di Pancrazio “Ezio” Vinciguerra

Carissimi,
ho atteso e sperato prima di pubblicare questo evento, per noi importante e per me in particolare, essendo la prima nave militare che mi ha svezzato (e il secondo segretario al comando). Ho sperato di essere tra di voi, e non potete immaginare quanto, ma la schiena e le gambe non sono più quelle di quel marinaio ricciolino che molti di voi ricordano.
Stare con voi, almeno virtualmente, è come dare il meglio di sé senza pensare di ricevere e senza essere mossi dal bisogno di alleviare la propria solitudine perché siete presenti n me. Essere legati a voi, pur essendo liberi. Essere un tutt’uno con voi, pur essendo se stessi perché la cosa più importante che ricordo è quella di essere stato accettato da voi così come sono.

La vita è troppo breve per non viverla in piena serenità con se stessi. Non c’è cosa più nobile al mondo di quel momento in cui scende la notte e tu appoggi la tua testa sul tuo cuscino e ti senti bene e contento che nonostante le delusioni hai dato comunque il meglio di te. Questo è il Senso della Vita: dare il meglio di noi stessi, ogni giorno.
Le persone più belle che abbiamo conosciuto sono quelle che hanno una stima, una sensibilità, e una comprensione della vita che le riempie di compassione, gentilezza e un interesse di profondo amore. Queste persone siamo noi, persone così fiere delle proprie cicatrici da potersi permettere di fare a meno di qualsiasi maschera, liberi di essere vulnerabili, di provare emozioni e soprattutto libere di correre il rischio di essere felici.
Le persone speciali sono quelle che riescono a farti sentire meglio nonostante tutto vada male, sono quelle che ti stanno vicino e ti sostengono senza nemmeno che tu glielo chieda, sono quelle persone che vivono per un tuo sorriso e che sperano di vederti sempre felice. Quelle persone siete voi, che mi siete stati vicini nel momento della mia malattia e, se anche qualcuno si è dimenticato, non fa niente io l’ho perdonato, così come chiedo di essere perdonato se io ho peccato involontariamente con qualcuno di voi.


Al fischio dell’ultimo ammaina del nostra nave non dimenticatevi di un emigrante di poppa (partito da quelle parti) che ama la vita, la famiglia, la musica e naturalmente il mare e che, pur non più in servizio attivo, tira avanti dando “lavoceaimarinai” di buona volontà. In definitiva sempre: “agere non loqui!” come mia e vostra consuetudine.
Che Dio protegga noi e le nostre famiglie.

P.s. mandatemi una foto ed un breve filmato con i vostri saluti. Ci tengo e conto tantissimo le pubblicherò dopo…
Se vi dico che vi voglio bene, mi credete?

Commenti

  • Che belle parole, Ezio, quelle in cui parli della vita e delle persone belle e speciali.

    Un saluto alla nave anche da parte mia!

  • Ciao Ezio, sono parole molto toccanti. Mi ricordo bene i riccioli in segreteria comando. Un abbraccio, il cuoco del DANAIDE Tony Covuccia

  • ogni nave che esegue l'ultimo ammaina bandiera e un dolore atroce per me e penso per tutti i marinai di una volta , ma Marinai per sempre ONORI A NAVE DANAIDE E NAVE URANIA !HIP HIP HIP HURRA'

  • E la nave dove ero imbarcato quando avevo 21 anni. Speriamo che finisca con onore come merita qualsiasi natante della nostra gloriosa Marina . Onore a nave Danaide Hip Hip Urra

  • le più belle corvette della nostra M.M. italiana le ricordo al primo ormeggio di fianco alla mitica VIRGINIO FASAN

  • Immensa tristezza nel cuore per una "creatura" che ci lascia dopo anni di onorato servizio, nel ricordo del mio imbarco sulla corvetta "Danaide" classe 600 nel lontano 1958.

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