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    21 marzo 2019 Giornata Mondiale della Sindrome di Down

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    21.3.1921, nel ricordo di Alda Merini

    di Alda Merini

    Alda Merini, un’isola di saggezza in un mondo di follia.

    Poetessa visionaria e lucida, mente tremula e forte, cuore di oceano in un corpo senza pelle.


    Sono una donna anziana, di 76 anni, malconcia, che ha subìto diversi interventi di cui l’ultimo all’anca e quindi faccio fatica a muovermi. Mi piacerebbe uscire, scendere le scale (non ho l’ascensore) e fare una passeggiata per le vie della città, bere un caffè al bar, sorretta dal mio bastone. Ma ho paura. Paura del mondo attorno perché è così spaventosamente cambiato. Io sono stata in manicomio per tanti anni, ma dopo la legge Basaglia (legge 180 che ha fatto chiudere i manicomi) i matti sono in giro e hanno ragione di essere matti: c’è troppo odio in questa società. Un odio che ha devastato l’Italia e che rende le persone ignoranti, aride e cattive. Non c’è più amore per nessuno. E per assurdo affermo che mi sentivo più sicura in manicomio, anche se so che con questa mia affermazione urterò la sensibilità di molti: io vorrei che riaprissero i manicomi. Dico di più, vorrei ritornarci. Tra le mie quattro mura non mi sento sicura, ho dei vicini terribili, persone inqualificabili. Mi disturbano con il silenzio, se facessero rumore mi farebbe piacere, vorrei sentire le grida dei loro bambini, invece niente, silenzio tombale che mi porta a domandare “sarà in casa?”. Poi improvvisamente questo silenzio viene rotto da un rumore violento che ti fa sobbalzare perché non te l’aspettavi e se sei fragile di cuore può anche farti male. È una tortura morale. Madre Teresa di Calcutta diceva che c’è qualcosa di più grave dell’omicidio colposo: l’indifferenza, che può arrivare a uccidere un uomo. Ecco, i miei vicini mi trattano con indifferenza. Non parlano, non si rivelano, fanno comunella tra loro, continuano a vedermi come la donna che è stata in manicomio, una sorta di stigam impresso addosso, che mina la mia identità personale, per loro io sono ancora matta, e anche mia figlia lo è, per il solo fatto di essere nata da me. Ma i veri disturbati di mente sono loro. La gente odia la malattia mentale perché ha paura di essere uguale al malato di mente, molti non lo sanno che sono già uguali ai pazzi. E così li emarginano credendosi sani. I miei vicini di casa ricostruiscono la mia pazzia. Sparlano alle mie spalle perché la mia casa è disordinata, per loro vivo nella sporcizia, loro invece hanno case asettiche, perfette e impersonali ma non si rendono conto che vivono nella sporcizia morale. Il fatto che non mi rivolgano la parola è drammatico.
    (testimonianza pubblicata su D – la Repubblica delle Donne)

    Tramonto sul lago
    “Vibra d’un ultimo sospiro
    il giorno incandescente,
    provando a trattenere
    il calore che svanisce;
    rosso di stanchezza
    s’inabissa il sole
    nell’acque increspate
    a incontrar ristoro,
    e passa alla sera intatto
    il testimone dei pensieri.”
    Alda Merini (1931 – 2009)


    Ponza, il faro della guardia (Alda Merini)
    “Quello è il faro
    e noi
    sui gradini dell’immaginazione
    indoviniamo i flutti dove vanno. …”
    Alda Merini (1931 – 2009)

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    Ecco perché parliamo di morti

    a cura Pancrazio “Ezio” Vinciguerra e collaboratori di questo blog

    Perché occorre un superamento di sé, l’uscita da condizionamenti inconsci e presunzioni varie che riducono infinitamente la nostra vita. Ma vale più di qualunque tesoro, perché è il nostro potenziale. Parleremo molto, cercando di essere all’altezza di tanto onore perché siamo un popolo di santi, poeti e navigatori (reali e virtuali) che mettiamo la faccia in tutte le cose che facciamo.
    PIU’ VOCE AI MARINAI VIVI E MORTI
    Pancrazio “Ezio” Vinciguerra

    Nicola Boccardi dice:
    18 marzo 2018 alle 18:47
    Buonasera a tutti,
    la mia bambina che frequenta la IV elementare mi ha chiesto notizie del fratello di mia nonna materna morto in guerra.
    Ricordavo poche notizie che mi aveva lasciato mia madre che ora non c’è più. Ora sono qui e io e la mia bambina vi chiediamo di raccontarci di più di cosa è successo e di Menzera Giglio marinaio del 07/02/1923 di Palagiano in provincia di Taranto.
    Sapete dove è seppellito in un suo loculo o con i sei?
    Grazie al sig. Sergio Cavacece e ai superstiti che ci avete dato queste informazioni e queste emozioni.

    Claudio53 dice:
    19 marzo 2018 alle 08:26
    Gentile signor Nicola,
    il mio amico Ezio Vinciguerra mi ha chiesto se potevo rispondere alla sua richiesta. La ricerca è stata abbastanza semplice. Nell’albo d’Oro della Marina Militare è riportato che il fratello di sua nonna, Menzera Giglio, nato a Palagiano il 7 febbraio 1923 era un marinaio motorista imbarcato sulla corvetta Cicogna. La data della morte è il 24 luglio 1943, data in cui la nave venne colpita ed affondata nel porto di Messina da un bombardamento aereo alleato (recuperata dopo il conflitto, venne radiata il 18 ottobre del 1946). A bordo ci furono 21 vittime di cui 16 morti e 3 dispersi il 24 luglio e successivamente uno dei feriti morì il 25 ed un’altro il 27 luglio. Risulta che il fratello di sua nonna non era tra i dispersi per cui se non è sepolto nel cimitero di Palagiano sarà probabilmente fra i 6 sepolti, in un unico loculo, presso il Sacrario di Militare di Cristo Re nella città di Messina. Dopo aver verificato a Palagiano, se vuole, può telefonare al Sacrario di Messina per vedere se hanno i nomi dei 6 sepolti (Wikipedia riporta il seguente numero 389 218 3265) se non li hanno o non riesce a contattarli, e sempre se non è sepolto a Palagiano, può inviare una e-mail con la richiesta di notizie ad ONORCADUTI onorcaduti@onorcaduti.difesa.it. La storia della corvetta Cicogna e la fotografia della lapide la trova sul sito de “lavocedelmarinaio” al seguente indirizzo:
    https://www.lavocedelmarinaio.com/2017/07/regia-corvetta-cicogna-classe-gabbiano/
    Su Wikipedia trova le notizie sul Sacrario (https://it.wikipedia.org/wiki/Sacrario_di_Cristo_Re) e su YouTube ci sono dei filmati, ne segnalo uno: https://www.youtube.com/watch?v=cFQ-SroJNks
    Per altre notizie sul caduto o sulla corvetta veda l’articolo al seguente link:
    https://www.lavocedelmarinaio.com/2015/03/commissariato-generale-per-le-onoranze-ai-caduti-acronimo-onorcaduti/
    Se vuole che il fratello di sua nonna sia ricordato sul sito “lavocedelmarinaio” invii una fotografia, possibilmente in divisa, ad Ezio Vinciguerra (in indirizzo per conoscenza nella presente mail) che penserà a ricordarlo nella data della scomparsa.
    Sperando di essere stato utile.
    La saluto cordialmente.