostato presso i Cantieri O.T.O. di La Spezia il 1° marzo 1936.
    Fu varato il 29 ottobre 1936 e consegnato il 1° marzo 1937.
    Fu affondato il 15 giugno 1940 e radiato il 18 ottobre 1946.

    Caratteristiche tecniche
    Dislocamento: 697,254 t. – Imm. 856,397
    Dimensioni: Lunghezza 60,18 m. – Larghezza  6,45 m.
    Motori: 2 motori diesel FIAT + 2  motori elettrici Marelli – 1 batteria di accumulatori al piombo composta da 104 elementi. Motori a scoppio 1400 hp. – Motori elettrici 800 hp.
    Velocità: in superficie: 14 knt. – in immersione: 7,5 knt
    Armamento: 4 tubi lanciasiluri AV da 533 mm. – 2 tubi lanciasiluri AD da 533 mm. – 6 siluri da 533 mm. – 1 cannone da 100/47 mm. – 2 mitragliere singole da 13, 2 mm. – 152 proiettili per il cannone
    Equipaggio: 4 ufficiali, 32 tra sottufficiali e marinai
    (Fonte “Sommergibili italiani” di A. Turrini e O. Miozzi – U.S.M.M.)

    Carlo Acefalo (Monastero di Vasco, 16.1.1916 – Mar Rosso, 18.6.1940)