Velieri

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    21.2.1860, affondamento regia pirofregata Torquato Tasso

    di Antonio Cimmino

    …a Castellammare di Stabia c’era una volta un arsenale che costruiva navi, e adesso?


    La regia pirofregata a ruote Torquato Tasso fu costruita nel Real Cantiere Navale di Castellammare di Stabia e varata il 28 maggio 1856. Le sue caratteristiche tecniche principali erano le seguenti:


    – dislocamento: 1450 tonnellate;
    – scafo in legno con carena ramata;
    – dimensioni: 63,3 x 9,9 x 4,9 metri;
    – due ponti;
    – due alberi a brigantino – goletta con bompresso;
    – 4 caldaie Guppy e macchina alternativa da 300 cavalli costruita a Pietrarsa (Napoli);
    – armamento all’origine: 1 obice da 117 libbre con canna a ferro liscio, 1 cannone da 60 libbre a omba Myllar con canna a ferro liscio, 8 obici Paixans da 30 libbre con canna a ferro liscio, 2 cannoni da 12 libbre in bronzo su affusto (da sbarco);
    – equipaggio: 178 uomini.
    Affondò per fortunale il 21 febbraio 1860 al largo di Civitella del Tronto.

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    Gli scopamare

    a cura Carlo Di Nitto

    Dal Dizionario di Terminologia Nautica

    Gli “scopamare”, nell’attrezzatura navale, sono vele addizionali, rettangolari o triangolari, che “i velieri a vele quadre aggiungono a ciascun lato della vela di trinchetto o di maestra, con tempo buono e vento largo, per aumentare la velocità; fanno parte della cosiddetta forza di vele.”

    Nella foto sopra (dalla rete internet), la Corvetta a vela  statunitense USS “Monongahela” ripresa mentre naviga con gli “scopamare” aggiunti.
    Questa bella nave, varata nel 1862 fu completamente distrutta da un incendio nel 1908.

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    11.2.1871, il bastimento Sinay del capitano Giovanni Daddero

    a cura Sergio Pagni e Luigi Griva

    PER GRAZIA RICEVUTA

    Ex voto conservato nel santuario-basilica Nostra Signora del Monte di Genova.
    Ecco ciò che si legge sul retro del quadro:
    Il bastimento Sinay, capitano Giovanni Daddero, l’11 febbraio 1871 alle ore 4 pomeridiane, sorpreso da un improvviso e impetuoso uragano, trovandosi nella latitudine 48,00 e longitudine 10,55 (Inghilterra). Il vento ci portò via il parocchetto basso, la trinchettina, il giz di trinchetto e quello di maestro e randa di poppa. Il bastimento, sommerso dalle onde, dopo aver fatto tutto quanto insegna l’arte, il detto cominciò per la sua rotta dopo un intervallo di tempo di due ore che era sommerso.
    Per grazia ottenuta dalla Nostra Signora del Monte l’intero equipaggio dona il presente”.

    Dal mio Archivio 
    di Luigi Griva
    Il capitano Michele Dodero comanda nel 1856, al tempo della Guerra di Crimea, un veliero tipo “nave” noleggiato a Camogli per trasporto di rifornimenti per il contingente italiano.
    E’ iscritto alla Mutua Marinara di Camogli col n°18 .
    Anton Giulio Barrili ha scritto un romanzo intitolato “Capitan Dodero”: dovrei andare a rileggerlo per vedere se ci sono riferimenti. Sicuramente era una famiglia di capitani e di armatori.

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    Votum fecit et gratiam recepit (fece un voto e ricevette la grazia)

    a cura Sergio Pagni

    PER GRAZIA RICEVUTA

    Sergio Pagni per www.lavocedelmarinaio.comEx voto di proprietà del Museo storico navale di Venezia proveniente dalla chiesa della Madonna dell’Arco in Napoli.
    Il quadretto, che risale alla metà del 1600, è una tempera su tavola che misura cm. 39 x 53.
    Nel cartiglio si legge:
    Votum fecit et gratiam recepit” (fece un voto e ricevette la grazia).

    Votum fecit et gratiam recepit - www.lavocedelmarinaio.com

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    22.1.1860, la barca Messina (capitano Senno) scampa al naufragio

    a cura Sergio Pagni

    PER GRAZIA RICEVUTA

    Sergio Pagni per www.lavocedelmarinaio.comEx voto custodito al Civico museo marinaro Gio Bono Ferrari di Camogli (*).
    Su quadro si legge:
    Tempesta sofferta dalla barca Messina, comandata dal capitano Andrea Senno, il 22 gennaio 1860 nella costa di Calabria, distante cinque miglia dal Capo Vaticano, in cui si sarebbe naufragato se per intercezione di Nostra Signora del Boschetto non si fosse variato il vento in senso opposto, da dove si poté mettersi in salvo allontanandosi dallo stesso”.
    Dipinto da Domenico Gavarrone, il quadro è datato 21 febbraio 1861.

    22.1.1860 barca Messina P.G.R. - www.lavocedelmarinaio.com
    (*) si consiglia la visita.

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    21.1.1889, entra in servizio regia nave Palinuro

    di Carlo Di Nitto

    La regia nave “Palinuro (2^)”, classe “Miseno”, dislocava 554 tonnellate. Costruita nel Regio Cantiere navale di Castellammare di Stabia, fu varata il 7 settembre 1887 ed entrò in servizio il 21 gennaio 1889.
    Con la gemella “Miseno”, venne definita “goletta”; in realtà, per la sua attrezzatura velica, era di fatto un brigantino.
    Nave Palinuro, appena entrata in servizio, venne inviata in mar Rosso, nelle basi di Assab e Massaua, e utilizzata come nave coloniale essenzialmente per la sorveglianza e la repressione della tratta degli schiavi e della pirateria. Al rientro in Italia, dal 1891 al 1913, venne adibita a nave scuola per Mozzi Nocchieri e Timonieri.

    Negli anni del primo conflitto mondiale diventò nave scuola per gli allievi dell’Accademia Navale. Venne radiata il 10 settembre 1920 e lo scafo fu venduto a privati. Nel suo genere, con la gemella “Miseno”, fu una delle migliori navi che abbia prestato servizio nella Marina italiana.
    Una curiosità: l’attuale Nave Scuola “Palinuro” è la sesta Unità della Marina Italiana a portare questo storico nome.