di Marino Miccoli

Stimato maresciallo Ezio Vinciguerra,
alcune vecchie fotografie dei primi anni ’30 del secolo scorso che ho estratto dall’album di ricordi di mio padre il quale ha dedicato tutta la sua vita alla Regia Marina prima e alla Marina Militare poi, mi hanno suggerito questo scritto che ha per argomento la franchigia e cioè la libera uscita dei marinai.
Premetto che chi scrive non è mai uscito in franchigia ma, avendo svolto il servizio di leva nell’Esercito, al termine del servizio giornaliero lasciava la caserma (di solito alle ore 17:00 nei giorni feriali e per una fascia  oraria più ampia nei festivi) in “libera uscita”, per rientrare entro le ore 23:00, ovvero quando passava per le camerate il sottufficiale di giornata per effettuare il “contrappello” (l’appello era eseguito al mattino, prima dell’alzabandiera) proprio poco tempo prima che risuonassero le dolci note del Silenzio a chiusura della giornata.
Ma torniamo in ambito marinaresco e alle immagini che corredano questo mio breve scritto.
Sono belle fotografie in bianco/nero, vecchie perché hanno più di 80 anni, che ritraggono mio padre Antonio Miccoli (nel 1930 era Cannoniere Puntatore imbarcato sul Regio Esploratore Leone Pancaldo) e alcuni suoi commilitoni nei momenti liberi e di svago; in particolare esse sono state scattate a Dakar (allora Colonia francese del Senegal) durante la Crociera oceanica che la Regia Marina effettuò in appoggio alla “Prima trasvolata atlantica di Italo Balbo(*)

Giova precisare che a quell’epoca e fino a non molto tempo fa i Marina uscivano in franchigia in uniforme, così come tutti gli altri appartenenti alle Forze Armate; alla ronda (o al “rondone” se il servizio era svolto da un numero di militari maggiore a tre) era affidato l’incarico di vigilare sul corretto comportamento nonché sulla esatta ottemperanza e conformità alle diverse norme dei Regolamenti che i militari liberi temporaneamente dal servizio erano tenuti ad osservare.
Il mio “Modernissimo dizionario illustrato” (1964) tra i vari significati attribuiti alla voce FRANCHIGIA, a quello marinaresco recita: il permesso di scendere a terra per diporto concesso ai marinai liberi da servizi o punizioni; il tempo trascorso a terra in base a tale permesso. Interessante e chiarissimo mi pare essere pure il vocabolario Zingarelli (1971) quando fornisce il significato attribuito all’aggettivo FRANCO: Detto di chi e’ o si ritiene libero da impegni, obblighi, servizi e simili [.]; definisce poi il MARINAIO FRANCO: a bordo delle navi militari e mercantili il marinaio libero da ogni servizio, al quale spetta il riposo o la libera uscita. Infine alla voce GUARDIA FRANCA si legge: quella parte dell’equipaggio libera da ogni servizio.

(*)

https://www.lavocedelmarinaio.com/2011/01/15-gennaio-1931-unimpresa-memorabile/

https://www.lavocedelmarinaio.com/2011/01/15-gennaio-1931-un%E2%80%99impresa-memorabile/

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