Fotografi di mare

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    George Mendonsa (Newport, 19.2.1923 – Sunday in Middletown, 18.2.2019)

    a cura Pancrazio “Ezio “Vinciguerra

    George Mendonsa, è il marinaio statunitense che tutti ricordiamo per la celebre foto, scattata il 14 agosto 1945 a Times Square dal fotografo Alfred Eisensdatedt della rivista “Time”, mentre bacia ardentemente una ragazza, Greta Zimmer Friedman, non appena saputo dell’annuncio della fine della Seconda Guerra Mondiale,
    La foto del bacio a Times Square fu pubblicata sulla rivista “Life” il 27 agosto del 1945 ed ha fatto il giro del mondo, resistendo fino ai giorni nostri. Riprodotta in copie di cui ormai non si tiene più il conteggio, è diventata immagine di culto. E’ stata realizzata anche una statua della celebre coppia, alta ben 7 metri e, molte copie, sono state erette in altre città del mondo, immortalando questo momento di gioia.
    Greta Zimmer Friedman, è deceduta nel 2016 all’età di 92 anni mentre George a 95 anni.
    I due non si conoscevano affatto prima del momento immortalato dal fotografo.

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    Nave Gaeta

    a cura Carlo Di Nitto e Pancrazio “Ezio” Vinciguerra

    Nave Gaeta è la prima di otto unità Cacciamine della classe Lerici (2^ serie), varata a luglio del 1990 e consegnata alla Marina Militare nel luglio del 1992.
    E’ una unità tipo Mine Hunter Coastal (Cacciamine Costiero) appositamente progettata per la localizzazione e la disattivazione/distruzione di mine navali, dotata di un sistema sonar  e di due veicoli filoguidati (ROV – Remote Operated Vehicle), tramite i quali è possibile rilevare e investigare ogni oggetto che giace sui fondali marini sino a profondità di circa 600 metri.
    Utilizzata per operazioni di bonifica di aree marine con presenza di ordigni, ma anche per un impiego “dual use” con la collaborazione di altri Dicasteri e Enti dello Stato interessati ad esplorare le profondità marine con lo scopo di ricercare e investigare relitti di navi o aeromobili, reperti di interesse storico o qualunque altro oggetto giacente sui fondali, anche per scopi legati alla preservazione dell’ecosistema marino, sovente con finalità scientifiche. Per il suo utilizzo dispone a bordo di una camera iperbarica multi posto elitrasportabile, e personale sanitario specializzato in fisiopatologia subacquea, impiegato in supporto di operazioni di subacquei operanti anche a quote profonde ma è anche operativa nella protezione degli interessi della nazione come il controllo delle frontiere marittime, la salvaguardia ed il soccorso delle vite umane in mare e la sorveglianza del rispetto dell’ecosistema marino con finalità antinquinamento.
    Nave Gaeta è il primo cacciamine  della seconda serie che i Cantieri Intermarine hanno portato a termine.

    Due sono state le unità con lo stesso nome: una Fregata ad elica del 1865 e una Corvetta.
    Gaeta è Comune della provincia di Latina e dà il nome al golfo omonimo.
    La città sorge su un promontorio che divide in due la vasta insenatura del Mar Tirreno tra il Circeo e Capo Miseno: l’insenatura a Nord è il Golfo di Terracina, quella a Sud è il Golfo di Gaeta.
    La città ha origini preromane e la leggenda narra che sia stata fondata da Enea e che il nome della città derivi dal nome della sua fida balia Caieta che lo aveva seguito nelle lunghe peregrinazioni.
    Al tempo dei Romani Gaeta fu centro molto importante come porto mercantile e come sede di ville destinate alla villeggiatura patrizia. Durante l’epoca bizantina fu ripetutamente oggetto di incursioni saracene, divenne poi ducato indipendente; quindi sottomessa ai Normanni, al Papato, a Federico II, agli Aragonesi e ai Borboni fino al 1861.
    La parte vecchia della città è ancora caratterizzata da vie strette, gradinate, archivolti e case dei secoli XII e XIII ed è sovrastata da un castello risalente al VII secolo.

    Il Crest della Nave Gaeta conserva la forma esterna rettangolare simile a quella adottata dai cacciamine della prima serie: tutto il perimetro esterno è rifinito dalla corda, dal cui lato superiore, al centro, fuoriescono le torri che sono parte integrante della corona turrita della Marina Militare.
    Al di sotto di essa il cartiglio riporta la sigla identificativa dei cacciamine e il nome dell’unità “MHC Gaeta”. Il profilo della nave è sempre in evidenza e si notano le nuove linee esterne adottate: la collocazione dell’alberatura che in questa nuova serie è addossata al fumaiolo anziché alla plancia.
    Lo spazio, che in tutti i Crest è riservato allo stemma della rispettiva città, è occupato da quello di Gaeta: lo scudo diviso in quattro settori alternativamente colorati in rosso e bianco, esternamente arricchito da fregi e sovrastato dalla corona ducale.

    Caratteristiche tecniche
    Impostazione: 05/08/1988
    Varo: 28/07/1990
    Cantiere: Intermarine Sarzana
    Dislocamento: 732,98 t p.c.
    Lunghezza: 52,45 m
    Larghezza: 9,87 m
    Immersione: 3.054 m (4,55 m in cacciamine)
    Apparato motore: 1 motore diesel GMT BL-230.8M
    Apparato elettrico: 3 motori Isotta Fraschini ID-36-SS8V
    Potenza: 1460 KW (1957,89 HP )
    Velocità:15 Kt (6 Ktd in caccia)
    Autonomia: 2500 NM
    Armamento: 1 Browning M2 HB 12.7
    Equipaggio: 51

    Cerimonia ufficiale di consegna del Cacciamine GAETA (M 5554) alla Marina Militare Italiana. La Spezia, 28 maggio 1993

    Foto n° 1 – A riva dell’unità sventola ancora la Bandiera della Marina Mercantile.

    Foto n° 2 – La Bandiera della Marina Mercantile viene ammainata e contemporaneamente viene issata a riva la Bandiera della Marina Militare.

    Foto n° 3 – La Bandiera della Marina Militare Italiana sventola a poppa del GAETA.

    Foto n° 4 – Il Capo di Stato Maggiore della Marina, ammiraglio di squadra Guido Venturoni, nel salire a bordo di nave Gaeta, rende gli onori alla Bandiera della Marina Militare appena issata a riva.

    Fotografie effettuate da Carlo Di Nitto in occasione dell’evento.

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    Maestrale

    di Eugenio Montale
    foto Carlo Di Nitto

    MAESTRALE ….

    “… Una carezza disfiora

    la linea del mare e la scompiglia

    un attimo, soffio lieve che vi s’infrange e ancora

    il cammino ripiglia.

    Lameggia nella chiarìa

    la vasta distesa, s’increspa, indi si spiana beata

    e specchia nel suo cuore vasto codesta povera mia

    vita turbata….”

    Eugenio Montale (1896 – 1981) da “Maestrale”