i Pancrazio “Ezio” Vinciguerra

(matricola 79ME0939/Sp – Messina, 15.10.1979 – Giampilieri, 1.10.2009)

Non serve fingere, non serve mai, tanto meno di fronte a un ragazzo diventato uomo in Marina che adesso non c’è più.
Non c’è più il suo sguardo che ci fa sentire “dentro” questa grande famiglia chiamata Marina Militare, come in un gioco di specchi, quanto il nostro modo di essere solidali per Simone.

L’esempio conta, l’amore conta.
E’ la “traccia terrena” di un percorso da non dimenticare.
Quando ognuno di noi avverte che un raggio di queste sensazioni scende a riscaldargli il cuore,  vuol dire che quell’estremo sacrificio è diventato anche per tutti una festa straordinaria, la più commovente, la più ambita.
Una madre nutre il proprio figlio fino a quando è capace di affrontare da solo le difficoltà del vivere.
Un padre è primariamente colui che genera, dà un nome, determina il diritto familiare, da il pane e sostenta.
Ambedue genitori educano e correggono, fanno titolare il figlio della propria eredità.
Questo è quanto hanno saputo fare  i genitori di Simone.
Pasquale Neri detto “Simone” era un marinaio vero, di quelli che vanno per mare e sono consapevoli di trovarsi in un elemento in cui sono ospiti e la solidarietà tra gli uomini di buona volontà che lo solcano è il primo principio a cui obbedisce ogni marinaio: soccorrere chi si trova in difficoltà.
Questo principio diviene forma mentis che ti accompagna per tutta la vita.
C’è un bambino che piange, vado a salvarlo”, “…qualunque cosa succeda, ricordati che ti amo” sono state le sue ultime parole sussurrate al telefono alla fidanzata.
Simone è morto dopo aver salvato la vita ad altre persone. E’ morto in missione: “missione divina sulla terra ferma”.
Sai Ezio, credo che il termine “eroe” serve più a definire una icona ormai mediatica che il fine reale del dramma.
Credo che il tuo amico Simone “sindacalista” (così ci scherniscono molti nostri colleghi quando vai a perorare la causa della Rappresentanza Militare) abbia fatto il gesto che tutti si aspettavano di commentare (…compreso te) ma che pochi o nessuno oserebbero  solamente pensare di fare.
Sai Ezio, credo la Marina Militare sia e debba essere orgogliosa di avere uomini di tal coraggio e che, al proprio servizio, decora l’immagine di quella divisa che indossiamo da tanto tempo.
Medaglia o no che sia, vedo l’uomo che sapeva di poter essere d’aiuto e solamente ha dato la possibilità di vivere.
La vita ha un senso e la vita senza senso è la tortura dell’inquietudine e del vano desiderio.
Arrivederci Simone amico di tanto speranze combattute.Buon compleanno ovunque tu sia, il tuo amico “sindacalista” Ezio.

Condividi

Post recenti

Sandra Milo (Tunisi, 11.3.1933 – Roma, 29.1.2024)

Salvatrice Elena Greco (Tunisi, 11.3.1933 – Roma, 29.1. 2024) Leggi di più

18 ore fa

La regia torpediniera Cigno e la mascotte Leda

di Orazio Ferrara (*) La regia nave Cigno(**), torpediniera della classe Spica tipo Climene, si… Leggi di più

20 ore fa

La flotta templare

di Vincenzo Amato (*) (*) per conoscer gli altri suoi articoli digita sul motore di ricerca… Leggi di più

20 ore fa

L’antico rito marinaresco di tagliare le trombe marine

di Orazio Ferrara (*) Si racconta che i capitani marini ovvero i patruni dei velieri… Leggi di più

21 ore fa

29-30-31 gennaio, l’attracco sotto la neve nei giorni della merla

di Giuseppe Magazzù (*) Ci stiamo avvicinando al Golfo dei Poeti e viene battuto il… Leggi di più

21 ore fa

29.1.2013, Sandro Macchia e il paese della bussola rotta

di Pancrazio “Ezio” Vinciguerra In ricordo di Sandro Macchia Quasi dieci anni  fa e più… Leggi di più

21 ore fa