Ricordi, sogni, passioni e progetti in emigrante di poppa

di Romano Sauro (1)

Ci sono libri che quando li leggi ti danno gioia e ti avvincono dalla prima all’ultima parola. “Emigrante di poppa”
(2) è uno di questi. L’ho letto tutto d’un fiato, in treno da Roma a Venezia, mentre intorno a me a velocità elevata scorrevano campagne, fiumi, montagne, colline, gallerie, città, paesi, sogni e fantasie. Sono partito da Roma… adulto e sono arrivato nella laguna della Serenissima che mi sentivo… tornato bambino; mano mano che lo leggevo infatti e giravo le pagine (allo stesso modo di come si mangiano le patatine senza sosta come a volerle finire subito, una dietro l’altra) ritrovavo lo stesso gusto dell’infanzia e dell’adolescenza che avevo passato nelle strade di Roma a giocare a calcio, o su una barca a vela a navigare in Adriatico con mio padre o in montagna, nel mio Trentino, a passeggiare nei boschi secolari del mio paese. In fin dei conti la storia di Ezio è una storia comune, semplice; è la storia di molti noi. Una storia farcita di quei valori e di quei principi che sono stati anche i miei, di quando ero giovane, di tanti anni fa… sembra passato un secolo. Emozioni, sensazioni, giochi, paure di un’infanzia bella e contrastata si alternano in un susseguirsi divertente e toccante: un mosaico di ricordi, riflessioni, racconti di strada, di pescatori, di mare in un sovrapporsi di suoni, musica, rumori, tormenti, passioni, pulsioni, desiderio di avventura, ideali, sogni, fantasie. È l’infanzia di Ezio e la sua adolescenza ambientate negli anni Sessanta in un paese, la Sicilia, dove ogni pietra racchiude una storia da ascoltare e raccontare; è l’infanzia e l’adolescenza di tanti di noi. Sono sicuramente le mie; ma non sono purtroppo, e dico purtroppo, le stesse che vivono i bambini e gli adolescenti di oggi. Lo stupore, la condivisione, gli entusiasmi, la passione… tutti sentimenti e sensazioni che trapelano dalle righe coinvolgenti del libro e che hanno guidato la nostra generazione permettendoci di crescere con degli ideali, con dei sogni, con dei progetti, con degli obiettivi di vita. Il rispetto, l’amore non sempre dichiarato a parole, ma coi fatti e gli sguardi, per la famiglia e per le istituzioni ci hanno sorretto e accompagnato nei momenti difficili della vita indicandoci in ogni momento come dovevamo comportarci, disegnandoci la giusta rotta da seguire. E ancora ci accompagnano. E ancora ci aiutano, ci guidano. Tocca a noi ora aiutare e guidare i giovani a credere, ad avere e provare ideali, ad avere obiettivi e a perseguirli con determinazione. A non perdere mai la speranza. E il libro di Ezio racchiude, nella nostalgia del passato e di valori tuttora validi, una speranza concreta per le future generazioni; per i giovani che ne hanno bisogno e ce lo chiedono. Grazie Ezio per avermi invitato a questo “salto” e ritorno nel passato e di avermi permesso, tra le piacevoli pagine del tuo libro, di fare riflessioni e di concedermi qualche momento di sosta e fermarmi, tra un porto e l’altro, tra una navigazione e l’altra, tra un racconto e l’altro, e ricordare con gioia e sentimento il mio passato da marinaio ma soprattutto il giorno in cui prendevo il treno destinazione Accademia Navale Marina Militare di Livorno; per servire la Patria come mi aveva insegnato mio padre sull’esempio di mio nonno Nazario che visse lottò e morì per un ideale di giustizia e libertà. E lo spirito con cui servii la Patria è quello di tanti soldati d’Italia ed è anche quello con cui partisti tu destinazione Centro Addestramento Reclute Marina Militare a Taranto. E che ci hai raccontato in modo naturale, semplice e avvincente nel tuo libro.
Bravo Ezio e… da marinaio a marinaio… Buon vento.

(1) Romano Sauro (Lavarone TN, 1952) è stato ufficiale della Marina militare italiana raggiungendo il grado di ammiraglio. Laureato in scienze marittime e navali, ha ricoperto, fra l’altro, l’incarico di comandante in seconda del cacciatorpediniere Audace e di comandante del cacciamine Sapri, della fregata Orsa e del Centro Intelligence Interforze. Scrive per passione libri di storie di marinai fra una veleggiata, una scarpinata in montagna del suo Trentino e gli impegni con la Lega Navale Italiana del Lido di Enea a Terracina. Nazario Sauro era suo nonno paterno.

(2) Titolo: Emigrante di poppa;
Autore: Ezio Vinciguerra;
Romanzo Breve
ISBN 978-88-96028-50-6
Prezzo: € 3,00 + € 2,00 di spedizione
In vendita presso:
www.lavocedelmarinaio.com
su internet digitando il titolo del libro.

Commenti

  • Carissimo, pregiatissimo, preziosissimo Signore dei mari e d'altri tempi, «Sognavo di un marinaio che si era perduto in un’isola lontana…In quell’isola c’erano poche rigide palme e fuggevoli uccelli volavano tra di esse… Da quando, scampando a un naufragio, vi era approdato, il marinaio viveva in quel luogo… Poiché non aveva modo di tornare in patria, e soffriva troppo ogni volta che il ricordo di essa lo assaliva, si mise a sognare una patria che non aveva mai avuto. Ho pianto! Si piange più di dolore lo so ma la mattina del giorno 7 u.s., ho pianto di gioia, amo piangere di gioia….mi libera! Sono a metà storia e sento il rumore della risacca. Mi par di avvertire il profumo della salsedine sulla mia pelle. Per ora lo ammiro da qui. Immenso è il trasporto che sento per Lui... Ho compreso anche sulla mia pelle, nonostante alcuni saccenti ed illuminati di niente che ho incrociato nelle rotte della sacrestia di palazzo ed ho perdonato, quanta verità nelle parole di suo papà alla stazione quando Lei si è arruolato. Io il papà l'ho conosciuto pochissimo ma, per compensazione, mi hanno svezzato pescatori e musicanti... Mi scuso anticipatamente per queste elucubrazioni, per questo sproloquio ma Le parlo con "la voce del marinaio", il marinaio di una volta ed emigrante di poppa che la prima cosa che ha compreso è quello "di mai dire mai". Un abbraccio e un ringraziamento grande come il nostro mare, quello che abbiamo dentro e che nessuno mai, per nessun motivo, potrà inquinarci. E' il mare dell'amore per la vita e per la Marina che abbiamo servito (nelle debite proporzioni) e che, anche se non sempre corrisposto dai colleghi, continueremo a servire in questa navigazione che ci farà attraccare al porto della solidarietà, quella solidarietà dei marinai di una volta, dei marinai per sempre!

  • Molto bello quanto scrivi che fa anche molto piacere leggere. Mi commuovo peraltro pensando che l'omaggio del libro possa averti dato così tanta gioia. Per me è stato un gesto semplice ma che sentivo di dover fare per riconoscere l'impegno e la passione che metti e trasmetti col tuo sito "La voce del marinaio".
    A presto.
    Romano Sauro

  • Grazie a Lei Ammiraglio le parole sono pietre che possono essere usate nel bene e nel male. Sto per ripubblicare una recensione personale del suo ultimo libro e, col suo consenso, piccoli estratti del suo libro condendoli con un pizzico di sale di marinai di una volta, proprio come noi che siamo in un certo senso nati montanari e marinai allo stesso tempo.
    Un abbraccio. P.s. a lettura ultimata mi farebbe piacere un suo commento che non esiterò a pubblicare col titolo: Nomen omen oppure "I marinai di una volta e le stazioni ferroviarie"...

  • Buongiorno Ammiraglio, ho letto e riletto la sua recensione e mi sono commosso. La vita non è stata per niente facile per alcuni di noi e le varie vicissitudini dei marinai di una volta, come noi, e che ho sempre ascoltato in laconico silenzio mi hanno forgiato e maturato. Alcune volte, purtroppo, sono stato testimone nel nostro ambiente di saccenteria da parte dei colleghi e, ancor peggio, percepire in alcuni di essi il peggiore dei vizi capitali. Ho sofferto tantissimo per questo e ancora oggi mi domando chissà che cosa è stato rappresentato al reparto, ma sono un cristiano praticante e mi è stato insegnato da Lui il perdono. Non ho mai chiesto ma mi è stato dato ed oggi ne ho ricevuto l'ennesima prova leggendo la sua disamina sul libro, soprattutto quando afferma con quella parola "salto" che racchiude il divario, il gap tra la vocazione (voce+azione) e il suo contrario che il suo papà le ha sintetizzato benissimo nella frase forse già detta da suo nonno Nazario: "vento in poppa" ed ancora: "se vai in Marina per servire la Patria, sbrigati che il treno sta per partire se invece ci vai per fare carriera rimani qui". Ho sempre pensato e continuo a sostenere che la parola, la comunicazione, il dialogo anche epistolare, aiuta a comprendere e a far comprendere, soprattutto se ci si spoglia di inutili orpelli che ci fanno apparire e mai essere. Le persone più belle che abbiamo conosciuto sono quelle che hanno conosciuto la sconfitta, la sofferenza, la perdita, e hanno trovato la loro via per uscire dal buio. Queste persone hanno una stima, una sensibilità, e una comprensione della vita che le riempie di compassione, gentilezza e un interesse di profondo amore. Queste persone non capitano semplicemente; si sono formate si sono temprate nella sofferenza ed hanno affinato una sensibilità speciale. Sanno essere dolci e non sdolcinate, sanno essere dure senza far male, sanno dosare la rabbia distinguendola dall’odio, sanno il significato del silenzio, sanno distinguere l’essenziale dal superfluo, conoscono il peso delle lacrime e il valore di un brivido e soprattutto sanno che nulla ti è dovuto e ciò che hai puoi sempre perderlo. Sono persone così fiere delle proprie cicatrici da potersi permettere di fare a meno di qualsiasi maschera...libere di essere vulnerabili, di provare emozioni e soprattutto libere di correre il rischio di essere felici. Queste persone sono quelle che riescono a farti sentire meglio nonostante tutto vada male, sono quelle che ti stanno vicino e ti sostengono senza nemmeno che tu glielo chieda, sono quelle che vivono per un tuo sorriso e che sperano di vederti sempre felice. Queste persone siamo noi, carissimo signore dei mari e d'altri tempi, quelle che ci mettiamo la faccia in ogni cosa che facciamo. Se dico che Le voglio bene mi crede? Un abbraccio grande, profondo, sincero e trasparente come quel mare che abbiamo dentro e che nessuno mai, per nessun motivo, potrà inquinarci. Grazie. Pancrazio "Ezio"

  • "Ezio, fratello di mare, il sole di Ognina è meraviglioso perchè non tramonta mai: sorge tra il bagliore dei raggi che fanno brillare l'acqua, azzurra e profonda, scenario della vicenda del "collega" marinaio Ulisse."

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