di Pancrazio “Ezio” Vinciguerra

Questo articolo  è ispirato dalla ferma volontà e convinzione di aiutare il prossimo come Lui mi ha insegnato. Ringrazio gli amici di facebook, soprattutto quelli che ne fanno uso diligente, perché sanno che è un potente mezzo di espressione e di solidarietà.
Ringrazio i collaboratori del mio piccolo diario di bordo “lavocedelmarinaio.com” e tutti coloro che ci seguono e che hanno lasciato una traccia del loro passaggio sul sito.
Ringrazio mia moglie Paola, i miei figli Eleonora e Giorgio, che ancora, dopo tanto tempo, riescono a sopportarmi.

…ai miei pseudo finti parenti, amici e colleghi.

L’avidità conduce alla sofferenza, sia che si tratti di desiderio di ricchezza, di sesso, di potere, o di fama. Spinti dalla brama non ci accorgiamo che queste cose fanno soffrire. Questi desideri trascinano nell’inferno degli abissi, e moriremo.
No, non sto piangendo. Mi sto solo vergognando e mi tengo il volto tra le mani, per scaldare la mia solitudine. Mani che proteggono, mani che nutrono, mani che impediscono alla mia anima di vivere nella rabbia.
Volevo muovermi, volevo smuovere le acque putride del pantano, non certamente diventare questo o quello, ma quando vedi che sul tuo cammino si presentano delle montagne altissime, senti che è impossibile. Allora tenti di consolarti e dici: “Va bene così; non c’è bisogno di andare da nessuna parte, non c’è nessun posto dove andare.”
Eppure sai che il bisogno è ancora là in agguato. La sconfitta non può mai distruggere il desiderio. Aspetterò la stagione giusta e, quando mi sentirò di nuovo pieno di energia, quando sarò più positivo, più immerso nei miei sogni, il desiderio si ripresenterà e la rassegnazione andrà in fumo.
La costante ricerca di un desiderio salutare, come il desiderio di proteggere la vita, di proteggere l’ambiente o di aiutare la gente a vivere una vita semplice e con il tempo per prendersi cura di sé, di amare e prendersi cura dei propri cari, questo è il genere di desiderio che conduce alla felicità …quella felicità che voi non conoscete semplicemente perché non avete vissuto.
Tutte le cose hanno bisogno di cibo per vivere e per crescere, inclusi l’amore e l’odio. L’amore è una cosa vivente, l’odio è una cosa vivente. Se non nutri il tuo amore, esso morirà. Se tagli la fonte di nutrimento alla tua violenza, anche la tua violenza morirà.

La rassegnazione non è una cosa buona, non va proprio bene.
Il bisogno e il coraggio di vivere è ancora là in agguato e  la sconfitta non potrà mai distruggere il desiderio.
L’accettazione è una cosa totalmente diversa. L’accettazione non significa aver accettato la sconfitta. Significa solo che non c’è sconfitta né vittoria.
La semplice idea di vittoria e sconfitta è stupida! Contro chi sarai vincitore?
È il tuo mondo: ne sei parte ed esso è parte di te.
Non ci sono nemici contro i quali lottare. Stai lottando con la tua ombra.
L’accettazione è splendida. La rassegnazione è sconfitta, l’accettazione è vittoria.
Tra le due c’è una grande differenza. Sul piano esistenziale non hanno lo stesso significato. Si diventa rassegnati quando si sente che tutto è senza speranza, che niente è possibile, non perché il desiderio sia scomparso: il desiderio è
ancora là.
Abbiamo il seme della disperazione, della paura. Ma abbiamo anche il seme della comprensione, della saggezza, della compassione, e del perdono. Se sappiamo come innaffiare il seme della saggezza e compassione in noi, quel seme, questi semi, si manifesteranno come energie potenti che ci aiuteranno a compiere un gesto di perdono e compassione. Ciò basterà a recare un immediato sollievo alla nostra vita, alla nostra nazione, al mondo.
Vi perdono e vi compatisco. Questa è la mia convinzione.

Commenti

  • Ottimo articolo, su cui ho trovato modo di riflettere in due fondamentali punti: La violenza e la rassegnazione.
    Mi è capitato spesso di discutere sul fatto che ci ostiniamo a guardare le brutte notizie in tv, ma non trovavo le parole giuste per far capire che la violenza e le bruttezze che ci mostrano in tv esistono solo perché noi le guardiamo e le accettiamo.
    Ecco, adesso immaginate la violenza come un essere vivente, che per vivere ha bisogno di nutrirsi della nostra rabbia, del nostro sconforto, della nostra indignazione. La tv ha lo scopo di nutrire la violenza di cui necessitano certi poteri forti per giustificare le guerre, lo stato oppressivo e invadente, lo stato di polizia.
    Se smettessimo tutti di nutrire la violenza, semplicemente ignorandola, essa morirebbe all'istante!
    Molti obiettano che è importante sapere cosa succede nel mondo, restare informati. E' solo una illusione, un falso mito. L'informazione è quella che deve passare da bocca in bocca, attraverso i tuoi cari, i tuoi vicini, i pellegrini. Vuol dire questo isolarsi dal mondo? Niente affatto! Le parole fanno il giro del mondo anche senza la tv, e quando giungono a noi da lontano, vuol dire che sono parole forti, piene di senso e verità, perchè hanno affrontato con forza un percorso lungo e tortuoso.
    Ecco perchè oggi non ci sarà mai un nuovo Messia, perchè la sua parola si mescolerebbe alle immensità di parole inutili che ci giungono ogni giorno dai media fino a sommergere la nostra mente e il nostro cuore di merda!(scusate il francesismo).
    Tutto questo discorso racchiude l'altro punto importante, ovvero l'accettazione che c'è un mondo sbagliato e che bisogna cambiarlo.
    Possiamo cambiarlo noi, o dobbiamo rassegnarci?
    Ognuno di noi può cambiare innanzitutto il proprio di mondo, e vedrete che col tempo il mondo cambierà insieme a noi.
    Grazie Caro amico per questo spunto.
    Viva i marinai, viva il mare.

  • Ciao Giovanni carissimo e stimatissimo ...pubblicherò la tua graditissima risposta/disamina come se fosse un articolo, a tua firma, prestissimo.
    Concordo con te

  • Molto bella e realistica. La vita è questa, bisogna discernere e separare le cose buone da quelle cattive, le persone buone e quelle meno buone. Comunque fa parte della nostra cultura e la nostra intelligenza.
    Grazie Ezio per tutto quello che hai fatto e continui a fare. Ciao

  • Sono d'accordo con te Mimmo, aggiungo che la parola discernimento l'ho colta nel suo vero Verbo solo da tre anni a questa parte...da allora sono in cammino.

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