Storia

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    3.5.1949, la regia nave Aliseo viene consegnata alla Marina jugoslava

    di Carlo Di Nitto

    Il regio avviso scorta (torpediniera) “Aliseo ”, classe “Orsa” 2^ serie, dislocava 1700 tonnellate. Fu varato il 20 settembre 1942 presso i Cantieri Navalmeccanica di Castellammare di Stabia ed entrò in servizio nella Regia Marina il 28 febbraio 1943.
    Iniziò l’addestramento nel Golfo di Napoli, poi si trasferì a La Spezia per completare il collaudo delle sistemazioni belliche. Il 17 aprile 1943 ne assunse il comando il Capitano di Fregata Carlo Fecia di Cossato, già asso dei sommergibilisti atlantici.
    Effettuò alcune missioni di scorta nel Tirreno durante le quali, se si eccettua qualche breve contatto con aerei avversari, non si verificarono avvenimenti di particolare importanza.
    Alla proclamazione dell’armistizio, l’8 settembre 1943, si trovava con il gemello “Ardito” in porto a Bastia (Corsica). Essendosi verificati episodi di aggressione ad altre navi italiane da parte dei tedeschi, la mattina del 9, il Comandante di Cossato condusse la sua unità fuori dal porto e qui, vedendo l’ ”Ardito” pesantemente danneggiato e in gravi difficoltà, invertì la rotta e senza esitazione attaccò un’intera flottiglia di battelli germanici (due caccia sommergibili, cinque motozattere, una motobarca della Luftwaffe e due piroscafi armati che erano stati catturati agli italiani).
    Sia pur centrato nella sala macchine, riuscì ad affondare i due caccia sommergibili, tre motozattere costringendo le altre due ad incagliarsi, la motobarca e mettendo fuori uso i due piroscafi armati. Dopo il combattimento, raccolti 25 naufraghi tedeschi, partì per Portoferraio insieme al mal ridotto “Ardito” dove sbarcò i naufraghi. Successivamente, con altre unità, diresse prima a Palermo e poi a Malta in ottemperanza alle clausole armistiziali.
    Anche l’azione di Bastia, fu tra le motivazioni che portarono al conferimento della Medaglia d’Oro al Comandante di Cossato.
    La nave, rientrata a Taranto, durante la cobelligeranza effettuò altre missioni di scorta restando al comando di Carlo Fecia di Cossato fino a giugno 1944, quando questi fu posto agli arresti per il suo rifiuto di prestare giuramento al nuovo governo Bonomi che non aveva giurato, a sua volta, fedeltà al Re. A bordo dell’ ”Aliseo” scoppiarono dei tumulti in seguito ai quali il Comandante fu liberato e messo in congedo. A causa di ciò, Carlo Fecia di Cossato si suicidò per denunciare la grave crisi dei valori nei quali aveva sempre creduto.
    Al termine del conflitto, l’ “Aliseo”, dopo essere stato impiegato per trasporto materiali e personale, dal 1947 rimase fermo a Castellammare di Stabia, dove effettuò un lungo periodo di lavori dovendo essere consegnato alla Jugoslavia in conto riparazioni danni di guerra.
    Fu radiato il 23 aprile 1949 e consegnato con la sigla “Y” alla Marina jugoslava il 3 maggio successivo nel porto di Spalato. Ribattezzato “Biokovo”, rimase in servizio attivo fino al 6 aprile 1965, quando fu radiato definitivamente ed avviato, nel 1971, alla demolizione.

    Nella foto l’ “Aliseo”, pitturato con la colorazione delle marine alleate (scafo grigio scuro e sovrastrutture grigio chiaro), è ripreso unitamente alle corvette C11 “Gabbiano” (a dx) e C13 “Cormorano”, verosimilmente nell’ultimo periodo della cobelligeranza.

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    Giovanni Battista Sogliuzzo (Ischia 12.3.1920 – Mare, 3.5.1941)

    di Elisabetta Sogliuzzo
    (ven 24 gennaio 2020, 10:51)

    (Ischia 12.3.1920 – Mare, 3.5.1941)

    Buongiorno,
    sto cercando, come una matta, notizie su Giovanni, ma non trovo nulla. Era il fratello di mio nonno, mio padre ricorda che quando arrivò la  chiamata alle armi, zio Giovanni voleva che la mamma di mio papà lo nascondesse sotto i materassi per non partire, in fondo era un ragazzo anche se a quel tempo si diventava adulti molto presto.
    Mio padre nacque il 12 aprile ’41, quando il mio bisnonno ricevette la notizia che Giovanni era morto, venne da mia nonna piangendo e chiedendole di cambiare il nome dato a mio papà con quello di zio Giovanni. La cosa più triste è che sembra essere stato dimenticato da tutti, tranne che da me, che non l’ho mai visto.
    Per lavoro e famiglia vivo in provincia di Messina, vengo quando posso ad Ischia… perciò le mie ricerche sono lente. Appena trovo più elementi, Le scriverò pregandoLa di aiutarmi a correggere articolo e pubblicarlo. In qualche modo, glielo devo, ha dato la vita per una patria troppo spesso ingrata. Grazie per avermi ascoltata.
    Elisabetta Sogliuzzo

     

    Ezio Vinciguerra <eziovinciguerra@gmail.com>
    24 gen 2020, 09:32

    Buongiorno signora Elisabetta Sogliuzzo, suo nonno Giovanni Battista Sogliuzzo (nato ad Ischia il 12.3.1920) era un Marinaio imbarcato sulla regia nave Canopo (torpediniera). Ci risulta deceduto nel Mediterraneo Centrale il 3.5.1941 a seguito di bombardamento aereo britannico. La nave affondò sui bassi fondali nelle acque antistanti di Tripoli.

    Nel ringraziarla per la sua testimonianza di amore, Le suggeriamo quanto di seguito specificato.
    Per foto e materiale storico (libri, ecc. ecc.):
    – Ufficio Storico della Marina che ha sede in Roma, presso il comprensorio militare della Caserma “Angelo Paolucci”, sito in Via Taormina n. 4. – Telefono/Fax: 06-3680-7220
    oppure all’indirizzo e-mail: ufficiostorico@marina.difesa.it
    L’Ufficio Storico, come tutti gli istituti dello Stato in possesso d’archivi, non effettua ricerche per conto terzi.
    L’Ufficio Storico, per la consultazione di tutta la documentazione, è aperto al pubblico dal lunedì al venerdì previo appuntamento telefonico ai nr. 06/36807233 oppure 06/36807227 (per l’Archivio Storico) – 06/36807234 (per l’Archivio Fotografico).

    Per le informazioni relative al passato militare di una persona, le richieste vanno inoltrate alla:
    Direzione Generale del Personale Militare
    5° Reparto – 11ª Divisione – 2ªSezione (Ufficiali), tel. 06/517050173
    5° Reparto – 11ª Divisione – 4ªSezione (Sottufficiali e Truppa), tel. 06/517050187
    Gli uffici si trovano in Viale dell’Esercito, 186 – (00143) ROMA
    Un abbraccio grande come il mare della Misericordia.
    Ezio Vinciguerra

    elisabetta sogliuzzo
    12.3.2020 ore 19:06
    Buonasera sig.Vinciguerra, 

    Come sta? Spero bene.Le invio l’unica foto di mio zio Giovanni Battista Sogliuzzo che sono riuscita a trovare. Ho richiesto il suo foglio matricolare, non appena l’avrò, lo condividerò con Lei.
    Su internet ho trovato le foto della Canopo ed un articolo che narra di quel maledetto bombardamento in cui perse la vita mio zio. Oggi sarebbe stato il suo compleanno.
    Ogni giorno cerco su internet qualcosa che mi possa parlare di lui; non l’ho conosciuto, è andato in guerra all’età di mia figlia e mi immagino la sua voglia di vivere, i suoi sogni, le sue aspettative spazzate via da un lampo ed un boato immenso… e le lacrime scendono sole senza poterle fermare.
    Perché non ho cercato prima? Non lo so, forse la mia sensibilità è aumentata da quando mia figlia si è arruolata con il VFP1 e poi raffermata per un anno in Capitaneria a Catania. Ho saputo da un parente che qualche  tempo dopo il decesso, al mio bisnonno Gaetano Sogliuzzo fu offerta la possibilità di ricevere le spoglie del figlio (mio zio Giovanni) ma lui   rifiutò perché dubitava che fossero davvero le sue.
    A distanza di tanti anni secondo Lei sarebbe ancora possibile averle? Grazie in anticipo per il tempo che mi dedica leggendo le mie email. Onore e rispetto ai nostri caduti!
    Buona serata  Elisabetta Sogliuzzo

    Buonasera carissima e stimatissima signora Elisabetta,
    in questo periodo molto particolare per la nostra storia la sua testimonianza d’amore è un inno alla vita, all’amore per la vita.
    Che la Stella Maris conforti la nostra solitudine con il ricordo dei nostri cari, la nostra malinconia con la speranza del domani, le nostre inquietudini con la certezza del ritorno.
    Quelli come noi non si arrendono all’amore perché il confine tra sogno e realtà, mare e terra, cielo e abissi, è lieve!”. Quelli come noi  preghiamo i nostri cari con il cuore!

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    3.5.1917 Bergeggi, notizie inedite dal piroscafo Transylvania

    di Luigi Griva (tratto dal blog@trucioli.it)

    Il comandante che ha affondato 54 navi

    La mattina del 3 maggio 1917 il piroscafo HMT Transylvania lascia il porto di Marsiglia per Alessandria d’Egitto, sede del Comando inglese per il Medio Oriente, con a bordo 3000 ufficiali e soldati di vari corpi e 64 infermiere della British Cross Society. Lo stesso giorno, nelle stesse ore, il comandante Otto Schultze della Marina germanica è in agguato con il suo U.Boote U.12 nel golfo di Genova a caccia di navi alleate da affondare.
    Verso sera, quando il battello è in perlustrazione nel quadrante antistante Camogli, intercetta un convoglio, del quale fa parte il piroscafo statunitense Washington, di 8000 tonn, che trasporta materiali strategici e locomotive. L’U.12 si porta sulla dritta del trasporto ed effettua il primo lancio, colpendolo sulla fiancata. ll Washington si inabissa rapidamente di prua, mostrando per un attimo le eliche, ancora in azione. L’equipaggio era riuscito fortunatamente ad alare le scialuppe, e si salva.

     

    General Admiral Otto Schultze

    Due navi, due destini paralleli: anche il Transylvania verrà silurato da U.Boote, il giorno dopo, 4 maggio; il protagonista dell’affondamento è lo stesso, il Tenente di Vascello Otto Schultze.
    Alla fine della guerra mondiale, Shultze risulterà ai primi posti nella graduatoria di affondamenti, con 54 navi affondate, per complessive 137.781 tonnellate. Nel dopoguerra, il comm. Quaglia, titolare della SO.RI.MA verrà incaricato del recupero dei materiali pregiati, presenti nel relitto del Washington, a 85 mt. di profondità e a circa tre miglia a sud-est di punta Chiappa, invierà la capitana della sua flottiglia di imbarcazioni attrezzate per ricuperi, l’Artiglio.

     

    Frammento del siluro tedesco

    I lavori si protrarranno per ben tre anni, dal 1926 al 1929, riportando alla luce dalla stiva – dopo aver fatto saltare con cariche esplosive il ponte – materiali ferroviari, minerali e manganese. La benna dell’Artiglio ritroverà, tra le lamiere contorte, anche un reperto importante: il frammento dell’elica e dei timoni direzionali appartenuti al siluro lanciato da Shultze contro il Washington. Quindi gemello dei due siluri lanciati contro il Transylvania. Oggi questo ricordo, insieme ad altri reperti a memoria del sacrificio di tante navi mercantili affondate durante due conflitti mondiali, è visibile presso il Civico Museo Marinaro Gio Bono Ferraridi Camogli.
    Della curiosa coincidenza storica si è parlato al Convegno di Bergeggi, venerdì 28 aprile u.s., insieme ad altre notizie inedite, come le lunghe ricerche del sito del relitto da parte dell’archeologo subacqueo Edoardo Riccardi e del suo gruppo di ricerca negli anni ottanta, quando alcuni reperti – segnalati da pescatori – avevano dato la sensazione di poter appartenere al Transylvania. Purtroppo le coordinate fornite dai pescatori bergeggini si riferivano evidentemente ad altri naufragi.

    Si ringrazia il Comandante Bruno Sacella, Direttore del Civico Museo Marinaro di Camogli, per le immagini messe a disposizione.

    Dello stesso argomento sul blog:
    https://www.lavocedelmarinaio.com/2017/04/28-4-2017-a-bergeggi-conferenza-su-transylvania-centenario-dellaffondamento/ 
    https://www.lavocedelmarinaio.com/2010/11/luigi-griva-album-marinaro/

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    Nascita della Marina Militare Italiana Gaeta 1861 – 2021 (Carlo Andrea Di Nitto)

    di Pancrazio “Ezio” Vinciguerra

    La Marina Militare Italiana deve molto alla flotta Duosiciliana e alla tradizione della marineria Napoletana, così come chi recensisce il libro deve molto a Carlo Andrea Di Nitto (1) e ad Antonio Cimmino (1) e anche alla Marina Militare Italiana, alla marineria Siciliana e Napoletana.
    I loro consigli paterni, pratici, risolutivi, di “veri Marinai per sempre” hanno fatto si che questo emigrante di poppa del Sud fondasse, con il loro impagabile contributo e minuzia di competenza, il sito web lavodedelmarinaio.com. Agli insegnamenti di Carlo e Antonio si sono aggiunti altri amici, ma sarebbe meglio chiamarli fratelli e sorelle, tanto da formare un equipaggio ben consolidato che naviga e opera, da oltre un decennio, quotidianamente,  nei mari de web e non solo…
    Con Carlo e con Antonio è stato amore a prima vista, antesignani di un nuovo modo di proporre il mare e le le sue storie attraverso i loro rispettivi siti web (2)… Carlo con lo pseudonimo di Carandin.
    Discendenti di famiglie di consolidate tradizioni e virtù marinare, ambedue impegnati con chi vi scrive alla conservazione della Memoria di quanti in mare sono caduti e alla diffusione conoscenza della cultura storica marinara del nostro Paese.
    Quanto premesso per me non è solo doveroso ma di fondamentale vitale importanza.

    Il libro descrive in maniera capillare, minuziosa e scorrevole le vicende dell’Assedio di Gaeta del 1860-1861, con il blocco navale della piazzaforte che divenne l’elemento catalizzatore per formare gli spiriti, gli intenti e la fusione delle diverse marinerie, di diversa cultura e tradizione, che sotto il fuoco delle batterie di Gaeta trovò, il 17 novembre 1860, la coesione delle Marine del Regno di Piemonte e Sardegna, del Regno delle Due Sicilia, del Granducato di Toscana, dello Stato Pontificio, le basi in un  nuovo soggetto quale sarebbe diventata la Regia Marina, la cui nascita effettiva si sarebbe consolidata di fatto il 17 marzo 1861, con la proclamazione del Regno d’Italia.
    La  Marina Militare Italiana, così di fatto formata, sarebbe sta ufficialmente istituita il 1° aprile 1861.
    Il libro con foto, disegni, notizie storiche, decorati, operazioni navali, aneddoti, ecc., le unità navali partecipanti all’Assedio ed a blocco della piazza di Gaeta dal 19 gennaio al 13 febbraio 1861.
    Ne consiglio la lettura.

    Biografia
    Carlo Andrea Di Nitto è nato a Gaeta nel 1948, nel rione Piaja, da una famiglia di consolidate tradizione marinare (3).
    Diplomato presso l’Istituto Tecnico Nautico di Gaeta, ha prestato servizio in Marina Militare come sottufficiale di leva “Diplomato”. Al termine della ferma di leva, ha navigato come ufficiale macchinista nella Marina Mercantile.
    Entrato nella pubblica amministrazione, prima alla Provincia di Latina e poi per il Comune di Gaeta dove ha lavorato fino al pensionamento.
    Da sempre appassionato di storia della Marina e della città di Gaeta, profondamente innamorato del mare, coltiva gli lobbies della lettura e della fotografia.
    E’ stato per oltre un decennio presidente della locale Gruppo dei Marinai d’Italia.
    Dal 2011 collaboratore del sito www.lavocedelmarinaio.com

    Note
    (1) Digita sul motore di ricerca del blog il loro rispettivo nome e cognome
    (2) https://digilander.libero.it/carandin/ –  https://www.liberoricercatore.it/
    (3) Alessandro La Scola (trisavolo), comandante di veliero di parte borbonica durante la “Guerra del Sessanta”; Vincenzo Di Nitto (padre) comandante Marina Mercantile, già ufficiale della Regia Marina; Alfonso Di Nitto (zio) ufficiale della Regia Marina, Medaglia d’Argento al Valor Militare. Per saperne di più digita sul motore di ricerca del blog i loro rispettivi nome e cognome.


    Titolo: Nascita della Marina Militare Italiana Gaeta 1861 – 2021
    Autore: Carlo Andrea Di Nitto
    Editore: Ali Ribelli Edizioni
    Anno edizione: 2021
    In commercio dal: 5 marzo 2021
    Pagine: 100 p., Brossura
    ISBN 978-88-3346-805-1
    EAN: 9788833468051

    Contatti diretti con l’autore:
    https://www.facebook.com/carlo.dinitto
    carlo.dinitto@libero.it

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    Il primo Codice Marittimo del Mediterraneo

    di Antonio Cimmino

    Il più antico statuto marittimo italiano adoperato in tutta l’area del Mediterraneo rimase in vigore fino al XVI secolo quando furono sostituite dalle norme del Consolato del mare di Barcellona.
    Si componeva di 66 capitoli (21 in latino e 45 in volgare) redatto tra il XI e il XIII secolo: regolamento commercio marittimo e traffici, le controversie, il prezzo dei noli, gli obblighi del capitano e dei marinai, l’indennizzo in caso di perdita della merce, i cambi marittimi, la compartecipazione agli utili, i compensi dei rischi di mare, le avarie, l’armamento, l’abbandono del bastimento e delle merci in caso di pericolo.
    Riconosciuto in tutti i paesi del Mediterraneo, cristiano e musulmani, base per la successiva legislazione.