C'era una volta un arsenale che costruiva navi

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    1.4.1899, entra in servizio regia nave Vettor Pisani

    di Carlo Di Nitto

    … a Castellammare di Stabia c’era un arsenale che costruiva navi, e adesso?

    Il “Vettor Pisani, classe omonima, dislocava 7240 tonnellate. Era stato impostato il 7 dicembre 1892 presso i Cantieri di Castellammare di Stabia. Varato il 14 agosto 1895, ed era entrato in servizio il 1° aprile 1899.
    Appena entrato in servizio, venne inviato in Cina per tutelare gli interessi nazionali in quelle acque e per trasportare truppe destinate a reprimere la famosa “rivolta dei Boxer”. Svolse anche azioni finalizzate a contrastare la pirateria cinese.
    Ritornato in Italia nel 1902, venne messo a disposizione di Guglielmo Marconi per le prime sperimentazioni sulle onde radio a lunga distanza. L’anno successivo ritornò nelle acque cinesi con il compito di allestire una stazione radio destinata a collegare le legazione italiana con la madrepatria. Ritornò in Italia nel 1904.
    Durante la guerra italo – turca  fu ampiamente impiegato nelle acque libiche e del Dodecaneso.
    Alla data d’ingresso dell’Italia nella Prima Guerra Mondiale, era ormai una unità obsoleta e per questo motivo svolse poche azioni, consistenti prevalentemente nel bombardamento di installazioni militari costiere austroungariche. Nella metà del 1916, divenne stazionario a Valona, in Albania, destinato alla difesa di quel porto. Successivamente rientrò in Italia e rimase inattivo a Taranto.
    Poco dopo un anno dalla fine del conflitto, ormai vetusto, il 2 gennaio 1920 venne radiato e venduto per la demolizione effettuata a Savona.

    MARINAI DEL REGIO INCROCIATORE CORAZZATO “VETTOR PISANI”.
    Alcuni “bisnonni” marinai  del Regio Incrociatore Corazzato “Vettor Pisani” fotografati durante un momento di breve sosta. La foto, sul retro, è datata 1904.

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    regio incrociatore Vettor Pisani - www.lavocedelmarinaio.com

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    31.3.1875, radiazione della regia nave Gaeta

    di Antonio Cimmino

    Pirofregata Gaeta
    di Carlo Di Nitto

    La pirofregata ad elica di 1° rango Gaeta (ex Real Marina del Regno delle Due Sicilie) fu impostata il 01/09/1860 nel Reale Cantiere  di Castellammare di Stabia per conto della Marina Borbonica; varata il 31/08/1863, entrò in servizio nella Regia Marina Italiana il 16/07/1865.
    Venne radiata il 31/03/1875

    Caratteristiche tecniche
    Dislocamento: a p.c. 3980 t.
    Dimensioni: lunghezza fra le pp. 65,9 m. – lunghezza f.t. 68,2 m. – larghezza 15,2 m. – immersione media a p.c. 7,1 m. – Scafo in legno con carena rivestita in rame – Attrezzatura velica: tre alberi armati a nave (tre alberi a vele quadre)
    Apparato motore:  4 caldaie tubolari – 1 motrice alternativa a cilindri orizzontali – 1 elica bipala sollevabile
    Potenza: 450 hp nominali – 1175 hp indicati
    Velocità: 11 nodi
    Combustibile: 370 t.
    Armamento (nel 1866): 32 cannoni F.L. (in ferro liscio) da 16 cm. e 10 cannoni F.L. da 80 libbre.
    Equipaggio: 25 ufficiali; 491 sottufficiali, marinai, fanti di Marina e maestranze.

    Una seconda unità ha portato il nome di Gaeta:
    Il rimorchiatore Gaeta (ex mercantile olandese Guglielmina) – Dislocam. 250 t.
    Varato nel 1916 nel Cantiere N.V. Maschinenfabrik Y.M. Cappellen (Olanda)
    Acquistato ed entrato in servizio nella Regia Marina il 10/03/1917, durante la prima guerra mondiale fu impiegato in compiti di scorta e dragaggio.
    Fu radiato il 01/10/1951
    Di questo secondo “Gaeta” abbiamo fotografie.

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    31.3.1875, radiazione della regia nave Farnese (poi Italia)

    a cura Antonio Cimmino

    … a Castellammare di Stabia c’era un arsenale che costruiva navi, e adesso?

    La fregata di I rango ad elica Farnese fu impostata il 2.9.1857 nel Real Arsenale di Castellammare di Stabia per conto della Marina Borbonica. Fu varata il 6.4. 1861 per conto della Regia Marina Italiana e ribattezzata Italia. Era una nave gemella di Gaeta e Borbona (poi Garibaldi) sempre varate nel cantiere navale stabiese.
    La regia fregata Italia, disarmata a Napoli il 26.4.1874, fu radiata il 31.3.1875.

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    28.3.1895, radiazione regia nave Principe Amedeo

    di Carlo Di Nitto

    La regia pirofregata corazzata “Principe Amedeo”, classe omonima, dislocava a pieno carico 6274 tonnellate. Era stata impostata nel 1865 presso i Cantieri Navali di Castellammare di Stabia. Per ragioni tecniche e finanziarie, la costruzione e l’allestimento si protrassero nel tempo, tanto che solo il 15 gennaio 1872 fu varata e, il 15 dicembre 1874, completata.
    Per queste ragioni, a nove anni dall’impostazione, l’unità pur presentando all’atto della progettazione novità tecniche, fu da considerare già superata al momento dell’entrata in servizio data la continua evoluzione del naviglio militare.
    Con la gemella “Palestro”, fu l’ultima fregata corazzata della Regia Marina Italiana e l’ultima unità a propulsione mista (vela e vapore) ed a costruzione mista (legno e ferro). Con esse si chiuse il periodo delle costruzioni ibride e delle controversie sul più efficiente tipo di nave corazzata.
    Dopo la sua entrata in servizio, anche a causa dell’ormai superata efficienza bellica, svolse prevalentemente attività di rappresentanza.

    La sua presenza va però evidenziata:
    – nel 1878, nelle acque greche, in occasione di tumulti politici che minacciavano la locale comunità italiana;
    – nel 1882, nelle coste del Mediterraneo orientale, dove perdurava la lotta fra musulmani e cristiani;
    – nel 1885, nella scorta fino a Port Said dei primi contingenti di truppe italiane destinati all’occupazione di Massaua;
    – nel 1886, nelle acque tra il golfo di Negroponte ed il Canale di Otranto per porre il blocco navale alle coste greche.
    Rientrata in patria, fu posta in disarmo fino al novembre 1888. Successivamente riprese servizio a La Spezia, per pochi mesi , come nave ammiraglia del Primo Dipartimento.
    Il 1° settembre 1894 passò nuovamente in disarmo e il 28 marzo 1895 venne radiata dai quadri del Naviglio militare.
    Dopo la radiazione fu trasformata in nave deposito esplosivi e dislocata a Buffoluto (Taranto).
    Nel 1910, venne venduta a privati e avviata alla demolizione.