• Marinai,  Marinai di una volta,  Naviglio,  Recensioni,  Storia

    Vincenzo Falco (Boscoreale, 23.11.1903 – 19.4.1983)

    di Antonio Cimmino

    (Boscoreale, 23.11.1903 – 19.4.1983)

    Nato a Boscoreale il 23 novembre 1903 ed ivi deceduto il 19 aprile 1983.
    Servì la Patria imbarcato sulla regia nave Altair e fu decorato con la Croce di guerra al valor militare.
    La regia nave Altair era una torpediniera in servizio dal 1938 con compiti di posa mine, caccia anti sommergibili, vigilanza, scorta convogli per l’Africa Settentrionale impiegata sulla cosiddetta “rotta della morte” e poi per Albania, Grecia percorrendo 22.528 moglie nautiche in 119 missioni di guerra.
    Affondò per urto contro mine inglesi il 20 ottobre 1941 nel Golfo di Salonicco  (davanti al Pireo) perdendo 15 uomini dell’equipaggio.

    Dello stesso argomento sul blog:
    https://www.lavocedelmarinaio.com/2022/10/20-10-1941-mario-pomella-e-laffondamento-della-regia-nave-altair-3/

  • C'era una volta un arsenale che costruiva navi,  Curiosità,  Marinai,  Marinai di una volta,  Naviglio,  Racconti,  Recensioni,  Storia

    19.4.1942, varo della regia nave Groppo

    di Antonio Cimmino

    …a Castellammare di Stabia c’era un arsenale che costruiva navi, e adesso?

    La regia torpediniere Groppo fu varata a Castellammare di Stabia il 19.4.1942.
    La nave fu devastata a Messina il 25.5.1943 da un violento bombardamento aereo americano.

    Giuseppe Esposito e Anna Marchesini
    di Daniele De Pascalis

    Buongiorno, sento il desiderio di porvi all’attenzione un fatto accaduto l’altra notte a mia mamma.
    Anna Marchesini di Terre del Reno in provincia di Ferrara.
    Ho voluto cercare, per curiosita’, su internet se avessi avuto corrispondenza di quello che mi ha raccontato, e con grande sorpresa , SI.
    Il giorno 16/04/21, durante la notte, fa un sogno.
    “Ricorda perfettamente di trovarsi sul lungomare di Taranto, davanti a se’ vede tantissime navi, ma sono navi del passato; navi da guerra per la precisione.
    A un certo punto vede avvicinarsi un giovane, moro, coi baffi, sopracciglie pronunciate, che la saluta.
    Mia mamma risponde al saluto e gli chiede se avesse bisogno di qualcosa.
    Lui la guarda e indicando una nave da guerra esclama “domani mi imbarco su quella”; le allunga due foto in cui e ritratto e le chiede di essere ricordato!
    Mia mamma le prende, le guarda, le gira e dietro trova scritto :
    Giuseppe Esposito 1942 …. poi si sveglia”
    E’ incredibile, ma Giuseppe Esposito e’ esistito, era lui nella fotografia che anche voi avete pubblicato (lo ha riconosciuto subito), il 1942 e’ l’anno scritto nel retro della fotografia e…..ironia della sorte, oggi che vi scrivo, e’ il 19 aprile….il giorno del varo.
    Dovevo condividere questo con qualcuno e avendovi trovato nelle ricerche, pensavo giusto raccontarvelo.
    Ci piacerebbe sapere se c’e qualcosa che volesse dirci proprio in occasione dell’anniversario, e forse solo voi potrete sapere qualcosa di piu’ in merito.
    Intanto lo ricordiamo volentieri…proprio come ha desiderato fosse fatto.
    Se avrete piacere di parlare con mia mamma contattatemi via mail.
    Grazie
    Daniele
    (mail ricevuta in data 19.4.2021 alle ore 15.47 direttamente sul blog al seguente articolo
    https://www.lavocedelmarinaio.com/2018/09/11-9-1943-giuseppe-esposito/ che per opportuna e doverosa conoscenza verso i lettori ripropongo di seguito in orginale unitamente all’articolo cui si fa riferimento) 


    Giuseppe Esposito  (Castellammare di Stabia (Napoli), 15.3.1921 – Dispeprso)
    di Antonio Cimmino

    Il marinaio elettricista Giuseppe Esposito, nasce a Castellammare di Stabia (Napoli) il 15.3.1921.
    Imbarcato sulla regia torpediniere Groppo, varata a Castellammare di Stabia il 19.4.1942, dopo che la nave fu devastata a Messina il 25.5.1943 da un violento bombardamento aereo americano, fu destinato nell’isola di Rodi, alla stazione radio Monte Profeta Elia.

    Dopo l’8 settembre 1943, i militari presenti sull’isola persero le armi contro i tedeschi.
    Giuseppe Esposito fu probabilmente ucciso nella cosiddetta Battaglia di Rodi.
    Il suo corpo non fu mai trovato.

    Di seguito la mia risposta alla mail:

    Ezio Vinciguerra eziovinciguerra@gmail.com

    17:01 (1 ora fa) 

    depascalis.d
    Buonasera signora De Pascalis,
    abbiamo letto con attenzione e emozione la sua mail che ha dell’incredibile.
    Le chiediamo il permesso se possiamo pubblicarla, a sua firma, così come sul blog www.lavocedelmarinaio.com e, se fosse possibile, una piccola foto di Lei o della sua mamma che acclari quanto enunciato nella mail.
    Un abbraccio grande come il mare della Misericordia Divina
    Ezio Vinciguerra
     

     

    La risposta del signor De Pascalis

    LA FOTO DELLA SIGNORA ANNA MARCHESINI

  • Marinai,  Marinai di una volta,  Recensioni

    19.4.2012, in ricordo di Vincenzo Simonini

    a cura Comunità Militare

    Sommozzatore della Marina Militare.
    Muore durante un’immersione. La tragedia si consuma alla Stazione elicotteri di Luni, nelle piscine del reparto. 37 anni, di Viareggio, ha riportato arresto cardiaco durante un’immersione.
    Originario di Massarosa, era sposato.
    Vincenzo era un pilota di elicottero brevettato Ossalc (Operatore subacqueo del servizio di sicurezza abilitato ai lavori in carena) in servizio presso il quinto Gruppo della Stazione Elicotteri della Marina Militare di Luni.
    La morte è avvenuta durante un’esercitazione di simulazione di ammaraggio con elicottero (Helo dunker) alla piscina della stazione elicotteri mentre si stava preparando a svolgere l’attività di assistenza subacquea in vasca.

  • Che cos'è la Marina Militare?,  Marinai,  Marinai di una volta,  Recensioni

    19.4.2013, in ricordo di Albino Deidda

    di Pancrazio “Ezio” Vinciguerra

    Il 19 aprile del 2013, il Sergente nuotatore paracadutista Albino Deidda, Medaglia di Bronzo al Valor Militare, mollava l’ancora e salpava per l’ultima missione. Fino all’ultimo respiro il suo pensiero fisso è stato per Massimiliano Latorre e Salvatore Girone.
    Rendiamo a Lui gli onori come si conviene e come gli compete.

    “IO, ALBINO DEIDDA, NUOTATORE PARACADUTISTA GUASTATORE, APPARTENENTE ALLA DECIMA MAS, 91enne SI MA NON RINCOGLIONITO, M.B.V.M., DICO A VOI FRATELLI PRIGIONIERI IN INDIA, NON MOLLATE MAI CHE TANTO PIU’ BUIO DI MEZZANOTTE NON VIENE. SE AVESSI 50 ANNI DI MENO AVREI TROVATO ALTRI FRATELLI NUOTATORI PARACADUTISTI PER RIPORTARVI A CASA CON O SENZA CONSENSO ALCUNO”.

  • Marinai,  Marinai di una volta,  Naviglio,  Recensioni,  Storia

    Nello Romagnoli (19.4.1923 – 23.11.2014)

    
di Silvio Antonini (Presidente Cp Anpi Viterbo)
    
post della rete segnalato da Filippo Bassanelli

    http://www.viterbonews24.it/news/si-%C3%A8-spento-nello-marignoli_46367.htm



    banca-della-memoria-www-lavocedelmarinaio-comViterbo (19.4.1923 – 23.11.2014)

    ezio-pancrazio-vinciguerra-e-filippo-bassanelli-www-lavocedelmarinaio-comNello Romagnoli è salpato per l’ultima missione nella sua amata natia Viterbo (19.4.1923 – 23.11.2014).
    Arruolato il 26 gennaio 1942 nella regia marina militare italiana, in qualità di radiotelegrafista. Nel maggio dell’anno successivo è inviato sul Fronte greco – albanese, a bordo del dragamine Rovigno, ove ha compiuto cinque missioni. L’Armistizio lo sorprende al porto di Valona. Proprio in qualità di marconista aveva captato la notizia dalle emissioni ad onde corte di Radio Cairo. Portata l’informazione in plancia, il Comandante in seconda gli aveva puntato la pistola intimandogli di non divulgare quello che considerava solo un messaggio della propaganda nemica. Il 12 settembre i tedeschi salgono direttamente sulla nave e chiedono ai marinai chi vuole passare immediatamente a combattere per il Terzo Reich. Solo uno aderirà; gli altri saranno fatti prigionieri. Marignoli è internato in Bosnia, nei campi di concentramento di Dubrovnik, Zitomislici e Citluk, dove, tra sofferenze, soprusi e privazioni d’ogni tipo, svolge la professione di vulcanizzatore, cioè riparatore di gomme. Grazie ad uno stratagemma organizzato dall’Esercito popolare di liberazione jugoslavo (Eplj) tramite infiltrazioni nel campo di concentramento, Marignoli riesce ad evadere nell’agosto 1944.

    A Mostar, gli ufficiali jugoslavi gli propongono di entrare nella Lotta di liberazione.
Proprio nel passaggio alla Resistenza, si ritrova in un accampamento con diverse migliaia di alpini della Divisione Tuarinense, in procinto di diventare la Taurinense – Garibaldi. Così, in un esercito che per le comunicazioni si serviva delle staffette, Marignoli diviene radiotelegrafista presso la X Brigata Herzegovaska dell’Eplj. Prende parte a diverse battaglie sul fronte di Bileca, Dubrovnik, Mostar e Sarajevo sino a raggiungere Trieste, la città contesa, nel maggio 1945. Durante la Resistenza, Marignoli è stato, altresì, testimone dei crimini commessi dal nazifascismo contro le popolazioni balcaniche e contro i soldati italiani stessi, dopo l’8 Settembre. Farà ritorno a piedi e in autostop sino a Roma, per giungere a Viterbo con il treno della Roma nord.
Al posto però della casa, in via Garibaldi, troverà un cumulo di macerie, in una città semidistrutta dai bombardamenti alleati. A riconoscerlo, un cugino di secondo grado, Domenico Morelli, che lo accompagnerà dalla madre, sfollata con tutta la famiglia in via delle Piagge, nel quartiere di S. Faustino.
Per i meriti di guerra, Marignoli, riconosciuto con il grado di Maresciallo, conseguirà la Medaglia di bronzo, la Croce di guerra e la Qualifica di Partigiano combattente all’estero, dal Ministero degli interni. Dal Presidente della Repubblica federativa socialista jugoslava, Josip Broz Tito, riceverà, nel 1964, la ‘Spomen medalju’, la Medaglia commemorativa in ricordo della Lotta partigiana nel territorio jugoslavo.
    Da civile, Marignoli riprenderà l’apprezzata attività di gommista. Da pensionato otterrà, quindi, il Leone del Comune per l’impegno nell’imprenditoria.
    Iscrittosi all’Anpi nell’immediato Secondo dopoguerra, ha partecipato assiduamente all’attività dell’Associazione, presenziando alle cerimonie pubbliche, finché le condizioni di salute glielo hanno consentito. Nel Congresso del 29 gennaio 2011, difatti, il Comitato provinciale Anpi lo ha eletto Presidente onorario.
In questi anni l’Anpi si è impegnata a divulgare l’esperienza di Marignoli, promuovendo e sostenendo pubblicazioni cartacee, audiovisive e drammaturgiche. Dieci anni fa uscivano le sue memorie di guerra, scritte su invito del figlio Massimo e curate dall’on. Angelo La Bella (Diario di guerra di Nello Marignoli, Radiotelegrafista della Marina Militare, Partigiano combattente all’estero, Viterbo, Anpi Comitato provinciale, 2004). Tre anni dopo, veniva prodotta una docuintervista (Mio fratello Gojko, Intervista a Nello Marignoli, partigiano viterbese combattente in Jugoslavia, di Giuliano Calisti e Francesco Giuliani, Dvd_Italia_2007_60′).
    Nel 2008, su iniziativa del Comitato provinciale Arci, le vicende di Marignoli si inserivano in un progetto per la salvaguardia della memoria partigiana locale. Ne sortivano uno spettacolo teatrale – musicale, La Cerimonia, di Ferdinando Vaselli, e una mostra audiofotografica, Morale della favola, a cura di Daniele Vita, che riceverà il premio Epson – Le Logge, completate da una monografia (Morale della favola, Raccontare la Resistenza oggi, a cura di Marco Trulli, Roma, Purple Press, 2009).
    È del 2012 il debutto dello spettacolo Drug Gojko, di e con Pietro Benedetti, per la regia di Elena Mozzetta, il cui testo è stato pubblicato presso l’editore Ghaleb: un monologo teatrale interamente dedicato all’esperienza bellica di Marignoli, con all’attivo ormai decine e decine di repliche e migliaia di spettatori in giro per l’Italia e presto, auspichiamo, anche all’estero. Sempre nel 2012, i trascorsi resistenziali di Marignoli sono inseriti in un volume collettaneo di respiro nazionale con le testimonianze dei partigiani ancora in vita (Io Sono l’ultimo, Lettere di partigiani italiani, a cura di Stefano Faure, Andrea Liparoto e Giacomo Papi, Torino, Einaudi, 2012, pp. 214-219).
    Con Nello se ne va l’ultimo combattente partigiano di Viterbo. Per noi viene a mancare una figura umana esemplare, una testimonianza resistenziale eroica proprio perché priva di retorica e di autocelebrazione, un’esistenza onesta segnata dal proprio lavoro nell’artigianato, senza prebende o vantaggi dati dalla politica. Il Partigiano Nello è stato tutto questo, ‘e poi.., quello che te dico è poco.

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    Eugenio Grandville (Firenze 19.4.1841 – 17.6.1899)

    di Francesco Carriglio (*)
    www.augusta-framacamo.net 

    www.augusta-framacamo.net

    (Firenze 19.4.1841 – 17.6.1899)

    Nacque il 19 aprile 1841 a Firenze. Era appena guardiamarina quando nel 1860 imbarcò sulla fregata «Carlo Alberto» che, comandata da Galli della Mautica, prese parte da prima alle crociere in Tirreno e sulle coste della Sicilia, e poscia alla campagna per la presa di Ancona (settembre 1860) e per l’assedio di Gaeta (novembre 1860 – febbraio 1861). In questi fatti d’armi si meritò la medaglia d’argento al valor militare. Durante la campagna del 1866 trovavasi col grado di luogotenente di vascello di 2a classe sul « Re di Portogallo », comandata dal Riboty, e nella giornata di Lissa, quando la nave, mirabilmente condotta, ebbe modo di sostenere fortunati scontri col nemico, il Grandville si distinse per il suo ardire, tanto da ottenere una menzione onorevole di poi mutata in medaglia di bronzo al valor militare. Fu dopo tale campagna, e dopo la riorganizzazione, della flotta, che, sempre sul Re di Portogallo, si trovò a Palermo durante la rivolta del settembre 1866, destinato al comando di una compagnia da sbarco. Nei micidiali combattenti contro i ribelli riportò una ferita d’arma da fuoco al braccio sinistro con frattura dell’omero; per il suo eroico contegno ebbe la medaglia d’oro al valor militare accordata con Regio decreto del 15 agosto 1867 con la seguente motivazione: Per essersi distinto nella repressione dei moti sediziosi di Palermo nei giorni 19, 20, 21 settembre 1866. Fu promosso luogotenente di vascello di 1^ classe nel 1870, e nel 1876 ebbe il comando dell’avviso Authion come stazionario a Salonicco per proteggere gli interessi italiani nella guerra russo-turca; nel 1879 come capitano di fregata ebbe il comando dello « Scilla » destinato nelle acque dell’America del Sud durante i moti rivoluzionari nel Paranà e nell’Uraguai, rientrando in patria nel 1881. Altro missioni in quelle regioni gli furono affidate, e fra esse la più importante fu quella compiuta col « Flavio Gioia » dal 1886 al 1888, essendo egli capitano di vascello; con tale incrociatore compì lunghe crociere nel mare delle Antille. Dopo tre anni ebbe il comando della corazzata « Andrea Dona » e nel 1893 fu promosso contrammiraglio; con tal grado tenne la Direzione Superiore del Corpo Reale Equipaggi. Nel 1895 alzò la sua insegna sulla « Sardegna » come comandante della seconda divisione della squadra attiva. Promosso vice ammiraglio nel 1898 fu destinato al comando del dipartimento di Venezia, e, pochi giorni dopo aver lasciato tale carica, morì nella stessa città il 17 giugno 1899.

    (*) digita sul more di ricerca del blog il suo nome e cognome per conoscere gli altri suoi articoli. Si consiglia anche la visione del blog www.augusta-framacamo.net

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    19.4.1943, affonda la regia nave Alpino

    a cura Sandro Salvadori e Pancrazio “Ezio” Vinciguerra

    Domenico Arpino (Vico Equense, 23.3.1921 – Mare, 19.4.1943)
    di Antonio Cimmino


    (Vico Equense, 23.3.1921 – Mare, 19.4.1943)

    Il marinaio Domenico Arpino è nato a Vico Equense il 23 marzo 1921.
    Imbarcato sul regio cacciatorpediniere Alpino, nella notte tra il 18 ed il 19 aprile 1943 l’unità si trovava ormeggiata nel porto di La Spezia quando la città fu sottoposta ad un devastante bombardamento a tappeto da parte di 170 velivoli del Bomber Command della Royal Air Force.
    La nave, colpita da bombe e spezzoni incendiari, saltò in aria causando la morte di 44 uomini tra cui il cannoniere Domenico Arpino che risultò disperso.