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    23.4.1949, radiazione della regia nave Aliseo

    di Carlo Di Nitto

    Il regio avviso scorta (torpediniera) “Aliseo ”, classe “Orsa” 2^ serie, dislocava 1700 tonnellate. Fu varato il 20 settembre 1942 presso i Cantieri Navalmeccanica di Castellammare di Stabia ed entrò in servizio nella Regia Marina il 28 febbraio 1943.
    Iniziò l’addestramento nel Golfo di Napoli, poi si trasferì a La Spezia per completare il collaudo delle sistemazioni belliche. Il 17 aprile 1943 ne assunse il comando il Capitano di Fregata Carlo Fecia di Cossato, già asso dei sommergibilisti atlantici.
    Effettuò alcune missioni di scorta nel Tirreno durante le quali, se si eccettua qualche breve contatto con aerei avversari, non si verificarono avvenimenti di particolare importanza.
    Alla proclamazione dell’armistizio, l’8 settembre 1943, si trovava con il gemello “Ardito” in porto a Bastia (Corsica). Essendosi verificati episodi di aggressione ad altre navi italiane da parte dei tedeschi, la mattina del 9, il Comandante di Cossato condusse la sua unità fuori dal porto e qui, vedendo l’ ”Ardito” pesantemente danneggiato e in gravi difficoltà, invertì la rotta e senza esitazione attaccò un’intera flottiglia di battelli germanici (due caccia sommergibili, cinque motozattere, una motobarca della Luftwaffe e due piroscafi armati che erano stati catturati agli italiani).
    Sia pur centrato nella sala macchine, riuscì ad affondare i due caccia sommergibili, tre motozattere costringendo le altre due ad incagliarsi, la motobarca e mettendo fuori uso i due piroscafi armati. Dopo il combattimento, raccolti 25 naufraghi tedeschi, partì per Portoferraio insieme al mal ridotto “Ardito” dove sbarcò i naufraghi. Successivamente, con altre unità, diresse prima a Palermo e poi a Malta in ottemperanza alle clausole armistiziali.
    Anche l’azione di Bastia, fu tra le motivazioni che portarono al conferimento della Medaglia d’Oro al Comandante di Cossato.
    La nave, rientrata a Taranto, durante la cobelligeranza effettuò altre missioni di scorta restando al comando di Carlo Fecia di Cossato fino a giugno 1944, quando questi fu posto agli arresti per il suo rifiuto di prestare giuramento al nuovo governo Bonomi che non aveva giurato, a sua volta, fedeltà al Re. A bordo dell’ ”Aliseo” scoppiarono dei tumulti in seguito ai quali il Comandante fu liberato e messo in congedo. A causa di ciò, Carlo Fecia di Cossato si suicidò per denunciare la grave crisi dei valori nei quali aveva sempre creduto.
    Al termine del conflitto, l’ “Aliseo”, dopo essere stato impiegato per trasporto materiali e personale, dal 1947 rimase fermo a Castellammare di Stabia, dove effettuò un lungo periodo di lavori dovendo essere consegnato alla Jugoslavia in conto riparazioni danni di guerra.
    Fu radiato il 23 aprile 1949 e consegnato con la sigla “Y” alla Marina jugoslava il 3 maggio successivo nel porto di Spalato. Ribattezzato “Biokovo”, rimase in servizio attivo fino al 6 aprile 1965, quando fu radiato definitivamente ed avviato, nel 1971, alla demolizione.

    Nella foto l’ “Aliseo”, pitturato con la colorazione delle marine alleate (scafo grigio scuro e sovrastrutture grigio chiaro), è ripreso unitamente alle corvette C11 “Gabbiano” (a dx) e C13 “Cormorano”, verosimilmente nell’ultimo periodo della cobelligeranza.

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    Giuseppe Nenz (Belluno, 22.4.1915 – 15.9.1943)

    di Franco Nenz

    (Belluno, 22.4.1915 – 14 o 15.9.1943)

    …riceviamo e con orgoglio misto a commozione pubblichiamo.

    Mio padre è morto a causa dell’affondamento della “Corazzata Roma”. Non ho molta documentazione, se non delle lettere.
    Il suo nome: Nenz Giuseppe, nato il 22 aprile 1915 e morto 15 settembre 1943.

    Sono in possesso di molte fotografie quando era a bordo del “Montecuccoli”, nella guerra tra la Cina e il Giappone.
    A bordo della “Roma” era sottufficiale.


    Buongiorno signor Franco e grazie della testimonianza e del commovente ricordo sulla banca della memoria. Sappiamo solo che era nato a Belluno e che era della categoria Cannonieri (sull’elenco dei Caduti e Dispersi della M.M. risulta essere deceduto il 14.9.1943, ma non è documento ufficiale). Riceva gradito un abbraccio grande come il mare della Misericordia Divina e grande anche come il suo cuore di figlio di Marinaio per sempre.
    Pancrazio “Ezio” Vinciguerra

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    Luigi Longobardi (Lettere, 22.4.1920 – Mare, 15.10.1940)

    di Antonio Cimmino

 e A.N.M.I. Stabia

    (Lettere, 22.4.1920 – Mare, 15.10.1940 la data si riferisce all’elenco Caduti e Dispersi della Marina Militare)

    Elettricista imbarcato sul sommergibile Gondar, attaccato con bombe di profondità da tre navi ed un aereo avversari per dodici ore consecutive, si prodigava instancabilmente nell’espletare, con bravura e decisione, i compiti affidatigli.

    Determinatesi la necessità di emergere ed auto affondare il sommergibile ormai reso inoperante dalle esplosione delle bombe, dava prova di eccezionale coraggio e profondo senso del dovere, restando al proprio posto di manovra fino alle estreme possibilità onde contribuire alla salvezza dell’unità.
    Lanciatosi in mare negli ultimi istanti, restava investito dallo scoppio di bombe lanciate da aereo ed immolava la giovane vita per un estremo ideale di Patria che lo aveva trattenuto sulla sua nave oltre il dovere.
    Mediterraneo Orientale, 30 settembre 1940.

    Il foglio d’ordine n. 75 del 31.12.1945 – D.V.M. – del Ministero della Marina Italiana recita così:
    “Elettricista di un Sommergibile che, gravemente avariato, non poteva più immergersi né combattere ed era stretto da forze avversarie; si offriva spontaneamente, con la sicurezza di dare la vita, per restare sul Sommergibile ed affondarlo, e impedire così che, riparata la sua nave, potesse divenire nelle mani del nemico strumento di offesa e di morte contro le nostre navi e i nostri marinai. Davanti a questo atto di Eroismo Supremo anche il nemico piegava il capo ammirato”.

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    Giovanni Antonioli (Mazzano, 14.11.1921 – Monte Cicurro, 22.4.1944)

    di Giovanni Brandano (*)

    (Mazzano, 14.11.1921 – Monte Cicurro, 22.4.1944)

    I CADUTI (TROPPO) DIMENTICATI DEL REGGIMENTO SAN MARCO

    L’8 maggio il Generale Utili inviò al comandante del Btg. Bafile il seguente messaggio:
    Attraverso un arido elenco, chiesto a scopo puramente statistico, i soldati del I Raggruppamento Motorizzato hanno appreso con commossa fierezza di camerati e soprattutto di gente dello stesso sangue l’alto sacrificio in caduti e feriti che il Btg. Bafile ha già offerto alla causa della riscossa nazionale. In attesa di trovarci effettivamente spalla a spalla ad affrontare insieme in una compattezza fiduciosa e gagliarda le sorti di uno stesso combattimento, i soldati del I Raggruppamento Motorizzato lanciano ai fanti del mare il vibrante saluto del loro orgoglio e del loro affetto fraterno“.
    Il 22 aprile 1944 cadeva a Monte Cicurro (3^ Battaglia di Monte Cassino), durante un attacco tedesco notturno il Sergente Cannoniere Giovanni Antonioli. Si legge nell’atto di morte stilato dal Tenente Medico Arturo Mutti e dal Tenente Cappellano Don Roberto Sighinolfi:
    …morto in seguito a ferite da schegge di mortaio; ferite multiple in tutto il corpo”.
    Era nato il 14 novembre 1921 a Mazzano e abitava a Marcheno, in provincia di Brescia. A. Ricchezza (pag. 48 della seconda parte del suo libro) lo ricorda fra i Caduti come “Cann. [Cannoniere] Antoniolli Giovanni”.
    Per chi legge questo sito il Sergente Cannoniere Giovanni Antonioli ha un’importanza particolare, in primis in quanto volontario caduto in guerra, ma non di meno perché è grazie a lui (in un certo senso), che la ricerca sul battaglione Bafile del Reggimento San Marco ha subito un impulso direi decisivo. Qualche anno fa il suo concittadino Valentino Rossetti ha con intraprendenza raccolto le prime notizie su questo Caduto “anomalo” (un marinaio caduto in mezzo alle montagne), e le ha pubblicate. Di qui la ricerca che ne è seguita, comprese queste note.
    Come la grande maggioranza dei volontari del San Marco, anche il Sergente Cannoniere Giovanni Antonioli era reduce dalla guerra sul mare. Era stato imbarcato come Sottocapo Cannoniere P.M. (puntatore mitragliere) sul Cacciatorpediniere “Premuda” a bordo del quale aveva partecipato alla vittoriosa Battaglia di Pantelleria, ottenendo la Croce di Guerra al Valor Militare sul campo. Promosso Sergente l’1/4/43, sbarcò dal Premuda il 31/8/1943. Fu subito imbarcato sull’Incrociatore “Garibaldi”. che una settimana dopo a seguito dell’armistizio si consegnò agli Inglesi trasferendosi a Malta. Nonostante potesse a questo punto godere di una vita relativamente tranquilla, il Sergente Cannoniere Giovanni Antonioli scelse tuttavia di dare ancora il suo contributo alla Patria sul campo di battaglia e si arruolò volontario nel Reggimento San Marco. Fu incorporato nel Reggimento il 15 dicembre 1943. Cadde in combattimento sotto un attacco tedesco, nelle circostanze di cui si è detto più sopra , il 22 aprile 1944.

    (*) Giovanni Brandano è deceduto il 3 giugno 2015. Prima della sua dipartita mi mandò, per la pubblicazione, questo e altri articoli dei suoi ragazzi. Si consiglia di digitare, sul motore di ricerca del blog, il suo nome e cognome per saperne di più.
    Pancrazio “Ezio” Vinciguerra