Marinai di una volta

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    19.4.1943, affonda la regia nave Alpino

    a cura Sandro Salvadori e Pancrazio “Ezio” Vinciguerra

    Domenico Arpino (Vico Equense, 23.3.1921 – Mare, 19.4.1943)
    di Antonio Cimmino


    (Vico Equense, 23.3.1921 – Mare, 19.4.1943)

    Il marinaio Domenico Arpino è nato a Vico Equense il 23 marzo 1921.
    Imbarcato sul regio cacciatorpediniere Alpino, nella notte tra il 18 ed il 19 aprile 1943 l’unità si trovava ormeggiata nel porto di La Spezia quando la città fu sottoposta ad un devastante bombardamento a tappeto da parte di 170 velivoli del Bomber Command della Royal Air Force.
    La nave, colpita da bombe e spezzoni incendiari, saltò in aria causando la morte di 44 uomini tra cui il cannoniere Domenico Arpino che risultò disperso.

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    Domenico Parodi (Genova, 12.1.1844 – n.d.)

    a cura Antonio Pisanelli (*)

     (Genova, 12.1.1844 – n.d.)

    Domenico Parodi nacque a Genova il 12 gennaio 1844, fu ammesso alla Scuola di Marina della sua città nel 1858, conseguendo quattro anni dopo la nomina a guardiamarina. Dopo i primi imbarchi di carattere formativo su navi scuola (corvette a vela Aquila ed Euridice), nel 1863 fu a bordo della fregata a elica Carlo Alberto e successivamente sulla fregata a vela Partenope, sulla quale fu promosso sottotenente di vascello (1865). Partecipò alle operazioni navali in Alto Adriatico nel corso della terza guerra d’indipendenza (1866) a bordo della fregata corazzata Principe di Carignano. con l’incarico di aiutante di bandiera dell’ammiraglio Giovanni Vacca, comandante la Squadra d’assedio nell’azione contro i forti dell’isola di Lissa. Dopo un lungo imbarco sul vascello Re Galantuomo, fu destinato ininterrottamente (1875-1883). salvo brevi periodi di imbarco, a Genova presso il comando in capo del locale Dipartimento marittimo quale vicedirettore e saltuariamente anche come direttore, d’artiglieria e torpedini. Esercitò in questo lungo periodo di servizio anche l’incarico di insegnante di artiglieria navale alla Scuola di Marina mettendo in luce propensione particolare di docente e di tecnico, tanto che nel 1872 disimpegnò l’incarico di istruttore di Tomaso di Savoia duca di Genova, futuro ammiraglio.
    La sua passione e la profonda conoscenza tecnica delle artiglierie navali trovarono ampio credito nei suoi scritti e soprattutto nel suo insegnamento ai giovani ufficiali, meritando ampio riconoscimento dei suoi meriti scientifici con la concessione della croce di cavaliere dell’ordine della Corona d’Italia. Nel 1882 fu promosso capitano di corvetta e l’anno successivo fu collocato in ausiliaria per una grave forma di miopia che lo rendeva inabile al servizio militare. Non si conoscono la data e il luogo della morte. Numerosi gli encomi ricevuti durante la carriera specie per quanto attiene la sua attività di insegnante. Ben poco si conosce della sua attività carriera specie per quanto attiene la sua attività di insegnante. Ben poco si conosce della sua attività nella vita civile, durante la quale si dedico alla stesura di scritti di carattere militare e marittimo; dal catalogo della biblioteca dell’Ufficio Storico della Marina si dedurrebbe che, lasciato il servizio, avesse abbracciato il sacerdozio, come si rileva da una delle sue pubblicazioni in cui è nominato con il titolo di “monsignore”. Fra le molte su opere sono da ricordare: Esperienze con granate perforanti del 1877, L’attacco e la battaglia di Lissa nel 1866, uno studio critico ma soprattutto apologetico edito a Genova nel 1898, cui fece seguito nel 1905, con i tipi della tipografia delle Letture cattoliche, Persano e l’Affondatore nella battaglia di Lissa: “Metodo pratico per ottenere il punto occupato dalla nave mediante rilevamenti magnetici“, Rivista Marittima, settembre 1881; conferenza a Genova su La corazzata Italia e l’area di Noè, raccolta edita nel 1886 dalla Tipografia della Gioventù; Cavite e Santiago (di “Monsignore D. Parodi”), dato alle stampe a Genova nel 1898 dalla tipografia delle Letture cattoliche; Il porto di Genova considerato in ordine ai bisogni del commercio e alle esigenze della moderna guerra navale, del 1890, e il ciclo di conferenze (del “sacerdote cavaliere Domenico Parodi già capitano di corvetta nella R. Marina”) su La difesa di Genova.
    Tratto da Uomini della Marina 1

    (*) per conoscere le altre sue ricerche digita sul motore di ricerca del blog il suo nome e cognome.

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    Rossano Alberto Rosso (Roma, 12.12.1948 – Ardea 19.4.2021)

    di Alberto Mantini

    (Roma, 12.12.1948 – Ardea 19.4.2021)

    … riceviamo e con profondo dolore pubblichiamo.

    Rossano Alberto Rosso, nasce a Roma il 12 dicembre 1948. Arruolatosi nella Marina Militare, frequenta il 18° Corso Incursori “Falchi”. Si brevetta Ardito Incursore, trascorre alcuni anni al reparto, si congeda ed entra nella Croce Rossa  Italiana dove fonda gli O.P.S.A. (Operatore Polivalente Salvataggio in Acqua) il suo è il brevetto 0001.
    Nella C.R.I., diventa un mito. Fa diversa consulenze a società che hanno a che fare o che operano con l’ambiente acquatico. E’ deceduto il 19 aprile 2021 a 72  anni.
    Onori.

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    19.4.2024, al Centro Candiani di Mestre Venezia proiezione del film inchiesta “Hedia – Quella sporca faccenda”

    a cura Centro Studi Storici di Mestre

    HEDIA 1962 oltre sessant’anni di silenzi per il più incredibile giallo marinaro del XX secolo
    HEDIA – GRAFFEO – MATTEI – GUERRA ALGERIA – DE MAURO
    Incontro con proiezione documentario e dibattito si terrà venerdì 19 aprile 2024 ore 17:30 sala conferenze del Centro Candiani Mestre Venezia.
    Il 14 marzo 1962 alle ore 10:00, mentre viaggia da Casablanca a Venezia, la motonave HEDIA comunica la posizione e annuncia un cambio di rotta per il mare forza otto: ma solo il giorno 20, e dopo vane ricerche, la nave è dichiarata persa con l’intero equipaggio. Da subito in quel naufragio senza SOS, relitti, cadaveri, chiazze di nafta e con qualche giornale che scrive di siluri magnetici e armi destinate alla guerra in Algeria, si nota qualcosa di strano.
    E quando a settembre, nella foto di prigionieri rilasciati ad Algeri i parenti degli scomparsi riconoscono cinque loro cari, lo strano si trasforma in inquietante. Tuttavia, solo col passare del tempo verranno fuori trame da quasi giallo dagli intriganti tocchi di fantapolitica, tra servizi segreti, verità negate, assurdi dinieghi, fake news ufficiali, depistaggi insistiti, insabbiamenti di stato e spudorate montature, da troppi temuti come un mortale virus carico di tutta la crudele arroganza del potere, diritto rubato da altri uomini.
    Accursio Graffeo nipote di Filippo Graffeo uno dei 19 marinai italiani con ricerche rigorose, con l’analisi di dati ha scoperto la verità su quei fatti.
    Diciannove marinai italiani ed un gallese morti sull’altare degli interessi delle multinazionali del petrolio insieme all’italiano più importante di tutti i tempi Enrico Mattei presidente dell’ENI promotore del miracolo economico degli anni sessanta, che aveva come obiettivo di rendere l’Italia indipendente dal punto di vista energetico.
    Durante la guerra indipendenza Algeria 1954-1962 Enrico Mattei aiutò il Fronte Liberazione Algerino (F.L.N.) con aiuti di varia natura tra cui l’invio di armi che saranno fondamentali per la vittoria finale contro la Francia.
    La motonave HEDIA viene sequestrata e l’equipaggio fatto prigioniero, i francesi volevano sapere per conto di quale stato stavano facendo il trasporto, il governo italiano di allora non reclamo quei marinai altrimenti significava metterci la firma su quel carico di armi.
    De Gaulle presidente francese fece assassinare tramite la Main Rouge braccio armato dello SDECE servizio segreto francese tutti i personaggi che in vario modo rifornivano di armi i ribelli algerini, aveva anche fatto mettere una taglia su Enrico Mattei alias “spaghetti” a favore di chi portasse le prove arrivate poi con il sequestro della motonave HEDIA.
    Il 27 ottobre 1962 l’aereo di Enrico Mattei esplose in volo a Bascapè (PV) di ritorno da Catania dopo essersi recato a Gagliano Calstelferrato (EN), attentato eseguito con una micro carica esplosiva tipico modus operandi della Main Rouge.
    Con assassinio di Enrico Mattei la trattativa in corso per riportare in Italia i nostri marinai voluta da Don Michele Arena naufrago, sarebbe stato troppo pericoloso farli ritornare per il futuro politico di Fanfani ed Andreotti, verità scomode, cose grosse sulla testa della povera gente, un sequestro finito nel peggior dei modi, (tipico esempio mafia dei colletti bianchi che decide chi deve vivere e chi deve morire).
    Il 16 settembre 1970 viene sequestrato è fatto sparire per sempre il giornalista Mauro De Mauro incaricato dal regista Rosi di ricostruire gli ultimi giorni in Sicilia di Enrico Mattei, in un articolo Espresso Sera intuisce il rapporto Mattei Hedia così che ai suoi colleghi confida che nella busta gialla ho uno scoop che farà tremare l’Italia.
    Sulla scomparsa della motonave HEDIA nel 1962 non ci furono né ricerche né denunce.
    Dopo dieci anni di ricerche iniziate nel 2012 oggi abbiamo la verità giornalistica in attesa che la giustizia faccia il suo corso.
    Info: Accursio Graffeo
    cell. 3396232810
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    Tommaso Lamberti (Montecorvino Pugliano (SA), 4.3.1908 – Taranto, 18.4.1939)

    a cura Antonio Pisanelli (*)


    (Montecorvino Pugliano (SA), 4.3.1908 – Taranto, 18.4.1939)

    Nacque a Montecorvino Pugliano (SA) il 4 marzo 1908, figlio di Vincenzo e Olimpia Sica. Arruolatosi volontario nella Regia Marina nel marzo 1927 in forza al CREM di Napoli, al termine del Corso ordinario per timonieri, frequentato presso la Scuola sottufficiali di Taranto, venne nominato nel dicembre successivo comune di 1ª classe e nel dicembre 1928 sottocapo timoniere imbarcato sull’esploratore Ancona.
    Posto in congedo per fine ferma nel 1931, il 14 luglio 1935, per esigenze eccezionali legate alla guerra d’Etiopia, venne richiamato in servizio attivo e trasferito nella categoria segnalatori. Promosso secondo capo segnalatore il 1° giugno 1936 fu trattenuto in servizio, imbarcandosi sulla torpediniera Airone, con la quale, il 7 aprile 1939 partecipò alle operazioni militari legate all’occupazione dell’Albania.
    Nel corso delle operazioni anfibie per lo sbarco delle truppe a Santi Quaranta, si espose sulla plancia per meglio individuare e notificare al proprio comandante le postazioni nemiche a terra, sulle quali fu diretto il fuoco delle artiglierie di bordo.
    Rimasto ferito gravemente decedette undici giorni dopo presso l’Ospedale dipartimentale di Taranto. Fu insignito della medaglia d’oro al valor militare alla memoria con la seguente motivazione:
    «Durante l’operazione di sbarco a Santi Quaranta rimaneva con sereno coraggio e sprezzo del pericolo, al posto di combattimento sulla plancia della torpediniera “Airone “, battuto da violento fuoco avversario, per individuare la postazione delle mitragliatrici nemiche. Caduto senza un lamento gravemente ferito, tentava di allontanarsi da solo dalla plancia per non distogliere i compagni dal proprio compito. in seguito, durante il dolorosissimo decorso del male, manteneva grande serenità e forza d’animo ammirevoli, affermando di essere contento di avere compiuto il suo dovere anche a costo di tanti patimenti. Poche ore prima della morte perfettamente conscio della sua fine, affermava a voce, e per iscritto, di essere fiero di dare la sua vita per la Patria e per la Marina. — Santi Quaranta, 7 aprile 1939 .»  – Regio Decreto 22 maggio 1939.

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    Costantino Capursi (Manfredonia, 3.3.1941 – Manfredonia, 2.4.2024)

    di Giovanni Capursi

    (Manfredonia, 3.3.1941 – Manfredonia, 2.4.2024)

    … riceviamo e con orgoglio e commozione pubblichiamo.

    Buongiorno,
    è possibile pubblicare la foto del mio papà, da poco deceduto, imbarcato come nocchiere di bordo su nave Garibaldi negli inizi anni 60.
    Si chiamava Costantino Capursi era nato a Manfredonia il 03 marzo 1941 ed è deceduto a Manfredonia il 02 aprile 2024.

    Ho anche questa cartolina postale di mio nonno Giuseppe Capursi fatta nel 1932 a Pola.