Recensioni

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    20.2.1860, affonda regia nave Torquato Tasso

    di Antonio Cimmino

    …a Castellammare di Stabia c’era una volta un arsenale che costruiva navi, e adesso?

    La regia pirofregata a ruote Torquato Tasso fu costruita nel Real Cantiere Navale di Castellammare di Stabia e varata il 28 maggio 1856. Le sue caratteristiche tecniche principali erano le seguenti:

    – dislocamento: 1450 tonnellate;
    – scafo in legno con carena ramata;
    – dimensioni: 63,3 x 9,9 x 4,9 metri;
    – due ponti;
    – due alberi a brigantino – goletta con bompresso;
    – 4 caldaie Guppy e macchina alternativa da 300 cavalli costruita a Pietrarsa (Napoli);
    – armamento all’origine: 1 obice da 117 libbre con canna a ferro liscio, 1 cannone da 60 libbre a omba Myllar con canna a ferro liscio, 8 obici Paixans da 30 libbre con canna a ferro liscio, 2 cannoni da 12 libbre in bronzo su affusto (da sbarco);
    – equipaggio: 178 uomini.


    Affondò per fortunale il 20 o il 21 febbraio 1860 al largo di Civitella del Tronto.

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    Carlo Cacace (Meta, 8.9.1867 – Mare, 20.2.1916)

    di Claudio Confessore

    (Meta, 8.9.1867 – Mare, 20.2.1916)

    Egregio sig. Franco,
    la sua è una famiglia che ha vissuto durante la Grande Guerra pesanti perdite dei propri cari. In merito ai parenti le posso dare solo delle indicazioni che in parte Lei già conosce.

    Sottotenente di Vascello di complemento Cacace Carlo nato a Meta l’8 settembre 1867, iscritto alla Capitaneria di porto di Taranto, scomparso il 20 febbraio 1916 in seguito all’affondamento della nave Ospedale Marechiaro.

    REGIA NAVE OSPEDALE MARECHIARO
    a) Dati Tecnici dell’unità
    Nominativo: Marechiaro
    Tipo: Piroscafo passeggeri
    Anno di costruzione: 1912
    Numero di ponti: 1
    Materiale di costruzione: Acciaio
    Velocità: 14 nodi
    Stazza lorda: 412 tonnellate
    Stazza netta: 102 tonnellate
    Data affondamento: 21 febbraio 1916
    Località: presso Durazzo
    Causa: Mina
    Compartimento: Napoli
    Nome Armatore: Compagnia Napoletana di Navigazione

    Nave Ospedale Marechiaro
    b) Affondamento
    La nave era in origine un piccolo piroscafo passeggeri in servizio sulle linee che collegavano Napoli e le isole del golfo. Requisita agli inizi del 1916 per essere impiegata come nave Ospedale fra i porti pugliesi e Durazzo (Albania) durante il salvataggio dell’esercito serbo in ritirata in Albania. Era la più piccola unità ospedale della Regia Marina ed aveva 50 posti letto. Effettuò solo 6 missioni trasportando in totale 258 tra feriti e malati.
    La nave affondò al largo di Durazzo dopo aver urtato una mina posata dal sommergibile Austro-Ungarico UC12 (in realtà il battello era tedesco e la sua storia può leggerla al seguente link:

    https://www.lavocedelmarinaio.com/2017/11/il-sommergibile-uc-12u24x1/

    I drifters britannici Hasting Castle e Selina, della Royal Navy, impegnati nello sbarramento del Canale d’Otranto, intervennero rapidamente ma poterono salvare solo 104 uomini, mentre 33 uomini persero la vita (il numero delle vittime secondo altre fonti furono oltre 200, forse un po’ troppe per una piccola nave).
    Da sottolineare il gesto del Capitano Medico Samuele Gnasso, nave finito in mare e gravemente ferito, ebbe la forza ed il coraggio di tornare a bordo della Marechiaro e continuò a prestare la sua opera mentre l’unità affondava nei pressi di Capo Laghi. Fu decorato con Medaglia d’Argento al Valor Militare.

    La Marechiaro con la livrea di nave ospedale

    c) COME CERCARE ULTERIORI NOTIZIE
    Considerato che si è già rivolto ad ONORCADUTI per avere ulteriori notizie può rivolgersi:
    a) per lo stato di servizio
    Ministero della Difesa
    Direzione Generale per il Personale Militare V Reparto
    viale dell’Esercito, 186 – 00143 Roma;

    b) per il foglio matricolare
    Centro Documentale (ex Distretti Militari) e/o all’Archivio di Stato competente per territorio, in base alla provincia di nascita del Caduto;

    c) per la documentazione anagrafica (atto di nascita, atto di morte, ecc..):
    al Comune di nascita del Caduto;

    d) per le notizie/documenti relative alla definizione dello “staus giuridico matricolare” di Caduto/Disperso in guerra e relativo inserimento nell’Albo d’Oro:
    Ministero della Difesa
    Direzione Generale della Previdenza Militare, della Leva e del Collocamento al Lavoro dei Volontari Congedati
    III Reparto – 10^ Divisione Albo d’Oro
    viale dell’Esercito, 186 – 00143 Roma;

    e) per le vicende storiche del reparto/unità di appartenenza del Caduto:
    agli Uffici Storici dell’Esercito, della Marina Militare, dell’Aeronautica Militare e dell’Arma dei Carabinieri, i cui recapiti potranno essere reperiti sui rispettivi siti internet (normalmente non fanno ricerche per conto terzi per cui occorre andare di persona. Deve prima contatttarli);

    f) per le onorificenze e le decorazioni relative al Caduto:
    Ministero della Difesa
    Direzione Generale per il Personale Militare
    V Reparto – 10^ Divisione Ricompense ed Onorificenze
    viale dell’Esercito, 186 – 00143 Roma.

    d) CONCLUSIONI
    Ringraziandola per la sua attenzione e ci tenga informati sugli sviluppi della ricerca continuando a seguire questo nostro BLOG il cui unico scopo è quello di onorare i nostri caduti affinché il loro sacrificio non cada nell’oblio.

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    Osvaldo Tega (5.9.1931 – 20.2.2018)

    di Giuseppe De Micheli

    (5.9.1931 – 20.2.2018)

    …riceviamo e con immenso orgoglio e commozione pubblichiamo.

    Caro Ezio, (ma non ci davamo del tu?)
    innanzitutto, e a nostra volta, grazie per gli apprezzamenti nei nostri confronti, mio e dell’equipaggio della nave Alpino naso Blu! (*).
    Per inciso,  anche grazie per l’appellativo di Ammiraglio che francamente non so  se mi competerebbe, almeno sulla carta; comunque, anche se ci rimetto un po’, preferisco quello di Comandante, perché lo sono stato veramente e nelle migliori possibili condizioni e circostanze.
    Vorrei che fosse pubblicato sul blog, interpretando il sentimento di tutto  l’equipaggio, un ricordo  dell’ammiraglio Osvaldo Tega, che era Comandante in 2^ durante la nota crociera e che purtroppo è partito per l’ultima missione. Allego una sua foto, un po’ irrituale rispetto agli standard ma che mi pare  lo rappresenti bene. Naturalmente mi rimetto alle tue considerazioni.
    Grazie e ricambio un cordiale abbraccio.
    Giuseppe De Micheli

    Il 20 febbraio 2018 si è spento, partendo per la sua ultima missione, l’Ammiraglio Osvaldo TEGA, Comandante in 2^ di Nave Alpino durante la Crociera Atlantica  che, nel 1973, ci portò a navigare a lungo ai bordi della banchisa polare artica, facendoci diventare “Quelli dell’ALPINO NASO BLU”.


    Il suo dedicato impegno fu fondamentale, sia nella fase preparatoria che operativa, per per il successo di quella lunga e difficile missione, ma noi tutti lo vogliamo affettuosamente ricordare anche per le sue grandi doti di comprensione, equilibrio, generosità e simpatia.

    (*) Gli Alpini “Naso Blu”, in ricordo dell’occhio di cubia (naso) dipinto di blu a testimoniare, secondo tradizione, la navigazione tra i ghiacci del Mare di Labrador.
    E’ appena il caso di segnalare che, per l’epoca, quella crociera dell’Alpino fu la “più lunga navigazione ininterrotta” di Unità della nostra Marina Militare (496 ore di moto – 7315 miglia nautiche percorse).

    Tanto e’ dovuto dal Comandante De Micheli, al suo secondo Comandante Tega, all’equipaggio di Nave Alpino, nessuno escluso, che in quella occasione seppe fare cose al di sopra di ogni possibile elogio.

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    20.2.1945, affondamento della regia nave Impero (classe Vittorio Veneto)

    Ultima delle quattro navi da battaglia della classe “Vittorio Veneto”. Non fu mai completata e allestita perché gli preferirono la costruzione di cacciatorpedinieri e torpedinieri. 
Varata il 15 novembre 1939 dal cantiere Ansaldo di Genova-Sestri, il 1° giugno 1940, fu rimorchiata da Genova a Brindisi.

    Il 22 gennaio 1942 proseguì per Venezia. Successivamente fu trasferita a Trieste, ove si pensava di ultimare la costruzione e l’ allestimento. 
L’ 8 settembre 1943 se ne impadronirono i tedeschi. 
Alla fine della guerra l’unità colpita dall’attacco aereo americano del 20 febbraio 1945 contro il porto di Trieste, venne trovata semi-affondata. Recuperata, fu trasferita a Venezia e demolita.
    Fu radiata con decreto del 27 marzo 1947.

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    20.2.1929, varo della regia nave Strale

    di Antonio Cimmino



    …c’era una volta un arsenale che costruiva navi, e adesso?

    Cacciatorpediniere classe Dardo. Varato a Sestri il 20 febbraio 1929. Incagliatosi mentre scortava un convoglio presso Ras ed Amar il 21 giugno 1942.
    Silurato ed affondato il 6 agosto 1942 dal sommergibile inglese Turbolent.

    Dati tecnici
    Dislocamento: 2.200 tonnellate a pieno carico;
    Dimensioni:95,9 x 9,35 x 4,3 metri;
    Apparato motore: 3 caldaie e 2 gruppi di turbine collegate a due assi;
    Velocità: 30 nodi circa;
    Armamento:
    – 4 cannoni da 120/50 mm;
    – 2 cannoni da 120/15 (illuminanti);
    – 2 mitragliere da 40/39 mm;
    – 4 mitragliere da 13,2 mm;
    – 6 tubi lanciasiluri da 533 mm;
    – 2 tramogge per lancio bombe di profondità;
    Equipaggio: 6 ufficiali e 159 tra sottufficiali, graduati e comuni;
    Motto: Ché il destinato segno tocchi.

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    20.2.1955, varo di nave Canopo

    a cura Pancrazio “Ezio” Vinciguerra

    La nave fu costruita nei  cantieri navali di Taranto e fu varata il 20.2.1955. Consegnata alla Marina Militare il 4.5.1958, venne posta in riserva nel 1981 e radiata il 30.9.1982. Questa unità navale  faceva parte della classe Centauro, una serie di quattro fregate costruite all’inizio degli anni ’50 in conto M.D.A.P. (Mutual Defence Assistence Program) con concorso della NATO. Le quattro navi erano la Centauro, la Canopo, la Castore e la Cigno.
    Nave Canopo inizialmente avrebbe dovuto portare la sigla di identificazione D570, mutata in F551 nel 1957.


    La fregata Canopo (F551) qui ripresa in navigazione con mare agitato, mostra la particolare forma della prora a cutter ed ancora l’armamento originale con i 76/62 sovrapposti.

    Caratteristiche tecniche
    Dislocamento: 2137 tonnellate
    Lunghezza: 103,10 metri
    Larghezza: 12,00 metri
    Velocità: 26 nodi (48 km/h)
    Autonomia: 2860 miglia nautiche a 18 nodi (5300 km a 33,5 km/h)
    Propulsione: 22000 hp, 2 caldaie, 2 turbine a vapore Tosi  – 2 eliche
    Armamento:
    • 4 cannoni da 76mm in impianti binati, poi sostituiti da 3 cannoni da 76mm in impianti singoli
    • 4 mitragliere da 40mm (poi sbarcate)
    • 2 lanciarazzi illuminanti trinati
    • 1 mortaio antisommergibili Menon
    • 4 mortai Menon corti (poi sbarcati)
    • 6 tubi lanciasiluri da 533mm (poi sostituiti da 2 lanciasiluri trinati da 324mm)
    • 1 scaricabombe di profondità (aggiunto in seguito).     

    Dello stesso argomento sul blog:
    https://www.lavocedelmarinaio.com/2016/02/edoardo-bartolomei-di-nave-canopo-6-2-1940-25-1-2016-e-la-solitudine-che-reclama-la-pace-perche-la-vita-e-bella/