di Pancrazio “Ezio” Vinciguerra

La barbarie umane compiute contro degli inermi, colpevoli solo di essere creduti dalla parte sbagliata, alimentano odio; un odio esteso subito anche dal mondo animale e vegetale.
L’odio, perpetrato nell’omicidio, nella pulizia etnica, nell’inquinamento, nell’affannosa ricerca al benessere sfrenato, non ha colore o ideologia: è odio!
L’amore è il contrario dell’odio.  Ma questo decantato amore è latente perché siamo peccatori, perché siamo sordi e non sappiamo più ascoltare col cuore, perché siamo pronti a giudicare e non sappiamo perdonare, perché ci professiamo  sempre innocenti e non conosciamo più vergogna, perché siamo i primi a scagliare le pietre pur sapendo di essere complici e colpevoli: complici dell’omertà del silenzio e colpevoli o correi di omissione alla verità.
Perché non arrossiamo alla vergogne nostre e degli altri rendendoci  complici di fronte a quell’odio che è peccato? Che cos’è il peccato? E l’espiazione al peccato che cos’è? Siamo ancora credenti? La vita, la nostra, è odio o è amore?

Francesco Ruggieri, emigrante di poppa meridionale, profugo istriano, marinaio
di Francesco Ruggieri




Ciao Ezio,
grazie per le foto ricordo complimenti, condivido il tuo operato su internet, W la Marina Militare Italiana orgoglioso di aver servito con onore come il Marinaio Fumarola di cui io ti ho già scritto tempo fa e il tuo sito mi ha dato le dritte nella ricerca storica.
Hai ragione da vendere quando affermi “Marinai per sempre”.
Io ero profugo a Fiume (Croazia ex Istria ), avevo 5 anni nel ’43. Questa foto l’ho avuta in eredità da mia madre Fumarola Isabella sorella del defunto. Nei miei ricordi, nella mia mente lo chiamavano Angelo, ma il vero nome è Paolo come l’Apostolo perciò il discorso fila … (*)
Caro Ezio ti ringrazio anche perché io vivo a Milano, come emigrante di poppa, i miei parenti sono di Martina Franca.
 Ho letto il tuo libro e me lo sto divorando ancora una volta.  Anch’io ho passato la guerra, i titini, l’Istria, le foibe di Fiume, proprio come il tuo papà Giorgio.
 E poi quei sapori dei dolci plumachelle che ti faceva la zia Sara, e il bottegaio che vi voleva fare u “culu russu”, la tua Sicilia la hai nel cuore…
Ti chiamavano “u canterinu catanese”, lo sto rileggendo mentre mi imbarco per la Sardegna per doveri di famiglia (mia moglie è sarda).
Sei veloce come un proiettile cal.6,5/ 91.
Grazie a Dio di averti conosciuto solo mi devi scusare se sbaglio perché ho fatto le scuole Italo-Croate perché eravamo profughi giuliani. Mio padre era militare aggregato all’11° Reggimento Bersaglieri di Gradisca, poi ti racconterò la mia odissea: scappai dal campo profughi per venire in Italia ma al confine di Sezana i titini mi arrestarono. Avevo 12 anni eravamo nel 1950, poi se non ti stanco ti racconterò.
Certo che per un meridionale come me aver fatto il profugo giuliano…
Ciao Ezio, ti sono riconoscente a risentirci.


Ciao Francesco,
ho deciso di pubblicare la tua mail il 10 febbraio…
scusa per il ritardo ma sono certo di essere compreso e perdonato.
Non vedo di pubblicare sia la tua storia “giuliana” che le sensazioni di un marinaio di “confine come me” che ha provato col linguaggio del cuore il vero senso di “Emigrante di poppa”.
Quando scrivevo il libro, sotto la Sua dettatura, pensavo che gli emigranti di poppa siamo noi marinai reali e virtuali … soprattutto quelli di confine o confinati.
Caro Francesco, io ti esorto a scrivere un libro autobiografico che può far comprendere, qualora ce ne fosse ancora di bisogno, di che cosa è capace la belva umana.
Abbiamo parecchi amici istriani che non hanno dimenticato cosa è accaduto a loro e ai loro parenti… abbiamo il dovere “Sacrosanto” di raccontarlo a figli e nipoti.

(*) https://www.lavocedelmarinaio.com/2014/08/angelo-fumarola-marinaio-a-tripoli/

Commenti

  • Dovrebbe essere scontato ma cosi' non è....Grazie a Dio ci sono persone come te, che danno un po di speranza in questo mondo che sta sprofondando, negli errori del passato.

  • Ciao Antonio Cazzato e grazie per il complimento e anche per il commento assolutamente condivisibile.
    Io penso che la via dell'orgoglio conduce al peccato e indurisce e pietrifica i nostri cuori. Dobbiamo innaffiare il nostro cuore con il dono dell'ascolto del discernimento che Dio ci ha donato.

  • Buonasera a voi carissimi che avete letto fino in fondo e col cuore tutto l'articolo.
    Io penso che la via dell’orgoglio conduce al peccato e indurisce e pietrifica i nostri cuori. Dobbiamo innaffiare questo nostro cuore con il dono dell’ascolto del discernimento che Dio ci ha donato... proprio come avete fatto voi leggendo con il cuore.
    Beai coloro che piangono, perché saranno consolati. Beati coloro che hanno fame e sete di giustizia, perché saranno saziati (San Matteo).
    Anche con tutta la nostra buona fede è più facile diventare osservanti di norme e precetti piuttosto che essere credenti in Dio-
    Ciò ce conta nella vita, è sapere dov'è il nostro cuore.

  • Assolutamente d' accordo...ma sembra che l'uomo non impari mai niente dai suoi errori, ed è sempre intento a trovare "colpevoli per lavarsi la coscienza.....la tua persona è una speranza.(scusa per il tu).

  • :-) buonasera Antonio hai ragione da vendere e condivido quando affermi che troviamo sempre altri colpevoli per lavarci la coscienza.
    Grazie ancora per i complimenti e sono felicissimo non solo di darci del tu ma proseguire la compagnia su questa rotta della solidarietà

  • mitico Francesco Ruggieri che sorpresa la tua graditissima risposta. Penso che siamo noi a condividere la tua misericordiosa e solidale esperienza di vita...per quanto mi riguarda mi hai fato comprendere tantissimo.
    Un abbraccio a te e ai tuoi cari grande come il mare ma anche come il tuo cuore.

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