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Auguri di buon anno dall’emigrante di poppa

di Pancrazio “Ezio” Vinciguerra

Non amate il mondo, né le cose del mondo.
Se uno ama il mondo, l’amore del Padre non è in lui; perché tutto quello che è nel mondo – la concupiscenza della carne, la concupiscenza degli occhi e la superbia della vita – non viene dal Padre ma dal mondo. E il mondo passa con la sua concupiscenza; ma chi fa la volontà di Dio rimane in eterno .
(San Giovanni Apostolo).

natività fra le onde - Duomo di Civita Castellana (VT) - www.lavocedelmarinaio.com

Ezio Pancrazio  Vinciguerra (www.lavocedelmarinaio.com)Carissime/i,
Amare Dio è averlo senza possederlo, è dare il meglio di sé senza pensare di ricevere nulla in cambio da Lui, voler stare spesso con Lui  ma senza essere mossi dal bisogno di alleviare la propria solitudine, aiutare il prossimo come Lui ci ha insegnato ma senza aspettarsi gratitudine.
Essere legati a Lui, pur essendo liberi. Essere un tutt’uno con Lui pur essendo se stessi e, per riuscire in tutto ciò, la cosa più importante da fare è accettarlo in noi, incondizionatamente, senza pretendere che sia come si vorrebbe.
La vita è troppo breve per non viverla in piena serenità con se stessi e non c’è cosa più nobile al mondo di questo momento in cui Lui scende e su di te e ti dona lo Spirito Santo. Appoggia la tua testa sul Suo cuscino e ti sentirai protetto e contento dando comunque a Lui e al tuo Gregge sempre il meglio di te stesso con l’intercessione della più che benedetta, gloriosa Signora la Madre di Dio e sempre Vergine Maria, dei risplendenti Arcangeli e di tutti i suoi Santi.
In questo nuovo anno, l’ennesimo dalla Sua venuta, poche cose sono cambiate perché non sappiamo ancora leggere, nella Luce del tuo volto, nello splendore di ogni bambino non ancora nato, nello sguardo triste di chi è colpito da malattia e dal dolore, dalla solitudine e dall’emarginazione, nel viso solcato dell’anziano e di chi sta per morire, nei dimenticati della società globalizzata e industrializzata, negli stranieri e negli emigranti di poppa che sovente rifiutiamo.
Trasformiamo tutti i nostri limiti in capacità del dono della “lettura del cuore” ripartendo proprio da dove Lui ci ha insegnato: in una grotta prima e sulla Croce dopo.

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