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    30.7.1936, varo regia nave Alfredo Oriani

    di Carlo Di Nitto

    Il regio cacciatorpediniere “Alfredo Oriani”, sigla OA, classe “Oriani” (o classe “Poeti”), dislocava 2320 tonnellate a pieno carico. Costruito nei Cantieri Navali OTO di Livorno, fu impostato il 28 ottobre 1935,  varato il 30 luglio 1936 ed entrò in servizio il 15 luglio 1937.
    L’attività prebellica di questa unità fu essenzialmente addestrativa. Nel maggio 1938 effettuò il servizio di scorta allo Yacht Reale “Savoia” che portava il Re in Libia. Nell’aprile 1939 prese parte alle operazioni per l’occupazione dell’Albania e nell’estate successiva partecipò ad una crociera in porti spagnoli e portoghesi.
    Partecipò intensamente alle operazioni belliche del secondo conflitto mondiale totalizzando 168 missioni di guerra per scorta forze navali e ricerca nemico, percorrendo circa 56.800 miglia.
    Nel mese di luglio 1940 partecipò alla Battaglia di Punta Stilo e nel marzo 1941 ebbe un ruolo importante nella Battaglia di Capo Matapan, nel corso della quale cercò di contrastare con lancio di siluri le forze nemiche che attaccarono e poi affondarono l’incrociatore “Pola” immobilizzato. La nostra unità, nonostante fosse stata pesantemente danneggiata con morti e feriti a bordo, riuscì a disimpegnarsi e a raggiungere il porto di Augusta.
    In seguito prese parte alla Prima e alla Seconda Battaglia della Sirte (dicembre 1941 e marzo 1942), distinguendosi successivamente nella Battaglia di Pantelleria (giugno 1942).

    Alla proclamazione dell’armistizio dell’8 settembre 1943, si trovava a La Spezia. In ottemperanza agli obblighi armistiziali, unitamente alle altre unità della squadra, si trasferì a Malta proseguendo la sua attività, in cobelligeranza con le forze navali alleate ed effettuando missioni di scorta, di intercettazione di forze nemiche nonché di trasporto di truppe e materiali.
    Al termine delle ostilità riprese a svolgere attività addestrativa di Squadra.
    Il 16 luglio 1948, in base alle clausole del trattato di pace, l’unità fu radiata dai quadri della Marina Italiana e ceduta alla Francia dove, entrata in servizio nella Marine Nationale con il nome di “D’Estaing”, non ebbe più impiego attivo fino alla demolizione, avvenuta nel 1954.

    La foto l’unità è stata ripresa nel periodo della cobelligeranza. Notare, infatti, che la nave è ritinteggiata secondo le norme in uso tra gli Alleati con lo scafo grigio scuro e le sovrastrutture grigio celestino.
    ONORE AI CADUTI!

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    30.7.1885, varo regia nave Francesco Morosini

    di Carlo Di Nitto

    La regia corazzata di 1^ classe ”Francesco Morosini”, classe “Ruggiero di Lauria”, dislocava 11.726 tonnellate. Costruita nei Cantieri dell’Arsenale Militare di Venezia, fu impostata il 3.8.1881, varata il 30.7.1885, entrò in servizio il 21.8.1889. A causa delle lungaggini nella costruzione, con le gemelle, era già tecnicamente superata al momento del varo e per questo ebbe vita breve senza avvenimenti di rilievo nella sua attività.
    Nel 1907 prima di essere posta in disarmo, per ordine del Ministero della Marina e al fine di raccogliere dati interessanti le future costruzioni navali, effettuò diversi tiri con proiettili carichi e scarichi con i pezzi da 431 mm. degli impianti prodieri e poppieri puntati orizzontalmente nella direzione più prossima possibile alla linea di chiglia per verificare gli effetti della concussione prodotta dai grossi calibri sulle strutture della nave. Tali esperimenti furono effettuati il 6 settembre 1907. Ripropongo questa interessante foto che riprende l’unità proprio in tale occasione.


    Posta in disarmo tre giorni dopo, fu radiata nel 1909. Subito impiegata come bersaglio per esperimenti di siluri e di artiglierie, venne affondata il 15.9.1909.
    Il suo motto fu: “Frangar non flectar” (mi spezzo, ma non mi piego).

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    30.7.1924, varo della regia nave Quarnaro

    di Carlo Di Nitto

    La regia nave officina Quarnaro venne impostata il 21/2/1922 presso i Cantieri Scoglio Ulivi di Pola. Varata il 30/7/1924, fu completata e consegnata alla Regia Marina l’8/1/1927.
    Sia in tempo di pace che in periodo bellico, svolse notevole opera come nave di supporto logistico alle unità di squadra.
    Alla proclamazione dell’armistizio, la sera dell’8 settembre 1943, l’unità si trovava dislocata a Gaeta, ormeggiata all’interno del porto militare S. Antonio. Dopo aspri scontri con le truppe tedesche d’occupazione, l’equipaggio non riuscì ad impedire la cattura dell’unità che, qualche giorno dopo, venne affondata per ostruire le strutture del porto militare.
    Recuperata nel 1949, venne avviata alla demolizione.

    (Regia nave Quarnaro in rada a Gaeta)

    ATTIVITA’
    La Regia Nave Officina – Trasporto Nafta “Quarnaro”, sia in tempo di pace che in periodo bellico, svolse notevole opera come nave di supporto logistico alle Unità di Squadra. Venne dislocata nelle basi navali di Augusta, Napoli, Messina, Palermo, Napoli e Navarino (Grecia).
    Nei primi mesi del 1943 lasciò Navarino per far ritorno nelle acque metropolitane.
    Un testimone (Angelo De Angeli), racconta nelle sue Memorie:
     Al Comando della mia squadra navale fu ordinato di fare immediato rientro da Navarino, in Grecia alla madrepatria. Solo la nave officina di appoggio “QUARNARO”, sulla quale ero imbarcato, ritardò di un giorno in quella manovra. Alle 02.00 a.m. (non è stato possibile ricordare il mese e il giorno, l’anno era il 1943), il Comandante cap. di vascello Pietro Milella, diede l’ordine di partenza, proprio mentre sulle montagne vicine i partigiani greci accendevano falò per segnalare alla ricognizione aerea alleata la nostra posizione. La mia nave cominciò le manovre e riuscì ad uscire dal golfo di Navarino, sparando con i suoi pezzi in direzione dei falò. Dopo una navigazione abbastanza tranquilla, nonostante nel Mediterraneo incrociassero sottomarini alleati, giungemmo a Brindisi e poco dopo ci spostammo a Taranto. Infine, arrivammo a Palermo, nostra tappa finale, dove facemmo base. ”
    La Regia Nave Officina Nave “Quarnaro” dipendeva dal Comando Forze Navali.


    Alla proclamazione dell’armistizio, la sera dell’8 settembre 1943, il “Quarnaro” si trovava dislocato già da qualche tempo a Gaeta, ormeggiato all’interno del porto militare S. Antonio.
    Il Comandante, Capitano di vascello Pietro Milella, era in missione a Roma e della nave era responsabile il Comandante in 2a., cap. di corvetta Aniello Guida.
    Nelle acque di Gaeta si trovavano anche le corvette “Gru”, “Gabbiano” e “Pellicano”, il sommergibile “Axum”, la nave ospedale “Toscana”, le motosiluranti 55, 64 e 71, il MAS 544, oltre alcuni mezzi sussidiari minori.
    Quando, alle ore 19.45 circa, giunse via radio la voce del Maresciallo Badoglio che annunciava la proclamazione dell’armistizio, la prima reazione fu una prorompente euforia: sulle Unità i marinai correvano come pazzi da poppa a prua, saltando, urlando, abbracciandosi.
    Con il passare delle ore, attenuatosi l’iniziale entusiasmo, sorse la consapevolezza che Comandanti ed equipaggi si trovavano abbandonati a se stessi senza sapere se fuggire o se continuare ad attendere direttive dall’alto. Venne ordinato di distribuire le armi a tutti e di rinforzare i servizi di guardia, considerato che a Gaeta, oltre ad alcune motozattere, i tedeschi erano presenti in forze sulle colline circostanti.

    Nel frattempo automezzi tedeschi avevano cominciato a penetrare in città. Alle ore 2.20 del 9 settembre vi fu un attacco aereo tedesco e soldati germanici cominciarono ad affluire verso la banchina dove era ormeggiato il “Quarnaro”; altri penetravano di sorpresa nei locali della caserma del distaccamento Marina impossessandosi di armi automatiche e di fucili senza incontrare opposizione, perché il personale era ancora nel ricovero antiaereo.
    Quasi contemporaneamente i tedeschi tentavano anche la cattura delle tre corvette, ma per la pronta reazione degli equipaggi, queste unità riuscivano fortunosamente a prendere il largo. Sfuggivano alla cattura anche il sommergibile “Axum” e la nave ospedale “Toscana”.
    Il “Quarnaro” non era riuscito a partire come le altre unità perché disponeva di un apparato motore a vapore che abbisognava di molte ore per l’approntamento.

    Appena i marinai uscirono dal ricovero, si accese una furiosa lotta contro i tedeschi: con le armi individuali e qualche mitragliatrice gli italiani diedero battaglia, appoggiati dall’equipaggio e dalle armi di bordo del “Quarnaro”, contro il quale i germanici avevano aperto il fuoco. Per lungo tempo la zona del porto e quelle contigue furono teatro di accaniti scontri.
    I combattimenti durarono tutta la notte, con morti e feriti da ambo le parti, ma al mattino del 9 settembre la situazione era ristabilita: in mano italiana restavano la caserma e il “Quarnaro”. Verso le ore 09.00 i tedeschi, usciti sconfitti negli scontri notturni, riaprivano il fuoco con armi automatiche e cannoni leggeri contro il “Quarnaro”, colpendolo ripetutamente. Dalla nave i marinai risposero con maggior vigore ed accanimento.
    Alle ore 12.00 circa i tedeschi, rafforzati da soverchianti forze motorizzate e meccanizzate, a seguito di frenetiche trattative, riuscirono ad imporre il “cessate il fuoco” all’intero presidio di Gaeta, impossibilitato a continuare la resistenza al nemico. I combattimenti cessarono definitivamente verso le ore 14.00.
    Verso le 18.00 fu impartito l’ordine che i marinai, dopo aver consegnato armi e munizioni, consentissero che una pattuglia tedesca restasse a bordo per vigilanza, mentre Comando ed equipaggio avrebbero continuato a svolgere il loro servizio. Ovviamente, non potè non accadere che la pattuglia di vigilanza si trasformasse in reparto di cattura.
    Il “Quarnaro”, con poca acqua sotto la chiglia e notevolmente danneggiato dai colpi ricevuti, si trovò nella impossibilità di autoaffondarsi; fu così catturato dai Tedeschi.


    La Nave rimase abbandonata diversi giorni e dovette subire il saccheggio di sbandati, di detenuti evasi dal reclusorio militare, di civili che tentavano di risolvere problemi di approvvigionamento.
    Il 20 settembre una piccola squadra di genieri tedeschi, nell’intento di ostruire il porto militare, salì a bordo del “Quarnaro”, lo minò in punti vitali, appiccando anche il fuoco in diverse zone. Tagliati gli ormeggi, la nave fu mandata alla deriva. Percorsi un centinaio di metri, le cariche esplosero e la nave rovesciatasi immediatamente sul fianco sinistro affondò su un basso fondale.
    Come riferiscono diverse testimonianze, erano le ore 15.00 circa.
    Tutta la fiancata destra e le sovrastrutture rimasero in emersione e lo scafo, dopo aver continuato a bruciare per diverse ore, restò semisommerso a testimoniare i tragici eventi appena accaduti.
    Il relitto della Regia Nave Officina “Quarnaro”, venne recuperato nel 1949 e demolito. Al recupero partecipò un folto gruppo di maestranze locali.

    ONORE AI CADUTI E AI MARINAI DELLA REGIA NAVE OFFICINA “QUARNARO”, SIMBOLO DELLA RESISTENZA AI NAZISTI A GAETA.

    La regia nave officina “Quarnaro”, era stata impostata il 21/2/1922 presso i Cantieri Scoglio Ulivi di Pola. Varata il 30/7/1924, fu completata e consegnata alla Regia Marina l’8/1/1927.
    Alla proclamazione dell’armistizio, la sera dell’8 settembre 1943, la “Quarnaro” si trovava dislocata a Gaeta, ormeggiata all’interno del porto militare Sant’Antonio. Dopo aspri scontri con le truppe tedesche d’occupazione, l’equipaggio non riuscì ad impedire la cattura dell’unità che qualche giorno dopo venne affondata per ostruire le strutture del porto militare. Recuperata nel 1949, venne avviata alla demolizione.
    Dell’equipaggio della regia nave Quarnaro risultano caduti a Gaeta, nel settembre 1943:
    – CORINTO Benedetto, n. a Milazzo il 19/12/1921, marinaio cannoniere, disperso il 9/9/1943
    – MARGIOTTA Carlo, n. a il 12/3/1905, capo meccanico di seconda classe, deceduto il 9/9/1943
    – MORETTI Isaia G., n. a Villa d’Almè il 25/1/1920, marinaio fuochista, deceduto il 9/9/1943.


    Secondo una testimonianza orale raccolta diversi anni fa, furono fucilati all’interno della Base Navale “Sant’Antonio” (attuale Deposito POL – Nato) e si ha motivo di ritenere che, verosimilmente, vennero sepolti in forma anonima nel Cimitero di Gaeta dove tuttora riposano nell’ossario del Sacrario dei Garibaldini.
    ONORE ED ETERNA MEMORIA

    Caratteristiche tecniche

    Regia Nave QUARNARO (*) …

    Nella mia costante ricerca di fotografie relative alla Regia Marina e alle sue Navi, ho trovato questa immagine della Regia Nave Officina QUARNARO, affondata a Gaeta dai tedeschi il 22 settembre 1943 e diventata simbolo della resistenza ai nazisti nella nostra Città. Non è di grandissima qualità ma è originale. Paradossalmente l’ho trovata e acquistata, pensate un po’, proprio da un venditore tedesco…

    (*) Il nome assegnato all’unità navale è un vento che si forma sui monti del Quarnaro e una insenatura Istriana che sbocca sul mare adriatico e questo vento arriva da est/nord est.
    E’ un vento estivo di forma alba e arriva in coste del Mar Adriatico sul golfo di Venezia –  Chioggia al mattino.  Smette di soffiare a mezzogiorno perché poi arriva la brezza dello Scirocco.
    Questi venti girano d’estate e il Quarnaro porta molto caldo al pomeriggio.

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    Giovanni Bona (30.7.1921 – 8.7.1942)

    di Giorgio Gianoncelli

    (30.7.1921 – 8.7.1942)

    Giovanni nasce in una famiglia di agricoltori il 30 luglio 1921, a diciassette anni chiede e ottiene l’arruolamento nella Regia Marina da Guerra. Assegnato alla categoria Nocchieri, dopo il corso è destinato all’imbarco sui Sommergibili. Poco prima dello scoppio della guerra è destinato sul regio sommergibile “Zaffiro” con base a Cagliari. Per i giorni di Pasqua dell’anno 1940 ottiene un periodo di licenza a casa. Nel salutare la famiglia per il ritorno a bordo, rincuora i genitori, ma al fratello che lo accompagna alla stazione ferroviaria, gli confida:
    “Ho l’impressione che difficilmente ci rivedremo”. Un ultimo abbraccio e parte.

    Infatti, il freddo comunicato del Ministero della Guerra dice:
    Il Comando Supremo della Regia Marina ha segnalato a questo Ministero che il nominato Bona Giovanni figlio di Luigi e Zuccalli Ines nato a Talamona (Sondrio) il 30 luglio 1921 – Sergente Nocchiere – Matricola 45669 ascritto al Compartimento di Genova, in occasione della perdita dell’unità su cui era imbarcato avvenuta l’8 luglio 1942 per fatto di guerra, è scomparso in mare con l’Unità stessa”.

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    30.7.2015, per non dimenticare Alessandro Bergaglio


    di Pancrazio “Ezio” Vinciguerra

    Ti sei spento il 30 luglio del 2015, presso l’ospedale Sant’Andrea di La Spezia, a causa di incidente sul lavoro, avevi solo 38 anni…
    Eri entrato in coma durante un’attività addestrativa, in attività subacquea nelle acque del Golfo di Taranto, il giorno 4 dicembre 2012.
    Indimenticabile, alla nostra memoria, il tuo funerale che si celebrò a Le Grazie alle 14.45 del 31.7.2015.
    Come tutti i marinai del Comsubin, anche se la tua vita non è stata lunga, l’hai sicuramente vissuta intensamente e fuori dal comune, una vita straordinaria come la tua carriera di Incursore.
    Ciao Alessandro, angelo custode e testimone silenzioso di quel mare che ci portiamo dentro e che nessuno mai potrà inquinarci.
    Riposa in pace Alessandro, noi non ti dimentichiamo.

    Dello stesso argomento sul sito
    https://www.lavocedelmarinaio.com/2013/08/sergente-incursore-alessandro-bergaglio/
    https://www.lavocedelmarinaio.com/2013/11/alessandro-bergaglio-sergente-incursore/