Gentilissimo Signor Ezio, ho letto con grande piacere il Suo libro, è veramente molto bello. La sua storia, il suo modo di narrare e scrivere è molto piacevole, mi ha appassionato molto e l’ho letto tutto d’un fiato. Devo dirle che ho sempre letto molto, fra l’altro molti libri dei suoi conterranei, Verga, Pirandello, Tomasi di Lampedusa, i Vicere di De Roberto, ultimamente la Mendulara e La Monaca di Simonetta Agnello Hornby.come vede sta in buona compagnia e mi prenoto già da adesso per il suo prossimo.
Sinceramente scrive benissimo, “la stoffa c’è” come si suol dire, e le auguro tanto successo.
Leggendo la sua storia a momenti è stato come rivivere parte della mia giovinezza, tante cose abbiamo in comune, a iniziare dalle tre sorelle e poi la malattia che colpì mio padre quando avevo appena iniziato la prima media e gli enormi sacrifici per poter ultimare la scuola. Causa le ristrettezze economiche subito ho iniziato a lavorare. Delle mie povere ma oneste origini sono fiero. Pensi che quando sono entrato in Marina mi meravigliavo quando vedevo alcuni che si lamentavano per il mangiare o a volte per il troppo lavoro. Anche in seguito ho svolto qualsiasi compito in qualsiasi situazione con facilità e semplicità.
Lei in Marina ha poi fatto il Musicante?
Prima di salutarla, voglio allegarLe una poesia, a me è piaciuta molto, se eventualmente la conosce già pazienza, ma è sempre bello rileggerla. La saluto e auguro tanta fortuna allo Scrittore, al Marinaio, e fondamentalmente all’Uomo che è in Lei.
Un’ abbraccio, Paolo Longo.

I MARINAI

Noi Marinai non siamo come voi,
noi siamo della nave e la nave è di noi.
Che ne sai, sulla terra, di quest’onda immensa
orlata di frangenti,
che corre inesorabile all’incontro
sollevando la prua come un fuscello
e la fa ricadere nel gran gorgo
e poi scroscia sui fianchi all’avanzare.
Che ne sai tu di quello che si sente
di notte in una plancia dove non v’è altra luce
che quella dei quadranti con cifre azzurre
per i nostri occhi attenti; dove non v’è altro suono
che l’aritmia dei contagiri e il nostro calmo respirare,
mentre i binocoli delle vedette
scrutano dalle alette l’orizzonte.
Che ne sai tu delle stelle che sono come un manto
che dall’alto ci avvolge come un immenso altare
dove si può pregare,
noi consapevoli ad ogni istante
che ognuno ha gli altri accanto
e che se pure potremmo
perire tutti insieme ogni momento
ognuno è sempre pronto a soccorrere l’altro
a rischio di se stesso.
Che ne sai, sulla terra, del legame profondo
che unisce i marinai di tutto il mondo,
noi che parliamo un linguaggio diverso
che non sa i confini di razze e paesi,
noi che abbiamo sul cuore il sapore
di ciò che voi solo con le parole
tentate di chiamare libertà.
(Franco SPAGNOLI di MONTECARLO)

 

P.s. Colgo l’occasione per dirle qualcosa di me, sono un Aiutante Ma del corso 68 in pensione da tempo, tuttavia in me è  costante e piacevole il ricordo del servizio prestato in Marina, anche se fra tante difficoltà per  me rimane è uno dei lavori più belli al mondo. Ho sempre cercato di svolgere i vari compiti al meglio delle mie possibilità, le soddisfazioni sono venute, a volte alternate anche con qualche delusione, forse sono servite anche quelle per farmi maturare come uomo. A un certo momento della carriera, siccome non potevo più  conciliare le due importanti cose, mi sono trovato a fare una scelta fra il servizio e la famiglia, ho scelto la seconda, consapevole da sempre di cosa avrebbe comportato in me la difficile scelta. In compenso ho potuto dedicarmi alla mia famiglia, e impegnarmi un po’ anche nel volontariato.
Desideravo tanto che mia figlia Barbara o Marco avessero intrapreso la carriera militare, ma così non è stato. Pazienza.
Le mando anche qualche mia foto da marinaio, peccato che 40 anni fa non ci fosse la tecnologia attuale, di
belle foto ne avrei fatte tantissime. Le foto sono quasi sempre vicino all’ impianto lanciamissili dove io lavoravo, in una sto con un falchetto, forse nibbio, da me preso vicino Gaeta, durante un temporale si era riparato in un angolo, l’ho tenuto in controllo lancio per diversi mesi, in quel tempo era la mascotte di bordo. Lo nutrivo con carne cruda, che gentilmente la cucina di bordo mi donava. Ricordo che era un via vai continuo di coloro che volevano farsi fotografare con il falco.
Le altre foto sono di momenti diversi della vita di bordo. Una fatta a Mariscuola Taranto dopo le salve di saluto fatte da un picchetto durante giuramento del corso ‘95.
Sono andato a leggere i commenti che lei mi ha suggerito su ” Emigrante di poppa” e sono molto
belli. Spero di non averla stancata con questi miei ricordi, e La saluto augurandole ogni bene. Grazie ancora.
Paolo Longo

Commenti

  • ciao carissimo Ezio ... il mio Papa' nel suo giardino, ora lo curera' di lassu' .... buona serata carissimo

  • "Grazie Ezio, a proposito di mare, so che ti piace quando si parla del mare"! Buona serata"

  • Proprio cosi carissima, pregiatissima e preziosissima Lidia Bellavia...chi meglio di noi può comprendere l'immensità del mare. Un abbraccio grande, profondo e trasparente, proprio come il nostro mare.

  • Certo Ezio, tanto è vero che non so cosa dirti, ti ha elogiato in una maniera, che sicuramente meriti, di tutto rispetto, in una maniera che si addice, non solo a coloro che sanno trasferire i loro pensieri su carta, ma anche a coloro che sono belli dentro, e tu lo sei!!!!! Ciao e un abbraccio...

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