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Pagate o ci uccidono tra 7 giorni

ricevuta via internet da Collegio Capitani Napoli.

…l’allarme del Comandante del mercantile Savina Caylin

PROCIDA – Un S.O.S. che ha il sapore di un ultimatum. «Per l’amor di Dio, aiutateci a non morire. Cara Nunzia dillo a tutti: all’armatore e alla Farnesina. Se entro una settimana non si chiude la trattativa, qui a bordo inizieranno le torture sistematiche di tutti i membri dell’equipaggio.
Con conseguenze tragiche. Questi ci preannunciano che ci ammazzeranno ad uno ad uno. Santo Iddio, perché? Che male abbiamo fatto per non essere aiutati? Siamo persone che sono andate a guadagnarsi il pane onestamente in un tipo di lavoro duro, pieno di sacrifici, sul mare». Nunzia Nappa, la moglie Giuseppe Lubrano Lavadera, il comandante della «Savina Caylyn» racconta la telefonata che ieri, alle 18, ha ricevuto da bordo dal marito.
«Come già nel colloquio avuto la settimana scorsa, già la voce di Peppe, al di là delle parole, esprimeva uno stato fisico e morale di avvilimento totale. Peppe ha perso quella padronanza e quella lucidità che gli sono propri. Quando ha telefonato nei mesi scorsi era lui che cercava di dare forza a noi a casa. Non vi preoccupate – diceva – ce la faremo a uscire da questo incubo. In qualche modo troveranno la strada per farci tornare a casa. Ora invece l’ho sentito fragile, scoraggiato, depresso. A un certo punto, anche per rompere la tensione, gli ho chiesto di farmi parlare con qualcun altro dell’equipaggio che fosse italiano. Ma gli hanno impedito di passare il telefono. Visto che mi aveva chiesto del papà, della mamma e dei figli, per tirarlo su gli ho detto che gli avrei passato mia figlia che era accanto a me. Nemmeno il tempo di ricevere un cenno di assenso, che la telefonata si è interrotta per qualche attimo. Poi ho risentito la sua voce ancora più flebile: ”Nunzia, questi non vogliono che parli con altri, nemmeno con mia figlia”. E, di nuovo, ha implorato prima di attaccare: ”Aiutateci a non morire. Questi ci ammazzano. Se non succede niente, questa è la nostra ultima settimana di vita”».
Nunzia Nappa piange sommessamente, ma non si arrende. La sua disperata vitalità è davvero stupefacente. Oggi sarà in Cattedrale, a Napoli, per invocare la grazia a San Gennaro con gli altri familiari dei marittimi procidani prigionieri dei pirati somali. «La fede nel Signore ci sorregge e ci conforta» dice Nunzia Nappa.
«Stiamo trovando una vicinanza e una condivisione davvero notevole. Devo ringraziare, in particolare, il cardinale Crescenzio Sepe che, direttamente o indirettamente attraverso i suoi sacerdoti procidani, ci sta dando un supporto eccezionale. Spero tanto che le nostre preghiere possano fare il miracolo: aprendo una breccia nel cuore dell’armatore e delle autorità, e anche dei pirati, aiutandoli a trovare la strada giusta per riportare a casa i nostri cari». Riprende a piangere e, guardando il cielo, urla: «Signore Iddio, San Gennaro, aiutaci!».
Antonio Verrecchia, il figlio di Nicola, il direttore di macchine di Gaeta della petroliera sequestrata da 223 giorni in un porto del Puntland, oggi non potrà essere a Napoli a pregare in Cattedrale. Ma sta preparando un appuntamento con la compagnia armatrice napoletana, per chiedere perché «non si chiude una trattativa che sembra giunta al traguardo». Intanto non si ferma l’azione del comitato isolano «Liberi Subito».
È ripartita la mobilitazione. Stamane insieme alle famiglie dei marittimi sequestrati saranno centinaia i procidani che affolleranno la Cattedrale napoletana. Ieri da un altoparlante fissato su un’auto, la popolazione è stata invitata a questo nuovo gesto di solidarietà. La partenza, alle 6,40, con l’aliscafo Caremar da Marina Grande. Ieri sera, allo stadio San Paolo, una vasta rappresentanza di tifosi procidani, con addosso la maglietta del comitato e un grande striscione ha partecipato al popolo sportivo l’appello in favore dei marittimi la cui vita rimane appesa a un filo.

32 commenti

  • Fernando Antonio Toma

    IL DRAMMA CHE LE FAMIGLIE DEI NOSTRI MARITTIMI VIVONO DAL SEQUESTRO E ANCORA DI PIU’ DA QUESTO S.O.S. / ULTIMATUM – COSA FARA’ IL NOSTRO GOVERNO ….!!!

    Fernando Antonio Toma

  • Giuseppe ORLANDO

    Sono solidale con questi cari amici – che incolpevoli – sono in mano di questi pirati criminali e anche con le loro famiglie che sono preoccupati per la loro sorte.Facciamo sentire, attivamente la nostra voce, per non farli sentire soli, forza condividiamo.

  • annamariastrappazzon

    Pronta a richiedere a gran voce la liberazione ingiusta ed incivile dei nostri marinai da parte di moderni avidi pirati, privi di regole morali. Sono solidale con le famiglie e con divido. Spero veramente che le autorità esprimano il loro valore e la loro autorevolezza affinchè tutto vada a buon fine, in breve tempo.

  • Franco

    Se non saranno liberati, è come se avessimo aiutati questi pirati ad ucciderli con la nostra indifferenza. E se fossero stati NOSTRI famigliari ?

  • Fernando Antonio Toma

    ciao Ezio grazie per i complimenti ma e poca cosa …. il mare è ed è stato uno degli elementi piu’ importanti della nostra vita come del resto anche per i nostri marittimi sequestrati … ora abbiamo a che fare col mare virtuale ce la caviamo un po meno … questo e’ un campo per le nuove generazioni che hanno molta piu’ dimestichezza …. speriamo che imparino anche quei valori e principi che ultimamente purtroppo si stanno perdendo … RINNOVO LA SPERANZA CHE LE ISTITUZIONI PREPOSTE FACCIANO QUALCOSA E PRESTO AFFINCHEì QUESTA VICENDA SI CONCLUDA POSITIVAMENTE PER I NOSTRI MARITTIMI E LE LORO FAMIGLIE CHE, IN QUESTO MOMENTO STANNO TRIBOLANDO.

  • Caio Duilio

    ‎…..ragazzi, se intervengono militarmente, rischiano di essere uccisi, se pagano il riscatto si da via ad ulteriori sequestri…… certo non è facile….. ricordate il sequestro Moro?

  • Cosimo Frangella

    I sequestri continueranno comunque. Meglio intervenire. Perchè prepariamo corpi speciali? Nessuno garantisce per l’incolumità dell’equipaggio, anche dopo pagamento riscatto. E non serve diplomazia, in casi del genere

  • ezio vinciguerra

    Io consiglierei al Ministro degli Esteri di imbarcare sulle mercantili che transitano da quelle parti il GOS e il GOI. Il problema può e deve essere affrontato anche dagli armatori nel senso che si devono mettono le mani in tasca per finanziare questa emergenza. Lo Stato non è un pozzo senza fondo…volete quelle rotte commerciali ed allora pagate o i reparti di cui sopra oppure dei contractors. Che ne pensate?

  • Caio Duilio

    …..penso che sia giunto il momento di ritornare al perioro dei valori umani….sta globalizzazione sta fallendo….. e io pagoooo!!!!

  • Bruno V. Bardelli

    Ezio lo metto sicuramente in bacheca. Certo che se avessimo avuto il coraggio dei nostri padri questi “pirati” li avremo gia messi con le palle per aria……

  • Francesco Montanariello

    Io non voglio commentare con il giusto e l’ingiusto, ma una volta per sempre, bisogna intervenire e la stria finisce una volta per tutte. A Caio Duilio, quel giorno del rapimento Moro, eravamo a Malta, ci fecero rientrare, per fare poi cosa? Nulla di niente. Bisognava intervenire e subito. Quando fu proposto dalle br di liberare un certo numero di prigionieri se non erro erano 5 compagni loro entro 48 ore se no uccidevano Moro, lo Stato doveva rispondere: Se non lo liberate entro 24 ore, ne faremo fuori uno al giorno dei vostri compagni in carcere, e si sarebbe iniziato col primo dopo le 24 ore. Il minuto dopo, stanne certo che sarebbe arrivato l’ordine di liberare Moro, perchè il piombo veniva distribuito gratis. Comunque, io non pagherei mai, perchè poi la storia continua e va di male in peggio, affronterei con ogni mezzo, se necessario anche con le armi, ma mai con i soldi:-

  • Francesco Montanariello

    Non occorre, basta colpire per prima, ancora, sempre, poi vedrete che non esisteranno più, e non solo affondare quelle barche che usano, ma, anche le navi che li trasportano. Mi reco in sede associativa, sono assente anche di la da un pò di giorni. Un abbraccio a tutti.

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