Un mare di amici

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    Charles Trenet (Narbona, 18.5.1913 – Créteil, 19.2.2001)

    di Pancrazio “Ezio” Vinciguerra

    …a chi gli domandava il segreto del suo costante buonumore, Trenet rispondeva: “Non vedo mai le cose come realmente sono”.

    (Narbona, 18.5.1913 – Créteil, 19.2.2001)

    Charles Louis Augustin Georges Trenet nasce a Narbonne il 18 maggio del 1913, in una famiglia borghese con la passione della musica. Nel 1920 la madre Marie Louise s’innamora di un tedesco e con lui va a vivere a Berlino, lasciando i due figli in un collegio. Per Trenet è un choc tremendo, un abbandono che lo segna per la vita, ma al quale reagisce con l’ironia, l’allegria e la leggerezza che diverranno i colori della sua bandiera.
    Con Johnny Hess dal 1931 al 1936 forma il duo Hess Trenet. Durante la sua lunga carriera ha scritto molte canzoni (la prima in assoluto la scrive a sei anni: “Le diable dans la cuisine”): Y a d’la joie (1936), Je chante (1937), Boum (1938), Que reste t’il des nos amours? (1942), Douce France (1943), e soprattutto La mer composta nel 1943, in treno verso Narbonne, che sembrandogli troppo solenne, pubblicherà solo nel 1946.
    Durante la Seconda Guerra Mondiale, Parigi è occupata dai tedeschi e la stampa collaborazionista lo accusa di essere ebreo: Trenet non sarebbe altro che l’anagramma di Netter. Raccontando alla Gestapo quattro generazioni della sua famiglia, il cantante dimostra che l’accusa è infondata e da quel momento, forse per paura, forse per non avere altre noie, ubbidisce agli ordini del Reich. Continua a fare concerti a Parigi durante l’Occupazione e, come Chevalier e la Piaf, nel 1943 va in Germania a cantare per i prigionieri francesi. È l’unico momento buio in una carriera splendente e lunga quasi un secolo. Alla Liberazione rivelerà di essere stato picchiato dalla Gestapo durante un interrogatorio e tornerà in scena zoppicando.
    Dopo la guerra si trasferisce a New York. Nel 1954 torna a Parigi. Inizia l’esistenzialismo (al quale si unirà pochissimo). Pur restando un’icona, gli anni ‘60 e i ‘70 non furono per lui favorevoli. Il suo grande rientro avvenne nel 1987 sul palcoscenico del “Printemps de Bourges” dove fu applaudito da un pubblico diverso dal suo. Da quel momento non cesserà più di comporre e di cantare. Il suo ultimo disco, Les poètes descendent dans la rue (del 1999) è il consueto capolavoro di leggerezza e poesia.
    Quando, nel novembre del 1999, Charles Trenet comparve sul palco della Salle Pleyel per quello che sarebbe stato il suo ultimo concerto, il pubblico pensò che non ce l’avrebbe fatta ad arrivare fino in fondo. Raggiunse il microfono barcollando, chiuso in un busto per tre costole rotte dopo una caduta, la voce uscì come un rantolo. Poi si riprese, canzone dopo canzone le forze tornarono e alla fine del concerto saltellava sul palco. In quell’ultimo concerto nulla fu lasciato al caso: fu il suo testamento artistico prima di morire.
    Charles Trenet è morto il 18 febbraio 2001 all’ospedale Henri Mondor di Creteil dove era stato ricoverato una settimana prima per un ictus. Aveva 87 anni fu cremato al cimitero Père Lachaise e le ceneri sono state trasferite a Narbonne, la città natale dove e’ stato sepolto accanto alla madre che nell’infanzia lo aveva abbandonato…nonostante tutto, la madre restò l’unico suo grande amore.

    LA MER
    Qu’on voit danser le long des golfes clairs
    A des reflets d’argent
    La mer
    Des reflets changeants
    Sous la pluie

    La mer
    Au ciel d’ete confond
    Ses blancs moutons
    Avec les anges si purs
    La mer bergere d’azur
    Infinie

    Voyez
    Pres des etangs
    Ces grands roseaux mouilles
    Voyez
    Ces oiseaux blancs
    Et ces maisons rouillees

    La mer
    Les a berces
    Le long des golfes clairs
    Et d’une chanson d’amour
    La mer
    A berce mon coeur pour la vie

    DA QUALCHE PARTE TU (La mer – Beyond The Sea )

    Da qualche parte al di là del mare
    Da qualche parte, in attesa di me
    Il mio amante sorge su sabbia dorata
    E guarda le navi che vanno a vela
    Da qualche parte al di là del mare
    Lei è lì a guardare per me
    Se potessi volare come gli uccelli in alto
    Poi dritto tra le braccia andavo a vela
    E ‘ben al di là di una stella
    E ‘vicino al di là della luna
    So che al di là di un dubbio
    Il mio cuore mi condurrà presto là
    Ci incontreremo oltre la riva
    Ti bacio come prima
    Saremo felici di là del mare
    E mai più me ne vado a vela!
    E ‘ben al di là di una stella
    E ‘vicino al di là della luna
    So che senza ombra di dubbio, yeah!
    Il mio cuore mi condurrà presto là
    Ci incontreremo, lo so ci incontreremo, oltre la riva
    Ti bacio come prima
    Saremo felici di là del mare
    E mai più me ne vado a vela!
    E mai più me ne vado a vela!
    E mai più me ne vado a vela!
    Vela … yeah!

    Beyond the Sea è il titolo della versione in lingua inglese della canzone La Mer composta nel 1943 da Charles Trenet eda Léo Chauliac durante un viaggio in treno fra Narbonne e Carcassinne. Il brano fu poi inciso da Trenet e lanciato sul mercato discografico internazionale nel 1946. Secondo gli storici della musica occorsero a Trenet e a Chauliac soltanto una ventina di minuti per comporre quello che era destinato a diventare un successo mondiale della musica leggera.
    Il testo in inglese è di Jack Lawrence: scritto in maniera originale, non ha alcun riferimento semantico con quello del corrispettivo brano in lingua francese.
    A parere di taluni critici, mentre il testo di Le Mer è suggestivo per le evocazioni poetiche che racchiude in sé, ricche di crepuscolari riflessioni sulla vita e sul sentimento amoroso in senso universale, la versione in lingua inglese appare come un, peraltro riuscito, tentativo di confezionare una canzone di puro sentimentalismo. Il refrain ruota attorno alle aspettative di un innamorato che, guardando al di là del mare (beyond the sea, appunto), spera di incontrare un giorno la ragazza del cuore in grado di non farlo salpare più.
    Il brano ha avuto oltre quattrocento versioni ma è soprattutto nell’incisione del cantante italo-statunitense Bobby Darin che ha raggiunto negli anni sessanta il successo internazionale.
    Grazie anche a puntuali arrangiamenti orchestrali, Beyond the Sea è diventata in breve tempo uno standard musicale, un vero e proprio evergreen sul quale hanno puntato molte chance numerosi cantanti che si sono cimentati nelle numerose cover. La versione di Darin rimane tuttavia quella maggiormente conosciuta.