di Alessandro Paglia (*)

Questo articolo è costato due anni di ricerca all’autore Alessandro Paglia perché da una parte gli storici della canzone evitano di trattare la vicenda di certe nostre canzoni in quanto considerate “fasciste”, dall’altro, un ricercatore appassionato de la Canzone dei Sommergibili (di Zorro – Ruccione), passata poi alla storia come “Inno dei Sommergibili”, ha diffuso su internet la notizia impropria che il Concorso, a cui il brano fu presentato, venne organizzato dall’Opera Nazionale Dopolavoro (OND), e che il Duce ne modificò i risultati passando l’inno dal secondo al primo posto in classifica.
E quale era l’altra canzone arrivata presumibilmente prima? A questo punto valeva la pena di indagare…
Dopo aver rovesciato tutte e carte OND e non aver trovato alcun riscontro, l’unica via di ricerca rimasta era la consultazione delle carte della Segreteria del Duce che, per gli approfondimenti, mi ha rimandato a quelle del Minculpop. E così, dai carteggi letti sortita una storia ricca di curiosità mo solo inedite ma anche significative di una campagna pubblicitari (per fini propagandistici di regime, ovviamente) molto professionale, di enorme effetto e di grande efficacia, tanto che i risultati sorpresero tutti, anche gli stessi ideatori.

Il Concorso del Minculpop
Pur con i cordoni ristretti della censura, era indispensabile per radio e giornali distrarre la gente dalle avversità e sostenere il morale delle truppe contemporaneamente. Nacquero così le canzoni di allegria per tutti. Ricordiamone alcune: Maramao perché sei morto; Tuli, Tulipan e Trotta cavallino del Trio Lescano. Ed ancora: Fiorin fiorello, Reginella campagnola, Mattinata fiorentina, Ba-ba baciami piccina, … tutti brani che sono piacevoli all’ascolto ancor oggi, e che allora furono diffusi dall’E.I.A.R. rendendo famose le orchestre “sincopate” di Cinico Angelini e di Pippo Barzizza. Mancava, però, un repertorio di canzoni di guerra per incoraggiare i soldati al fronte. Nacque così l’idea di un concorso che, con una commissione giudicatrice presieduta addirittura dal grande maestro Umberto Giordano, in pochi mesi portò alla scelta di 16 composizioni di cui l’E.I.A.R. si affrettò a pubblicare i titoli nel settimanale Radiocorriere del 7 giugno 1942 sotto la seguente sigla.

Le Canzoni del tempo di guerra
In merito agli esiti del concorso, il 24 maggio1942, il Ministro Pavolini inviava un appunto al Duce, nel quale lo rassicurava scrivendo che: “in base alle osservazioni da Voi fatte”, le canzoni (tutte e 16) sarebbero state trasmesse nei “programmi normali di giornata”, che “sarebbero state avvicendate” e che per l’esecuzione “non sarebbero state impiegate voci di donne o di bambini”.
Il Duce, però, deve aver ascoltato le canzoni incise sui dischi Cetra un mese dopo, tra il 25 e il 28 giugno, perché, scritta in data 25 giugno, letta e approvata in data 30 giugno, vergata “bene” con sigla “m”, esiste la lettera del Direttore Generale dell’E.I.A.R. al ministro Pavolini che conferma: “… come direttive impartite” in trasmissione andranno solo 8 delle 16 canzoni. Tra le 8 scelte c’è La Canzone dei Sommergibili di Zorro – Ruccione, mentre tra le 8 scartate figura la canzone per così dire rivale, quella cioè presumibilmente arrivata prima al concorso: Saluto del marinaio di Schiavoni – Piccinelli.
La lettera continua precisando: “a seguito delle tue direttive/leggi anche del Duce) provvederemo a far di nuovo incidere La Canzone dei Sommergibili e Camerata Richard, la prima per la deficienza incontrata nel solista e la seconda per eliminare qualche rallentamento e gli acuti”. Il Direttore Generale chiude assicurando il Ministro che quanto prima invierà le nuove incisioni.
Orbene, sul primo numero del Radiocorriere successivo il 30 giugno, cioè quello del 5 luglio, si legge che domenica 5 luglio alle ore 13,45 sarebbe andato in onda il programma Canzoni del tempo di guerra e che, in seguito, lo stesso sarebbe stato radiotrasmesso tutti i giorni tra le 20,30 e le 20,45, dopo il giornale radio e prime del programma importante, quello che ora chiameremo di “prima serata”. Il Radiocorriere successivo, cioè quello del 12 luglio, dedicò la copertina alle suddette canzoni, mentre veniva avviata la stampa di un libretto con gli spartiti che superò in pochi mesi le 500.000 copie!
Gli autori delle musiche delle canzoni oggetto della mia indagine, Ruccione e Piccinelli, diffondevano attraverso le Case discografiche le loro musiche eseguite a pianoforte, fisarmonica e mandolino. De La Canzone dei Sommergibili sarebbero andati in circolazione tre dischi: uno edito dall’E.I.A.R. con la voce di Michele Montanari e l’orchestra Angelini, e due con le voci rispettivamente di Carlo Buti e di Aldo Visconti.

Il successo delle canzoni di guerra
Tutta l’Italia cantò le canzoni di guerra. Il cinema addirittura mise in cantiere dei film (vedi Giarabub). Alcune musiche furono colonna sonora di film come l’Inno dei Sommergibili per il famoso Uomini sul fondo, e di alcune di esse si fecero cartoline.
Il Ministro Pavolini, ben soddisfatto del successo conseguito, in un discorso retorico diffuso tra il 5 agosto 1942 (cioè un mese dopo) affermava: “Mai una guerra ha dato in Italia più canzoni di questa. Canzoni del tempo di guerra, canzoni nate sui fronti, e via dicendo”.
E le Forze Armate? E la Marina? Esse furono spettatrici di tutto questo.
La Marina intervenne due mesi dopo diffondendo con il suo giornale Prore Armate (60.000 copie) lo spartito dell’Inno nella versione per solo mandolino, e a tutt’oggi esso è conosciuto e cantato a livello popolare più di quello della Ritirata, marcia ufficiale dell’Arma.
Al di là di come andarono realmente i fatti, possiamo affermare che per la Storia della canzone popolare il vero vincitore di quel Concorso fu proprio l’autore Mario Ruccione che, oltre alla Canzone dei Sommergibili, piazzò altri due suoi brani fra i primi 8: La Sagra di Giarabub e Camerata Richard. Al maestro Piccinelli, che doveva avere amici influenti nel Partito, rimase la consolazione di vedersi riconosciuta, indipendentemente dal concorso, la canzone Milmart, All’erta!, come inno ufficiale della Milizia di Artiglieria Marittima.

(*) Presidente onorario del gruppo A.N.M.I. (Associazione Nazionale Marinai d’Italia) di Priverno (LT).
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N.d.R.
Questo articolo è stato possibile grazie anche alla rivista “La Gazzetta dell’Antiquariato” che, per prima, ha pubblicato l’articolo del Dott. Alessandro Paglia. La rivista è, soprattutto, fonte inesauribile di diffusione per tutto ciò che attiene l’antiquariato, il collezionismo e naturalmente la ricerca storica.
Alla Redazione della Gazzetta dell’Antiquariato (pubblicazione mensile della Permano Editrice s.r.l. – Roma vanno i nostri ringraziamenti e un grazie personale a Marina Pescatori (Direttrice responsabile) per la bellissima giornata trascorsa al Circolo Ufficiali della Marina Militare di Roma.


Per ulteriori informazioni:

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Dello stesso argomento sul Blog:
– L’inno dei sommergibilisti
– Inno dei sommergibili
– Raduno Veterani Sommergibilisti – Rimini 24/27 settembre 2015

Commenti

  • Buongiorno stimatissimo dottor Paglia,
    sono certissimo che il suo articolo riscuoterà tante condivisioni e commenti positivi in rete. Personalmente mi permetto di aggiungere che questo era il lavoro di ricerca che volevo fare io quando ero in servizio attivo: non me lo hanno permesso.
    Ha ragione da vendere quando afferma che ci vogliono anche anni per addivenire ad un piccolo risultato di ricerca ma, per quelli come noi, Marinai di una volta e per sempre, con la vocazione e l'amore per il prossimo, il tempo è relativo perché l'unica certezza è l'amore che Lui ci ha donato attraverso i suoi primi 2 Comandamenti.
    Grazie dottor Paglia.

  • Grazie Ezio :-) E' un argomento che certamente interessa ancora tante persone. Io, come tanti italiani, sono cresciuto con queste canzoni. Le canticchiavano i miei che le avevano apprese, da ragazzi ,nel periodo bellico, e noi bambini le abbiamo imparate nei lunghi viaggi in auto ;-) A presto Ciao

  • Ti ricordi quell'unica volta che P. a .P. (ha fatto 4 delle 6 puntate della nostra storia) qualcuno asseriva che bella ciao era una canzona partigiana ed invece il Capo lo ha apostrofato con un sonoro ignorante dicendo che la canzone era Fischia il vento? Emoticon smile e poi, conosciamo anche il seguito che successe al Delle Vittorie.
    Grazie a te Fabio D'Alfonso per tutte le cose che mi hai insegnato.

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