Le parabole e ritratti di Toty Donno

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    San Giovanni Paolo II

    di Pancrazio “Ezio” Vinciguerra
    ritratto (olio su tela) di Toty Donno (diritti riservati dell’autore)

    …22 ottobre 2014, questo articolo è dedicato ai padri Micheliti, in particolare ai “padri spirituali” del Pontificio Santuario Maria SS. “ad Rupes” di Castel Sant’Elia (VT) che quotidianamente con fede, speranza e carità, con la preghiera e la perseveranza offrono ai pellegrini di entrare in “dialogo con Dio”, nel silenzio, personalmente e tramite la Sua Parola.

    Ezio Pancrazio  Vinciguerra (www.lavocedelmarinaio.com)Di San Giovanni Paolo II si è parlato tanto, non solo nel suo per il suo pontificato e quindi per i tempi eccezionalmente brevi della beatificazione chiesta dai credenti fin dal giorno del suo solenne ed indimenticabile funerale avvenuto il 2 aprile 2005 ma per il suo cammino in questa Gerusalemme terrena.
    Papa Benedetto XVI il 1° maggio 2011 (altra data non a caso) ne celebrò la sua Beatificazione e l’attuale papa Francesco il 27 aprile 2014 lo ha canonizzato.
    Ma quelle di cui sopra non sono che date volute direttamente dal nostro Signore Dio Padre. In realtà dal giorno della sua nascita, dal giorno della sua dipartita, il sensus fidei di Dio donato al popolo cristiano aveva acclamato santo Giovanni Paolo II.
    Questo papa venuto da lontano, nemico del comunismo, sportivo, amante del teatro e dell’arte, pellegrino per il mondo come nessun suo predecessore, il grande Pontefice.
    La sua grandezza umana, spirituale e storica si può di seguito riassumere dalla sua nascita, dal suo sposalizio con Dio e soprattutto da quegli oltre 26 anni di pontificato (16 ottobre 1978 – 2 aprile 2005) che gli hanno permesso di imprimere nella storia una impronta decisiva ed indelebile fin dalle sue prime parole pronunciate nell’omelia di insediamento al suo pontificato (22 ottobre 1978):

    “Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo! Alla sua salvatrice potestà aprite i confini degli stati, i sistemi economici come quelli politici, i vasti campi di cultura, di civiltà, di sviluppo. Non abbiate paura!”.

    Questo che lui chiedeva, lo ha fatto per primo: ha aperto a Cristo la società, la cultura, i sistemi economici, invertendo con quella forza spirituale che gli veniva da Dio una tendenza che fino ad allora sembrava irreversibile ed incontrovertibile.
    La sua testimonianza mista di sofferenza e gioia, quel suo indimenticabile abbracciare la Croce, il suo amore e coraggio ci ha ridato la forza di credere in Cristo, Redentore dell’uomo.

    Karol una preghiera per te ritratto di Toty Donno (diritti riservati) f.p.g.c. a www.lavocedelmarinaio.com

    Si consiglia la lettura del seguente link:
    https://www.lavocedelmarinaio.com/2011/04/giovanni-paolo-ii/

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    Il nonno

    a cura Toty Donno

    Toty Donno per www.lavocedelmarinaio.comIl nonno teneva per mano il nipotino e indicava i poderosi alberi del viale. Raccontava che niente è più bello di un albero. “Guarda, guarda gli alberi come lavorano!” “Ma che cosa fanno nonno?” “Tengono la terra attaccata al cielo! Ed è una cosa molto difficile. Osserva questo tronco rugoso. E’ come una grossa corda. Ci sono anche tanti nodi. Alle due estremità i fili della corda si dividono e si allargano per attaccare terra e cielo. Li chiamano rami in alto e radici in basso. Sono la stessa cosa. Le radici si aprono la strada nel terreno e allo steso modo i rami si aprono una strada nel cielo. In entrambi casi è un duro lavoro!” Ma, nonno, è più difficile penetrare nel terreno che nel cielo!” “Eh no, bimbo mio! Se fosse così, i rami sarebbero belli dritti. Guarda invece come sono contorti e deformati dallo sforzo. Cercano e faticano. Fanno tentativi tormentosi più delle radici.” “Ma chi è che fa fare loro tutta questa faticaccia?! “E’ il vento. Il vento vorrebbe separare il cielo dalla terra. Ma gli alberi tengono duro. Per ora stanno vincendo loro”

    E’ questo il duro lavoro della nostra fede: tenere il cielo attaccato alla terra.

    2 ottobre - festa dei nonni - www.lavocedelmarinaio.com

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    Grazie Mamma

    di Toty Donno

    …a tutte le mamme

    Mamma, non basterebbero inchiostro e carta per esprToty Donno per www.lavocedelmarinaio.comimerti tutta la felicità e la gratitudine, per quello che rappresenti e fai per noi. Dolce Mamma che preghi continuamente per noi peccatori… Tu che sei beata per aver accolto la Parola del Figlio tuo regalaci queste beatitudini perché anche in noi risplenda la volontà di Dio. Tu che sei stata rivestita dal Padre di Spirito Santo fa’ che anche noi possiamo essere rivestiti dello stesso splendore per vivere questa nostra esistenza da Figli di Dio. Fa’ che i nostri occhi possano vedere le meraviglie di Dio. Dona sapienza ai genitori affinché possano aiutare a crescere i figli non solo in età, ma anche in sapienza e grazia, e possano aiutarli ad occuparsi della volontà di Dio. Grazie, Mamma, per le carezze che fai ai bambini, per la forza e la consolazione che doni ai malati, per il sostegno che dai a chi è triste e sfiduciato. Ave Mamma, in te riponiamo tutta la nostra speranza, o Madre di Dio e Madre nostra: custodiscici sotto il tuo Manto. Amen.

    Madonna con Bambino dipinto di Toty Donno (diritti riservati dall'autore) per gentile concessione a www.lavocedelmarinaio.com

    Grazie mamma
    di Toty Donno

    Grazie mamma
    perché mi hai dato
    la tenerezza delle tue carezze,
    il bacio della buona notte,
    il tuo sorriso premuroso,
    la dolce tua mano che mi dà sicurezza.
    Hai asciugato in segreto le mie lacrime,
    hai incoraggiato i miei passi,
    hai corretto i miei errori,
    hai protetto il mio cammino,
    hai educato il mio spirito,
    con saggezza e con amore
    mi hai introdotto alla vita.
    E mentre vegliavi con cura su di me,
    trovavi il tempo
    per i mille lavori di casa.
    Tu non hai mai pensato
    di chiedere un grazie.
    Grazie mamma,
    invisibile ma sempre presente.

    Grazie mamma (foto Toty Donno per www.lavocedelmarinaio.com)

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    Il senso della Croce

    a cura  Toty Donno

    Toty Donno per www.lavocedelmarinaio.comUn uomo sempre scontento di sé e degli altri continuava a brontolare con Dio perché diceva:
    – “Ma chi l’ha detto che ognuno deve portare la sua croce? Possibile che non esista un mezzo per evitarla? Sono veramente stufo dei miei pesi quotidiani! La vita è fin troppo piena di problemi!
    Basta! Dopotutto si vive una volta sola! D’ora in avanti penserò soltanto a mangiare, bere, divertirmi e viaggiare! Io so cosa devo fare per essere felice!”
    E così fece.
    Una notte Dio gli rispose con un sogno. Vide che la vita degli uomini sulla terra era una sterminata processione. Ognuno camminava con la sua croce sulle spalle. Lentamente, ma inesorabilmente, un passo dopo l’altro. Anche lui era nell’interminabile corteo e avanzava a fatica con la sua croce personale. Dopo un po’ si accorse che la sua croce era troppo lunga: per questo faceva tanta fatica ad avanzare.
    – “Sarebbe sufficiente accorciarla un po’ e tribolerei molto meno “, si disse.
    Si sedette su un paracarro e, con un taglio deciso, accorciò d’un bel pezzo la sua croce.
    Quando ripartì si accorse che ora poteva camminare molto più spedito e leggero. E senza tanta fatica giunse a quella che sembrava la meta della processione degli uomini.
    Era un burrone: una larga ferita nel terreno, oltre la quale però incominciava la “terra della vita riuscita e della felicità eterna”. Era una visione incantevole quella che si vedeva dall’altra parte del burrone. Ma non c’erano ponti, né passerelle per attraversare. Eppure gli uomini passavano con facilità. Ognuno si toglieva la croce dalle spalle, l’appoggiava sui bordi del burrone e poi ci passava sopra. Le croci sembravano fatte su misura:congiungevano esattamente i due margini del precipizio.
    Passavano tutti. Ma non lui.
    Aveva accorciato la sua croce e ora essa era troppo corta e non arrivava dall’altra parte del baratro.
    Si mise a piangere e a disperarsi:
    – “Ah, se l’avessi saputo…”
    Ma, ormai, era troppo tardi e lamentarsi non serviva a niente…
    Chi non prende la sua croce e non viene dietro a me, non è degno di me.
    Chi cercherà di conservare la sua vita la perderà.
    Chi avrà perduto la propria vita per me, la ritroverà.

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    Il bello della barca … sono io

    a cura Toty Donno

    Ciao Ezio, questa maglietta era in una vetrinetta in vendita a Otranto. Appena l’ho vista mi sono ricordato di te, ed ho pensato di salutarti in questo modo penso originale, qui il tempo si è messo a nuvoloso con poca pioggia, tira un vento forte di scirocco. Ti mando un abbraccio fraterno amico mio, sperando che questo mio messaggio ti trovi in ottima forma e salute, ciao fratello…..stammi bene.

    IL BELLO DELLA BARCA - Copia

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    Meglio in barca che a …lavorare!

    a cura Toty Donno

    Ciao Ezio, erano in una vetrinetta in vendita a  Otranto. Appena le ho viste mi sono ricordato di te, ed ho pensato di salutarti in questo modo penso originale, qui il tempo si è messo a nuvoloso con poca pioggia, tira un vento forte di scirocco. Ti mando un abbraccio fraterno amico mio, sperando che questo mio messaggio ti trovi in ottima forma e salute, ciao fratello…..stammi bene.

    LA BARCA - Copia

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    L’amicizia dei marinai

    di  Toty Donno

    Toty Donno per www.lavocedelmarinaio.comL’amicizia dei marinai, è quel porto confortevole che ti accoglierà sempre a braccia aperte, sia nella bonaccia che nella tempesta. Questo indissolubile legame si rafforzerà nel tempo perché i marinai sono pronti a condividere con te gioie e dolori, perché gli amici marinai, i veri amici, in fin dei conti, non sono altro che una tua seconda famiglia e una volta marinai, marinai per sempre.

    Ezio Pancrazio Vinciguerra e gli amici marinai di Nave Alpino (1999-2000) - www.lavocedelmarinaio.com(Nave Alpino 1999-2000 – foto  Vincenzo Barbara)