di Giovanni Brandano
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Disteso sulla spiaggia, estasiato, guardo il mare e ascolto l’urlo che spira quasi come adirato. Mi accorgo che l’acqua oggi non è sempre lei, e mai così spumosa e increspata. La mia pelle tutta intrisa di sudore e di sabbia e sopra un cielo blu, intenso e perenne; una roccia di granito argentato e un gabbiano che combatte su di essa contro il vento nel mantenere un poco d’equilibrio. Cede all’impeto dei soffi acuti e striduli sulle sue penne, si rinforza un poco con la sua alzata d’ali.
Retrocede, ritorna indietro come assai spinto e comincia a scivolare in giù; poi con il suo piglio arcigno riguadagna di nuovo il suo posto al sole, che lo riveste tutto di luce intensa. Rinforza sempre più il vento, ma lui di nuovo arretra, questa volta ricadendo gravemente in giù…
Mi sollevo, corro verso di lui e lo raccolgo, è ferito alla testa e cerco di rianimarlo…
Non ce la faccio!
Corro sul bagnasciuga e col guscio della mia mano attingo dell’acqua salata e bagno dolcemente la sua testa. Sanguina, ha gli occhi chiusi ed il battito veloce. Allora guardo il cielo e vedo la sua amata che vola su di noi descrivendo cerchi sempre più concentrici e veloci, mentre perde quota con scivolate d’ala, sino a posarsi rapidamente a pochi metri da noi.
Guardo entrambi con tristezza. Un fremito, un’emozione che addolora, un sussulto del mio cuore, mentre il cielo  sembra inchinarsi su di loro per baciarli …quasi come se lui  non cadde dalla roccia, ma dagli occhi della sua amata in un’ ultimo desiderio esaudito.
Vorrei prendere anche lei ed accostarla a lui, come in un abbraccio eterno.

TUTTI INSIEME PER CONTINUARE LA LOTTA CONTRO LE MALATTIE GRAVI CON GRANDE VALENZA INVALIDANTE
Siamo in tanti con una storia da raccontare, di dolore e di sofferenza, ma anche di coraggio e di gioia (chi condivide esiste)!
Penso sempre che nel tuo essere ammalata così gravemente c’è tutto l’attutire l’intensità della sofferenza, ben sapendo che la medicina non può porre rimedio a tutto.
Mi chiedo, pertanto, se la parola della medicina può guarire, oppure può far ammalare di piu’…
Giovanni Brandano

Carissimo Giovanni, non volevo pubblicarla. Poi ho pensato che l’amore è la migliore medicina e sai perché? L’amore è il primo dono che Lui ci ha donato attraverso la Sua vita, morte e resurrezione. La Grazia Divina? E’ l’abbraccio che Lui ci dona attraverso questo miracolo fatto di piccoli gesti quotidiani che passano nel saper “ascoltare la sua Parola”.
Io chiamo Miracoli questi piccoli gesti… Ma poi sono veramente piccoli gesti? Siamo sulla rotta giusta? Ogni notte glieLo domando con la forza della Preghiera!
Se ti dico che vi voglio bene mi credete?
Ezio.

Commenti

  • Ciao Ezio, i piccoli gesti ( che poi per tanti sono grandi)sono miracoli senza alcun dubbio e l'amore è la migliore medicina,non c'è cosa più bella di donare amore e io sono fermamente convinta che Siamo sulla rotta giusta! Da stasera , nelle mie preghiere ci sarà un pensiero per la signora a cui va la mia solidarietà e vicinanza.

  • Ciao Giovanni Brandano grazie per avere scelto questo piccolo blogger a pubblicare questa bella storia. Se vi dico che vi voglio bene, mi credete?

  • Ciao Mamma Luisa ma che belle parole piene di Pathos e di Sentimenti con S maiuscola. I segni, i sogni sono come la fede e la speranza...raggiungere la carità è difficilissimo ma noi seguiamo la Sua strada proprio come Lui ci ha insegnato donandoci il suo Amore.

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